Supaku Handoru vs. Okami Yotsuki & Yusuke Uchiha

Si fermò, sollevando la testa davanti alla parete di legno. Lasciò cadere il rotolo che teneva stretto in mano sul tavolo improvvisato lasciandosi trasportare dai pensieri come spesso accadeva. Si guardò intorno, la stanza era minuscola, una singola candela bastava ad illuminarla completamente ed il soffitto era così basso che se si fosse messo in piedi avrebbe potuto toccarlo semplicemente sollevando la mano. Un singolo pensiero attraversò la sua mente davanti a quello scenario: È a questo che mi sono ridotto? Sbattè l'unica palpebra libera, perplesso. Cosa si aspettava dalla propria vita? Aggrottò le sopracciglia. Non aveva una risposta ad una domanda del genere. Era interessato al denaro? No. Al potere sugli altri esseri umani? No. Era diventato potente come ninja? Indubbiamente. Allora perché, ritrovatosi all'apice di quello che considerava la sua carriera, nel fiore della propria giovinezza, si ritrovava in un buco senza finestre al buio intento a meditare come uccidere un semplice omuncolo che aveva fatto il passo più lungo della gamba? C'era dell'altro oltre alla prossima missione? Sapeva che non aveva una risposta neanche a quella domanda. Scosse la testa. A volte i suoi pensieri lo spaventavano. Da dove era giunta quella domanda? Non era la prima però, ammise con sé stesso. No, era da tempo che ormai le sue certezze si erano sfgretolate, la sua sanità mentale aveva perso lucidità e la sicurezza si era fatta più malferma. Sono uno shinobi, un'arma per un fine, un fine deciso da chi però? Fosse stato ancora un regolare avrebbe detto il Villaggio, una risposta semplice, banale e rassicurante. Era però un traditore, un mukenin, un ninja che vendeva il proprio servizio al soldo del più ricco. Si lasciò sfuggire una risatina, ricordò da giovane quando aveva affermato che quella era la vera libertà, poter scegliere di non bruciare la propria vita per il Villaggio ma morire in un vicolo buio di Iwa dimenticato da tutti. La verità....la verità è che.... Ancora non era riuscito a completare una simile frase nella sua testa. La verità quale era? Su sé stesso ovviamente. Osservò la mano sinistra, sotto la manica del kimono orlato di verde scuro si intravedevano coperte dalle bende i segni bianchi di un paio di cicatrici recenti, lì all'altezza del polso. Quante di esse avevano segnato il suo corpo, ormai non era più un giovincello come voleva far credere o come in realtà il suo corpo sembrava. Aveva scoperto che, a differenza dei propri coetanei, le rughe di espressione intorno ad occhi e fronte non sembravano apparire, gli acciacchi non volevano venire. Una parte di lui sospettava cosa fosse, ma non voleva rispondersi. Inconsciamente o meno, il suo corpo si rifiutava di invecchiare, forse perché aveva ancora dei conti in sospeso da saldare e non poteva permettersi di perdere altro tempo. Tisk, potrei avere tutto il tempo del mondo, ma quello di cui avevo davvero bisogno l'ho già perso....
Scosse la testa. Forse era il caso di tornare con la mente al presente, indugiare sul passato...non era mai una buona idea. Inspirò con decisione, lasciando l'aria gonfiargli i polmoni e tendergli il petto. Espirò dalla bocca sperando che insieme ad essa, anche i cattivi pensieri uscissero. Magari fosse stato così facile. Cercò di concentrarsi sull'odore intorno a lui, l'odore del legno e della muffa, l'umidità del piccolo spazio confinato, la cera bruciata della candela. Inconsapevolemente accumulò Chakra su naso ed orecchie, attivando la Muon, la missione che si trovava ad affrontare era di una banalità sconcertante, poteva permettersi di consumare un po' di Chakra per sfizio personale.

