Missione Maemi Takahashi & Kisuke Momochi

Livello B [Istruttiva]

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    Missione Maemi Takahashi & Kisuke Momochi
    Missione a Servizio di:Kirigakure No Sato
    Livello:B
    Esecutori della Missione:Maemi Takahashi & Kisuke Momochi
    Luogo d'Incontro:Cancello Est di Kirigakure no Sato
    Appuntamento Ore:09:00
    Siamo stati informati che due organizzazioni criminali stanno unendo le forze per allargare il commercio di armi illegali. Gakudo si occupa di forgiare la merce a Takumi e preparare le spedizioni nella città di Mitsu, mentre la Kuroi Me utilizza i suoi contatti per far arrivare le armi in tutto il mondo Ninja. Questa unione è inaccettabile e deve essere fermata: il vostro compito sarà smantellare l’organizzazione a Takumi prima che parta un importantissimo carico destinato al porto di Mitsu, tra circa due settimane. Come sempre, eliminare la testa e le principali braccia può essere un valido punto a favore dell'obiettivo finale.
    Buona fortuna!
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Kisuke»


    «Eddai» sbuffò Maemi, con una smorfia di frustrazione e le mani che quasi perdevano aderenza da quanto tirava. «Perché non entri?!»
    Dopo un grande sforzo, la scarpa cedette, e il piede calzò nel sandalo con uno strattone improvviso. Le dita dei piedi sbucarono fuori, libere, al contrario della pianta quasi schiacciata dalle pareti blu. La ragazza roteò un poco la caviglia, sentendosi i lati stretti, scomodi, ma ancora calzabili. Per il momento, avrebbe dovuto accontentarsi di quelli.
    Con un sospiro, si alzò in piedi. Davanti a sé c’era lo specchio fissato sull’anta dell’armadio, che rifletteva la sua immagine: una ragazzina in veloce sviluppo, il suo corpo che maturava di settimana in settimana rendendo tutto ciò che indossava più stretto. Gli occhi chiari squadrarono quell’immagine con attenzione, mentre le mani andavano a fare gli ultimi ritocchi. Andò ad allargarsi il colletto nero, per poi scendere al ciondolo bianchissimo che, in mezzo a tutto quel nero, spiccava come una stella solitaria; iniziava a sentirsi la fascia troppo stretta al torace, e cercò di allentarla, per poi sistemarsi la cinghia della cintura in modo che fosse perfettamente al centro, poco sotto l'ombelico. Tolse qualche pelucco di Sumo dai pantaloncini e infine si tirò su le calze lunghe che le davano l’impressione di scivolare sotto la metà coscia. Fece un respiro profondo, scuotendo la testa e facendo smuovere le ciocche ribelli che erano scappate dalla treccia lunga; con loro, ballarono anche le nappe degli orecchini che non dimenticava mai di mettersi.
    Rimase ancora qualche minuto ad assicurarsi di essere perfettamente in ordine, un'abitudine che aveva sviluppato di recente che però non le impediva di arrivare nel luogo dell'appuntamento con almeno dieci minuti di anticipo. Questa, di abitudine, era così radicata da risultare quasi maniacale.
    Erano le nove meno venti spaccate quando richiuse dietro di sé la porta di casa, salutando il caldo torpore dell’abitazione e abbracciando il freddo intenso di Kiri, che quella mattina era particolarmente pungente. Si stava giusto sistemando i guanti quando udì il latrato acuto di un cucciolo, seguito dal suo frenetico zampettare. Maemi fece appena in tempo a girarsi che si ritrovò le zampette di Sumo che tentavano di raggiungerle le ginocchia, le orecchie rizzate e gli occhi vispi come di un bambino che voleva essere preso in braccio. La ragazza sorrise a quel eccesso di zelo, ma gli piantò comunque davanti gli occhi il suo indice sinistro. «Giù!» gli intimò, e soppresse un sorriso a vedere gli occhi scuri dell'Akita incrociarsi verso l'interno, cercando di seguire il dito. «A cuccia!»
    Il cagnolino diede un altro paio di latrati poco convinti, poi si acquattò giù e nascose il muso tra le zampe.
    Maemi sorrise. «Bravo, Sumo».
    Gli diede un altro buffetto, si sistemò per bene lo zainetto in spalla e poi si allontanò di buona leva. Aveva ancora la pergamena della missione in mano, e ben presto tornò a rileggersela. Già sapeva perché avessero coinvolto proprio lei in quella situazione, non c’era bisogno di un genio per capirlo: tutte le informazioni sulle due organizzazioni le aveva raccolte lei stessa qualche settimana prima. Ed ora sembrava… adeguato, per così dire, che la mandassero a Takumi per sistemare la faccenda. Ma non sarebbe andata sola, in quanto la missione si prospettava molto più seria e pericolosa rispetto a qualunque altra Maemi avesse mai affrontato. Ma era la prima volta che andava in missione con qualcuno, e non era sicura che la cosa le piacesse. “Kisuke Momochi” pensò, leggendo per l’ennesima volta il nome del suo compagno. “Cancello est”.
    Conosceva il posto, era vicino a casa sua, e sapeva benissimo quanto ci avrebbe impiegato per arrivarci. E infatti, più precisa di un orologio, arrivò nel luogo designato nei tempi stimati, con un anticipo di ben quindici minuti. I suoi passi rallentarono, fino a fermarsi del tutto a pochi metri dal cancello; si guardò attorno, gli occhi blu attenti fissi sul villaggio che conduceva la propria vita, immersa nei suoi pensieri. Tutte quelle persone, così prese dai propri problemi quotidiani, per lei erano solo fantasmi senza volto né nome. La sua testa era volata a settimane prima, quando si trovava a Mitsu; cercava di ricordare più particolari possibili di quello che aveva letto, visto e scritto. Aveva una buona memoria, ma i giorni erano stati tanti, e molte erano le informazioni che era riuscita a raccogliere. Era essenziale che comunicasse al suo compagno di missione tutto ciò che sapeva.
    “Kisuke Momochi” ripensò Maemi con un sospiro, tirando fuori un kunai e iniziando a giocherellarci; con un dito nel buco all’estremità dell’impugnatura, lo faceva girare e girare, attenta che non schizzasse via. “Chi sei, Kisuke Momochi?”

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    ChakraFisicoMentale
    -150;-Ottimale;-Decisa;
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    -Kunai 10/10;-Radiolina;
    -Shuriken 18/20;-Filo metallico 30/30
    -Cartabomba 3/5;-Kit Grimaldelli
    -//;-Olio Infiammabile 2/2;
    Gilet
    Armi da LancioAccessori
    -Shuriken a Tre Punte 30/30;-Torcia Elettrica
    NA//
    Doppia Tasca da Coscia
    Armi da Lancio
    -Shuriken ad Astro 20/20;
    -//
    Note-Due shuriken con dieci metri di filo accattaco ciascuno;
    - Tre kunai con attaccata una cartabomba ciascuno


    Edited by Skipio - 9/4/2020, 17:13
     
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    «Perché vengo mandato in una missione del genere?» chiese Kisuke al Mizukage, la perplessità nella voce, dopo aver letto le indicazioni della missiva.
    «Perché temiamo possa esserci molto di più sotto.»
    «E allora perché mi mandate con una più che probabile palla al piede, mentre potrei occuparmene da solo senza problemi?»
    «Perché si tratta di chi ha raccolto le precedenti informazioni e perché vogliamo far pensare di star pendendo sottogamba la situazione, impedendo una reazione che complicherebbe il lavoro.»
    Al Sennin sfuggì un'occhiata di sottecchi.
    «E basta?» incalzò allora Kisuke.
    «Magari puoi dare il tuo contributo a migliorare questa nuova generazione...» ammise il Mizukage. «Dopo quanto accaduto nel Paese della Luna, con i Caduti della Luna, è evidente che dobbiamo fare qualcosa.»
    Kisuke non ottenne la risposta per cui aveva mosso quella domanda, dal momento che erano i rapporti con Kumogakure a preoccuparlo anche se il meeting era andato a buon fine e sebbene non fosse la sua prima missione fuori dai confini, ma riuscì ugualmente a decifrare fra le righe quanto desiderava sapere.
    «Concordo» rispose poi, dopo qualche secondo di silenzio. «Abbiamo già avuto modo di parlarne, ma credo sia necessario partire dalle basi. A volte sembra che debba essere insegnato loro anche come mettere in moto il cervello.» Era aspro, mentre parlava di quell'argomento, senz'ombra di dubbio. Moderava il suo tono affinché non raggiunse il vetriolo, ma aspro lo era sicuramente. Gli era capitato di vedere le nuove generazioni, anche per il semplice controllo che operava con la sua Squadra, e aveva visto quanta differenza ci fosse tra la loro generazione e la sua. Vivevano meglio in mezzo a tutti i loro agii, erano più spensierati e tranquilli, ma erano pur sempre dei ninja, non bambini all'asilo che giocavano con i kunai di plastica, e di fronte ad una minaccia seria non erano minimamente preparati a fronteggiarla.
    «Rimane che non sono un insegnante, non più, da anni. Se questa Maemi vuole imparare qualcosa, dovrà farlo tenendo occhi ed orecchie ben aperti, altrimenti se non è capace di imparare così è giusto che non apprenda neanche una singola parola da me.»
    Il kage fece un gesto appena accennato con le mani aperte. «E sia.»
    La mattina seguente a quell'incontro pomeridiano, Kisuke era già sulla via per il Cancello Est. Scelta ottimale, il quale lasciava intuire la previsione dell'itinerario da seguire da parte di chi strutturava la grande mappa organizzativa delle missioni. Oltretutto, si disse, gli avrebbe agevolato il riconoscimento della compagna a giudicare dallo scarso affollamento in quella mattina. Il Cancello Est era anche quello meno frequentato tra i quattro, per cui era un buon modo per incontrare e riconoscere una persona nuova. Erano passati anni da quando si era ritrovato in una situazione l'ultima volta, e parecchi anni ancora da quando capitava abitualmente. "Sto davvero invecchiando..." si ritrovò a pensare il kiriano continuando a camminare, ormai quasi giunto a destinazione.
    Pochi minuti dopo, il suo orologio avrebbe segnato pochi minuti allo scoccare delle nove, Kisuke si ritrovò sotto l'ombra degli enormi portoni. Ricambiò con un cenno del capo il saluto dei Chuunin di controllo, quindi fece andare lo sguardo in cerca della kunoichi che lo avrebbe accompagnato in missione. Invece, la sua attenzione fu catturata da un flebile senso di déjà vu e nemmeno lui riuscì a capire subito per quale motivo. "Aspetta, ma..." La parte istintiva del suo cervello partì con uno scatto, mentre il suo pensiero razionale e controllato bloccò sé stesso fino a quando Kisuke non riuscì a confermare a sé stesso cosa fosse quel senso di déjà vu. Confermando, per assurdo, non essere affatto un déjà vu.
    «Vuoi provare a rubarmi qualcos'altro? Eh?» le chiese Kisuke, secco e pungente, quasi provocatorio.
    Quei capelli rossi, quella faccia, quel corpo esile e minuto ma sopratutto quegli orecchini erano nell'insieme inconfondibili. Ecco chi era Maemi Takahashi. In quel primo istante, il kunai che roteava tra le sue dita ed il coprifronte di Kiri furono nulla, semplici dettagli in un retroscena sbiadito. Purtroppo per lei, Maemi era una tra le persone peggiori che poteva avere a che fare con Kisuke in quel periodo burrascoso della sua vita.

