Supaku Handoru vs. Kyoshiro Tsuuya

Quell'attesa era paragonabile ad una tortura, una delle peggiori mai affrontate e di tornture, nelle terre del Mercato Nero, ne avevo subite delle più disparate. Ero seduto sulla panchina dello spogliatoio, sotto la luce di una pallida plafonmiera al neon che distribuiva una flebile luce azzurrina in tutta la stazna. Ero con le mani incrociate e i gomiti sulle ginocchia, parecchio teso e come sempre in quelle situazioni, quel tic nervoso aveva preso a manifestarsi: scuotevo la gamba facendola saltellare incessantemente, forse per occupare il tempo, forse per non restare senza far nulla. Ad ogni modo, il modo in cui la scuotevo, pareva un terremoto e non ci volle molto che il mio coinquilino spazientito mi dicesse di smetterla una volta per tutte.
Ooooh ma che cavolo! Mi sembra di stare in un frullatore! Vuoi smetterla? Non stai mica andando al patibolo!
Gyuuki aveva ragione. Tutta quell'ansia, quell'agitazione era surreale. Non vi era alcun motivo logico per cui dovevo stare così. Fermai la gamba e feci un profondo respiro dedito a distendere i nervi e a calmare il mio animo. Chiusi gli occhi e li riaprii dopo una lunga espirazione soffiando l'aria dai polmoni e cercandi di buttar fuori con essa tutta la negatività e l'ansia. Fu allora che lo notai. La mano tremava. La osservai portandola davanti al viso con aria curiosa. Il corpo rispondeva d'istinto alla situazione imminente.
L'importante è che non ti pisci addosso.. Stai tremando come una foglia! Di che hai paura?
Non.. Non è paura. O almeno credo.. sembra più ansia, o fermento. Non so ben spiegare ciò che provo. Direi che è a metà tra rabbia ed euforia.. dopo il torneo dell'anno scorso, quest'anno ho bisogno di riscattarmi, mostrare cosa sono capace. Che lo stesso villaggio mi abbia chiesto di gareggiare nuovamente è un grosso colpo di fortuna! Devo dare il massimo quest'anno.
Mhmmm...
Disse il grosso polpo sdraiato sul fianco nell'antro, suo enorme regno etereo. Si grattava il mento placidamente. A differenza del suo portatore non era pervaso da quel turbinio di emozioni, anzi, era piuttosto certo di quello che provava. Era ora calmo ma era ben contento di avere la possibilità di combattere e poter sfogare le sue energie in un torneo. Per lui, poter menare le mani era un invito ben più gradito di una cena a base di carne e pesce. Sapevo che avrei ricevuto tutto il supporto necessario da parte sua e infatti, dovevo far attenzione che non divenisse un problema. Dovevo limitare il suo potere nell'arena, altrimenti gli spettatori ne avrebbero potuto pagare le conseguenze.
Dannazione, quanto vorrei poter prendere tutto con semplicità come fai tu..
E che c'è di complicato? Scendi in campo e picchi il tuo avversario più di quanto non faccia lui. Non serve neppure pensarci troppo.
Per certi versi hai ragione ma come ti ho sempre spiegato, la forza è nulla se non riesci ad incanalarla. Con la sola forza non riusciremo a vincere.. Ricordi l'anno scorso? Quel balordo continuava a saltellare a destra e a sinistra teletrasportandosi senza temere la nostra forza distruttiva..
Conclusi il discorso mettendomi in piedi. Sistemai la corazza metallica sul petto e mi assicurai che le cinghie di quella di cuoio appena sotto fossero sufficientemente tirate e ma che allo stesso tempo non limitasse in alcun modo i movimenti. Mi ero ripromesso di controllare tutto l'equipaggiamento prima dello scontro e sebbene le tre katane fossero già nel rotolo multiplo, vi erano le cinque spade predilette poggiate con cura sulla rastrelliera. Non avevo ancora deciso con quale arma avrei iniziato. Le due Omoikarui erano di fianco alle Prima e dopo queste ultime vi era la mitica Samehada. Questa volta avrei evitato di irrompere con essa nel campo di battaglia. Troppo ingombrante, poteva risultare un impedimento nelle prime fasi del combattimento quando ancora dovevo studiare l'avversario. Sebbene le sue abilità fossero estremamente potenti, dovevo scoprire prima che tipo di avversario avevo di fronte. Sarebbe andata nel sigillo sul braccio. Le lame bianche invece, avrebbero raggiunto l'arena nei foderi sulle mie spalle, pronte ad essere sguainate in qualsiasi momento.

