Missione Yusuke Uchiha

Livello A: Il Risveglio dei Figli Dimenticati

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    GDR Staffer
    Posts
    2,804
    Location
    Kirigakure

    Status
    Anonymous
    Missione Yusuke Uchiha
    Missione a Servizio di:Konohagakure no Sato
    Livello:A
    Esecutori della Missione:Yusuke Uchiha
    Shinobi, con sempre maggior insistenza ci arrivano voci su demoni che stanno invadendo le coste dei Paesi più vicini al Paese della Luna. Visti i recenti accadimenti non possiamo prendere sottogamba le segnalazioni e vorremmo che ti recassi nei pressi di Chen, nel Paese delle Chiavi, per indagare sul rapimento di un vecchio sacerdote posto a sorvegliare un antico tempio. Secondo le poche testimonianze dirette, il responsabile sarebbe un singolo uomo: è stato in grado di sbaragliare da solo le difese del tempio, eliminando una dozzina di guardie tra cui alcuni Chuunin del villaggio di Joumae. Il tuo compito quindi, oltre alla ricerca e al recupero del sacerdote, è quello di scoprire se le voci su questi demoni sono veritiere e a quel punto fare rapporto al palazzo del Kage.
     
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Wake up.

    Group
    GDR Staffer
    Posts
    22,935

    Status
    Anonymous
    Narrato, "Pensato", «Parlato», "Pensato Baku", «Parlato Altri».


    IypODgg
    Sharingan Tre Tomoe
    nnXZZrc
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Sviluppata la terza Tomoe l'Uchiha può, nel caso si accorga di essere preda d'un Illusione, dissolverla istantaneamente, anche se a base uditiva nel caso in cui le suddette Illusioni coinvolgano il senso della vista; per illusioni di livello A o superiore, quando disperse, l'utilizzatore dovrà pagare un surplus di Chakra pari al costo del Genjutsu disperso a cui andrà sottratto il costo dello Sharingan. Può inoltre utilizzare qualsiasi Genjutsu semplicemente con lo Sharingan senza usare alcuna impostazione delle mani, se la vittima ne incrocia lo sguardo. Lo Sharingan dona capacità di preveggenza permettendo all'Uchiha di prevedere qualunque attacco fisico, movimento, Taijutsu e Ninjutsu e capire se è una tecnica a base elementale o meno, e di conseguenza l'elemento utilizzato per la tecnica. Tuttavia, ogni schivata o contromossa è vincolata ai limiti fisici dell'utilizzatore. E' possibile inoltre copiare qualsiasi Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu visto ed utilizzarli in combattimento fino al termine dello stesso.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Yusuke andò a sbattere contro le tavole di legno che rivestivano il seminterrato. Si accucciò, schivando un gancio che sbriciolò le assi dove un momento prima c’era la sua testa, rivelando il profilo di roccia irregolare che giaceva al di sotto. Fece scattare il meccanismo del kunai celato e lo affondò verso il costato del suo avversario, ma lui ne deviò la traiettoria colpendogli il polso con il taglio della mano, spingendo il braccio verso l’esterno del corpo, e gli sferrò una violenta ginocchiata sul mento. Il capo gli schizzò verso il muro alle sue spalle con un immediato colpo di frusta.