    ChakraMentaleMalus/Bonus
    » 480»Tranquillo;» Nessuno;
    Fisico» Ottimo
    ψ Tripla Borsa ψ
    ArmiAccessori
    Kunai = 10Shuriken = 20Fili Metallici = 30mFili Metallici = 30m
    Cartabomba = 5Shuriken = 15Pillole del Soldato = 3Tonico del Sangue = 3
    Palla di Luce = 2Cartabomba Fasulla = 4SpecchioTelescopio
    Makibishi = 30Gokan Sakusou = 5Kit GrimaldelliRotolo per Cadaveri
    ψ Divisa Alternativa ψ
    ArmiAccessori
    Fumogeni = 5CerbottanaRadiolinaTorcia Elettrica
    ψ Foderi ψ
    Foderi Minori
    OttavaTanto
    Fascia
    Taglia Teste
    ψ Tasche ψ
    Taschino da Braccio
    Rasoi = 25
    Doppia Tasca da Coscia
    Senbon = 20Spada Raijin
    ψ Rotoli ψ
    Rotolo Multiplo
    Omoikarui
    Kusarigama Maggiore
    Kunai Ricurvo
    N/A
    Sigilli d'Evocazione
    S. Tre Punte = 27Shuriken Maggiore
    Shuriken = 20Shuriken Maggiore
    ψ Abbigliamento ψ
    Coprifronte Kiri
    Coprinaso in bende
    Copriocchio
    Parabraccia
    Parabraccia Alti
    Parastinchi
    Scarpe con Lama
    Bende
    ψ Mani ψ
    Guanti Rinforzati
    Anello ReiAnello KūAnello Sei
    ψ Note ψ
    » Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    » Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    » Trenta metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
    » Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Gokan Sakusou sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Palle di Luce sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Simulacro dello Squalo applicato sulla Tagliateste;
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Kisuke» - «Parlato Altri»


    C’era un tempo, molti anni prima, dove Maemi Takahashi altro non era che una nanerottola dagli occhi vispi e un sorrisino troppo furbo per i suoi nove anni d’età; erano tempi dove scorrazzava in giro con i capelli tutti scarmigliati, le ginocchia sempre sbucciate e i vestiti macchiati da terriccio e polvere. I ninja erano solo idee, ombre misteriose che a malapena scalfivano l’interesse della bambina, troppo presa dal proprio divertimento.
    Era propria quella Maemi, capitata per destino a Kiri, che in un determinato momento si era trovata ad arrampicarsi sugli alberi vicino al cancello Ovest in compagnia del suo amico d’infanzia. Decisiva era anche l’euforia che l’aveva pervasa dopo la sua ultima impresa: riuscire a sgraffignare un paio di bellissimi orecchini da un negozio. Era stata l’azione più rischiosa fino ad allora… ed era andata da dio. Questa consapevolezza l’aveva resa anche troppo audace.
    E fu così, per puro caso, che i due bambini videro passare poco sotto di loro l’immagine di un uomo coperto dalle bende e con un enorme spadone assicurato alla schiena. Seppure quel villaggio brulicasse di ninja, la grandiosità della spada lo aveva fatto spiccare rispetto a tutti gli altri.
    «Guarda quello!» aveva detto Maemi, additandolo.
    «Secondo te perché è tutto bendato?»
    «Chissà» aveva risposto lei in un sussurro cospiratorio. «Probabilmente nasconde orrende cicatrici!»
    «Hai visto che spadone? Peserà un quintale...!»
    «Guardagli le borse, quante ne ha!» lo aveva interrotto Maemi, scuotendo la testa e beandosi nel sentire le nappe dei suoi nuovi orecchini sbattacchiare sul collo. «E tutte legate dietro la schiena!»
    Takeru aveva emesso un risolino nervoso. «Be’, uno come lui non teme certo i furti».
    «Dici? Credi che io non sia in grado di fregargli qualcosa da sotto il naso?».
    Gli occhietti del bambino strabuzzarono, la testa che scattava verso di lei. «Non dirai sul serio...»
    Ma Maemi era già scesa dall’albero, con un sorrisino ebete sulla faccia. Continuava a pensare ai suoi orecchini, e a quanto l’ultima imprese l’avesse fatta sentire invincibile. E invece era stata solo molto stupida, e da lì a pochi minuti ne avrebbe pagato le conseguenze.
    Fu questa l’occasione che cambiò per sempre il suo futuro, facendo in modo che, a distanza di cinque anni, Maemi si ritrovasse all’ingresso del cancello Est, in attesa di quello stesso ninja bendato e con l’enorme spada alla schiena. Non che lo sapesse, ovviamente.
    Era ancora immersa nei suoi pensieri quando sentì una voce chiara poco distante da sé. «Vuoi provare a rubarmi qualcos'altro? Eh?»
    Maemi fece scattare la testa, ritrovandosi davanti un uomo - un ninja, a giudicare dal coprifronte della Nebbia. Era lui Kisuke Momochi? Gli occhi blu si fissarono su di lui, vagamente confusa; aprì la bocca per chiedere che diavolo volesse dire, quando i suoi occhi scivolarono sulla spada, così grande da farsi ben notare anche oltre le spalle del ninja. Le parole le si fermarono in gola, mentre il viso venne attraversato da un lampo di consapevolezza.
    «No, vabbé...» si fece scappare, facendo istintivamente un passo indietro. «È uno scherzo?»
    Quell’uomo, così ben fasciato da sembrare una mummia, non aveva affatto l’aria di star scherzando. Maemi lo fissò ancora per qualche attimo, la mente impappinata dalla sorpresa. «Lei è Kisuke Momochi?» esclamò dopo un po’, con il kunai ancora al dito, fermo e totalmente dimenticato. Era molto simile, eppure molto diverso dal ninja che aveva incontrato anni prima: aveva sempre quei corti capelli neri, ora adornati con vari tatuaggi, il viso indistinguibile dalle bende - e con un occhio in meno. Sì, era abbastanza sicura che cinque anni prima non ci fosse proprio quel pezzo di tessuto scuro in più.
    La kunoichi non seppe che dire. La sorpresa durò più di qualche secondo, finché la mente fredda della ragazza non tornò a funzionare con un briciolo di produttività. Aveva chiuso la bocca lasciata mezza aperta, e le labbra si erano unite in una linea sottile, chiaro segno di irritazione. Perché Maemi non era stupida, aveva capito tutto: quello non era un imbranato Chuunin come lei, si capiva subito. I piani alti avevano deciso di darle una balia, non un compagno, perché non si fidavano di lei. Lei, che fino ad allora era stata mandata solo in missioni solitarie. Che stronzata.
    Scosse la testa, come a voler scacciare via i pensieri, e rinfoderò il kunai. Gli occhi tornarono sul viso nascosto del ninja, e si ritrovò senza parole; non si fidava di quello che avrebbe potuto dire, non quando era così infastidita. E non era il momento di fare le persona incaute. «Sono io Maemi Takahashi» rispose, cercando di nascondere il suo nervosismo. Le pareva che il Momochi l’avesse riconosciuta, ma era così difficile capirlo che decise di non darlo per scontato. Incrociò le braccia davanti al petto, sentendo i muscoli tesi, e aspettò la risposta del Momochi. I piani alti le avevano affibbiato una balia? Bene, che fosse lui a prendere in mano le redini della situazione, allora.
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    «Sono io Maemi Takahashi» fu la frase pronunciata dalla ragazzina che fece accendere la lampadina nella testa di Kisuke. Non tanto per un'idea geniale, quanto più per far luce intorno a sé. Fortunatamente si prese un attimo di tempo per rispondere, perché anche solo qualche secondo in meno e le avrebbe risposto "e 'sti grandissimi cazzi?". Lo avrebbe fatto sul serio, se il suo cervello non lo avesse riportato sotto al proprio controllo un attimo prima di aprire bocca. D'altra parte, gli avrebbe metaforicamente detto, non lo vedi? Un coprifronte di Kiri, armi, equipaggiamento ninja: che altro vuoi di più? Tuttavia, era così surreale che quella stessa ragazzina che anni prima aveva cercato di rubargli qualcosa, sebbene senza successo, adesso fosse una kunoichi di Kirigakure no Sato. "A quanto pare non è uno scherzo per nessuno, anche se potrebbe sembrarlo. Certo, però, che il caso è proprio beffardo... sempre che si tratti di un caso" si ritrovò a pensare fugacemente Kisuke, prima di rispondere: «Sì, io sono Kisuke Momochi.»
    Kisuke prese un respiro profondo, il petto che si gonfiava, obbligandosi alla calma.
    Sarebbe stato inutile perdersi in inutili discussioni che non avrebbero giovato in nessun modo al buon esito della missione. Tutto ciò che poteva essere una sua questione o parere personale doveva essere esternata dal contesto attuale, quindi Kisuke prese il coraggio a quattro mani e pensò solo ed esclusivamente alla missione come da sempre era stato addestrato a fare. D'altra parte, se finora non aveva ancora tagliato la testa a certi individui tuttora militanti tra le fila di Kiri, poteva sicuramente chiudere un occhio sul suo piccolo increscioso trascorso con la ragazzina.
    «Se tu sei Maemi Takahashi, dovremo collaborare per questa missione. Questo tanto basta per mettere da parte il passato, ma ti avverto che soprattutto negli ultimi tempi sono particolarmente suscettibile se qualcuno cerca di fregarmi» disse Kisuke alla kunoichi, il chiaro avvertimento tra le righe. Lei ne avrebbe potuto evincere che nonostante il coprifronte non si fidava di lei. Kisuke non si fidava mai ciecamente di nessuno, salvo rare eccezioni, men che meno di chi non conosceva, e meno ancora di chi aveva provato ad infilargli le mani nella borsa.
    «Intanto iniziamo ad avviarci» le disse Kisuke, il quale prese poi ad incamminarsi per lasciarsi alle spalle il Villaggio. Senza nemmeno pensarci, le esperienze pregresse gli fecero intraprendere la strada che avrebbe portato i due a nord-est dell'isola. Lì, al porto, si sarebbero imbarcati per il Paese degli Artigiani. Certo, avrebbe potuto utilizzare una delle sue creature volanti, per affrontare il viaggio e giungere direttamente a destinazione, ma quella ragazzina non se lo meritava per niente un privilegio del genere. "Ed è meglio non attirare l'attenzione" pensò poi tra sé e sé, a parte la questione educativa. D'altronde se poteva contribuire al migliorare della nuova generazione kiriana, un primo, piccolo passo era sicuramente quello di farle piegare la schiena. Sottovalutato da molti, o magari visto di cattivo occhio, ma era forse uno tra i pilastri fondamentali in quella che poteva essere la base di un'educazione militare.
    «Mi hanno detto che tu hai raccolto le informazioni per cui ci troviamo qui ora. Esattamente cosa bolle in pentola?» chiese infine in tono neutro.

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    Palla di Luce = 2Cartabomba Fasulla = 4SpecchioTelescopio
    Makibishi = 30Gokan Sakusou = 5Kit GrimaldelliRotolo per Cadaveri
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    Fumogeni = 5CerbottanaRadiolinaTorcia Elettrica
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    » Trenta metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
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    » Due Palle di Luce sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Simulacro dello Squalo applicato sulla Tagliateste;


    Edited by Mr.Uchiha - 26/4/2020, 17:28
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Kisuke» - «Parlato Altri»



