Missione Kaede Nakayama & Supaku Handoru

Si legò il kimono alla vita con una cintura di cuoio spessa. Era soddisfatto. Si rimirò allo specchio ossidato che penzolava un poco obliquo dalla parete bianca della sua cella. La figura di Supaku Handoru ammiccò fiduciosa dall'altra parte. Capello bianco lungo fino alle spalle, fascia nera legata sulla fronte, benda di cuoio sull'occhio sinistro, dal cui angolo esterno rivelava la presenza di una cicatrice frastagliata, poco dietro lo zigomo. Il kimono era una nuova aggiunta ma era soddisfatto dell'acquisto. Aveva deciso di lasciare a casa la divisa alternativa, compagna di mille battaglie e più strategica insieme al doppio fodero, per una uniforme più "comoda". Era nero, con ampie maniche e orli e bavero spessi e ricamati in verde scuro. Arrivava fino a metà ginocchia e sotto di esse sfoggiava pantaloni di stoffa altrettanto neri. Sotto il kimono aveva una classica maglia da shinobi con il motivo a maglie tipico dei ninja, elastico ed elegante al tempo stesso.
Aveva deciso di abbandonare la classica uniforme da ninja in missione per qualcosa di più elegante ed al tempo stesso meno appariscente. Del resto oggi mi tocca fare da balia...quindi ci sta la tenuta da maestrino... Rise alla figura davanti allo specchio, senza esitare si infilò il resto dell'equipaggiamento per portarsi fuori dalla cella. Il rotolo che Hagoromo gli aveva consegnato era stato afferrato per ultimo dal tavolino di legno.
Camminò ad ampie falcate, il rotolo nella destra, il cappotto nero nella sinsitra, buttato mollemente sulla spalla. Sorrise ad una infermiera che passava lì accanto con un sorriso accattivante e un po' folle che la fece arrossire e poi scappare via con aria semi-terrorizzata. Sbuffò con aria irritata per quella dimostrazione di paura, che poco riteneva degna per la sua apparizione. Prostrarsi per rispetto, urlare di giubilo magari, ma scappare via terrorizzati no, proprio non lo sopportava. Chiuse il pugno destro con ancora più forza, quasi stritolando la pergamena, si cercò di calmare. Non poteva uccidere là dentro, no, non poteva.
Svoltò arrivando nella grossa sala dove lo attendeva il suo compagno di missione, barra giovane apprendista stregone, barra nuova leva del Covo lo stava attendendo. Quando la Mano Blu gli aveva detto che sarebbe ancora una volta a lui prendersi cura del possessore del Rinnegan aveva protestato. Chiaramente non era contento di doversi occupare di quel ninja, odiava dover insegnare o prendersi cura di qualcuno ma la Mano aveva insistito.
"Non possiamo permetterci di perdere un asset così importante...devi tenerlo d'occhio fino a quando non saremo sicuri che saprà farcela da solo, sopratutto nelle missioni così importanti..." In realtà era tutta una balla. Aveva visto un paio di volte il Nakayama tornare dalle missioni in solitaria quindi perché adesso avevano bisogno di lui? C'era qualcosa che non volevano dirgli e questo lo irritava. Di sicuro questa, una missione di livello A, doveva essere più pericolosa e forse stavano mascherando l'intento di proteggere il ninja con la reale volontà di spingere l'utilizzatore del Rinnegan in situazioni pericolose affinchè sviluppasse il Mangekyo Sharingan, questo era molto più probabile. Soltanto nelle situazioni di più forte stress si era capaci di evolvere l'occhio, o forse anche così il Rinnegan poteva spingersi verso nuove frontiere di potere? Chi poteva saperlo. Di sicuro era certo che erano combattuti tra lo spingere il Rinnegato oltre e la paura di perderlo.
Qui entrava lui in gioco, non che gli dispiacesse, la paga era ottima e questa missione sembrava una passeggiata. Di sicuro ad un certo punto avrebbe perso l'occasione per far sì che il ninja avesse il suo momento di stress e lui si sarebbe goduto lo spettacolo, del resto erano traditori no? Ridacchiò.