Le Prima rimasero sulla rastrelliera. Braccia conserte, sguardo con un pizzico di disappunto, non sapevo se portarle già fuori o sigillare anche loro. Ero li assorto nella decisione quando però un tizio venne a bussare alla mia porta. Il tutto mi prese di sprovvista concentrato com'ero e il giovane mi trovò davanti la rastrelliera a fissare le spade.
Kyoshiro-sama.. A breve è il vostro turno vi chiederei di prepararvi e avvisarvi verso l'ingresso dell'arena. A breve, lei e lo sfidante sarete annunciati!
Daccordo, grazie
Dissi con un sorriso al giovane uomo che si era affacciato nello spogliatoio che pareva tutt'altro che naturale e troppo forzato per lasciar credere che tutto fosse ok. Ed infatti, lo sguardo perplesso del giovane, fu tutto un programma.
Te lo dico, quella faccia voleva intendere solo una cosa: "Scommetto sul tuo sfidante"! E' inutile, devi lavorare su questa cosa, devi trasmettere più sicurezza guarda me!
Disse il demone toro mettendosi sull'attenti, petto in fuori, mani sui fianchi e un sorriso così largo da sembrare una paresi facciale. Non che la sua proposta fosse più rassicurante della mia. Lasciai perdere e mi occupai di sistemare le ultime cose per lasciare il camerino. Oh, ricordati i pesi..
Giusto..
Dopo aver controllato che tutto fosse al suo posto nelle tasche, bombe, kunai, shuriken e pillole, slacciai il cordino dei pesi alle caviglie sotto i pantaloni. I due blocchi caddero sul pavimento con un tonfo cupo e mi sentii le gambe leggere ed ora estremamente reattive. Finalmente il tempo era giunto, attendevo la comunicazione del megafono che facesse il mio e il nome del mio avversario. Ad un tratto, nel silenzio, il rumore metallico della voce riprodotta negli altoparlanti echeggiò nella stanza.
Gajin Koura è pregato di raggiungere il centro dell'arena
All'udire quel nome, io e Gyuuki avemmo la stessa reazione. Strinsi i pugno così forte che le mani divennero pallide e prive di circolazione. Quel nome, quel maledetto nome! Di colpo venni catapultato indietro nel tempo, in quello stesso luogo durante la prima fase del torneo. Il destino si voleva prendere beffa di me e ripropormi nuovamente lo stesso avversario?
Quel.. Maledetto...
A poco era servito scoprire quell'uomo che mi aveva sconfitto sarebbe stato il vincitore del torneo. Sapere di essere stato sconfitto dal vincitore doveva dare un certo senso di rassicurazione. "Se non altro non ho perso contro un chicchesia" avrebbe potuto dire qualcun'altro ma io non riuscivo a vedere il bicchiere mezzo pieno e continuavo a vedere il bicchiere mezzo vuoto e quella disgustosa sensazione di sconfitta. Afferrai le Prima tenendole già strette tra le mani, questa volta non mi sarei limitato, avrei dato sfogo a tutta la rabbia e la frustazione che covavo da due anni oramai.