    Il colpo lo stordì. Caracollò all’indietro, lasciandosi andare con la schiena appoggiata alle assi, le gambe molli e la testa che vorticava senza controllo. Avvertì il sapore metallico del sangue riempirgli la bocca e bagnargli la lingua, dolce e amaro come lo ricordava. Il demone lo afferrò per la gola e lo sollevò da terra, schiacciandolo contro la parete. L’intero campo visivo di Yusuke si ridusse alle orrende cicatrici da ustione che deturpavano il lato sinistro del viso dell’uomo, illuminate dalla tremula luce delle lampade ad olio. Si espandevano dalla parte superiore del collo fino all’orecchio deformato, come se la carne fosse rimasta a lungo premuta contro una superficie incandescente. Sull’altro lato del volto campeggiava un singolo corno, che sbucava dalla fronte tra le ciocche di lunghi capelli castani spettinati dalla colluttazione. Con il suo Sharingan, incrociò i pozzi neri che quell’essere aveva al posto degli occhi. Riusciva a malapena a scorgerne le iridi, sprofondate in mezzo a quell’oscurità soverchiante che sembrava sempre più invadente, e buia, a mano a mano che il respiro gli veniva meno.
    Lo sguardo dell’uomo indugiò sul suo coprifronte, e le sue labbra si piegarono in un ringhio silenzioso. Poté quasi giurare che, una volta riconosciuto il simbolo della Foglia sulla placca di metallo, avesse stretto ulteriormente la presa. Con un rigurgito di spirito guerriero, la Luna di Sangue concentrò il Chakra nei bulbi oculari ed intrappolò il demone in un’illusione di dolore, immobilizzandolo sul posto.
    Genjutsu: Sharingan - Tecnica Illusoria: Sharingan
    r1gSa6T
    Livello: B
    Tipo: Genjutsu
    Questo Genjutsu è il marchio caratteristico dello Sharingan e dell'abilità dello stesso nell'Arte delle Illusioni. A questo livello è utilizzabile in due modi da scegliere al momento del lancio della Tecnica. In ogni caso il Genjutsu necessita almeno del contatto visivo della vittima con lo Sharingan. Un utilizzo sarà quello di paralizzare un bersaglio parigrado che avrà fissato negli occhi l'Uchiha e che si trovi a non più di tre metri da esso. Il bersaglio si sentirà trapassare la carne da una miriade di enormi piume nere di corvo e rimarrà paralizzato per tre secondi. L'Uchiha non avrà nessuna limitazione al movimento e potrà sferrare un normale attacco contro la vittima. L'illusione può essere combinata solo con Taijutsu e massimo di livello C ed in questo caso l'esecuzione sarà così veloce che la vittima della paralisi potrà ricorrere a Jutsu senza sigilli solo per difendersi. In alternativa sarà possibile liberare un qualsiasi altro soggetto, che non sia l'Uchiha nemmeno tramite l'utilizzo di Kage Bunshin, da un Genjutsu massimo di livello A, semplicemente incrociando lo sguardo con esso e disturbando l'illusione già in atto con la propria, di fatto annullando la prima e liberando la persona.
    Dissolvibile tramite il Kai o con una ferita media.
    Consumo: 8