Sveglia, Kaede! disse l'albino al ninja ammantato di nero mentre gli lanciava il suo rotolo. Ti hanno già mandato la missiva? Se no eccola qua...Toh, ti han dato anche la mappa, che simpatici...Dalle una occhiata mentre passo dalla Cambusa a prendere le sacche da viaggio. disse mentre si girava per infilarsi in una delle porte lì accanto, e ordinare alla vecchina due grosse sacche da portare sulla schiena in cui era già stato predisposto metodicamente tutto il necessario per un viaggio di almeno tre giorni. Erano sacche standard che il Covo distribuiva ai propri ninja in missione e che lui reputava molto utili.
Ne afferrò una per sé e l'altra la lanciò, di nuovo, al ninja dai capelli rossi mentre con un rapido gesto di mano si ammantava nel cappotto nero, si infilava la sacca sopra la spalla destra e guardava finalmente il compagno di missione.
Domande? Possiamo andare?

Il ragazzo sembrava piuttosto rilassato ed alla sua richiesta sul se ci fossero state domande aveva risposto semplicemente un "tanto c'è tempo", il che aveva fatto ridere l'albino. Ahaha, hai ragione abbiamo un sacco di tempo... aveva detto mentre si girava per incamminarsi verso i corridoi del Covo che avrebbero portato fuori nelle rovine di Iwa e da lì verso la costa. Ad una occhiata rapida della mappa aveva notato come l'isola fosse stata cerchiata e così anche il luogo in cui il loro mezzo di trasporto via mare li avrebbe aspettati, non si sorprese. Era anzi necessario che fosse così visto che un marinaio qualunque sarebbe dovuto morire se li avesse portati nei pressi dell'isola.
Il ragazzo vuole farse la piedi eh? Bene, lasciamo che decida lui come muoversi...è un viaggio un po' scomodo per me che sono abituato a volare...però pazienza, vedremo come se la cava... Il viaggio sembrava però preannunciarsi molto silenzioso e lui non aveva molta voglia di iniziare una conversazione con qualcuno che preferiva starsene silenzioso nell'oscurità del suo cappuccio ma ad un certo punto una domanda affiorò tra di loro.
Hai idea di cosa potremmo trovare li? Ci sei mai stato..? Per richiedere l'ausilio di due membri dev'essere qualcosa di grosso.. A quel punto il ninja dai capelli bianchi sorrise mentre rievocava alla mente le parole dello scienziato quando gli aveva dato la missiva.
A quanto ho capito, Hagoromo ci tiene molto a quest'isola così tanto da averla sapientemente cancellata da ogni altra mappa presente ad Iwa e quindi solo i nostri affiliati ne conoscono la vera posizione. disse grattandosi una parte della nuca mentre svoltavano in un cunicolo buio illuminato da una fiebile luce al neon.
A quanto pare ha relegato lì gli esperimenti più pericolosi che stava svolgendo. Fondamentalmente si tratta di quel genere di esperimenti dove, se qualcosa fosse andato storto, avrebbe avuto bisogno di una piccola zona isolata per evitare che le sue creazioni potessero scappare incontrollate per le terre di nessuno....Ovviamente le cavie sono esseri umani, non ninja, Hagoromo non rischia più la vita dei ninja quando può usare semplici persone dimenticate dagli dei di queste terre... con uno strattone aprì la botola d'acciaio facendo uscire il compagno e poi lui stesso alla luce della città.
Oltre a questo, c'è una nuova organizzazione chiamata Tsume che sta cercando da mesi in tutti i modi di raccogliere informazioni sugli esperimenti della Mano, a quanto sembra uno dei nostri è stato ucciso due settimane fa durante una missione e il suo corpo non è mai stato ritrovato...Temono che possa essere stato catturato dagli Tsume e che questi abbiano estratto da esso le informazioni sulla località dell'isola... Spintonò di lato un barbone che aveva cercato di chiedergli l'elemosina. Si era improvvisamente ricordato perché non amava muoversi più per le strade di Iwa, erano sudice e piene di quelle persone, vermi a confronto con la sua persona, il Drago. Trattenne l'impulso di ucciderli tutti sul posto, non era tempo di fare massacri, era in missione.
Hanno mandato entrambi principalmente per assicurarsi che nulla potesse sfuggirci...Potremmo trovare la situazione degenerata o semplicemente le guardie appisolate. Originariamente dovevi essere solo tu, ma la notizia della sparizione di Muzo, il nostro shinobi di prima, ha spinto le alte sfere a mandare anche me per evitare che ti facessi troppo male...Oltretutto volevano qualcuno che ti avesse già conosciuto abbastanza bene da spere cosa saresti in grado di fare o meno...E ti avevo già esamianto giorni prima, ricordi la nostra arenina? disse sorridendo al compagno dall'occhio viola.