Non ci lasceremo sopraffare come l'anno scorso. Quest'anno daremo filo da torcere già dal primo momento. Gyuuki, ti chiedo solo di starmi dietro!
Oh ragazzo.. Forse non capisci che voglio vedere quell'uomo morto e che dovrai essere tu a starmi dietro!
La pelle aveva ottenuto un anomalo colorito metallico che come il colore sgargiante delle bestie velenose, voleva annunciare la pericolosità di quel corpo. E proprio come una fiera davanti le sbarre della cella desiderava che esse si aprissero per avventarsi contro il carceriere, io attendevo la voce che dal megafono mi desse modo di uscire da quello spogliatoio.
Kyoshiro Tsuuya, è pregato di raggiungere il centro dell'arena
Ecco finalmente il via libera! Uscii dalla stanza accedendo al lungo corridoio che verso destra portava all'arena. Non appena ebbi varcato la soglia, notai il brusio proveniente dalla folla gremita sugli spalti. Dapprima fu un rumore confuso ma mentre mi avvicinavo, diveniva sempre più chiaro e concreto: la gente acclamava lo scontro, era stanca di aspettare e bramavano qualcosa di entusiasmante, uno scontro senza paragoni ed esclusione di colpi. Non gli avrei delusi affatto. A passi lenti e misurati mi avvicinavo all'arco che dava sull'arena. La luce era intesa e creava una specie di portale di un bianco quasi irreale che separava i due ambienti. Oltrepassare quella linea voleva dire iniziare lo scontro. Presi un respiro trattenendolo come in un salto nel vuoto e una volta dall'altra parte, fui quasi stordito per qualche istante dal chiasso preponderante del pubblico sugli spalti. Ad un occhio attento erano davvero numerosi gli spettatori, daltronde, come biasimarli. Oramai quel torneo era diventato alla pari del torneo chunnin, un evento di caratura mondiale in cui i vari villaggi mostravano i muscoli agli occhi dei vari paesi minori al fine di accaparrarsi l'interesse e missioni. A poco a poco mi concentrai sull'imminente sfida, ovattando tutti i rumori superflui e concentrando il mio sguardo sull'ambiente circostante: una seconda sensazione di dejavu mi investì in pieno. Quell'arena era la stessa dell'anno prima, una perfetta riproduzione di una città abbandonata. Certo era di sicuro una porzione di villaggio ma le strutture diroccate in legno e cemento c'erano tutte. Dalla porta d'ingresso, una lunga via che una volta doveva essere completamente lastricata e che ora lasciava diverse macchie di terra battuta, portava ad una piazza, una specie di snodo al centro dell'arena. Al centro della stessa, due figure spiccavano, una era l'arbitro, un uomo con il coprifronte della sabbia ed un fagotto sulle spalle di cui poco mi importava e l'altro era l'uomo che volevo sconfiggere. Gaijin aveva lo stesso sguardo dell'anno prima, non sembrava affatto invecchiato. Accennai un cenno con il capo, un inchino.
Conoscete le regole. Non c'è bisogno che ve le ripeta... Iniziate!