    La presa sul collo si allentò, permettendogli di toccare di nuovo terra dopo quei lunghi secondi di agonia. Con un grugnito, l’Uchiha spinse via il posseduto e barcollò di lato, tossendo grumi di sangue. Riprese fiato, tossicchiando ad ogni avido respiro. Con uno scatto del polso, fece rientrare il kunai nel meccanismo sull’avambraccio.
    Appoggiato alla parete con il gomito, il suo sguardo cadde sulla figura minuta di un uomo legato a terra, lungo disteso all’altro capo della stanza, riverso in mezzo ad alcune casse di legno impolverate. "Il sacerdote", realizzò dopo un istante di smarrimento. Si precipitò da lui, inginocchiandosi al suo fianco dopo aver ritratto la lama con un movimento del polso. Era stato picchiato brutalmente, ma respirava ancora. Individuò ulteriori segni di tortura in una serie di piccoli fori sanguinanti che gli costellavano il petto e le gambe, anche se sul momento non riuscì a capire che cosa potesse averli causati. Erano troppo perfetti per appartenere a colpi di pugnale, troppo regolari in quella strana forma circolare. Era come se lo avessero preso a stilettate con un punteruolo. Lo sollevò a sedere, sorreggendolo per le spalle. Era un uomo minuto con il corpo scavato e lunghi capelli canuti, così sottili da sembrare trasparenti. Indossava una tunica chiara, ad una prima occhiata troppo grande ed ampia per un uomo così emaciato.
    «Signore», lo chiamò, scuotendolo appena. «Signore. Sono qui per aiutarvi».
    L’anziano monaco aprì gli occhi con un debole lamento. Yusuke lanciò un’occhiata fugace all’oggetto in fondo alla stanza, avvolto nella penombra.
    «Dove ci troviamo? Che cos’è questo posto…?»
    Il vecchio sgranò gli occhi, in allarme, lo sguardo puntato verso un punto alle sue spalle.
    «Attento…!»
    Qualcosa di vivo colpì l’Uchiha alla schiena, perforandolo in più punti. Inarcò la schiena con un grido, avvertendo quell’entità sconosciuta scavargli nella carne in profondità, come una belva famelica.
    «Ti stai ponendo le domande sbagliate, cane della Foglia» disse una voce roca dietro di lui.
    Yusuke si volse. Con orrore, vide dei tentacoli guizzanti e nerastri protendere dal braccio del demone ed affondargli nella schiena. Ciascuno di essi pulsava ritmicamente, come se fosse dotato di vita propria. Lui li ritrasse con uno scatto, assorbendoli all’interno di quella che pareva una cicatrice appena ricucita all’altezza dell’avambraccio scoperto. Quando quelle propaggini si staccarono dalle ferite, Yusuke soffocò un gemito rabbioso.
    «Invece di domandarti dove ti trovi, faresti meglio a chiederti quante possibilità hai di lasciare vivo questo posto». L’uomo si massaggiò la cicatrice nella quale erano rientrati i tentacoli, quasi fossero parte integrante del suo corpo. «Risposta: nessuna. Di questo puoi esserne certo».