Kaede sembrò però prenderla nel verso sbagliato. Mpf.. quindi il nostro "scontro di prova" non era altro che un pretesto per conoscerci meglio.. probabilmente sapevan già che saremmo finiti in squadra assieme.. non che lo scontro mi sia dispiaciuto, al contrario.. ma questi giochetti non mi piacciono.. ho scelto di non tornare al villaggio per smetterla di esser visto come "un mostro", al quale tutti nascondevan qualcosa e parlavan alle spalle, ma sembra che questo sarà un loop infinito al quale difficilmente potrò porvi fine..
Supaku rise a quelle parole, ebbe la tentazione di schiaffeggiare quello shinobi lì, nel bel mezzo della via ma si trattenne. Senza smettere di sorridere però si voltò in avanti mentre camminavano per dire solo due parole. Ragazzino, non so se hai fatto un giro tra le celle del Covo ma non sei più l'unico "mostro" qui, ahahaha
Il silenzio tornò tra di loro mentre si muovevano rapidi senza riposarsi ed arrivavano alle coste nord-orientali di Iwa. Arrivarono alle coste e a quel punto Supaku si sollevò il cappuccio ampio del cappotto sul volto mentre lasciava che fosse Kaede ad occuparsi del contatto navale.
L'uomo fece cenno ad entrambi di salire sulla nave, stavolta una piccola barchetta agile e veloce, fatta per viaggi di poche persone. Il Rinnegato sembrava pronto per riposare e Supaku gli fece cenno di andarsene sotto coperta a riposare. Sto io qui, tu riposa...poi ci daremo il cambio...
Si girò verso l'uomo, il marinaio al servizio del Covo che un paio di volte aveva servito anche lui.
Tatsumi, eh? Un tempo ti facevi chiamare con un nome diverso... L'uomo rise, una risata secca e pregna di una saggezza che forse persino lui non sarebbe riuscito a comprendere appieno.
Eheh, ragazzo, in queste terre non puoi mai esser la stessa persona se non vuoi essere mangiato dai pesci grossi...Bisogna sopravvivere...
Supaku lo guardò con la coda dell'unico occhio libero, il balugino dorato del proprio iride sembrò sorridergli. Parole fin troppo sagge per un pescatore...
L'uomo rise senza rispondergli, con un gesto secco si infiò tra i denti un mezzo mozzicone di sigaro senza accenderlo e fece virare leggermente la barca.
State attenti, ora comincia la nebbia...e le lastre di ghiaccio...Eheh...
Lui annuì mentre si appropinquava alla prua della barca per vedere meglio ma la nebbia stava cominciando a calare sempre più fitta. Sentì uno scossone alla barca e si girò verso il marinaio che lo rassicurò con un gesto della mano. Prua rinforzata d'acciaio...siamo pronti a farci strada in mezzo ad una lasta di ghiaccio, ragazzo! Annuì con i capelli bianchi che cominciavano a cadergli sul viso per via dell'umidità. Se li mosse all'indietro con un gesto irritato della mano. Senza perdere tempo scese sotto coperta anche lui, pronto a fare un riposino per recuperare le forze. Svegliami quando siamo vicini... Aveva detto al Marinaio che senza rispondergli aveva soltanto grugnito.
Riposò per circa cinque ore ma a svegliarlo non fu il vecchio ma una sensazione inospitale, di preciso sentì un grosso tonfo sul ponte. Aprì l'unico occhio di sopressalto mentre afferrava il cappotto nero e se lo gettava sulle spalle, bussando con un paio di colpi decisi alla porta di Kade. Senza perdere altro tempo salì sul ponte osservandosi intorno con aria circospetta. Nulla sembrava fuori posto. La figura del vecchio era stabile al timone. Si sollevò fuori dalla botola, avvicinandoglisi.
Qualcosa non va? aveva detto al marinaio che aveva risposto con un lieve grugnito. Solo ora che la nebbia si diradava di poco era riuscito a vederlo meglio. L'uomo si reggeva la spalla destra, da cui sgorgava sangue. Si mise in allerta subito, girandosi intorno solo per accorgersi che alla destra sul corrimano una grossa striscia di sangue aveva bagnato il legno.
Cosa...