    Prima ancora che Kisuke Momochi rispondesse, Maemi già sapeva che sarebbe stato un personaggio irritante; se non altro, per quella stupida idea di coprirsi tutto come una dannata mummia. La ragazza bilanciava molto i suoi atteggiamenti in base a quelli del suo interlocutore, e un semplice set di bende era in grado di rovinare quella bella abitudine. Questa era una cosa sinceramente antipatica. Per questo, Maemi si dovette rifare alle poche parole che il ninja le dedicò: mettere da parte il passato per dare priorità alla missione. Ah, e poi che in quel periodo non gli si doveva cagare il cazzo. A quello, la ragazzina si guardò bene dal commentare.
    Maemi seguì il ninja più anziano mentre questi usciva dal villaggio; si stava allontanando verso nord-est, cosa che la sorprese. Voleva per caso prendere il traghetto in uno dei porti principali della costa est? «Mi hanno detto che tu hai raccolto le informazioni per cui ci troviamo qui ora. Esattamente cosa bolle in pentola?» chiese lui in tono inespressivo.
    «Le hanno detto...» mormorò Maemi, tra sé e sé. Curioso, perché l'unica persona che avrebbe potuto dire a lei qualcosa era la segretaria che consegnava i rotoli delle missioni, nella torre del Mizukage; e quella zitella acida non era mai in vena di addentrarsi nei particolari. La ragazza scosse appena la testa, come a voler accantonare il pensiero. «Sono stata mandata a Mitsu qualche tempo fa; erano stati registrati movimenti sospetti e dovevo indagare» pronunciò cautamente lei, lanciando ogni tanto occhiate verso il Momochi. «Ho scoperto appunto l’alleanza tra queste due organizzazioni. La Gakudo è quella che controlla il mercato delle armi illegali del Paese degli Artigiani, ma non ha poteri né fama oltre i confini nazionali. La loro base è a Takumi e ci sono diverse fucine sotto il loro controllo che operano a pieno regime, ma purtroppo non so la loro ubicazione nello specifico. Ah, e si sono recentemente estesi a Mitsu, ma per il momento controllano solo pochi distretti; praticamente la sfruttano come porto per spedire le loro merci oltremare. Non sembrerebbero avere Ninja tra i loro ranghi, solo malavitosi che cercano di far soldi, anche se non posso esserne certa; uno dei loro piani alti si chiama Eichi Sakamoto, un famoso magnante di Takumi, a Mitsu molti sembravano conoscerlo. Risiedeva in un Tenshu a qualche chilometro da Mitsu, era il responsabile dell’allestimento del carico».
    Maemi fece un respiro profondo, cercando di riorganizzarsi le idee. «La Kuroi Me invece sembra essere un pesce molto più grosso, dato che ha contatti in diversi paesi. Nami, Yuge, e altri ancora. Su di loro non sono riuscita a ricavare molte informazioni, loro stessi sono stati abbastanza ambigui con la Gakudo. Hanno richiesto una tale quantità di armi che non riuscirei nemmeno a darci un prezzo in moneta; immagino che questo abbia pagato anche la segretezza. Si intuisce, comunque, che sia la tipica organizzazione gestita dai Mukenin. Quando ero in missione io, sul luogo c’era un kiriano traditore di basso livello, mandato dalla Kuroi Me per assicurarsi che tutto filasse liscio senza interferenze esterne».
    “Una seccatura che sono riuscita ad aggirare” ricordò lei molto compiaciuta, prima di continuare. «Ho avuto modo di leggere dei rapporti privati del signor Sakamoto, e oltre alla data di partenza del carico ho anche scoperto che la Kuroi Me ha intenzione di inviare due suoi Mukenin esperti per supervisionare il viaggio. Non c’era scritto però quando sarebbero arrivati, e non hanno dato informazioni sul loro conto, nemmeno dei nomi».
    E così Maemi finì il suo discorso, dando tutte le informazioni più importanti che si era ripassata durante l’attesa del ninja. Si portò una mano a sistemarsi la treccia lunga, dando un’occhiata di sottecchi al Momochi. Dubitava che quell’organizzazione operasse totalmente nell’ombra; dovevano mobilitare troppe risorse per poter passare inosservati, dunque era probabile che avessero l’appoggio delle autorità locali. O, quantomeno, le avevano convinte a chiudere un occhio.
    Da lì in poi la ragazza fece silenzio, per dare modo al suo interlocutore di riorganizzare le nuove informazioni e magari formulare una prima bozza di piano. Anche Maemi ci stava pensando, ma più si concentrava più si rendeva conto di quanto estraneo fosse il compito per una come lei. Era proprio come esplorare un nuovo territorio, dove ad ogni passo titubante si insinuava la paura di perdersi. «Prima ha parlato di collaborazione» disse lei ad un certo punto, cercando di tenere un tono casuale. «Immagino fosse solo un modo di dire. In realtà sono sotto i suoi ordini, non è vero?»
    Era una cosa che aveva fin da subito attirato la sua attenzione; parlare di collaborazione le aveva acceso una flebilissima speranza di non essere semplicemente una sottoposta senza un briciolo di potere decisionale. Tuttavia, sapeva che era una speranza stupida.
    “Sembra proprio che stiamo andando verso la costa est” ragionò Maemi, vedendo il percorso che stava seguendo il ninja. Emise un sospiro. “Ci vorrà ancora oltre mezza giornata di viaggio prima di raggiungere il primo porto, tutto quel tempo a camminare con questa mummia acida al fianco. Che palle”.

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    -Shuriken 18/20;-Filo metallico 30/30
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    -Shuriken a Tre Punte 30/30;-Torcia Elettrica
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    -Shuriken ad Astro 20/20;
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    Note-Due shuriken con dieci metri di filo accattaco ciascuno;
    - Tre kunai con attaccata una cartabomba ciascuno
     
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    Kisuke ascoltò con interesse l'attenta illustrazione della vicenda dipinta da Maemi. Ogni informazione, anche la più piccola ed insignificante, per assurdo avrebbe potuto giocare un elemento fondamentale dal momento che lui era solito organizzare un quadro mentale con ogni pezzo in ballo. Stavolta aveva solo quel poco comunicato nella missiva, probabilmente complice la presenza di Maemi come componente esecutiva della missione, ed infatti dopo il racconto della kunoichi ora Kisuke aveva un'idea più chiara della situazione. Ovviamente, non aveva la minima idea di cosa avrebbero effettivamente trovato nel Paese degli Artigiani, ma il giro tra Gakudo e Kuroi Me adesso risultava più limpido.
    Mentre il Sennin rifletteva sulle informazioni fornite dalla kunoichi, il paesagio intorno a lui era mutato, lento e silenzioso. Non ci aveva fatto particolarmente caso, dal momento che ormai poteva seguire quei sentieri senza prestare troppa attenzione al percorso, se non per eventuali pericoli in agguato. Dunque, a causa dell'immersione nelle analisi, si era ritrovato ben più avanti di quanto si aspettasse senza rendersene conto ed a riportarlo in tutto e per tutto con i piedi per terra fu proprio la giovane kunoichi di Kiri.
    «Prima ha parlato di collaborazione» esordì ad un certo punto la giovane kunoichi, sforando del tutto dall'argomento toccato prima. «Immagino fosse solo un modo di dire. In realtà sono sotto i suoi ordini, non è vero?»
    Kisuke aggrottò lo sguardo, l'espressione perplessa ed incuriosita. Quella frase, quella semplice domanda aveva iniziato a mostrare qualche crepa dietro quel giovane musino da cerbiatta, rivelando spiragli.
    «Dammi pure del tu, non sono così vecchio. E poi direi che siamo abbastanza in confidenza da quando hai provato a rubacchiarmi qualcosa.» Per il kiriano fu troppo difficile resistere dal dirle quella frase, sebbene avrebbe potuto tranquillamente evitare. «Comunque sia non saprei, a questa cosa non ci ho dovuto pensare sinceramente né ho ricevuto ordini specifici» le rispose Kisuke, schietto. Certo, quella ragazzina doveva essere almeno una Chuunin ed al massimo una Sp.Jounin, quindi in ogni caso il superiore in grado era lui. Secondo le regole, di conseguenza, avrebbe avuto lui il diritto di prendere il comando ma non era intenzionato ad avvalersi di ciò. Ben altre volte non aveva fatto leva su un simile espediente, men che meno lo avrebbe fatto questa volta. "Potrebbe essere divertente, d'altra parte."
    «Ad ogni modo, non vedo quale sia il nesso tra le due cose. Essere sotto gli ordini di qualcuno e la collaborazione con qualcuno sono due elementi distinti che possono coesistere contemporaneamente. La cosa che ti preoccupa è chi tra noi dà gli ordini all'altro?» le chiese Kisuke, lasciando trapelare una leggera nota pungente nelle sue parole. «Per quanto mi riguarda, se ti senti in grado, puoi assumere tu il comando della squadra. Ti va bene?» la domanda che Kisuke le pose fu semplice, diretta, e se possibile d'impatto. Era seriamente curioso di vedere cosa ne sarebbe saltato fuori a seconda della reazione di Maemi. "Tanto, male che vada, si ritroverà a sbattere il muso sui suoi stessi errori" pensò Kisuke, senza mai fermare la proprio avanzata sul percorso, come d'altronde aveva fatto fino a quel momento.
    «Ripensando a quanto mi hai detto... sembrerebbe che la Gakudo sia il pesce più grosso tra le due Organizzazioni, a dispetto delle apparenze. Il che giustificherebbe parzialmente il motivo per cui ci mandano a smantellarla. Quelli della Kuroi Me avranno pure maggior influenza, tanti soldi ed avranno pure richiesto un arsenale mastodontico, ma sembrano dei semplici galoppini che vengono sfruttati per la loro estensione e la loro influenza. Solo per questo, l'Organizzazione di Takumi ha deciso di mettersi in affari con loro, altrimenti avrebbe ignorato il loro ordine come chissà quanti altri ne avrà ignorati. Sono pur sempre affari ed il principio dietro la circolazione del denaro è sempre la stessa, a prescindere che l'operazione sia legale o meno» spiegò Kisuke, con il suo solito fare metodico e laconico, per quanto possibile. «Tra l'altro, anche se non hai scoperto niente a Mitsu, è abbastanza probabile che nella Gakudo operino dei ninja. Non so con quale ruolo, ma immagino ci siano. D'altra parte, in passato, esisteva il Villaggio degli Artigiani. Takumi non era una semplice città come lo è adesso, ma quella zona era ancora più famosa di quanto lo sia ora, e la ragione non è cambiata. Se non ci fossero dei ninja, anche solo per protezione, le loro armi esclusive verrebbero rapinate da incursioni di Mukenin ogni giorno e quella stessa Organizzazione oggi probabilmente non esisterebbe nemmeno» concluse Kisuke, serio, esternando quella che era una parziale ipotesi frutto delle sue analisi. Era il caso di iniziare a fare un punto della situazione con Maemi, e se poteva unire l'utile a dilettevole evitando di proseguire il viaggio in completo silenzio, perché no? Tanto, più avanti avrebbero dovuto fare una pausa, quindi farlo prima o farlo dopo cambiava relativamente poco le cose, ma almeno entrambi avrebbero potuto spizzicare qualcosa senza stare a fare in quel momento di pausa un primo punto della situazione.

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    Kunai = 10Shuriken = 20Fili Metallici = 30mFili Metallici = 30m
    Cartabomba = 5Shuriken = 15Pillole del Soldato = 3Tonico del Sangue = 3
    Palla di Luce = 2Cartabomba Fasulla = 4SpecchioTelescopio
    Makibishi = 30Gokan Sakusou = 5Kit GrimaldelliRotolo per Cadaveri
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    ArmiAccessori
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    Rotolo Multiplo
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    Kunai Ricurvo
    N/A
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    S. Tre Punte = 27Shuriken Maggiore
    Shuriken = 20Shuriken Maggiore
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    Coprinaso in bende
    Copriocchio
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    » Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    » Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    » Trenta metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
    » Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Gokan Sakusou sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Palle di Luce sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Simulacro dello Squalo applicato sulla Tagliateste;
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Kisuke» - «Parlato Altri»



    Maemi credeva di aver inquadrato Kisuke Momochi: era quel classico gradasso che si faceva figo con chi poteva farlo, ma davanti ad un avversario serio se la faceva addosso. Individui del genere erano tutto fumo e niente arrosto, e lei li detestava in particolar modo. Ma di solito non duravano tanto: cedevano al primo nemico che riusciva a tener loro testa, e da lì diventavano la barzelletta di tutti quelli a cui avevano provato a cagare in testa. Probabilmente sarebbe stato così anche per lui; Maemi doveva solo aspettare e fare la buona, dopodiché avrebbe riso lei.
    Tuttavia, il successivo discorso fatto dal kiriano non cozzava molto con l’immagine che si era appena fatta; forse la stava prendendo in giro, ma pareva davvero non interessato a sfruttare il suo status da superiore (se non in grado, quantomeno per esperienza e anzianità) per fare il bello e il cattivo tempo. Il semplice fatto che le avesse chiesto di darle del tu era qualcosa di strano. Maemi aggrottò le sopracciglia: non se l’era aspettato, e un po’ le dava fastidio. Era molto meglio continuare a pensar male di lui, dopotutto era la sua balia.
    «La cosa che ti preoccupa è chi tra noi dà gli ordini all'altro?» le chiese poi, e Maemi captò qualcosa nella voce sempre indifferente del tizio. «Per quanto mi riguarda, se ti senti in grado, puoi assumere tu il comando della squadra. Ti va bene?»
    Maemi diede un rapidissimo sguardo sorpreso al ninja, prima di lasciarsi andare ad un risolino. E così, oltre a delle buone capacità di analisi, sotto quella vecchia mummia c’era una persona in vena di punzecchiare, chi l’avrebbe mai detto? «Si potrebbe anche fare» lo stuzzicò di rimando lei, lasciandosi andare ad un tono più ilare. Aveva capito bene la frecciatina, e non si sarebbe mostrata colpita. Non del tutto, almeno. «Poi però non so cosa direbbe il Mizukage, in caso di fallimento. Se incolpare me, oppure prendersela con chi è stato tanto sconsiderato da lasciare il comando ad una ragazzina alla sua prima missione B».
    A seguire, ci fu un'intensa analisi da parte del Momochi della sua visione riguardo la situazione; Maemi ascoltò, attenta e interessata, annuendo di tanto in tanto. Il discorso era stato intelligente e conciso, denotando una vena metodica che Maemi poteva apprezzare. «Capito» annuì. «Resta il fatto che non abbiamo idea di dove sia la loro base. La missiva consiglia di eliminare la testa e le principali braccia, ma non sappiano nulla sul loro conto o il loro numero. Prima di fare qualsiasi azione sarebbe meglio raccogliere quante più informazioni possibile, e in base a quelle agire di conseguenza. Andare alla cieca per poi farsi aprire le budella da ninja più forti di noi sarebbe un modo abbastanza patetico di morire».
    La camminata proseguì, e più passi facevano più Maemi percepiva il proprio disagio diminuire; forse si stava semplicemente abituando a quella figura enigmatica, o forse no. Quale che fosse, la ragazzina si sentì abbastanza tranquilla a fermarsi di sua iniziativa quando trovò, lungo il percorso, una piccola area di sosta con dei tronchi tagliati che fungevano da panchine improvvisate. Era, poi, ora di pranzo. «Facciamo una pausa?» chiese lei, afferrando una bretella dello zainetto e poggiandolo in terra; si sedette su uno dei tranchi, aprì la cerniera e tirò fuori gli onigiri che sua mamma le aveva preparato apposta per il viaggio, li scartò dalla carta e ne addentò uno. Diede un fugace sguardo al suo compagno (anche se era così strano considerarlo tale), giusto per vedere lui cosa si era portato dietro. “Be’, comunque io non gli do un bel nulla” pensò, addentando altro pezzo di riso. Non si sarebbe certo tolta il cibo di bocca per colpa sua.
    Maemi continuò a mangiare in silenzio, rimuginando. Non che le piacesse starsene zitta quando era in compagnia, ma davvero non sapeva che dire. Fare domande inutili e magari invadenti non era nella sua natura, ed era riservata a sufficienza da non iniziare un noioso racconto della sua vita. Perciò non fece nulla, se non lasciare che entrambi finissero il loro pasto.
    «Quando vuoi» esclamò poi, appallottolando la carta e rimettendola dentro lo zaino; se lo mise poi in spalla, guardando verso il sentiero che stavano percorrendo. Non era abituata a passare da quelle parti, e si chiese quanto tempo ancora ci avrebbero messo prima di raggiungere il primo porto.