Inspirò di nuovo, una parte di lui avrebbe voluto afferrare quel rotolo e gettarlo da parte, fingere che la missione sarebbe stata più difficiele e prendersi il suo tempo per risolverla così da andare per un po' in "vacanza". Quella parola non esisteva per il Mercato Nero, né per il Covo. Non per uno come lui almeno. Sapeva però che né lui né il Mercato avrebbero lasciato correre che una simile missione durasse più di una settimana. Si alzò in piedi, era tempo di mettersi all'opera. Buttò fuori l'aria, lasciando che per qualche secondo tutto ciò che lo riguardasse non fosse altro che il vento che usciva dalle sue labbra. Inspirò di nuovo, sì che si stava sentendo meglio ora. Fu quasi tentato di lasciare andare la Muon quando un suono inusuale accarezzò i suoi timpani. Reclinò la testa di lato, concentrandosi. Uno scricchiolio leggero, inpercettibile quasi, un altro. Aggrottò le sopracciglia, chiuse l'unico occhio libero, lasciò, come gli aveva insegnato Kaori che il suo mondo fosse soltanto il suono. Un terzo. Qualcuno si stava muovendo nel corridoio sotto di lui, in un modo quasi impercettibile, silenzioso.
Qualcuno che non voleva farsi sentire.
Dietro gli scricchiolii poteva sentirlo, ovattato e ritmico, il battito cardiaco di una singola persona. Il battito si fece leggermente più veloce, gli schicchiolii più ravvicinati. Si stava avvicinando ed ogni passo era sempre più affrettato. Si girò fronteggiando la botola sul pavimento, la mano destra recuperò il kunai shunsui lasciato sul pavimento accanto alla scatola. Assunse la posizione di guardia, le gambe divaricate, la mano armata con la lama impugnata a rovescio dietro la mano libera. Poi si paralizzò interdetto.
Chi era così folle da cercare di assaltarlo qui? E come aveva fatto a sapere la sua posizione? Doveva essere sicura, c'era un talpa nel Covo? Troppe domande. Allungò la mano libera alle proprie spalle, tirando lentamente la corda della botola dell'uscita di emergenza e facendola scattare. La botola si aprì sopra la testa rivelando una scala a pioli che saliva per circa otto metri in altezza fino ad arrivare ad una seconda botola chiusa. Se sanno che sono qui, non c'è ragione di non credere che debbano sapere anche dell'uscita secondaria, ah fanculo! Dovrò inventarmi qualcosa, non è la prima volta... Senza pensare afferrò un kunai munito di cartabomba e lo lanciò diretto verso l'alto, su per il cunicolo appena aperto. Il kunai si conficcò nel legno della parete con un tonfo sordo, la cartabomba che penzolava da esso verso il basso. Si spostò leggermente sulla destra in modo da non essere più sotto l'uscita di emergenza.
Tornò con la concentrazione sull'ingresso ed attese mentre afferrava un terzo kunai dalla borsa e riponeva lo shunsui. Ricorrere ai ninjutsu in uno spazio così ristretto sarebbe stato complicato, Jutsu dalla distanza avrebbero potuto coinvolgere anche lui e non era una cosa che voleva sperimentare. Per ora la priorità era uscire allo scoperto e vagliare eventuali ipotetiche minacce in agguato là fuori.
La botola si aprì con uno scatto violento, sbattendo verso l'alto e rivelando una figura ammantata di nero rotolare all'interno della stanza. Supaku non perse tempo, non appena questa fece la sua comparsa rivelando una maschera con motivi di fiamma, chiaramente il segnale che si trattasse di un ANBU, lui lanciò il terzo kunai verso il ninja invasore e detonò la cartabomba sulla botola dell'uscita di emergenza preparando i propri sensi acuiti a quello che stava per succedere.
L'esplosione rimbombò nell'aria, l'edificio tremò leggermente, il fumo nero invase la stanza. Supaku scosse leggermente la testa, sapeva che cosa sarebbe accaduto ed era riuscito a non venire rintontito dal fragore dell'esplosione. Con il respiro trattenuto si portò sotto l'uscita di ermegenza mentre piccoli frammenti di legno infuocato cadevano intorno a lui. Compose rapidamente una serie di Sigilli per poi iniziare la scalata verso l'alto.
Il vento cominciò a fischiare. Sentì l'aria condensarsi sotto di lui mentre arrivava a circa quattro metri dall'uscita e si lasciava cadere verso il basso per sentire immediatamente una resistenza sotto le piante dei piedi. Sorrise, aveva usato poche volte quella tecnica in quel modo ma ora sembrava appropriata. Piegò le gambe e saltò mentre sentiva l'aria sotto di sé spingerlo verso l'alto. Schizzò su per il cunicolo, uscendo dalla nube di fumo denso sollevata dall'esplosione e piroettando a circa tre metri d'altezza fuori dalla botola sopra i tetti delle città. Ruotò sul bacino a mezz'aria scorgendo una figura ammantata sotto di lui e percependo il respiro, l'odore ed il battito di un terzo soggetto a circa dieci metri.

L'atterraggio non fu perfetto, colpa anche del terreno non uniforme e leggermente in pendenza. Incespicò di un paio di passi, ma si riprese subito. In quel momento la chiave di tutto era essere pronto a tutto e subito. Senza pensarci aveva già estratto un kunai shunsui e per tirarlo diritto verso il bersaglio, il ninja che aveva scavalcato con il salto. Il kunai era intriso del suo Chakra base e grazie alla Tecnica da lui utilizzata si moltiplicò in volo, vedendo altri quattro compagni comparire ai suoi fianchi due per lato.
Subito dopo cominciò a correre in modo da non avere alle spalle la terza figura e lasciarsela sul fianco destro. Nello stesso momento estraeva dalla tasca da coscia altri quattro Kunai Shunsui, spostandone due nella mano destra e tre nella sinistra.
A quel punto si fermò, lasciando che il vento portasse via il fumo dell'esplosione e, con essa, rischiarasse la sua vista sugli shinobi che avevano ardito provare a cacciarlo e menò con entrambe le braccia i Kunai per poi farne riapparire uno nella mano sinistra dopo che questo fosse atterrato al suolo.