Siamo arrivati... lo interruppe il vecchio, sollevando la mano buona e indicando con le dita insanguinate qualcosa all'orizzonte. Il profilo di un grosso castello di roccia e legno si stava cominciando a stagliare tra i riccioli di nebbia. Quello era un benvenuto...L'ho fatto fuori...Altri arriveranno...quindi io tolgo le tende, ragazzi! Concludendo con queste parole aveva dato una pacca sulla spalla al ninja dai capelli bianchi per poi buttarsi fuori dalla barca in un agile tuffo nell'acqua gelida. Supaku non perse tempo a stargli dietro. Cercò con lo sguardo Kaede mentre osservava il profilo del castello da cui poteva vedere numerose fiaccole accese.
Guai in vista, ragazzo...

Arrivano. disse il compagno mentre Supaku faceva scrocchiare le vertebre della schiena con una stiracchiata strategica.
Bene...bene... disse a bassa voce rimanendo immobile a sua volta a pochi metri dal compagno mentre questo subito sollevava una mano per spazzare via due uomini saliti alle sue spalle. Non mancò di notare la divisa nera e la virgola rovesciata rossa sul petto, il simbolo dell'organizzazione Tsume, ci aveva fatto centro. Un vero problema.
Prese un profondo respiro rimanendo fermo, per poi alla fine scattare in avanti all'ultimo. Una sciabola fendette la sua posizione neanche un secondo dopo e l'uomo alle sue spalle conficcò la lama nel legno del corrimano. Ruotò su sé stesso colpendo con un calcio diretto la faccia dell'assalitore e mandandolo lungo disteso a roteare a terra. Si girò di scatto fronteggiando altri tre uomini ma, sebbene fossere in inferiorità numerica, non era minimamente preoccupato da essi. No, quello che lo preoccupava erano le fiaccole sopra le mura del castello e come mai nessun ninja si fosse ancora fatto vivo.
Ci devono essere per forza...Questa postazione doveva essere guardata da almeno una guarnigione di sei shinobi....E stai... Scansò di lato un affondo di coltello, con un rapido movimento di mano estrasse un kunai dalla doppia tasca da coscia e lo conficcò in profondità nel petto dell'uomo per poi afferrarlo di peso e scaraventarlo verso l'altro che gli stava arrivando da destra. Il pugnale d'acciaio fuoriuscì dal petto in uno spruzzo di sangue mentre si abbassava quasi faccia terra scansando l'ultimo affondo orizzontale del terzo bandito e spazzava il terreno con la gamba facendolo cadere a terra e finendolo con un secondo affondo alla gola. L'uomo soffocò lentamente ma Supaku non tornò eretto, l'unico occhio dorato che fissava ancora le mura. Nel frattempo Kaede stava dando grande dimostrazione di forza sollevandosi in aria con il corpo di uno dei banditi. Tutto troppo facile.
Un nugulo di frecce partì dalle mura e Kaede si difese con il cadavere dell'uomo. Supaku scattò di lato per buttarsi oltre il corrimano della barca ed attaccarsi allo scafo con il controllo del Chakra. Le frecce si conficcarono con tonfi sordi nel legno mentre altre affondavano nell'acqua intorno a lui. Si sporse leggermente vedendo Kaede volarsene via dopo avergli urlato tre parole. Fu allora che la nebbia sembrò dare loro una mano. La figura del Rinnegato volante doveva essersi persa dietro un'altra grandinata di frecce perché subito dopo sulla nave piovvero una serie di dragoni infuocati che fecero saltare via Supaku da essa come un rospo che avesse appena toccato l'acqua bollente della pentola per poi darsi rapido alla fuga sul pelo dell'acqua, dopo aver rinfoderato il Kunai. L'esplosione di fiamme e fumo scaturì alle sue spalle, sollevando un'enorme onda acquatica e mandandolo dritto in avanti, cercò di controllare la caduta con il controllo del Chakra per poi saltare di nuovo ed atterrare su un grosso lastrone di ghiaccio poco lontano. Rotolò per poi girarsi. Il fumo era lontano ma nessuno sembrava più muoversi, né si accennava all'inseguimento. Forse credevano di averli fatti fuori. Ricominciò a muoversi per poi scattare non appena riuscì a vedere la costa. Subito sparì in una nuvoletta di fumo per riapparire in mezzo alle foglie di un cespuglio poco lontano.

Si mosse con circospezione mentre cercava il compagno, riuscendo infine a trovarlo grazie al fatto che questo non si era infilato troppo in profondità nella rada boscaglia.