L'arbitro non aveva nè voglia ne motivo di perdersi in riepiloghi di regole che dovevano essere più che ferrati nelle menti di due veterani come noi. Sparì nel momento stesso in cui la parola "iniziate" venne pronunciata e al suo posto lasciò solo una mezza nuvola di polvere di sabbia che attraversò il campo di battaglia sospinta dal vento. Era il momento.

L'occhio sotto la benda venne irrorato di Chakra e immediatamente dopo attinsi al potere del demone ed infine al rilascio di energie del mio corpo per travolgere l'avversario in uno scatto animalesco nel momento in cui l'ultimo granello fu passato. Il corpo era di un colorito rosso metallizzato del tutto che naturale e una grossa quantità di vapore si stava alzando dal mio corpo come il fumo provocato da un incendio. Con un urlo rabbioso mi gettai contro l'avversario dando immediatamente sfogio delle mie capacità: Uno scatto che di umano non aveva nulla, contro Gaijin, puntando con la Prima nella mano destra ad eseguire un fendente pulito e mirato all'addome dell'uomo.

Il cuore batteva al ritmo di un tamburo di guerra. Il demone nel mio corpo, diversamente dal solito era concentrato e determinato in egual misura a superare il ninja di Oto. Questa volta non si sarebbe piegato e avrebbe continuato a discapito delle ferite, a discapito del volere dell'arbitro. Come un treno sui binari che ha perso il controllo, avrebbe continuato dritto per la sua strada, puntando al suo obiettivo. Io in egual maniera affrontavo l'ardua sfida che mi si parava difronte. I muscoli tesi e irrobustiti dalla grossa carica energetica mi garantivano una reattività fuori da qualsiasi canone. I due tentacoli, code del del demone erano dritte dietro la schiena, intrecciate fra di loro, fungevano da stabilizzatore nella corsa. Mi permettevano di spingermi in avanti e spostare il baricentro in basso garantendomi una rapidità fuori dal comune. Mentre sfrecciavo come una folgore vermiglia contro Gaijin, lo stesso si apprestava ad usare i suoi poteri e a trasformarsi nella reale forma, la spaventosa creatura che era. Una serpe o forse qualcosa di pieggio. Quella visone mi ricordava una vecchia leggenda raccontatami da Togawa. Parlava della storia di un serpente invidioso del dio Drago che cercava di imitarlo in ogni modo e maniera fino a rasentare tale obiettivo ma rimanendo una mera imitazione. Così appariva ai miei occhi Gaijin, una fottuta e perfetta imitazione di un qualcosa di estremamente pericoloso. Chiunque avesse assistito a quello scontro, probabilmente sarebbe rimasto particolarmente confuso dalle dinamiche delle azioni, protratte a velocità che per dei comuni uomini potevano risultare quasi impercettibili ma di una cosa sarebbero stati certi: Quello era uno scontro tra veri e propri mostri. La pelle squamosa di Gaijin era a portata di mano, non ci sarebbe voluto molto che il fendente rapido avrebbe segnato la parte di carne dell'addome. Pregustavo già la sensazione della lama affilata affondare e dividere come nulla fosse quel corpo inerme eppure, qualcosa di particolarmente strano accadde. L'avversario fece appena in tempo a congiungere le mani in un singolo sigillo ed una specie di bolla, una sfera dalla consistenza anomala avvolse il nemico e mentre la lama affondava in quello spazio distorto. Vedevo l'avversario muoversi in maniera assurdamente veloce al suo interno. Fu un guizzo di pochi istanti, lo vidi indietreggiare con scioltezza quanto bastava per mettersi asicuro.
Fanculo.. E' riuscito a schivarlo..
Dobbiamo essere più veloci!
La bolla scoppiò come una di sapone rivelando il rettiliano in una posizione leggermente arretrata, solo qualche passo ma sufficienti a evitare la lama della Prima. Il fendente generò una folata che sbattacchiò le vesti del ninja ma che restò impassibile. Notai all'apparizione dell'uomo che qualcosa era cambiato, il suo volto era diverso da qualche istante prima. E mentre d'istinto il mio corpo indietreggiava, registrai che doveva essere l'occhio sinistro che poco prima era avvolto da una benda. Subito pensai allo Sharingan e immediatamente chiesi conferma al mio fidato compagno di scandagliare i ricordi e la risposta fu immediata:
Sharingan, tre tomoe! Dobbiamo essere...
...più veloci!
La sensazione di dejavu era sempre più marcata, persistente, come una partita a scacchi che veniva ripetuta volta dopo volta, alla ricerca di quello snodo, di quell'azione che avrebbe sovvertito le sorti del perdente. Quella era la mia situazione, dovevo portare alla mente tutti i ricordi di quel ninja, le sue capacità e abilità al fine di rispondere in maniera adeguata e per nulla sprovvista.
Risponderà con un ninjutsu, ne sono sicuro! dobbiamo essere...
... più veloci!