    Erano quasi le quattro di pomeriggio quando si iniziò a intravedere il porto di Shimizu, una cittadina di pescatori che si affacciava sulla costa nord-est, nel punto in cui il collegamento tra l’isola principale e l’arcipelago che comprendeva la città di New Port si faceva più stretto. Lì c’erano diversi traghetti, di cui uno in particolare che andava diretto a Mitsu, e fortuna volle che sarebbe partito da lì a una quindicina di minuti. «Perfetto» disse lei, sorridendo al bigliettaio dietro al gabbiotto, una volta che avevano ricevuto le informazioni circa la partenza. «Mi dia una cabina singola, grazie». L’operatore fu veloce, e la ragazza pagò il biglietto. Poi si girò a dare un'occhiata al Momochi, in attesa che lui pagasse il suo. Anche se glieli avrebbero rimborsati, non avrebbe certo pagato lei i biglietti per la propria balia.
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    Edited by Skipio - 2/5/2020, 16:15
     
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    "È previdente" constatò Kisuke, contro ogni sua aspettativa. Un ninja che non si sopravvalutava e ponderava la possibilità di trovare qualcosa oltre la propria portata, avrebbe sempre avuto maggiori possibilità di successo e sopravvivenza rispetto a qualunque superuomo tutto fumo e niente arrosto. "Tra l'altro, non ha effettivamente idea di chi io sia, se parla in questo modo. Ed è meglio così. Mai dire mai, su chi potremo trovarci davanti, è giusto che pensi ai peggiori scenari, ma non ho certo intenzione di tornare a casa con i piedi davanti sul carro del fallimento" concluse Kisuke mentalmente.
    «Infatti, non abbiamo niente in mano» rispose Kisuke, facendo spallucce. «Però abbiamo un punto di partenza: il magnate di Takumi ed il suo palazzo a Mitsu. Quel luogo potenzialmente può risultare uno scrigno pieno zeppo d'informazioni. Se c'è anche solo una minima traccia, sarà possibile trovarla» affermò Kisuke, e non aggiunse nient'altro di superfluo più di quanto aveva già fatto. D'altronde, non è che avessero chissà quali altre alternative, se non brancolare nel buio. Difficilmente avrebbero potuto ottenere qualcosa andando a chiedere ai passanti. Kisuke avrebbe potuto operare diversamente, se fosse stato da solo, e magari giungere direttamente alla fonte. Ma non era da solo, e siccome poteva cogliere l'occasione per unire l'utile al dilettevole, sarebbero andati a raccogliere le informazioni direttamente a quella che poteva essere una fonte.
    «Ah, un'ultima cosa...» esordì poi Kisuke con totale neutralità, continuando a camminare. «Non ho lasciato il comando a nessuno, dal momento che non lo detengo espressamente. Te l'ho chiesto, se te la sentivi. Se sei alla tua prima missione di livello B, lo sai tu e non io, ma se sei stata scelta per questa missione è perché dovresti essere in grado di lavorarci e portarla a termine con successo. Di conseguenza, in caso di fallimento, l'unica sconsiderata saresti tu ad esserti ritenuta in grado di prendere il timone, nel momento stesso in cui dovresti essere in grado di operare in una missione come questa, senza scusanti. Ragionaci tu, su cosa direbbe il Mizukage» la ammonì Kisuke, senza alcuno scrupolo. Ora capiva perché si poteva essere giunti sino ai Caduti della Luna, se quella era la generazione di nuove leve.
    «Ad ogni modo, prendo la tua risposta per un no» aggiunse poi il Sennin, secco, in conclusione del discorso. Salvo colpi di testa da parte della kunoichi - che Kisuke avrebbe assecondato - o situazioni di particolare necessità in cui avrebbe dovuto salvare il culo ad entrambi... avrebbero operato assieme.
    Un passo dopo l'altro, la strada sotto ai loro piedi mutò costantemente, così come l'aria che respiravano. Per un qualunque forestiero, il Paese dell'Acqua puzzava sempre dello stesso odore in qualunque punto si trovasse, mentre per Kisuke non era così. Per Kisuke non era puzzo, e sapeva apprezzare ogni profumo della sua terra. Ne aveva assaggiato la massima espressione al suo rientro dopo oltre un anno nelle Terre di Nessuno, dopo essersi lasciato alle spalle Hisao Hattori.
    Arrivarono ad un punto in cui la strada percorsa era notevole e la kunoichi sua compagna propose una sosta. Senza prendere in mano l'orologio, Kisuke ipotizzò fosse circa l'una. "E facciamo questa pausa" pensò, sebbene non soffrisse particolare fame o fatica. Si era abituato, però, nel mangiare seguendo certi ritmi, anche qualora non avesse fame per tenere sempre il proprio corpo nutrito.
    Il kiriano prese posto a ridosso di un tronco rovesciato, e dovette trattenere un moto di scontento quando vide la kunoichi prepararsi per il picnic. "Spero non abbia solo cibo in quello zaino, sennò sembra davvero che andiamo a fare la gita per raccogliere le margherite nella verde vallata" commentò mentalmente il kiriano, aspro - forse - più del necessario. Sembrava essersi dimenticato di come fosse avere quell'età. Eppure, non era passato un secolo dai suoi... "Quanti anni avrà lei? Tredici? Quattordici? Quindici anni, esagerando?" si chiese, iniziando a mangiare qualcosa anche lui. Ormai Kisuke, da anni, anche dopo l'apparente congedo dalle Forze Speciali, portava con sé delle razioni di cibo secco - come ad esempio carne essiccata oppure alghe disidratate - insieme a razioni di cibo in pillole. Con tutto ciò appresso, occupando il minimo spazio nei suoi scomparti, avrebbe potuto evitare di morire di fame in un caso in cui non fosse possibile reperire cibo in alcun modo, dal momento che una sola pillola poteva equivalere ad un pasto completo ed abbondante.
    Poco più tardi, anche quella breve pausa con annesso spuntino se l'erano lasciata alle spalle per poi riprendere il viaggio in direzione del porto. Kisuke non sapeva se Maemi stesse seguendo lui, o quanto meno la linea prevedibile che dettava con i suoi spostamenti, oppure se lei stessa fosse a conoscenza della strada. Ognuno per sé era difficile capirlo, sebbene non minasse minimamente i loro piani. Tant'è che nel pomeriggio tardo giunsero al porto senza problemi, quindi acquistarono i biglietti e presero il loro trasporto pubblico per raggiungere la penisola. Kisuke si guardò bene intorno, in cerca di qualche faccia sospetta. Non era ancora chiaro se questa Organizzazione di Takumi potesse essere un vero problema oppure no, e la cosa impensieriva Kisuke, portandolo a prendere le dovute precauzioni. Soprattutto se lo stesso Mizukage non era riuscito a dare una risposta certa ed aveva deciso di inserirlo in quella che appariva come una - almeno per Kisuke - banale missione di livello B. "Lei è già stata coinvolta in questo giro sospetto, e pare abbia avuto a che fare addirittura con un Mukenin kiriano. Se questi dovessero avere spie o informatori, a rivederla in giro, soprattutto diretta a Mitsu questi di Takumi potrebbero iniziare a rizzare le antenne" si ritrovò a pensare il Momochi. Non a caso si nascondeva come poteva al di sotto del proprio soprabito, cercando di celare la propria identità sotto gli scuri tessuti.
    I due passarono la sera, la notte e la successiva mezza giornata seguente in nave, per sbarcare a Mitsu intorno alle diciotto. Il mare era stato per lo più calmo durante tutto il viaggio. In realtà non lo fu davvero, ma per Kisuke finché non c'era una tempesta vera e propria il mare era sempre calmo ai suoi occhi. Addirittura, riuscì senza troppo peso a reggere l'idea di passare tutto quel tempo dentro un'imbarcazione, al punto che non uscì mai dalla sua cabina.
    Avevano finalmente messo piede nel Paese degli Artigiani. "Non mi piace per niente questo posto" si disse Kisuke mentre scendeva dalla nave, camminando lungo la passerella metallica. Una volta che i suoi piedi furono nuovamente sulla terra ferma, il Sennin si guardò intorno, quasi spaesato. Non mancava da Mitsu da parecchio tempo, eppure sembrava essere cambiata in qualcosa, qualcosa che percepiva ma non riusciva ad identificare. Scosse il capo e si allontanò dal molo, distanziandosi dalle persone, quindi rimase in attesa che la kunoichi lo raggiungesse.
    «Io non ho la minima idea di dove sia questo castello. Sei pratica della zona? Fai strada tu?» chiese in conclusione il Sennin, lasciando la possibilità alla ragazzina di far fruttare il suo lavoro.