A quanto pare i ninja hanno provato a farci fuori rapidamente...Speriamo che abbiano creduto di averci eliminato con quei dragoni... disse indicando al compagno il fumo nero che si poteva intravedere male nella nebbia a parecchi metri da loro. Dubito però...se non sono mezzi scemi devono di sicuro aver notato che stavi volando...Quindi sanno che la barca arrivata vicino non erano solo dei banali pescatori ma dei ninja... si sedette sul terreno a gambe incrociate. Dobbiamo riflettere...Non ricordo la piantina di questo posto, ma è chiaro che è ormai in mano al nemico...La guarnigione standard a guardia dei laboratori dislocati di solito è di sei, con un superiore di grado che di solito è un mukenin di livello B e tutti sottoposti del grado di Chuunin...O gli assalitori sono in gran numero...oppure...no...se hanno fatto fuori tutti velocemente senza far scattare allarmi o cose, di sicuro hanno massacrato tutti i ninja con un colpo rapido e veloce, quindi stiamo parlando di Ninja di un livello nettamente superiore a dei chuunin scalcagnati...Probabile che ci sarà qualche mukenin di livello A là dentro a coordinare le cose, non lo escludo...
Uhmmm dobbiamo trovare un modo di entrare, di nascosto e dobbiamo, come hai giustamente fatto notare tu, informarci su quanti sono, dove sono e cosa fanno...magari attendiamo la sera, che dici? Idee?

Annuì alle parole del ragazzo. Una mano sulla testa e muoiono dopo avergli succhiato tutte le informazioni eh? Interessante...sarà il caso di non farsi accarezzare troppo da Kaede... pensò mentre si muovevano nella boscaglia più fitta mentre il castello intero sembrava in quiete. Attesero il calare della notte. Supaku era inquieto, un tempo era stato un patito di questi momenti di silenzio e calma, la sua mente non si sarebbe fermata un minuto dall'elaborare nuovi piani e strategie per una missione ben riuscita. Ora però non era più così.
Il quieto shinobi era stato rimpiazzato da un agitato ninja e ora quello che voleva fare era marciare lì dentro a testa basta, fare fuori ogni singolo avversario, saggiare il loro sangue sulle sue labbra e far saltare in aria quel posto dalle fondamenta. Non poteva. Doveva salvare il salvabile. Fece schioccare la lingua sul palato irritato. Salvare? Lui? Lui non era neanche capace di salvare sé stesso.
Scosse la testa cercando di non infilarsi in ricordi troppo dolorosi. Si sollevò dopo un lieve pisolino nel dormiveglia. Nonostante tutto, sembrava che gli shinobi del castello non volessero mandare nessuno a cercarli. Tsume a quanto pareva preferiva che fossero loro a venire e non viceversa. Era sensato. Mandare tutti gli shinobi fuori significava esporsi ad una imboscata e perché combattere all'aria aperta quando era molto meglio farlo in un posto riparato ed arroccati, in casa propria con i propri uomini a controllare ogni mossa. Questo li avrebbe esposti a sprecare energie e risorse per infiltrarsi, indeboliti ad ogni passo senza sapere dove i veri nemici fossero celati in quelle stanze, li avrebbe resi vulnerabili.
Osservò il cielo stellato, la luna era solo una falce sottile e la nebbia una cara compagna che ora sembrava essersi addirittura infittita. Si sollevò in piedi scuotendo con un colpetto di mano Kaede.
Si va... disse con un filo di voce mentre si sollevava a cominciava a muoversi nella sterpaglia seguendo il sentiero prima illustrato dal compagno. Si mosse sotto alberi dalla chioma bassa, grossi pini coperti di neve, i suoi piedi che scricchiolavano sulla neve indurita dalla brina e dall'abbassamento della temperatura. Osservò le mura del castello da più vicino. Su di esse ardevano piccoli braceri agli angoli sui vari torrioni. Non troppi uomini erano là fuori a fare la guardia. Ma attaccare dall'alto sarebbe stato un suicidio. No, abbassò lo sguardo cercando meglio alla base delle mura. Se c'era un posto che si era sempre sicuri di trovare quelli erano...eccole là! Le fogne. Si avvicinò lesto come un fulmine alla cinta muraria, per poi scivolare giù in una piccola fossa di terra e roccia scavata da un fiume vero e proprio che si immetteva nel mare pochi metri più in là. All'intersezione tra il fiume e la foce, scavata nella roccia e per metà ricostruita con grosse pietre, c'era un grosso cunicolo alto quasi due metri e chiuso da una grossa grata d'acciaio. Le fogne del palazzo. Si avvicinò lentamente, l'acqua che usciva da esso riluceva dei colori dell'arcobaleno e fece cenno al suo compagno di non avvicinarvisi troppo.