    * * *


    Il clangore delle spade che cozzavano riecheggiava nell’oscurità. Riverberò lungo le pareti e contro le enormi tubature che attraversavano la caverna sotterranea, elevandosi dalle viscere del Villaggio fino alla superficie illuminata dal caldo sole del mattino. Di quella luce, solo pochi, deboli raggi riuscivano a filtrare laggiù, insinuandosi da alcune fenditure nel metallo e nella pietra; l’unico vero lume di cui disponevano nel sottosuolo proveniva da vecchie lampade elettriche che funzionavano ad intermittenza, emettendo fastidiosi sfarfallii ad intervalli irregolari.
    Barcollando, Yusuke intercettò un colpo diretto al fianco destro e arretrò di un passo. Chidori si fece avanti e lo sommerse di fendenti dall’alto, calati a due mani con rabbia. Lui si difese come poté. Sapeva dove avrebbero colpito i colpi, ma la spada era pesante, troppo pesante… incespicò; la lama di legno lo colpì alla spalla sinistra e lui accolse il dolore con un grugnito.
    «Sei morto, Kagachi!» gridò Goro, dall’altra parte della sala.
    L’Uchiha gli lanciò un’occhiataccia. Appoggiò a terra la punta della katana da allenamento e la torse con il polso, rivelando un foglio di carta appiccicato al piatto della lama. Sulla pergamena era dipinto un ideogramma, inscritto all’interno di un motivo circolare di simboli magici. L’ideogramma raffigurava la parola “gravità”.
    «Certo, sarebbe molto più semplice se quest’affare non pesasse quanto me!»
    Goro sogghignò. «Oh, ho capito. E scommetto che ti piacerebbe anche usare la tua bella Arte Oculare, dico bene? Chidori non ha mai avuto questo privilegio, e non la sento lamentarsi come una mammoletta». Gli occhi di Yusuke guizzarono verso la sua compagna di allenamento. Lei gli rispose con un sorrisetto che sapeva di sfida. «Eppure la sua spada è pesante quanto la tua».
    Si sentì avvampare la punta delle orecchie, colmo di vergogna. C’erano molte attenuanti in suo favore: Chidori aveva più esperienza di lui nel combattere con armi così pesanti, e non sapere cosa si prova a possedere lo Sharingan la faceva combattere sicura dei suoi mezzi. Lui, al contrario, senza la preveggenza si sentiva rallentato, come un vecchio che prova a tenere il passo oltre ciò che il suo corpo poteva sostenere; la Spada Kusanagi era leggera come una piuma, mentre con quella pergamena di sigillo era come combattere con un masso legato ai polsi. Capiva però altrettanto bene quale fosse il messaggio che Goro lasciava intendere.
    "Le scuse sono per i deboli".
    Raddrizzò la schiena e si mise nella posizione d’apertura della Forma dell’Acqua, con la mano destra stretta intorno al fodero e l’altro braccio disteso verso il basso, la punta della spada che ondeggiava a pochi centimetri dal terreno. Chidori impugnò la katana con entrambe le mani sollevate all’altezza della testa, la punta della lama tesa verso di lui e l’elsa posizionata accanto ad una guancia. Yusuke partì all’attacco, menando una serie di colpi ampi e fluidi basati su repentine torsioni del polso, che accompagnavano ariosi movimenti del braccio. Chidori incassò i colpi, accucciandosi intorno alla lama tesa a mezz’aria e parandoli ad uno ad uno, con minimi movimenti del corpo intorno alla lama roteante. Ad ogni affondo dell’arma, Yusuke sentiva il braccio sempre più pesante e intorpidito; ciò lo rendeva lento, impreciso, prevedibile. Sapeva di aver compiuto un errore ancora prima che il suo ultimo fendente mancasse il bersaglio. Chidori lo deviò verso l’esterno e, con uno scatto improvviso, si fece avanti con una spallata che lo colpì in pieno petto, rimasto scoperto dopo quella sequenza di attacchi maldestri. L’Uchiha barcollò all’indietro e lei lo colpì con un calcio basso ad una gamba, che cedette, facendolo cadere in ginocchio. La ragazza si fermò con la spada ad un centimetro dalla sua testa.
    «Basta così» ordinò una voce in lontananza.
    Entrambi volsero la testa verso la voce. Accanto a Goro era comparsa la figura rigida e indecifrabile di Emon Saburo, che li scrutava con i suoi intensi occhi smeraldini. Yusuke lasciò cadere la testa contro il petto, sospirando.
    «Cazzo».
    Chidori ritrasse la spada e gli offrì una mano per aiutarlo a rialzarsi. Lui esitò, prima di accettare il suo aiuto.
    «Vedila così: poteva andare peggio. Poteva non presentarsi, e tu avresti continuato a farti fare il culo a strisce per un’altra mezz’ora buona».
    Yusuke sogghignò, amaro, e afferrò la sua mano tesa.
    «Quando sei troppo stanco, o ferito, cerca di muoverti di meno. Usa la Forma della Roccia, come ho fatto io: impugnatura a due mani, raccolto dietro la spada, colpi pesanti. Ti aiuta a non disperdere le energie».