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    Non era abituata a fare camminate di quella durata, e per quanto il suo corpo allenato fosse in grado di sopportare una marcia di mezza giornata, Maemi dovette ammettere che quando arrivò alla sua cabina crollò dopo poco in un profondo sonno ristoratore.
    Non incrociò nemmeno una volta Kisuke Momochi durante tutta la traversata fino a Mitsu; la ragazzina uscì un paio di volte per prendere una boccata d’aria, ripensando alla missione e a quello che avrebbero dovuto fare. Ricordava il Tenshu del signor Sakamoto, e sapeva bene quanto fosse protetto; ma, dopotutto, era già riuscita ad intrufolarsi una volta, ora che aveva pure una mummia ninja sarebbe dovuto essere ancora più facile.
    Il traghetto atterrò nel brutto porto di Mitsu intorno alle ore diciotto. Maemi era pronta ad uscire venti minuti prima, preparata di tutto punto con addosso una mantella che serviva a coprirle il capo; se l’era portata appresso apposta perché sapeva che, dovendo tornare a Mitsu, era cosa buona e giusta cercare di non dare nell’occhio.
    La kiriana si scostò di dosso la marea di persone che ingorgavano il passaggio per scendere dall’imbarcazione, cercando di raggiungere la mummia. «Io non ho la minima idea di dove sia questo castello. Sei pratica della zona? Fai strada tu?»
    Maemi dovette trattenersi dal fare un risolino. «Be’, diciamo di sì» rispose allora, costringendosi a mantenere un’espressione seria. «Il castello si trova a nord-est, a venti minuti circa dal cancello nord di Mitsu. Noi però usciamo da quello sud, così evitiamo di scorrazzare in mezzo alla città. Non è passato troppo tempo da quando ero qua, preferirei non essere riconosciuta».
    Così, calandosi ancora di più il cappuccio oltre la testa, Maemi iniziò a incamminarsi verso il cancello sud, girando sempre a destra e quasi inciampando in mezzo a letame e tasselli di pietra venuti fuori dalla strada. Fece uno schiocco con la lingua. «Bella come sempre, Mitsu» si lasciò scappare, costringendosi a tenere un tono di voce basso. «Adorabile, direi. Comunque...» e chiuse la parentesi, tornando a rivolgersi al Momochi. «Il Tenshu, sì. Quando l’ho visto mi ha dato l’aria di essere un vecchio castello militare; è una struttura che si sviluppa per quasi venti metri di altezza, ha un giardino tutto intorno del raggio di circa quindici metri, protetto da recinzioni alte tre. Aveva poi un servizio di sorveglianza degno di un riccone: tre guardie sorvegliano da delle feritoie a circa metà altezza, due stavano all’interno - le scorte personali di Sakamoto - e altre due in giardino. Ci sono diverse telecamere che sorvegliano il giardino e il perimetro nelle immediate vicinanze. Il primo cambio di guardia iniziava alle otto di mattina. All'una il signor Sakamoto viene scortato all’interno di Mitsu, dove vi rimane per buona parte del pomeriggio. Alle diciotto circa succedono un paio di cose: la meno interessante, è che c’è il cambio della guardia; poi, viene installato un sistema di sicurezza che causa anche un blackout di tre minuti nelle telecamere. Questo vuol dire che in quel lasso di tempo non vi sono registrazioni né allarme, ma solo le guardie, che comunque smontano a mezzanotte e fino alle otto di mattina nessuno più controlla la situazione dall’alto. Il signor Sakamoto è un uomo sulla sessantina, ed è facilmente riconoscibile perché brutto come la morte: ha capelli brizzolati e lunghi fino alle spalle, ma con una striscia pelata in mezzo come se avesse perso il parrucchino senza manco accorgersene. Veste sempre molto elegante, ed ha un doppio mento da far paura».
    Mentre parlava, in maniera concitata ma in tono modulato, i suoi piedi si facevano strada per raggiungere il cancello sud; il cielo iniziava a imbrunire, e questo voleva dire che ci sarebbe stata meno luce, e in una città così malfamata due figure incappucciate non stonavano poi così tanto.
    Il cancello Sud era solitamente il più trafficato, in quanto vicinissimo al porto, ma quella non era un’ora di punta, pertanto si vedevano solo un paio di persone passare di tanto in tanto. La ragazza, insieme al suo compagno, passarono oltre i portoni lasciandosi dietro un paio di guardie mezze addormentate. Nel silenzio e nella penombra, fecero il giro delle mura per quasi quaranta minuti, finché Maemi non vide in lontananza il sentiero in terra battuta che dalla porta nord strisciava verso un fitto bosco di sempreverdi. La kunoichi lo indicò. «Ecco il sentiero. Tra un’altra ventina di minuti dovremmo esserci».
    E così fu: Maemi rivide il bivio al grosso acero rosso, e lì prese la strada sulla destra. Altri dieci minuti di camminata e, al limitare della foresta, vide in lontananza una torre slanciata, dalla bellezza semplice e minimalista, con i tetti le cui punte sparavano all’insù. Sul suolo, l’ampio giardino circondava a raggiera il perimetro del castello, con le recinzioni scure a malapena visibili in quell’ambiente poco illuminato.
    «Arrivati» dichiarò Maemi, facendo notare l’ovvietà. «Ora però dovrebbe essere attivo il sistema di sicurezza. Non mi sorprenderebbe se fosse a sensori, considerando che quel vecchio grassone non bada a spese».
    Fece una piccola pausa, gli occhi fissi sul Tenshu e una mano che andò a grattarsi il dietro del collo, chiaro segnale di disagio. «Questa è l’ora peggiore per provare a infiltrarsi, in realtà. Troppi sistemi di sicurezza. Lei ha… tu hai qualche asso nella manica, invece?»
    sdgFv3L
    ChakraFisicoMentale
    -150;-Ottimale;-Cauta;
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    -Kunai 10/10;-Radiolina;
    -Shuriken 18/20;-Filo metallico 30/30
    -Cartabomba 3/5;-Kit Grimaldelli
    -//;-Olio Infiammabile 2/2;
    Gilet
    Armi da LancioAccessori
    -Shuriken a Tre Punte 30/30;-Torcia Elettrica
    NA//
    Doppia Tasca da Coscia
    Armi da Lancio
    -Shuriken ad Astro 20/20;
    -//
    Note-Due shuriken con dieci metri di filo accattaco ciascuno;
    - Tre kunai con attaccata una cartabomba ciascuno


    Edited by Skipio - 22/5/2020, 20:32
     
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    Proprio secondo le aspettative del Sennin - d'altra parte era una domanda retorica, quella che aveva fatto - Maemi prese a fare strada, attraverso vie e viuzze di Mitsu per portarsi fuori dalla stessa città. "Giusto, procediamo in sordina..." pensò Kisuke. La ragazzina colse l'occasione per guidare Kisuke non solo verso la loro destinazione, ma anche all'interno di un'anticipazione riguardo ciò che si sarebbero trovati ad affrontare. Kisuke, dunque, ascoltò tutta l'esposizione di Maemi, macinando le informazioni ed elaborando il tutto in ipotesi personali. Tuttavia, a basarsi sulla pura e semplice descrizione di Maemi, per uno abituato a pensare ed operare come Kisuke, il tutto risultava sempre più ostico e fumoso. Fortunatamente fu interrotto quando iniziò a scorgere la sagoma del complesso precedentemente descritto da Maemi e pote iniziare ad unire le anticipazioni a ciò che poteva vedere col suo occhio sinistro.
    «Arrivati» annunciò la kunoichi, ma Kisuke lo aveva già capito da un po' che praticamente erano arrivati. Sarebbe risultato assai difficile non notare quel colosso di complesso e non intuire che fosse la loro meta. «Ora però dovrebbe essere attivo il sistema di sicurezza. Non mi sorprenderebbe se fosse a sensori, considerando che quel vecchio grassone non bada a spese».
    «Che bella notizia...» commentò con triste ironia il Sennin di Kiri.
    «Questa è l’ora peggiore per provare a infiltrarsi, in realtà. Troppi sistemi di sicurezza. Lei ha… tu hai qualche asso nella manica, invece?» chiese, infine, la giovanissima kunoichi. A Kisuke sfuggì uno sguardo sospettoso, d'istinto, ma poi si ricompose subito dopo. "La soluzione più semplice sarebbe aspettare il prossimo blackout, utilizzare il manto senza polvere e andare all'interno, ma dovremo attendere quasi un giorno intero e non ci sarebbe la certezza che poi possa filare tutto liscio. Se questo sistema di sicurezza funziona a sensori, bisognerebbe individuare le fonti, altrimenti non cambierebbe nulla. Serve qualcos'altro, e soprattutto qualcos'altro che possa permettermi di portarmi appresso lei" pensò il Sennin, che di certo non aveva intenzione di fare tutto il lavoro per entrambi. D'altronde, lui avrebbe potuto osservare in anticipo ogni cosa grazie al Byakugan, quindi infiltrarsi da sottoterra e giungere direttamente nel punto focalizzato per prelevare qualsiasi cosa avesse voluto ed infine andarsene indisturbato. Sensori o meno, guardie o non guardie, il gioco sarebbe stato fatto. Per quanto organizzati ed attrezzati, lì dentro, anche tutti insieme, probabilmente avrebbero rappresentato un singolo bambino inesperto in confronto a Kisuke, ma non era solo, e qualunque decisione avrebbe deciso di intraprendere, avrebbe dovuto tenere conto che non poteva prenderla da solo e non poteva comprendere solo lui.
    «Potrei averlo, un asso nella manica...» rispose Kisuke, vago. «Tutto dipende da cosa c'è lì dentro, con certezza. Posso diventare invisibile ed impercettibile, ma contro dei sensori sarebbe tutto inutile» spiegò Kisuke alla kunoichi. In realtà avrebbe potuto fare anche molto di più, ma quello non aveva intenzione di rivelarlo alla ragazzina né si sarebbe voluto abbassare così tanto per una infiltrazione da quattro soldi.
    «Qualsiasi cosa questi manigoldi possano avere dalla loro parte, per quanto mi riguarda è tutto sorpassabile. Però è necessario sapere con esattezza cosa c'è lì dentro. Tu lì ci sei già stata, no? Sei riuscita ad infiltrarti? Perché in questo caso, potremo avere alcune delle risposte che ci servono per decidere che cosa fare» le spiegò Kisuke, sebbene avere quelle risposte non potesse costituire certezza sull'azione. «In alternativa... se non possiamo spegnere o superare l'allarme, possiamo pur sempre eluderlo. Ammesso e non concesso che si riesca a superare le mura senza far scattare l'allerta, non sappiamo se dentro i confini sia presente qualcos'altro che possa smascherare la nostra presenza, ed in quel caso sarebbe anche peggio. Ci rimane la possibilità che gli addetti alla sicurezza credano alla possibilità che il sistema di sicurezza per oggi stia facendo i capricci. Basterà che l'allarme scatti più volte a cadenze precise. Così potremo ottenere due possibilità. La prima...» Kisuke sollevò l'indice destro. «Potrebbero credere ci sia qualcosa che sta facendo malfunzionare il sistema, quindi se e quando dovessimo far scattare noi l'allarme, sottovaluteranno il problema. Terranno gli occhi aperti, ma non baderanno al segnale se non per l'ennesima seccatura. La seconda possibilità...» Kisuke sollevò anche il medio destro. «È che prendano la cosa come una minaccia e decidano di evacuare la tenuta, scortando in un posto sicuro Sakamoto e ciò che più di valore possa esserci all'interno della tenuta. E non intendo denaro o gioielli, gente del genere potrebbe usare una banconota per pulirsi il culo dopo aver cagato, ma qualcosa che non può essere lasciato indietro senza un cane da guardia» le disse Kisuke schietto, senza risparmiarsi la sua solita finezza, ma al tempo stesso sufficientemente esplicativo. "Anche se basterebbe solo il ciccione per ottenere informazioni. Per quanto possano essere stati riservati, un minimo dovranno avergli detto qualcosa... e se riesco a mettergli le mani addosso, con me non può avere segreti" si ritrovò a pensare Kisuke tra sé e sé, perdendosi per un attimo nel silenzio che diede uno stacco rispetto a tutto il discorso che aveva appena fatto.
    «Questa mi sembra un'alternativa. Non da protocollo, ma pur sempre un'alternativa in cui bisogna fare di necessità virtù. A meno che tu non voglia aspettare un giorno, provare ad infiltrarci e rischiare che i sensori ci scoprano mentre ci muoviamo all'interno...» concluse il kiriano, lasciando che il termine di quella frase si perdesse nel vuoto, senza che il suo reale significato non giungesse alle orecchie della ragazzina.

    ChakraMentaleMalus/Bonus
    » 480»Attento e concentrato;» Nessuno;
    Fisico» Ottimo
    ψ Tripla Borsa ψ
    ArmiAccessori
    Kunai = 10Shuriken = 20Fili Metallici = 30mFili Metallici = 30m
    Cartabomba = 5Shuriken = 15Pillole del Soldato = 3Tonico del Sangue = 3
    Palla di Luce = 2Cartabomba Fasulla = 4SpecchioTelescopio
    Makibishi = 30Gokan Sakusou = 5Kit GrimaldelliRotolo per Cadaveri
    ψ Divisa Alternativa ψ
    ArmiAccessori
    Fumogeni = 5CerbottanaRadiolinaTorcia Elettrica
    ψ Foderi ψ
    Foderi Minori
    OttavaTanto
    Fascia
    Taglia Teste
    ψ Tasche ψ
    Taschino da Braccio
    Rasoi = 25
    Doppia Tasca da Coscia
    Senbon = 20Spada Raijin
    ψ Rotoli ψ
    Rotolo Multiplo
    Omoikarui
    Kusarigama Maggiore
    Kunai Ricurvo
    N/A
    Sigilli d'Evocazione
    S. Tre Punte = 27Shuriken Maggiore
    Shuriken = 20Shuriken Maggiore
    ψ Abbigliamento ψ
    Coprifronte Kiri
    Coprinaso in bende
    Copriocchio
    Parabraccia
    Parabraccia Alti
    Parastinchi
    Scarpe con Lama
    Bende
    ψ Mani ψ
    Guanti Rinforzati
    Anello ReiAnello KūAnello Sei
    ψ Note ψ
    » Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    » Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    » Trenta metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
    » Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Gokan Sakusou sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Palle di Luce sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Simulacro dello Squalo applicato sulla Tagliateste;
     
    .
  12.     +1   -1
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Kisuke» - «Parlato Altri»