Aumentai la quantità di energia pompata nel sangue e lo stesso cuore aumentò ancora di ritmo. Il cuore danzava una melodia tribale, quelle tipiche delle prove di coraggio. Gli occhi si dilatarono e i muscoli si gonfiarono mentre i ghirigori di vapore aumentavano di dimensioni ed intensità. L'intero corpo era carico come una molla, al minimo impulso nervoso, esso sarebbe partito. Gaijin senza neppure muoversi generò delle eteree formazioni davanti a lui a malapena distinguibili se non per la rifrazione che la concentrazione d'aria generava. Indovinai subito essere Fuuton, uno degli elementi che già nel precendente scontro, l'Otiano aveva rivelato. Ero pronto ad affrontare le temibili lame ma non furono esse a partire per prime: Gaijin piantò le mani con forza al suolo, talmente forte da affondare le braccia fino al gomito e qualche istante dopo il terreno attorno a me si riempì di piccole crepe.
Sembrerebbe una tecnica simile alla "Mano Celestiale", occhio al terreno!
Gyuuki ci aveva preso in pieno, un gruppo di quattro serpi sbucò dal terreno, erano ai quattro punti cardinali e tutte puntavano a colpire me. Miravano a punti leggemente diversi ma tutti rivolti alla mia persona. Il corpo si mosse rapido lasciando solo il vapore che fino ad allora si era sollevato dal corpo lasciando che le bestie andassero contro qualcosa che alla fine non era più li. Le creature erano rapide ma mai quanto me. Erano rapidi si ma nulla in confronto a me. Dopo le serpi fu la volta dei rasoi fuuton.
Quindi il suo obiettivo era bloccarmi per poi trafiggermi.. Tkz..
Ha le mani nel terreno, ciò vuol dire niente sigilli!
Il jutsu fuuton era anche più veloce delle serpi ma grazie allo Shuhogan, vedevo distintamente le dieci lame di chakra non potendoci vedere attraverso e sebbene non potessi prevedere il loro movimento, sapevo quanto dovermi spostare per evitarle Erano dieci, lunghe quasi mezzo metro ed ampie non più di una quindicina di centimetri. Disposte a raggiera, l'attacco copriva un area di quattro metri circa, area che potevo, alla mia velocità, percorrere in pochi istanti. Il movimento fu a parabola, indietreggiai distanziando le lame e voltando sulla sinistra, schizzai in modo tale da uscire dal raggio d'azione del jutsu. Allontanatomi a dovere, In quel preciso istante, roteai le Prima volgendo la loro punta al suolo e caricate di energia, le conficcai con forza nel terreno.

Due colonne rombanti di energia schizzarono verso il cielo mentre irroravo il suolo di raiton a carica opposta ottenendo come risultato una pioggia di numerose saette che ne vennero attratte. Gli scoppi tutt'attorno sembravano simili a quelli di un bombardamento. I punti d'impatto erano casuali ma numerosi e altamente fitti. Speravo di colpirlo in pieno almeno con una saetta. Speravo di colpirlo in pieno almeno con una saetta. Restai con le mani sulle spade, stringendole in una ferrea presa che tanto avrei voluto fosse il suo collo. Stavo bruciando letteralmente le mie energie consumando in pochi secondi vagonate di chakra ma non mi importava, il mio corpo doveva reggere.

Le folgori dal cielo terminarono la loro caduta e nella devastazione più totale, rimasero solo cumuli di macerie tutt'attorno, narrazione di un triste destino che quel luogo aveva subito. Gaijin si era difeso abilmente con la sua arte fuuton come se si fosse riparato sotto un ombrello da una leggera pioggerella primaverile. Inutile dire che ne uscì incolume e anche un pò interdetto. Tirai via le spade dal terreno e le sigillai con un movimento veloce nell'avambraccio. Rilassai il mio corpo, rilasciai tutta l'energia che stava circolando interrompendo la fuoriuscita di quelle lingue di vapore. Solo l'aura del demone restava imperturbata ad avvolgere i muscoli. Tra le macerie, la polvere e il fumo fece capolino il ninja di Oto. Non era facile vedere il suo volto ma potevo immaginare se la stesse ridendo. Aveva voglia di punzecchiarmi, era sebbene fosse lontano, lanciò ad alta voce una stoccata al mio orgoglio.
Non ti facevo così timoroso, Kyoshiro. Sei sicuro che non hai paura di me???
Paura?? Di lui!? IO?!
Vai!
Mentre a passo sicuro in nemico si avvicinava, Gyuuki sprigionò il suo enorme potere. Lingue di chakra si levarono alte dal corpo dello shinobi come una torre in preda alle fiamme. Velocemente le stesse si radunarono concentrandosi e comprimendosi in una specie di bozzolo mentre il corpo del Kiriano subiva una rapida metamorfosi:

Il tremendo agglomerato di energia rovente aveva generato una corrente ascensionale che aveva innalzato una coltre di polvere che coprì tutto. Il corpo si gonfiò scurendosi notevolmente la testa prese le sembianze di quelle di un toro mentre busto e braccia aumentavano di dimensioni. Le gambe vennero inglobate nel possente corpo mentre otto tentacoli prendevano il posto degli arti inferiori. Un colosso era apparso sul campo di battaglia: liberò di scatto le code generando un onda d'urto tale da liberare la visuale dalla polvere. Il bestione vettava al di sopra degli spalti, vedeva oltre l'arena, le bellezze del paesaggio della repubblica dei samurai. Inspirò la limpida aria di quell'altezza per poi volgere il suo sguardo sullo scricciolo del suo avversario. Incrociò lo sguardo con quello dell'Otiano ed un misto di rabbia e terrore lo assalì. Il demone ora si trovava a parti invertite, come se la formica fosse lui e che il potere del suo avversario fosse incommensurabile. Quello sguardo gli gelò il sangue nelle vene e si sentì terrorizzato ed umiliato dal non riuscire a muoversi. Nello stesso momento sentì un leggero solletico provenire da diversi punti del suo corpo. Il jutsu avversario aveva colpito ma non aveva sortito nessun effetto sulla coriacea pelle del demone. Dopo qualche secondo, Gyuuki, seppure scosso, potè muoversi nuovamente e in quella libertà si sfogò tutta la rabbia repressa nei confronti del suo nemico. I sentimenti accecarono il suo giudizio e non solo, accecarono anche il giudizio del Kiriano che non si curò minimamente della gente sugli spalti.

Sebbene fosse scosso dall'illusione appena subita, d'istinto, la creatura si raccolse in un bozzolo composto dalle proprie code avvolte contraendosi sempre più su se stesso. Usò una notevole quantità di energie per rafforzare le sue code, puntando ad essere devastante e difficilmente contrastabile da semplici difese. Di colpo liberò le code espandendosi tutt'attorno e generò un vero e proprio turbine di fruste di chakra vermiglio che lambrono l'intera arena. Le otto code spandevano in lungo e in largo su tutto lo stadio disintegrando al loro passaggio qualsiasi cosa trovavano dinanzi. Gli spalti non furono però toccati dalla furia distruttiva, gli ogranizzatori avevano provveduto alla messa in sicurezza degli spettatori con barriere eteree di energia dalla stabilità ineguagliabile. Se prima restavano cumuli e macerie, ora vi era solo un cratere e devastazione tutt'attorno. Gyuuki si fermò osservando il suo operato, era soddisfatto ma avrebbe voluto vedere il corpo martoriato del suo avversario. Inspirò facendo vibrare le sue enormi narici e proruppe con un ruggito spaventoso.
GWROOAAAAR!
Voleva, anzi, doveva dimostrare di essere lui l'essere dominante in quell'arena. Aveva ancora energie da vendere e avrebbe combattuto al massimo delle sue potenzialità.

Il rumore prodotto dalla bijudama era singolare! Era un ronzio cupo e persistente che generava da solo le vibrazioni tali da spaccare le rocce. Gaijin Cercò di spostarsi prima che fosse troppo tardi ma il fascio energetico fu troppo veloce e il ninja del suono fece appena in tempo a spostarsi di qualche metro prima che ne venisse totalmente investito. Gyuuki era soddisfatto. Aveva dimostrato i muscoli al suo avversario e ora, vincere o perdere il torneo per lui non aveva alcun senso. Ciò che gli importava era l'accettazione da parte di quel ninja della sua forza, che lo temesse più di ogni altra cosa al mondo. Anche io potevo ritenermi soddisfatto nel vedere la carne dell'avversario bruciare sotto i colpi dell'energia demoniaca ma al contrario del mio coppio, stavo perdendo colpi, se non fisici per lo meno spirituali.
Ben fatto Gyuuki, ora però dobbiamo darci il cambio!
Tkz, solo qualche altro minuto. Mi basta schiacciarlo al suolo un paio di volte e poi ti do il cambio!
Avrei tanto voluto lasciare il comando alla bestia, ma il controllo si stava facendo instabile e si sarebbe potuto spezzare in qualsiasi momento. Gyuuki sorrieva mentre vedeva Gaijin piroettare tra i fumi verso il suolo. Avanzò di qualche metro quando con voce decisa declinai la sua richiesta.
Gyuuki no! Potrei cedere da un momento all'altro e se questo accade, se tu sei libero, non avrai vita facile! Ti rinchiuderanno in qualche contenitore! Sarà la nostra rivincita, non la mia, non la tua, la nostra! Siamo un duo!
A quelle parole l'ottacoda ringhiò di rabbia al sol pensiero di venire rinchiuso. Certo da solo non sarebbe riusito a tornare buono buono all'interno del kiriano e allora che fare? Ignorare le parole del ninja e spingersi verso il suo desiderio di pestare l'avversario o sottomettersi e lasciarsi sigillare per prevenire il peggio? Gaijin picchiò il suolo con forza, per qualche secondo non si mosse neppure.
Hai vinto tu..

