Katsumi Nagasaki vs. Ishui Baitei

✥ Ishui aveva indossato il suo nuovo volto calandosi all'interno delle vesti di una delle ultime conquiste del Covo. La presenza oscura di Faust VIII Von Drakul Conte di Torigakure no Sato, un uomo di grossa statura dai pallidi capelli biondi ritti ai lati del capo, stava per discendere sul torneo bardato nel suo mantello corvino. Il Baitei oramai era un habitué del Torneo delle Cinque Grandi Nazioni che più volte l'aveva visto arrivare alle fasi finali della competizione. "Chi sa Supaku come se la starà cavando e con l'identità di quale partecipante sarà riuscito ad infilarsi..." Aveva pensato il Manipolatore del Doton mentre controllava il suo travestimento e la perfetta aderenza della sua Maschera nonostante il caldo che pervadeva la piccola camera in cui si trovava. La Shoushagan no Jutsu era una delle tecniche fondamentali all'interno delle terre di Iwagakure che permetteva ai Mukenin di poter assumere temporaneamente una nuova identità utile per potersi infiltrare con maggior sicurezza. Ovviamente come Jutsu aveva delle trascurabilissimi pecche come la necessità di strappare "fisicamente" la faccia delle proprie vittime.
Il Ninja che sarebbe andato ad impersonare per questo torneo era un nobile decaduto di un piccolo villaggio nei pressi di Tori. Un uomo che aveva speso la sua vita nel tentativo di riportare in vita la sua amata: Eliza. Faust non si era fatto alcuno scrupolo nel perseguire le oscure arti mediche per poter riabbracciare la donna amata. I frutti dei suoi studi, a lungo tempo ignorati dai benpensanti Grandi Villaggi, si erano dimostrati molto importanti per l'intera equipe medica del Covo dopo l'assassinio dell'uomo. Il portatore del Reibi aveva trovato nel biondo cadavere una sorta di affinità elettiva nella loro passione comune per gli esperimenti sul riportare in vita i cadaveri.
Guardandosi allo specchio il giovane uomo aveva potuto osservare il suo abbigliamento in perfetto stile gotico barocco. Un largo pantalone era accompagnato da una camicia candida dall'alto colletto adornato da un ingombrante bavero viola. I pugni erano, come sempre, fasciati all'interno dei Ganseki mentre sull'Anulare sinistro scintillava l'anello Kita. Legata alla schiena portava il suo nuovo tesoro, la Nona, segno della sua devozione alla Donna Barbuta. Completavano l'outfit la sua doppia borsa e le taschine varie ed eventuali che erano state legate strettamente ai suo abiti. La sua divisa nuova fiammante, dalle finiture broccate, gli copriva la camicia come un gilet e dava un tocco gotico al noioso abbigliamento da Shinobi. «Come ti sembro, Eliza?»
Aveva chiesto il Mukenin guardando il cadavere della donna bionda seduta rigidamente su una sedia. Eliza, la ragione per cui Faust aveva speso la sua vita, era vestita, come in vita, da infermiera ed era pronta per assistere il suo uomo nella battaglia. Osservando il cadavere l'ex-Special Jounin aveva preparato il rotolo al cui interno l'avrebbe stipata mentre estraeva un bisturi dalla tasca posta sulla gamba sinistra. «Prendi questo mia cara, potrebbe servirti.» Aveva detto mentre inseriva l'arma all'interno della tasca destra del camice della donna e si preparava a sigillarla. "Sono perfetto... Grande presenza scenica ed immedesimazione nel personaggio." Ishui non poteva esser certo di non esser osservato e per questo doveva comportarsi esattamente come l'uomo di cui vestiva i panni.
La camera in cui si trovava era perfetta per la sua figura. Piccola ed angusta come una deliziosa cripta pareva esser in tutto e per tutto la tana di un vero vampiro. Nonostante ciò, però, un caldo innaturale sembrava pervadere completamente la zona rendendo un sogno il freschino delle caverne sotterranee in cui si estendeva il Covo. Una voce metallica aveva richiamato il portatore del Reibi sulla terra ricordandogli che era ora di andare. Con un gesto rapido aveva sigillato la donna nel suo rotolo e si era posato un lungo mantello nero sulle spalle ed attivava la Chōkeijūgan no Jutsu sul suo corpo sfruttando l'influenza benefica dell'anello Kita.

Fluttuando a pochi centimetri dalla superficie del terreno, in modo da far svolazzare il suo mantello in maniera scenica, Faust aveva fatto il suo ingresso nell'arena proprio mentre il suo avversario si "spegneva". Sempre fluttuando a pochi centimetri dal suolo il Baitei si era avvicinato al suo avversario prima di toccare terra quel tanto che bastava per guardarlo in volto. Capelli rossi ed un abbigliamento abbastanza sciattino con un gilet blu sotto un impermeabile bianco. Impermeabile che, però, sarebbe rimasto asciutto perché in quel luogo pareva non poter esistere minimamente l'acqua. Ora il Mukenin di Otogakure poteva dare una spiegazione al caldo afoso che si faceva via via più intenso ad ogni passo. Ishui si trovava all'interno di una grossa arena triangolare al centro di un comodissimo vulcano. "No... si... mi pare perfettamente logico..." Si era detto scettico notando la conformazione del terreno brulla ed arida e gioendo per la consapevolezza: "Almeno credo che non avrò problemi collegati al mio peggior nemico: gli specchi d'acqua."
Arrivato al centro dell'arena, mantenendo una distanza di circa dieci metri dal suo avversario, il Manipolatore del Doton aveva atteso che l'arbitro, Kayred il Nomade, avesse dichiarato l'effettivo inizio dello scontro. Quando il Ninja aveva lasciato cadere il braccio muscoloso scomparendo dal campo di battaglia il Bruno aveva capito che era il momento di agire. Con un movimento lento ma calcolato aveva stretto il manico della Nona andando a sfruttarne a pieno il rilascio. Una volta che la "spada" si era scomposta in polvere la terra aveva cominciato a tremare per un paio di secondi andando a creparsi per un raggio di cinquanta metri che aveva come centro il Ninja Medico. «Benvenuto nel mio castello...» Aveva detto mentre con un rapido scatto si inginocchiava raggiungendo il terreno per far scontrare il pugno sinistro, protetto dal Ganseki, al suolo andando ad utilizzare l'Iwa no Gōremu.

«Igor scaccia gli usurpatori della nostra magione...» Aveva detto mentre Mongo fuoriusciva dal terreno e si ergeva in tutto il suo roccioso splendore. Nascosto dal corpo del colosso di roccia l'ex-Special Jounin aveva composto i sigilli necessari per l'attivazione della Kyōryokuna Onpa andando a diventare l'epicentro della propagazione di una seconda tecnica. Il potente flusso di Chakra doveva andar ad estendersi in un raggio di venticinque metri andando così ad investire l'avversario. Le onde concentriche avrebbero così bloccato il Nagasaki rendendolo facile preda dell'Iwa no Gōremu. Mongo, intanto, sfruttando la sua furia e l'aumento dei danni offertogli dalla Kaijo • Jishin si era lanciato contro Katsumi provando a schiantarlo al suolo con un colpo a mano aperta dall'alto verso il basso.