Sembra che i prodotti chimici vengano ancora usati e smaltiti alla vecchia maniera eh... disse in un filo di voce mentre studiava la cancellata. Ovviamente c'era una poricina d'acciaio per permettere ai lavoratori di entrare e compiere la loro manutenzione, purtroppo però c'era un luccetto altrettanto grosso. Senza perdere troppo tempo, compì una breve serie di sigilli afferrando poi un kunai dalla tasca, questo fu subito avvolto da scariche elettriche e lui non fece altro che colpire con violenza con l'arma potenziata il lucchetto per farlo esplodere in una miriade di scintille.

Il lucchetto cadde a terra e lui mosse la cancellata facendo cenno al compagno di seguirlo, il kunai che già tornava nella sua tasca. Chiuse dietro di sé la cancellata, facendo sparire il lucchetto sotto la sabbia.
Tempo di respirare con la bocca...Eheh disse mentre avanzava un passo dopo l'altro, la larga manica del kimono pressata su naso e bocca, cercando di rimanere illeso ai fumi tossici del condotto fogniario. Si mosse rapido, con il controllo del chakra che gli impediva di affondare in quella melma tossica, mentre il condotto risaliva verso le viscere del castello.
Quando si dice...un piano studiato... borbottò tra sé e sé mentre risaliva rapido un tunnel verticale usando mani e piedi per ad un altro condotto di poco più stretto. Da quel poco che ricordava quello avrebbe dovuto portare ad una botola sulla piazza principale del castello, là dove di solito erano soliti scaricare l'acqua sporca dopo aver lavato i corridoi o le stanze da laboratorio. La ricordava bene perché anche altre basi del Covo l'avevano. Infatti arrivò rapido in cima alla grata che, con una lieve pressione si sollevò facilmente, non essendo necessario fissarla al terreno, sopratutto nel caso in cui si dovevano versare cose solide più grosse delle fessure dell'acciaio. Si sollevò in piedi sulla piazzetta principale senza fare rumore, invitando il compagno a seguirlo. Un attimo dopo si trovavano dietro una serie di cescpugli nel cortile centrale del castello, osservando i pochi uomini ancora in piedi che svolgevano la ronda di guardia intorno alle mura.
Ora cerchiamo una stanza riparata e da lì organizziamo i nostri movimenti... disse con un filo di voce.

Kaede spiegò il piano. A lui non sembrava male. Fino a quando non fossero riusciti a trovare gli shinobi a controllare la zona era sempre meglio muoversi con accortezza ma ancora qualcosa non gli tornava o, per così dire, un prurito fastidioso alla base del craino gli diceva che doveva guardarsi le spalle e che le cose non dovevano esser così semplici. Sì, era vero, l'infiltrazione poteva essere ritenuta un successo, e sì, probabilmente le guardie non erano poi così sull'allerta per via della notte e comunque non si aspettavano una infiltrazione dal basso. Ma era anche vero che avevano appena visto qualcuno arrivare con una nave, di sicuro uno shinobi e si era aspettato di sicuro una sorveglianza più stretta.
Ecco cosa non mi tornava...come hanno fatto a veder arrivare la nave con quella nebbia? Di sicuro...di sicuro dovevano sapere che stavamo arrivando, quindi non possono non aver saputo dove eravamo...Ninja percettori? Probabile, quindi sapranno di sicuro che stiamo arrivando...sì, se lo sanno....stanno giocando con noi? Ahhhh tutti questi mezzi giochetti...io sono fatto per uccidere non per giocare al gioco delle ombre...
