Yusuke Uchiha vs. Kyoshiro Tsuuya

Lo scontro si era concluso. Il marionettista si era intromesso nello scontro fermandolo anzitempo pronunciandosi a riguardo. Kyoshiro Tsuuya vinceva lo scontro. La prima volta che superavo il primo turno nel torneo. Il demone, un po' controvoglia si era arreso al volere dell'arbitro e si era ritirato lasciando sul campo un piuttosto malconcio Kyoshiro. Anche il ninja, fuso con la vespa, una volta interrotto, annullò la trasformazione e congedò l'enorme insetto coccolandola prima un attimo e soprattutto, ringraziandola del servizio reso.
Grazie! il tuo supporto è stato fondamentale!
Davvero, mai come in quel caso, l'intervento della vespa Regina si era reso fondamentale. Lo scontro aveva lasciato il segno, Gyuuki era stato bravo e mi aveva anche dato una grossa mano nello scontro. L'unico rammarico era non aver potuto testare sul campo l'apitossina. Avrei voluto vedere i suoi effetti in un combattimento vero. Fino ad allora lo avevo testato solo in laboratorio. I due Kyoshiro erano tornati ad essere una cosa sola riportando evidenti ustioni su tutto il corpo a causa della nebbia corrosiva ma per fortuna, una equipe medica era subito intervenuta nel prestare a me e Kougami le cure del caso. Potendo camminare, una Kunoichi mi chiese di raggiungere una struttura poco distante l'arena.
Se ci fosse ancora, avremmo potuto usare lo spogliatoio ma non esiste più..
Disse la giovane sulla strada mentre camminavamo verso l'altro spogliatoio. In effetti, solo allora notai quanto devastante era stato il colpo dell'otto code. Aveva distrutto l'intera foresta di bamboo e non solo. Anche gli spogliatoi e altre strutture erano stati coinvolti . Mi sentii un po' in imbarazzo, non sapevo se scusarmi o dire qualcosa ma soprattutto temevo che qualcuno fosse rimasto coinvolto dalla furia cieca del demone. Il medico, vedendo la mia espressione e si fermò un attimo. Sorridendo mi disse di non preoccuparmi. Era stato messo in conto che due forze portanti causassero un po' di trambusto, certo non si aspettavano due bijuudama a piena potenza, ma diciamo che fossero preparati. Solo allora prestai attenzione alla giovane. Era una ragazza bassina, capelli corti e castani e sguardo vispo. Non era truccata o se non altro, lo era in modo così leggero che non si notava neanche. Oltretutto, i suoi occhi, di un marrone brillante, catturavano tutta l'attenzione del volto. Delle labbra sottili disegnavano uno splendido sorriso sotto un piccolo nasino delicato. Aveva ripreso a camminare e a farmi strada verso la struttura dedicata. Una volta li, in quell'ospedaletto da campo, si preoccupò di curare tutte le mie ferite. La ragazza stimolò la rigenerazione cellulare della pelle in modo tale che le ustioni si rimarginassero rapidamente. Ci volle un po', le ustioni erano sparse su tutto il corpo e tra l'altro dovetti restare in mutande per permettere al medico di operare. Stranamente non mi sentivo in imbarazzo, la sensazione era di lieve disagio ma la tipa era molto professionale e non mi faceva pesare molto il fatto di essere una donna a guardarmi quasi nudo. Parlammo un po' dello scontro appena concluso, mi confessò di aver temuto il peggio alla vista delle bijuudama ma che alla fine si era divertita, non aveva mai visto uno scontro del genere in vita sua.
E ci credo.. Non si vedono tutti i giorni due forze portanti combattere a piena potenza..
Così passammo un po' di tempo assieme e più tempo passava, più non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea che quella giovane fosse davvero carina. Dovevo pensare allo scontro successivo ma era come se quell'idea fosse penetrata come un chiodo in testa e adesso non si smuoveva da li.
Smettila di pensare a queste cavolate e concentrati sullo scontro. Non voglio rogne durante la lotta..
Gyuuki aveva assolutamente ragione, non potevo permettermi di avere altri pensieri in testa oltre quello ma volevo sapere il nome della ragazza ad ogni costo e anche la sua età. Mi feci quindi coraggio, per quanto un ninja del mio grado dovesse raccoglierne per una cosa simile e mi feci avanti.
Posso.. em, posso chiederti come ti chiami?
Io?
Disse presa di sprovvista la ragazza. Era ovvio fosse rivolto a lei, non c'era nessun altro nella stanza, ma la tipa aveva risposto in quel modo soprattutto per prender tempo e recuperare dall'imbarazzo iniziale.
Il mio nome è Akane..
Disse il medico mentre le guance le diventavano rosse.
Allora piacere mio Akane. Il mio è Kyoshiro, sono di Kiri, tu?