    Maemi fece un respiro profondo, dando un'occhiata al castello. Il sole era ormai quasi del tutto calato, e un lieve venticello stava abbassando di parecchio le temperature. Ma la ragazza non ci aveva nemmeno fatto caso; la sua mente era immersa in un continuo lavorio, attenta alla lunga spiegazione del Momochi. Quello che per il ninja pareva semplicemente un’operazione da manuale, per Maemi era invece qualcosa di nuovo; pertanto, ascoltava attentamente per riuscire a memorizzare tutto ciò che poteva apprendere.
    «Mi piace l’idea di creare delle bizze al sistema di sicurezza» disse come prima cosa, commentando l’idea del compagno. «Sarà simpatico vederli diventar scemi, poi. Comunque sì, sono già riuscita ad entrare al castello. Ho sfruttato una botta di culo per infiltrarmi, rendendomi invisibile e impercettibile» continuò, mimando appositamente le parole usate dal Momochi. Non le era passato per nulla inosservato che lui possedesse una tecnica equivalente al Manto senza Polvere, se non proprio lo stesso Jutsu. «Ma sono sgattaiolata via al momento del blackout. Purtroppo so poco o nulla sui sensori perimetrali».
    Il ninja passò poi a spiegare due possibili alternative, legate a quella strategia: o le guardie avrebbero sottovalutato la minaccia, o avrebbe evacuato il castello.“Dove potrebbero scortare Sakamoto in un posto considerato sicuro?” provò a riflettere lei, una volta che il Momochi finì di parlare. Il magnate era bloccato in un castello in mezzo al verde, a svariati minuti da Mitsu. In casi di emergenza, un'evacuazione doveva essere veloce e atta a salvaguardare il più possibile l’incolumità del soggetto da mettere in sicurezza. E lì nelle vicinanze non c’era un luogo del genere. «Dev’esserci una camera sicura…» borbottò ad un certo punto la ragazzina, tra sé e sé. «Non c’è altra alternativa. Cioè, hanno un sistema di sicurezza a sensori, delle telecamere e svariate guardie, vuoi che il vecchio non abbia anche quella? D’altro canto, questo vorrebbe dire che avremmo di botto tutte le informazioni e le persone di nostro interesse in un unico posto, senza doverli andare a cercare per mezzo castello. Anche se...» e qui fece una pausa, per poi scuotere la testa e lasciarsi andare ad un sospiro sconsolato. «No, ora che ci penso non è fattibile, non se vogliamo continuare a fare un lavoro pulito. Se anche riuscissimo far scattare l'allarme e far andare tutti nella stanza antipanico, sarebbe impossibile non farci scoprire. Peccato, sarebbe stato bello poter interrogare direttamente Sakamoto».
    «Andiamo con il piano di far scattare periodicamente l’allarme» riprese lei, riorganizzando i pensieri. «Ed è meglio evitare di rimandare, se possibile. Dobbiamo cercare di rimanere stretti sulla tabella di marcia. Se ce la prendiamo con comodo e poi capitano degli imprevisti che ci rallentano, rischiamo di vederci passare il carico da sotto il naso».
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    ChakraFisicoMentale
    -150;-Ottimale;-Attenta;
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    -Kunai 10/10;-Radiolina;
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    -Shuriken a Tre Punte 30/30;-Torcia Elettrica
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    Note-Due shuriken con dieci metri di filo accattaco ciascuno;
    - Tre kunai con attaccata una cartabomba ciascuno


    Edited by Skipio - 26/5/2020, 16:15
     
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    Kisuke si limitò a fare un cenno affermativo del capo, in risposta a quanto appena detto dalla kunoichi sua compagna. Stava ascoltando quello che lei diceva, ma la sua attenzione era ripartita poiché stava scrutando la tenuta in lontananza. Solo quando Maemi smise di parlare Kisuke si prese la briga di liberare il Doujutsu celato nella sua orbita destra, al mero scopo di infiltrarsi nel tenshu di Sakamoto. "Byakugan!"

    Byakugan [Occhio destro]
    3CITKwQ
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Il Byakugan quando attivo concede al suo utilizzatore una vista a 359° gradi per un raggio di cinquanta metri e permette di vedere perfettamente non solo oltre ogni cosa, bensì anche il Chakra e i suoi flussi, nonché il sistema circolatorio del Chakra e i suoi 361 punti di fuga. Riesce a vedere anche lievi concentrazioni di Chakra nel corpo delle persone, potendo quindi arrivare a prevedere l'utilizzo di una Tecnica ma non l'elemento o cosa la Tecnica farà, anche se dovrà essere concentrato sul sistema del Chakra del bersaglio. Osservando il flusso del Chakra è anche possibile accorgersi se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu dal moto disturbato del Chakra, ma non è ovviamente possibile utilizzare questa abilità su se stessi.
    Il Byakugan permette, inoltre, all'utilizzatore di concentrarsi e vedere esclusivamente in linea retta aumentando così il raggio visibile all'utilizzatore frontalmente, ma annullerà di conseguenza la possibilità di vedere a 359°.
    [Lunghezza massima per livello: Genin 1 Km; Chuunin 4 Km; Sp 10 Km; ANBU 12 Km; Jounin: 15 Km]

    Consumo: 10 (A Turno)


    Con il Doujutsu originario del Clan Hyuuga, il kiriano prese a spiare tranquillamente all'interno della dimora. Non vi erano impedimenti di sorta che potessero negarglielo, così lui raccolse il maggior numero di informazioni nel più breve lasso di tempo. Passò qualche minuto, tempo in cui la pupilla bianca si mosse repentina da una parte all'altra, mentre Kisuke analizza la struttura ed il microecosistema che si animava al suo interno. A giudicare con la propria testa, la situazione descritta della ragazzina sembrava non essere così drammatica. Certo, per lui rimaneva ugualmente il problema di doversi portare appresso lei, ma non sarebbe stato nulla di trascendentale. Tra le varie cose, quella che attirò l'attenzione di Kisuke fu la presenza di una stanza particolare. Già la sua componente di costruzione era anomala rispetto al resto di tutta la struttura. Inoltre, la sua posizione, la sua porta ed il suo contenuto facevano pensare proprio ad una camera blindata che fungeva anche da camera antipanico proprio come presupposto da Maemi. Il fatto che all'interno ci fossero beni, documenti e non solo delle provviste, e che ci fosse un modo per aprire dall'interno faceva intendere che non fosse esclusivamente una camera antipanico. "Probabilmente è lì che potremo trovare ciò che cerchiamo" risolse mentalmente il Sennin. Al che quest'ultimo portò uno dei pollici a sfiorare i rasoi nascosti nel coprifronte, procurandosi un taglietto lungo il polpastrello sinistro. La ferita fu sufficiente per causare una leggera fuoriuscita di sangue che bastò per tracciare una linea rossa sul palmo dell'altra mano, dunque Kisuke poggiò il palmo a terra, rilasciando il Chakra concentrato per aprire il varco d'evocazione.

    Kuchiyose No Jutsu - Tecnica del Richiamo
    I4GRwK8
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp.Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 10/2= 5

    Uccello Viaggiatore
    2cv4bvz
    Questo uccello rapace, alto circa quaranta centimetri si dimostra inutile in combattimento, ma la sua vera peculiarità è quella di poter comunicare telepaticamente con il proprio evocatore, il che la rende un' evocazione molto utile da mandare in avanscoperta. Questo rapace è in più dotato di un eccellente vista. La sua velocità è alta e potrà tenere testa ad un Jutsu di livello C, ma un colpo di arma ben assestato o un qualsiasi attacco dopo aver subito il Jutsu C lo metteranno fuori gioco.


    Sotto al suo palmo si disegnò un piccolo reticolo di rune nere, al cui centro esplose una piccola nuvoletta di fumo bianco. Prima ancora che la piccola creatura risultasse visibile, Kisuke allungò il braccio sinistro, quindi il volatile sbatté le ali per sollevarsi in aria e portarsi a ridosso del suo avambraccio. Il kiriano lo accolse con un cenno del capo. «Benvenuto, Hisashi. Perdona il disturbo. Avrei bisogno che tu mi faccia da disturbatore seriale.»
    "Se non ti conoscessi, ti avrei chiesto se hai alzato troppo il gomito."
    «Mi spiego meglio: cerca di volare verso il basso, un po' a caso, nell'esterno di quella tenuta» disse Kisuke all'evocazione alata, mentre le indicava il complesso con l'indice. «Ci servirà perché scatti l'allarme, che presumiamo essere a sensori. Per cui, memorizza il punto in cui passi non appena scatterà l'allarme perché dovremo cercare di farlo scattare nuovamente a cadenze identiche tra loro per simulare un guasto.»
    "Adesso capisco..." commentò Hisashi, con fare pensieroso.
    «Bene, conto su di te!» gli disse il Sennin, quindi con un movimento agile del braccio diede lo slancio al volatile affinché prendesse il volo in direzione della tenuta.
    «Non ci resta che aspettare» disse allora Kisuke a Maemi. «Tu hai modo di contribuire al progetto allarme impazzito? Altrimenti non importa. Il mio volatile dovrebbe essere in grado di farcela anche da solo. Entro stasera, ovviamente. Piuttosto, sembra proprio che la tua supposizione sia corretta. Sempre che si tratti di una supposizione. Mi riferisco alla camera antipanico: c'è veramente. Sarà da vedere quale sarà la reazione della sicurezza alla nostra azione, ma lì dentro probabilmente ci sono le risposte che cerchiamo» spiegò Kisuke alla giovane kunoichi. "Basta anche un solo foglio, pur senza informazioni preziosissime ma riconducibili all'Organizzazione, ed i miei ninken troveranno una traccia."

    ChakraMentaleMalus/Bonus
    » 480-10-5=465»Attento e concentrato;» Nessuno;
    Fisico»- Ferita lievissima al pollice sinistro;
    ψ Tripla Borsa ψ
    ArmiAccessori
    Kunai = 10Shuriken = 20Fili Metallici = 30mFili Metallici = 30m
    Cartabomba = 5Shuriken = 15Pillole del Soldato = 3Tonico del Sangue = 3
    Palla di Luce = 2Cartabomba Fasulla = 4SpecchioTelescopio
    Makibishi = 30Gokan Sakusou = 5Kit GrimaldelliRotolo per Cadaveri
    ψ Divisa Alternativa ψ
    ArmiAccessori
    Fumogeni = 5CerbottanaRadiolinaTorcia Elettrica
    ψ Foderi ψ
    Foderi Minori
    OttavaTanto
    Fascia
    Taglia Teste
    ψ Tasche ψ
    Taschino da Braccio
    Rasoi = 25
    Doppia Tasca da Coscia
    Senbon = 20Spada Raijin
    ψ Rotoli ψ
    Rotolo Multiplo
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    Kusarigama Maggiore
    Kunai Ricurvo
    N/A
    Sigilli d'Evocazione
    S. Tre Punte = 27Shuriken Maggiore
    Shuriken = 20Shuriken Maggiore
    ψ Abbigliamento ψ
    Coprifronte Kiri
    Coprinaso in bende
    Copriocchio
    Parabraccia
    Parabraccia Alti
    Parastinchi
    Scarpe con Lama
    Bende
    ψ Mani ψ
    Guanti Rinforzati
    Anello ReiAnello KūAnello Sei
    ψ Note ψ
    » Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    » Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    » Trenta metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
    » Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Gokan Sakusou sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Palle di Luce sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Simulacro dello Squalo applicato sulla Tagliateste;
     
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  14.     +1   -1
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Kisuke» - «Parlato Altri»


    «Tu hai modo di contribuire al progetto allarme impazzito?»
    «Certo, ho le mie evocazioni» si affrettò a rispondere Maemi, infilando la mano sinistra nella borsa per estrarre un kunai; senza tante cerimonie, si ferì il polpastrello dell’indice. Versato il tributo, la ragazza dovette comporre la giusta serie di sigilli prima di sbattere il palmo sul terreno, di fronte a dove, attimi prima, il suo superiore aveva evocato il proprio volatile. “Kuchiyose no Jutsu!”
    Kuchiyose no Jutsu - Tecnica del Richiamo
    Kuchiyose
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie Grandi è necessario il grado Sp.Jounin, per le Leggendarie quello ANBU.
    Consumo: 10

    Hina
    Gatto1
    Di dimensioni pari a quelle di un gatto adulto, quindi con una lunghezza di circa trenta centimetri, questo piccolo felino a pelo lungo possiede il dono della parola. Veste con un kimono rosso che tiene chiuso con una cintura bianca. In combattimento è pressoché inutile ma come tutti i gatti può vedere al buio e possiede un udito sopraffine, riesce a captare numerosi rumori entro un raggio di cento metri, anche se gli sarà impossibile percepire un Ninja che si muove silenziosamente tramite un Jutsu. Può intrufolarsi praticamente dappertutto sfruttando l'estrema delicatezza dei suoi passi, risultando impercettibile anche per un comune Ninja di grado Sp Jounin. Ha buone doti atletiche e velocità alta. Basteranno due tecniche di livello D o una C per mettere fuori gioco questo gatto.