Si mosse rapido nel corridoio per seguire Kaede dentro lo sgabuzzino, il ninja dai capelli rossi gli aveva spiegato della sua capacità di sentire i suoni intorno a loro e di come questa potesse rivelarsi utile. Lui si trattenne dall'usare la Kyshin. Non sapeva perché non l'aveva usata subito ma non lo fece, una parte di lui voleva vedere fin dove si sarebbe spinto Kaede da solo, con le sue forze, un'altra parte di lui non aveva semplicemente voglia di sprecare Chakra. Sapeva però che presto o tardi avrebbe dovuto usarla per farsi una idea migliore della situazione. Si appostarono nella stanza. Kaede suggerì di attendere che qualcuno arrivasse per rubare loro informazioni preziose. Si acquattò tra le casse, avere due posizioni diverse era sempre meglio che stare due nello stesso posto. Rimase immobile, affidandosi anch'esso alla propria percezione donatagli dai Geni dell'Antico, pronto nel caso in cui qualsiasi cosa potesse andare storto. Due uomini alla fine arrivarono.
Quante torce servono? Dodici? mentre entravano nella stanza. Il primo rimase indietro mentre il secondo arrivava ad infilare la testa dentro una delle casse per cercare le torce.
Ma poi sai perché ci hanno mandato a quest'ora a prenderle? continuava quello infilato per metà nella cassa mentre Kaede atterrava sul primo per metterlo fuori combattimento e Supaku si muoveva silente alle sue spalle.
Cioè, non mi sembrava che fossero fini... Il kunai fuoriuscì dalla tasca e roteò nelle sue dita mentre l'uomo si girava con cinque torce per mano e lui faceva guizzare l'arma con un gesto fulmineo. L'uomo lo fissò con gli occhi strabuzzati. Provò ad urlare ma la gola emise solo un gorgoglio, su di essa apparve una scia rossa, poi si aprì rivelando una cascata di sangue. Supaku afferrò le torce dalle mani dell'uomo, riponendole con precisione nella cassa mentre con un ginocchio teneva il moribondo premuto contro di essa, impedendogli di cadere negli ultimi spasmi di morte. Un attimo dopo lo sollevava dal suolo, apriva una delle finestre della stanza e lo gettava di sotto dopo avergli dato una occhiata superficiale. L'uomo crollò nell'oscurità della notte, senza emettere un suono.
Proprio due precisi eh?...Questa cosa puzza più di una prostituta non lavata... si disse con rabbia mentre indicava al compagno di mettersi all'opera, e si spostava vicino alla porta, chiudendola con delicatezza. Non un suono passò nel corridoio.
Fai quello che devi bisbigliò mentre si muoveva.
Poi prendiamo le sembianze di questi due e andiamo a caccia di ninja... disse non tanto con gioia, in quanto sospettava una bella trappola, ma perché finalmente avrebbe potuto fare a pezzi qualcuno che valesse qualcosa e non un misero soldatino.

Ha funzionato? Chiese Yamasu con aria curiosa. Asuma sorrise mentre apriva gli occhi e rilasciava le mani dal sigillo che aveva tenuto composto fino a quel momento.

Certo che ha funzionato...Te l'ho detto: nessuno può sfuggirmi. disse mentre si sollevava in piedi dalla posizione seduta. Qualcuno si mosse nelle ombre della grande sala dove avevano deciso di stabilire il loro quartier generale. Prendere quella fortezza era stato relativamente facile. Da una parte erano riusciti a estrarre tutte le informazioni necessarie per attaccare senza essere visti, dall'altra lui aveva scannerizzato da cima a fondo quel posto fino alla fine per colpire al momento perfetto. Avevano attaccato con un gruppo di cinquanta affiliati e sottoposti e sei shinobi, lui compreso. L'operazione era stata un vero e proprio successo, più o meno.
C'era solo quel problemuccio che i laboratori erano ancora fuori controllo ma avevano sigillato quella zona e, fino a quando non si fossero liberati del problema dei due shinobi del Covo, non avrebbero potuto fare molto altro. I due piani inferiori potevano ancora aspettare. Si girò per fissare Kamori, una donna alta e prosperosa che aveva una grossa macchia sulla parte destra della faccia. La donna gli sorrise, un sorriso palesemente finto e tirato. Lui e lei erano i due capi del gruppo d'assalto. Gli altri quattro, Yamasu, Juso, Gendu e Zapa erano semplici sottoposti, pedine sacrificabili, ma per sempre ninja. Appena aveva percepito l'arrivo della nave e le due presenze di Chakra sopra di essa, aveva mandato Juso ad occuparsene, pensando che fossero semplici regolari di passaggio. Dovevano solo intimorirli ma non aveva funzionato. I due si erano rivelati più problematici di quanto non avessero pensato. Fortuna aveva voluto che Juso era stato abbastanza intelligente da non scendere fuori dalle mura e da convocarli subito. Subito dopo si erano preparati per una seconda strategia. Avevano percepito di nuovo gli shinobi arrivare e a quel punto avevano capito dove si erano nascosti. Stavano attendendo qualcuno, una preda. Loro avevano pensato bene di fornirgliela sotto forma di due guardie completamente ignare a cui Yasamu aveva chiesto di andare a prendere delle torce per poi portarle nella sala delle armi, dove li avrebbe attesi la loro morte.