Passammo il restante tempo delle medicazioni a parlare e saltò fuori che era una Kunoichi della foglia, di venticinque anni che aveva colto l'opportunità di lavorare al torneo per poter assistere agli scontri e mi confessò che era rimasta a bocca aperta alla vista dei demoni e che credeva che le storie sui cercoterei fossero solo leggende. Alla fine, aveva concluso le medicazioni ed ero tornato in perfetta forma. Dovemmo salutarci ma riuscii a strapparle la promessa che ci saremmo rivisti in futuro. Akane andò via lasciandomi così solo nell'ambulatorio. Tirai un respiro di sollievo. Me l'ero vista brutta contro il pentacoda. Avevo commesso errori di valutazione che sarebbero potuti costarmi caro e che non dovevo commettere nuovamente. A disturbare le mie turbe mentali, un uomo sulla trentina bussò alla porta per poi entrare senza chiedere effettivamente permesso. Era uno degli organizzatori che con una scaletta alla mano, voleva informarmi del proseguo del torneo.
mhmm.. mhmm, oh ecco, Tsuuya, corretto?
Io che ero nel frattempo ancora a torso nudo, annuii rimettendo addosso la logora casacca.
Domani, arena quattordici. Lo scontro avrà inizio alle ore dieci. L'organizzazione le ricorda di non tardare o verrà squalificato, intesi?
L'uomo era magro e slanciato. Aveva una divisa nera, monocromatica e priva di qualsiasi ornamento, se non per polsi e caviglie di un nero leggermente più scolorito. Il simbolo del suono era ricamato con dovizia di cura sulla schiena, con un filo color avorio, risaltava da notevole distanza. Annuii al ragazzo che parlava come un volantino che subito sparì in chissà quale direzione, ad avvisare gli altri concorrenti. Quindi, fino al mattino successivo ero libero. Sfruttai il tempo a disposizione per riposare il più possibile e godermi un po' della festa che accompagnava il torneo. C'erano delle bancarelle di ambulanti, gente che vendeva di tutto, magliette con i loghi del torneo, cappellini, imitazioni dei coprifronti e anche armi giocattolo. C'era però anche qualche venditore di roba seria. Vi erano dei veri e propri armaioli che vendevano armi e indumenti proprio per i ninja, sicuramente anche per coloro che partecipavano al torneo. Sulla bancarella, pacchi di kunai, shuriken e senbon erano molto numerosi ma c'erano anche parabraccia, parastinchi e altre protezioni. Una cosa catturò il mio interesse, degli occhiali da sole dalle lenti molto scure. Le provai e con mia sorpresa, vidi che potevo osservare direttamente il sole senza problemi. Gli acquistai d'impulso e con i nuovi occhiali sul naso, continuai a bighellonare per i chioschi fino a sera, quando tornai in albergo, desideroso di riposarmi a dovere per il giorno successivo.

Erano le nove e quarantacinque. Mancava un quarto d'ora all'inizio dello scontro, Ero ancora una volta nello spogliatoio ignaro di quale sarebbe stata l'arena questa volta. La disposizione delle armi era rimasta invariata dal giorno prima. La lama nera e la Omoikarui cosparsa di veleno letale nel fodero sulla schiena mentre l'altra Omoikarui, le Prima e la Samehada restavano sigillate nel braccio a portata di mano. Come per lo scontro precedente, avevo cosparso i rasoi con una nuova fialetta di apitossina sintetica, sperando in cuor mio di riuscire finalmente ad usarla Preparai anche qualche Kunai con la carta bomba avvolta sul manico e finalmente ero pronto a scandire i secondi che mancavano, con l'ansia che cresceva sempre più.
Qualche minuto dall'inizio, un chunnin della nuvola bussò alla porta e mi chiese di seguirlo. Stetti dietro di lui percorrendo un lungo corridoio probabilmente interrato che mi fece sbucare sull'orlo di un precipizio. Davanti a me, un ponte mastodontico si stagliava con le sue rocce scure. Il ponte era lungo circa trecento metri e largo una ventina, Da un capo all'altro, ogni cinquanta metri, sui lati si stagliavano enormi colonne circolari molto spartane, prive di qualsiasi ornamento. Le prime invece, in entrambe le direzioni, sulla sommità erano unite da un archetto in pietra contenente il kanji di samurai. A sormontare l'archetto vi era una katana sempre intagliata nella roccia.
Ponte dei samurai..
Conoscevo bene quel ponte. Non era la prima volta che ci combattevo e in effetti, sondando i ricordi, ripensai che non era stato raro per me combattere sui ponti in generale. Camminavo a passo deciso verso il centro del ponte, verso quello che ad una prima occhiata doveva essere l'arbitro dell'incontro. Mentre avanzavo, facevo delle considerazioni. Il ponte era molto alto, potevo aver bisogno ancora una volta della Vespa Regina per evitare di cascare si sotto ma mi chiedevo cosa potesse succedere facendo cadere l'avversario di sotto. Magari potevo puntare direttamente a quello, a lanciare il mio avversario oltre il parapetto costringendo gli organizzatori ad intervenire per concludere l'incontro? Prima di raggiungere l'uomo mi affacciai notando che il ponte non era così alto e che al di sotto vi era un torrente in piena che avrebbe attutito un eventuale caduta rendendola non mortale.
Penso dovrò trovare altro..
Raggiunsi lo shinobi, era un Uchiha, riconobbi il simbolo sulla casacca. Mi osservò un attimo quasi impassibile poi procedette con le verifiche di rito.
Tsuuya?
Si, sono io.
Annuì soltanto senza aggiungere altro. Si aspettava il mio avversario, curioso ed ansioso di conoscere chi fosse.