    Un’intricata composizione di rune si disegnò sul terreno, seguite da uno sbuffo di fumo e, dalla sagoma di un piccolo gatto vestito di tutto punto, con un manto color panna. Aveva gli occhi chiusi e stava facendo le fusa.
    Maemi sorrise. «Ehilà, Shina».
    «Fuuu... stavo riposando».
    «Mi dispiace, ma ho bisogno del tuo aiuto» si scusò lei, unendo i palmi come a volerla pregare. «Vedi quel grosso castello laggiù? È protetto da un antifurto con sensori. Dobbiamo far credere a chi sta dentro che il sistema di sicurezza stia dando problemi. Devi avvicinarti all’edificio e memorizzare il punti in cui scatterà l’allarme, dopodiché continuerai a farlo suonare a cadenze regolari, così da simulare appunto un malfunzionamento. Attenzione, c’è già un’altra evocazione che farà la stessa cosa, dovresti riuscire a vederla...».
    «È il pennuto, vero?»
    «Esatto, brava. Cerca di fare una cosa coordinata, se possibile, deve sembrare tutto realistico».
    Per un attimo, Shina rimase in silenzio, agitando la coda in maniera pensosa. Poi, fece delle fusa, che suonavano stranamente come una risatina. «Va bene, lo farò. Solo una domanda: perché dovresti chiederlo proprio a me?» chiese poi, con la voce improvvisamente melliflua.
    Maemi alzò gli occhi al cielo. «Perché sei la migliore, Shina, sì. Ora vai, per favore».
    Shina fece altre fusa, molto compiaciuta del falso complimento, e poi scattò verso il Tenshu.
    «Maledetta presuntuosa che non sei altro» brontolò Maemi tra sé e sé, guardandola andar via, prima di rivolgere uno sguardo al Momochi. Non disse nulla, però; ora era il momento di aspettare.
    Il sole era definitivamente tramontato, lasciando spazio ad un gelo pungente ed ad un cielo stellato, con un sottile spicchio di luna che illuminava debolmente l’oscurità della neonata notte. La mente di Maemi era in fermento, così reattiva e attenta che l’improvviso suono dell’allarme quasi la fece sobbalzare; era un rumore sgradevole, irritante, che causò parecchio trambusto all’interno del Tenshu. Si udirono infatti diverse voci concitate provenire dalla residenza, poi si accesero tutte le luci, una dopo l’altra, mostrando sagome di uomini alti che trafficavano da una parte all’altra.
    Passò circa un quarto d'ora, con qualche minuti di stacco rispetto al programma, tempo di notare che la situazione all’interno si stava calmando, e l’antifurto suonò di nuovo; arrivò una seconda ondata di allarme, altre voci e altri movimenti. Maemi osservò tutto con grande attenzione, in silenzio, cercando di carpire quante più informazioni possibili da quella fonte così limitata. L’allarme suonò un’altra volta, e un’altra ancora, e più succedeva, più si notava una nota di esasperazione negli scatti delle guardie, evidentemente indecise sul da farsi. Quando arrivò la settima volta, alla bellezza delle nove e mezza di sera, gli addetti alla sicurezza sembrarono finalmente decisi nel concordare che si trattasse di un guasto. All’ottavo allarme, non volò più nemmeno una mosca.
    Era esattamente quello che i due ninja di Kiri aspettavano. Maemi girò lo sguardo verso il Momochi, che nell’oscurità l’unica cosa distinguibile era la lama scintillante. «Ora» mormorò lei, prima di chiudere un attimo gli occhi per concentrare il Chakra e rievocare la tecnica del Manto senza Polvere.
    Mujin Meisai - Manto senza Polvere
    GSQ9
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite questa tecnica Suiton, che non necessita di Sigilli, l'utilizzatore infonderà di Chakra le particelle di vapore acqueo intorno al proprio corpo in modo da deflettere la luce solare e rendersi invisibile, dopo un paio di secondi, all'occhio nudo. Questa Tecnica permetterà all'utilizzatore non solo di diventare perfettamente invisibile e di non produrre alcuna ombra, bensì di rendersi impercettibile a Jutsu percettivi e di natura sensoriale. Oltre a questo, le particelle di vapore intrise di Chakra schermeranno odori e suoni emessi dall'utilizzatore, sarà possibile però creare rumori esterni che potranno essere individuati, come muovere delle frasche o far cadere oggetti. Tutto ciò ha effetto solo contro Jutsu di livello B o inferiore, ma sarà comunque possibile essere individuati per mezzo di Doujutsu capaci di vedere il Chakra. In più, se si possiede la capacità di Schermatizzazione, sarà possibile utilizzarla in combinazione con questa Tecnica per schermare completamente il proprio Chakra, ed essere così invisibili anche ai Doujutsu oltre che a qualsiasi tecnica percettiva o sensoriale di livello superiore. Durante la Tecnica non è possibile utilizzare alcun Jutsu neanche A Turno, né sferrare alcun attacco di qualsiasi tipo poiché un eventuale movimento violento comporterà la dissoluzione delle particelle di vapore acqueo e la conseguente cessazione del Jutsu.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Immediatamente, le particelle del corpo vennero infuse di Chakra, riflettendo la poca luce lunare per schermarla al resto del mondo. La ragazza allora aprì gli occhi e si incamminò per la seconda volta in vita sua verso quel castello, cercando di andare quanto più veloce possibile senza rischiare di spezzare il Jutsu. Arrivati alla recinzione, bastò concentrare il Chakra sui piedi per farli aderire al muro, scalandolo.
    L’antifurto suonò e, come stabilito, nessuna delle guardie si allarmò. I piedi della ragazzina toccarono nuovamente terra, il cuore che batteva ad un ritmo più veloce per l’adrenalina di star entrando senza permesso in una proprietà privata.
    Maemi si diresse verso la porta; si guardò poi attorno, per assicurarsi che non ci fosse nessuno. Le luci provenienti dall’interno illuminavano parzialmente il giardino, permettendole una visione sufficiente. Dopodiché, rilasciò il Manto, tornando visibile, e immediatamente attivò l’Omicidio Silenzioso.
    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso
    GVmb
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La tecnica consiste nell'individuare l'avversario utilizzando sensi alternativi alla vista, come l'udito o l'olfatto, e quindi muoversi silenziosamente attaccandolo, facendo leva sull'effetto sorpresa.
    Il fiuto dello Shinobi è paragonabile ad un neo Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso si segua una traccia di sangue si potrà però individuare sempre grazie al fiuto, con massima precisione l'avversario. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato, e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi in un rumore è elevata ed una carta-bomba potrebbe distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, ma solamente per pochi istanti. Nel caso vi siano presenti numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente sbagliare bersaglio visto che sono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potra essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Consumo: 8 (A Turno)

    «Due… no, tre uomini sono in giardino» sussurrò, certa che il compagno lo sentisse. «Direi che stanno controllando il perimetro. Sono distanti però, siamo al sicuro».
    Poggiò poi l’orecchio sul legno della porta, affidandosi completamente al proprio udito per capire la situazione all’interno. Nulla, l’atrio d’ingresso era disabitato. «Via libera!»
    La porta si aprì, veloce ma silenziosa, e le narici di Maemi vennero irrorate del profumo di lavanda, che inebriava l’abitazione giorno e notte. Rivide l’atrio, con le due scalinate ai lati che conducevano ai piani superiori. Ricordava bene quando aveva seguito, su quelle scale, il Mukenin di Kiri, che veniva scortato fino all’ufficio del signor Sakamoto.
    Senza distogliere gli occhi dai dintorni dell’atrio, Maemi chiuse la porta che aveva tenuto aperta per il Momochi. «Possiamo andare a dare uno sguardo alla camera blindata» propose lei con un sussurro, guardandosi attorno e affidandosi ai propri sensi. «Magari l’uccellino che ti ha suggerito della sua esistenza può aiutarci anche a scoprire come entrarci… sempre se sia possibile».

    sdgFv3L
    ChakraFisicoMentale
    -150-10-8-8= 124;-Ottimale;-Nervosa;
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    -Kunai 10/10;-Radiolina;
    -Shuriken 18/20;-Filo metallico 30/30
    -Cartabomba 3/5;-Kit Grimaldelli
    -//;-Olio Infiammabile 2/2;
    Gilet
    Armi da LancioAccessori
    -Shuriken a Tre Punte 30/30;-Torcia Elettrica
    NA//
    Doppia Tasca da Coscia
    Armi da Lancio
    -Shuriken ad Astro 20/20;
    -//
    Note-Due shuriken con dieci metri di filo accattaco ciascuno;
    - Tre kunai con attaccata una cartabomba ciascuno


    Edited by Skipio - 28/6/2020, 16:08
     
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    Byakugan [Occhio destro]
    3CITKwQ
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Il Byakugan quando attivo concede al suo utilizzatore una vista a 359° gradi per un raggio di cinquanta metri e permette di vedere perfettamente non solo oltre ogni cosa, bensì anche il Chakra e i suoi flussi, nonché il sistema circolatorio del Chakra e i suoi 361 punti di fuga. Riesce a vedere anche lievi concentrazioni di Chakra nel corpo delle persone, potendo quindi arrivare a prevedere l'utilizzo di una Tecnica ma non l'elemento o cosa la Tecnica farà, anche se dovrà essere concentrato sul sistema del Chakra del bersaglio. Osservando il flusso del Chakra è anche possibile accorgersi se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu dal moto disturbato del Chakra, ma non è ovviamente possibile utilizzare questa abilità su se stessi.
    Il Byakugan permette, inoltre, all'utilizzatore di concentrarsi e vedere esclusivamente in linea retta aumentando così il raggio visibile all'utilizzatore frontalmente, ma annullerà di conseguenza la possibilità di vedere a 359°.
    [Lunghezza massima per livello: Genin 1 Km; Chuunin 4 Km; Sp 10 Km; ANBU 12 Km; Jounin: 15 Km]

    Consumo: 10 (A Turno)


    Al piccolo Hisashi, la creatura volante richiamata da Kisuke, si unì una gattina evocata da Maemi. "Contratto dei Gatti...? Mi verrebbe da pensare che sia banale come scelta" pensò Kisuke, ma lasciò correre la cosa, non era rilevante in quel momento.
    Coppia apparentemente anomala, quella formata dalle due creature, ma l'unica cosa importante era l'operato e la buona riuscita del lavoro che i due svolgevano in cooperazione. Non era un lavoro fatto con la precisione di un orologiaio, e Kisuke non sapeva dire se fosse un bene oppure un male. Nel suo immaginario iniziale, una precisione a dir poco chirurgica avrebbe fatto credere ad un guasto tecnico, ma forse allo stesso modo anche qualcosa di impreciso avrebbe lasciato spazi a dubbi nelle loro menti. "Un semplice falso contatto potrebbe essere credibile? Al diavolo, ormai è andata così... è inutile perderci la testa, a maggior ragione se pare stia facendo effetto" disse il kiriano a se stesso, notando con il Byakugan le reazioni del personale in servizio all'interno della tenuta.
    Il tempo, a lungo andare, dimostrò che la pensata di Kisuke non fosse affatto infondata ed all'ennesimo scattare d'allarme la reazione da parte della sicurezza fu pressoché nulla. Per lo meno in termini protettivi. Si vedeva come fossero infastiditi e scocciati dalla cosa, tesi,e con un occhio in più aperto, ma dopo aver informato chi di dovere del presunto guasto non adottarono più nessuno dei protocolli difensivi. Questo era proprio ciò che Kisuke e Maemi volevano, e finalmente lo avevano ottenuto.
    «Ora» disse Maemi all'improvviso, dopo essersi semplicemente limitata a volarsi in direzione di Kisuke. Poteva essere apprezzabile che prendesse l'iniziativa, ma andava fatto nel modo corretto. Kisuke sospirò e, sollevando gli occhi al cielo abbandonò l'ausilio del Byakugan per impiegare il Chakra in tutt'altra maniera.