Un piano geniale che avrebbe impiegato solo poche risorse e l'ignoranza dei due shinobi per mandare a segno un perfetto attacco forti dell'effetto sorpresa. Non potevano fallire.

Supaku ascoltò il lungo discorso di Kaede, a quanto pareva doveva aver spremuto ben bene quel poco che c'era nella testa di quel sottoposto perché le informazioni, seppur poche, erano comunque state tutte vitali. Un ANBU, uno SpJounin quindi e almeno quattro chuunin eh? Interessante... pensò. Il resto delle informazioni non erano da poco e dipingenvano un quadro a dir poco problematico per soltanto due di loro. Rimase in silenzio lasciando finire di parlare il compagno. L'idea di utilizzare dei Kage Bunshin non era male ma lui stava cominciando ad odiare questo tipo di espedienti. Un drago non creava delle mere copie di sé stesso quando poteva fare tutto da solo. Questo discorso però non era molto...come dire..."comprensibile" per il resto del mondo quindi decise di tenerlo per sé. Oltretutto non aveva intenzione di disperdere le proprie forze ed energie.
L'altro problema era che, unito a tutto quello, aveva sempre di più il forte sospetto che il gruppo di traditori li stesse monitorando in qualche modo e questa cosa non gli stava piacendo per nulla. Come risolvere quella situazione? Era improbabile che sarebbero riusciti a muoversi senza che i loro avversari sapessero cosa stessero facendo. Un sorriso affiorò nella sua mente, perché stare a fare giochetti inutili quando poteva correre a testa basta dentro la loro piccola trappola e farla saltare con un paio di colpi di mano? In effetti era possibile che, giocando al loro gioco, avrebbe potuto prenderli di sorpresa proprio mentre pensavano di essere più forti. Era rischioso ma lui sapeva come cavarsela anche se fosse andata parecchio male, Kaede? Beh, era venuto anche per metterlo sotto stress no? Voleva ridere ma si trattenne, non era ancora il momento.
Era tempo di mettere a parte il compagno dei suoi pensieri più reconditi.
Penso che ci abbiano controllato fin da quando siamo arrivati... disse senza girarci troppo attorno. Ci stavo pensando da parecchio tempo, come facevano a sapere che stavamo arrivando con la barca in mezzo a quella fitta nebbia? Era impossibile senza aver un jutsu di percezione, infatti non sono riusciti a seguirci quando ci siamo dileguati nell'isola...Penso che abbiano saputo anche quando siamo penetrati nel castello ma non abbiano voluto accoglierci per tenederci una trappola. Hanno mandato due mercenari, proprio due, per prendere delle torce...loro stessi erano sorpresi del compito, sanno dove siamo secondo me e ci stanno aspettando...Quindi dubito che ci lasceranno fare quello che vogliamo...La cosa migliore in questi casi... disse girandosi ed aprendo la cassa da cui una delle due guardie aveva preso le torce. E' vedere le cose fino in fondo...Il grosso dei problemi sono i ninja, una volta eliminati quelli, i mostri e gli ostaggi saranno una passeggiata. Ricordati che siamo mandati per ripulire non per fare i salvatori della patria, gli ostaggi possono aspettare... disse con aria seria nonostante il sorriso sul volto.
Io andrei a vedere la trappola, sapendo che ci stiamo andando dentro, è probabile che avranno la guardia abbassata pensando di prenderci di sorpresa e magari potremmo mandare a segno qualche buon colpo...Oltretutto mi sono stancato di cercarli...che siano loro a venire da noi... Concluse componendo il Sigillo della Henge no Jutsu e trasformandosi, in una nuvoletta di fumo, nel ninja che aveva volato fuori dalla finestra.

Un attimo dopo era nelle sembianze del ninja chiamato Ishui, proprio come il suo compagno del Doton. Senza perdere tempo afferrò un gruppo di torce e si mosse fuori dalla stanza guardandosi intorno.
Dove dovevano consegnare queste torce? chiese al compagno indicandogli di fargli strada.