L'Hachibi non oppose resistenza e velocemente raccolsi tutta l'energia che componeva il demone racchiudendola dentro di me anche se parte ne venne irremediabilmente dispersa non riuscendo ancora a gestirla tutta a pieno. Ciò che rimase sul campo di battaglia, tolta la bestia, fu il kiriano avvolto da un aura vermiglia dimostrazione che la collaborazione con il demone era ancora in essere e dai fiotti di vapore che erano tornati a scuotersi energicamente dalla pelle vermiglia. Inspirai profondamente una volta riottenuto il mio corpo come se mi fossi tolto un enorme peso dalle spalle. Mantenere la connessione gyuuki costava energie mentali. Per prima cosa, usufruii dell'occhio psichico per assicurarmi che fosse il vero Gaiji. Assaporai il suo chakra registrandolo mentalmente. Era lui, non vi erano dubbi. Nel frattempo si era rialzato bacrollante e senza poggiare i piedi al suolo, ma continuando a levitare ad un altezza di un paio di metri, iniziò a fare rotta verso di noi. Componeva sigilli, l'ennesimo jutsu pensai. Sguainai una delle Omoi, quella vendutami dal Muukenin pronto ad affrontarlo nuovamente sul corpo a corpo. Feci appena un passo in avanti quando sentii un rumore di saette sulla mia testa.
Che...
Anche l'occhio psichico mi avvertiva di una presenza spuntata sulla mia testa. Pensai che quindi quello al suolo fosse una mera illusione, uno specchietto per le allodole mentre l'orriginale mi puniva dall'alto. Il tempo di alzare lo sguardo in alto per vedere Gaijin che stava precipitando al suolo con la mano ammantata di chakra raiton pronto a colpore. Strinsi la mano sull'elsa e scattai rapido pronto ad evitare la mano avversaria e colpirlo di contro con un fendente. Scattai contro di lui ruotando abilmente evitando l'offensiva avversaria e mentre la mano ricoperta di fulmini scendeva verso il suolo, con un rapido movimento della bianca lama guizza sul petto del nemico. Il sorriso di essere andato a segno durò poco. Quel Gaijin di fianco a me sparì, il che voleva dire una sola cosa, ero caduto sotto un illusione. Il che fu un sollievo, la bijuu dama lo aveva effettivamente colpito ma se ero caduto come un pollo in quell'illusione, allora..
ATTENTO!
Voltai lo sguardo verso il'ogininale per vedere un raggio venirmi addosso. Trattenni il respiro colto alla sprovvista dalla lancia raiton e con un colpo di reni mi piegai all'indietro lasciando che il jutsu passasse oltre ma proprio in quell'istante, la punta sembrò esplodere in un secondo fascio diretto a me a velocità nettamente più lenta. Putroppo anche se più lente, in aria non avevo modo di scansare il colpo ma il corpo si mosse quasi istintivamente e con uno scatto rapidissimo schizzai al suolo viaggiando rasente il jutsu ma senza toccarlo.

Quell'azione mi era costata parecchio. Ora ero davvero affannato. In un solo colpo avevo bruciato molte energie ma avevo anche ridotto drasticamente la distanza tra me e l'otiano. Atterrai ad un paio di metri davanti il ninja. Strinsi forte la mano sulla spada avvolgendola di rosso chakra demoniaco mentre correvo verso l'avversario. Avrei messo la parola fine a quello scontro.

Mi inchinai leggermente in avanti per poi schizzare verso l'avversario sciabolando un fendente rapidissimo diretto al plesso solare di Gaijin. La spossatezza si faceva sentire. Speravo di essere andato a segno e che quel mezzo drago si arrendesse perchè non avrei avuto molte altre energie per continuare.