    Mujin Meisai - Manto senza Polvere
    GSQ9
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite questa tecnica Suiton, che non necessita di Sigilli, l'utilizzatore infonderà di Chakra le particelle di vapore acqueo intorno al proprio corpo in modo da deflettere la luce solare e rendersi invisibile, dopo un paio di secondi, all'occhio nudo. Questa Tecnica permetterà all'utilizzatore non solo di diventare perfettamente invisibile e di non produrre alcuna ombra, bensì di rendersi impercettibile a Jutsu percettivi e di natura sensoriale. Oltre a questo, le particelle di vapore intrise di Chakra schermeranno odori e suoni emessi dall'utilizzatore, sarà possibile però creare rumori esterni che potranno essere individuati, come muovere delle frasche o far cadere oggetti. Tutto ciò ha effetto solo contro Jutsu di livello B o inferiore, ma sarà comunque possibile essere individuati per mezzo di Doujutsu capaci di vedere il Chakra. In più, se si possiede la capacità di Schermatizzazione, sarà possibile utilizzarla in combinazione con questa Tecnica per schermare completamente il proprio Chakra, ed essere così invisibili anche ai Doujutsu oltre che a qualsiasi tecnica percettiva o sensoriale di livello superiore. Durante la Tecnica non è possibile utilizzare alcun Jutsu neanche A Turno, né sferrare alcun attacco di qualsiasi tipo poiché un eventuale movimento violento comporterà la dissoluzione delle particelle di vapore acqueo e la conseguente cessazione del Jutsu.
    Consumo: 8/2= 4 (A Turno)

    Bikou Ninjutsu - Tecnica dell'Inseguimento Silenzioso
    o3lNEsk
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Supplementaria
    Grazie a questa tecnica è possibile concentrarsi maggiormente sul celare la propria presenza ed in particolare ridurre notevolmente la probabilità d'essere individuati durante un inseguimento. Grazie a questa tecnica è possibile usufruire al meglio degli oggetti circostanti per nascondere la propria presenza al nemico.
    Consumo: N/A


    Le particelle d'acqua iniziarono ad aderire al corpo di Kisuke con maggior coesione, comandate dal Chakra. Mentre egli stesso iniziava a diventare invisibile, anche Maemi sembrava stesse facendo la stessa identica cosa. Anzi, per qualche istante lo aveva addirittura preceduto. Non si erano propriamente messi d'accordo, ma stavano adottando lo stesso metodo. "Anche se la prossima volta sarebbe bene sincronizzarci con le radioline: dovrò dirglielo alla ragazzina. Non pensavo che dovessi mettere i puntini sulle I anche con queste banalità, ma è anche colpa mia... non dovrei dare per scontato certe piccolezze quando sono insieme ad una novellina" si rimproverò Kisuke, seppur privo di qualunque credibilità personale in quel pensiero.
    "Hisashi stiamo entrando noi, e l'allarme scatterà di nuovo. Tieni il conto per farlo scattare di nuovo e nel mentre guardami le spalle con i tuoi occhi e tienimi al corrente di qualunque manovra sospetta tu possa vedere. Ci sarà una frazione di tempo in cui non potrò guardarmi le spalle in maniera efficace ed avrò bisogno di tutto il tuo aiuto" disse Kisuke al rapace mediante il legame telepatico che univa i due in qualità di evocatore e creatura.
    "I miei occhi sono i tuoi occhi" gli rispose il volatile, serio ed affidabile.
    Kisuke e Maemi non potevano vedersi l'un l'altro, ma Kisuke provò ad immaginare quali potessero essere le scelte della ragazzina, quindi cercò a suo modo di non allontanarsi troppo da lei. O, quanto meno, dalla sua presunta posizione. La sua concentrazione era già divisa in più parti: mantenere costante il flusso di Chakra affinché le infinite goccioline lo tenessero al sicuro, lontano da occhi ed orecchie indiscrete; attenzione ad ogni minimo dettaglio nel non produrre il minimo rumore; cautela per tutto l'ambiente ostile che lo circondava. Tenere conto di quale tragitto avrebbe seguito la kunoichi invisibile era un pensiero in più, e nemmeno indifferente, di cui tenere conto mentre faceva uso del controllo del Chakra per oltrepassare la cinta muraria.
    Una volta dentro, Kisuke sollevò lo sguardo e puntò verso l'entrata della dimora, ovvero il prossimo obiettivo da raggiungere. Al che, prese e scattò in quella direzione, forte del fatto che niente si poneva tra lui e la meta. Quando vi fu vicino, vide Maemi tornare completamente visibile, e Kisuke sgranò gli occhi per la sorpresa. "Ma che diavolo fa? È fuori di testa?" Sarebbe bastato che solo una guardia scorgesse con la coda dell'occhio la sua figura e tutto sarebbe andato a quel paese, rovinando il lavoro fatto fino a quel momento.
    «Due… no, tre uomini sono in giardino» gli sussurrò la ragazzina, sebbene Kisuke non fosse ancora tornato visibile, ma faceva bene ad immaginare che fosse lì. «Direi che stanno controllando il perimetro. Sono distanti però, siamo al sicuro».
    «Sicuro è morto da un po'» commentò Kisuke, aspro.
    «Via libera!»
    Kisuke la seguì ed entrò, lasciando che poi la porta lo seguisse chiudendosi.
    «Lo sai, vero, che se ti avessero vista anche solo per sbaglio saremo stati fottuti?» le disse Kisuke, senza risparmiarle il chiaro tono di un rimprovero. «Siamo entrati qui senza sincronizzarci sulle radioline, che voglio ben sperare tu abbia, e ora ti sei pure scoperta. Ci sono anche le telecamere, dannazione. Stai più attenta la prossima volta...!» Kisuke si fermò e lasciò perdere, non era il momento né il luogo adatto per dilungarsi, ma il messaggio era sicuramente chiaro.
    «Possiamo andare a dare uno sguardo alla camera blindata» propose la kunoichi di Kiri. «Magari l’uccellino che ti ha suggerito della sua esistenza può aiutarci anche a scoprire come entrarci… sempre se sia possibile» disse la giovane kunoichi di Kiri, in conclusione, ma a Kisuke non piacque per nulla. "Passo falso, ragazzina. Non scambiare la mia disponibilità ai fini della missione per stupidità" si ritrovò a pensare il Sennin, decisamente infastidito. Non ammetteva che l'ultima arrivata si azzardasse a fare la spocchiosa con lui.
    «L'unica cosa possibile per quell'uccellino è cavarti gli occhi e guardare attraverso di essi. Tu sai come entrarci?» le chiese Kisuke, con il tono di chi sapeva già la risposta ed evitò di pronunciarla apertamente. La domanda fu retorica, e pure al vetriolo, e Kisuke immaginò sarebbe stata sufficiente per rimettere sull'attenti quella ragazzina che ancora puzzava di latte materno.
    «Tu sai dov'è l'ufficio di Sakamoto, se non ricordo male? Perché è lì che dobbiamo andare se vogliamo entrare nella camera e scoprire qualcosa» annunciò Kisuke, continuando a rimanere invisibile. «Non vorrei dover tornare visibile per farti strada... quindi se ce la fai, ci troviamo lì, altrimenti aspettami qui. Ah, per la radiolina, ci sentiamo sul canale numero ventuno.»
    Kisuke non attese nemmeno una risposta da parte della ragazzina e si mosse, rapido e silenzioso come una faina, avanzando all'interno del castello seguendo la sua memoria. Aveva studiato il percorso da fare finché poteva osservarlo con il Byakugan ed ora lo stava seguendo alla precisione, attendendo i tempi e gli imprevisti per tenersi lontano da qualunque soggetto fosse in giro per casa. Il che, essendo una variabile incalcolabile alla precisione, gli costò raggiungere l'ufficio di Sakamoto con più tempo di quanto avesse immaginato, ma quanto meno sempre al sicuro. Per non rischiare, essendoci la porta socchiusa, Kisuke prima di entrare controllò la situazione con il suo piccolo specchietto. Allora e solo allora, dopo essere sicuro che fosse vuoto, entrò e nella parete in fondo alla stanza, dietro ad una vasta libreria a tutto muro, vi era nascosta la porta che dava accesso alla camera segreta. "Come si può aprire questa dannata porta? Io potrei anche entrare, magari infiltrandomi nel pavimento, ma lei non posso portarmela dietro e se mi raggiunge voglio che ci sia. Deve esserci un modo per aprire questa porta, qualcosa di anomalo, perché non c'era maniglia, né chiave e men che meno combinazione" analizzò il Sennin, ma poi si fermò un attimo. Piuttosto che analizzare le motivazioni per scartare le ipotesi come una chiave, invertì il processo di analisi e osservò la cosa più scontata. "Siamo circondati da libri. No, non può essere" pensò Kisuke, scuotendo il capo, ma osservando in giro per la stanza che non ci fossero telecamere - giustamente, nell'ufficio personale del magnate - si disse: perché non provarci? Allora abbandonò la protezione del Manto senza Polvere e ricorse nuovamente al Byakugan.

    Byakugan [Occhio destro]
    3CITKwQ
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Il Byakugan quando attivo concede al suo utilizzatore una vista a 359° gradi per un raggio di cinquanta metri e permette di vedere perfettamente non solo oltre ogni cosa, bensì anche il Chakra e i suoi flussi, nonché il sistema circolatorio del Chakra e i suoi 361 punti di fuga. Riesce a vedere anche lievi concentrazioni di Chakra nel corpo delle persone, potendo quindi arrivare a prevedere l'utilizzo di una Tecnica ma non l'elemento o cosa la Tecnica farà, anche se dovrà essere concentrato sul sistema del Chakra del bersaglio. Osservando il flusso del Chakra è anche possibile accorgersi se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu dal moto disturbato del Chakra, ma non è ovviamente possibile utilizzare questa abilità su se stessi.
    Il Byakugan permette, inoltre, all'utilizzatore di concentrarsi e vedere esclusivamente in linea retta aumentando così il raggio visibile all'utilizzatore frontalmente, ma annullerà di conseguenza la possibilità di vedere a 359°.
    [Lunghezza massima per livello: Genin 1 Km; Chuunin 4 Km; Sp 10 Km; ANBU 12 Km; Jounin: 15 Km]

    Consumo: 10 (A Turno)


    Non appena le vene rigonfie irrorarono il Chakra verso l'orbita destra, Kisuke focalizzò la vista senza limiti nella struttura interna della porta blindata, ricercando quale fosse il suo sistema di chiusura e protezione, quindi ne seguì tutta la disposizione fino all'origine e realizzò aver avuto ragione pensando alla cosa tanto più ovvia quanto stupida: un libro falso, se tirato, azionava il meccanismo per cui la serratura blindata si aprisse ed i possenti cardini spingessero la porta e la libreria che la copriva, aprendosi. "Bingo! Ma dov'è Maemi?"

    ChakraMentaleMalus/Bonus
    » 465-10-4-10= 441»Attento e concentrato;» Nessuno;
    Fisico»- Ferita lievissima al pollice sinistro;
    ψ Tripla Borsa ψ
    ArmiAccessori
    Kunai = 10Shuriken = 20Fili Metallici = 30mFili Metallici = 30m
    Cartabomba = 5Shuriken = 15Pillole del Soldato = 3Tonico del Sangue = 3
    Palla di Luce = 2Cartabomba Fasulla = 4SpecchioTelescopio
    Makibishi = 30Gokan Sakusou = 5Kit GrimaldelliRotolo per Cadaveri
    ψ Divisa Alternativa ψ
    ArmiAccessori
    Fumogeni = 5CerbottanaRadiolinaTorcia Elettrica
    ψ Foderi ψ
    Foderi Minori
    OttavaTanto
    Fascia
    Taglia Teste
    ψ Tasche ψ
    Taschino da Braccio
    Rasoi = 25
    Doppia Tasca da Coscia
    Senbon = 20Spada Raijin
    ψ Rotoli ψ
    Rotolo Multiplo
    Omoikarui
    Kusarigama Maggiore
    Kunai Ricurvo
    N/A
    Sigilli d'Evocazione
    S. Tre Punte = 27Shuriken Maggiore
    Shuriken = 20Shuriken Maggiore
    ψ Abbigliamento ψ
    Coprifronte Kiri
    Coprinaso in bende
    Copriocchio
    Parabraccia
    Parabraccia Alti
    Parastinchi
    Scarpe con Lama
    Bende
    ψ Mani ψ
    Guanti Rinforzati
    Anello ReiAnello KūAnello Sei
    ψ Note ψ
    » Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    » Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    » Trenta metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
    » Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Gokan Sakusou sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Due Palle di Luce sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Simulacro dello Squalo applicato sulla Tagliateste;
     
    .
43 replies since 8/4/2020, 14:59   2160 views
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