    L’Uchiha le sorrise, grato. «Me ne ricorderò».
    Dall’altra parte della sala, Saburo gli fece cenno di avvicinarsi. Tormentandosi il labbro inferiore con i denti, poggiò la spada da allenamento contro il muro e lo raggiunse, cercando di non lasciar trasparire il suo nervosismo. Aveva appena fatto la figura dell’incapace davanti all’uomo che deteneva le chiavi della sua intera vita. Cosa sarebbe successo, se un giorno avesse deciso che non era un Ninja abbastanza potente per far parte della squadra?
    Che il suo reclutamento era stato un errore…?
    Non si faceva illusioni: nel migliore dei casi, ciò che era accaduto sull’Isola della Luna sarebbe divenuto di dominio pubblico, e lui finito davanti alla corte marziale; in quello peggiore, avrebbe mandato qualcuno a farlo fuori per coprire le sue tracce. Chissà, magari proprio Chidori, che chiamava figlia, oppure Yukio, il compagno che non aveva mai visto ma di cui tutti parlavano quasi con timore reverenziale. C’erano ancora molte cose che non sapeva della Radice, ma era convinto di conoscerne abbastanza perché si rendesse necessario toglierlo di mezzo, una volta che avesse smesso di mostrare la sua utilità alla causa.
    «Chidori è una spadaccina eccezionale. Non abbatterti se ti dà del filo da torcere».
    Yusuke incrociò lo sguardo del suo padrone. Visti da vicino, i suoi occhi parevano di un verde ancora più penetrante, il cui bagliore lo metteva a disagio.
    «No, maestro».
    Il rumore della battaglia che riprendeva li fece volgere entrambi verso il campo d’addestramento sotterraneo. Goro si era unito a Chidori, le braccia ricoperte di roccia generata intorno ai pugni, e la stava attaccando con foga brutale. Lei stava sulla difensiva, intercettando i pugni con la spada appesantita; ad ogni parata, frammenti di pietra le volavano attorno, come scintille create dallo scontro fra due lame. In un momento di pausa tra una ripresa e l’altra, la ragazza si asciugò il sudore dalla fronte e si accorse che Yusuke e Saburo la stavano guardando. Prima di ricominciare a combattere, sollevò una mano verso di loro estendendo le dita in un gesto osceno.
    Saburo si protese di lato, verso l’Uchiha. «Credi che sia rivolto a te, o a me?»
    «Ehm, ecco…» fece lui, imbarazzato.
    «Non preoccuparti», sorrise appena l’uomo, con quello che pareva sembrare un velo di tristezza, «so che era per me. Non sono stato un buon padre per lei».
    Yusuke trattenne a stento un eloquente moto delle sopracciglia. Stando a quanto Chidori gli aveva raccontato – un poco alla volta e sempre con grande difficoltà – dire che Saburo non fosse stato un buon padre era di certo un eufemismo. L’aveva arruolata a forza nella Radice fin da bambina, l’aveva cresciuta come una spia e spedita sotto copertura nel Villaggio della Nuvola per anni. Da sola, quando ancora non era neanche una ragazzina. Chidori non parlava volentieri di quel periodo, né di cosa le fosse accaduto prima del suo ingresso nella squadra. Le circostanze che l’avevano portata ad essere considerata come una figlia da Saburo, pur in quel suo modo agghiacciante e deviato, per lui rimanevano un mistero e, con il tempo, aveva imparato la discrezione di non chiedere più di ciò che lei non fosse disposta a condividere. Riusciva a riconoscere il dolore nascosto dietro il velo dello sguardo, perché vi rispecchiava anche il suo.
    «Dimmi: come faccio ad essere sicuro che Chidori non mi tradirà mai?»
    Yusuke non capì la domanda.
    Si schiarì la voce. «Perché è… vostra figlia?»
    «Sbagliato» sentenziò Saburo. «Questo, semmai, è uno svantaggio. Se tutto quel risentimento un giorno dovesse concretizzarsi, solleverebbe una fiamma alta quanto il cielo. Eppure io dormo sonni tranquilli. Perché?»
    «Non so dirlo, Maestro» rispose la Luna di Sangue, inquietato dalla piega che stava prendendo la conversazione.
    Saburo fece scrocchiare le ossa del collo, distogliendo lo sguardo da Yusuke. Lo posò su Chidori, che aveva appena incassato un roccioso pugno allo stomaco. «Perché questo… è tutto ciò che conosce». Ogni traccia di malinconia pareva scomparsa dal suo volto. «Se ad un animale cresciuto in gabbia apri il cancello della sua prigione, questo vi tornerà dentro di sua spontanea volontà. E accetterà che così deve essere».
    A Yusuke corse un brivido lungo la schiena. Non riusciva a spiegare a sé stesso se fosse perché aveva appena paragonato Chidori ad un animale da allevamento, o per via delle parole che aveva utilizzato: “Così deve essere”. Le stesse che Baku e Kamaitachi si ripetevano tra loro, e che anche lui aveva preso ad usare, quando si rivolgeva al suo demone interiore.
    «Al contrario, per altri fra i tuoi compagni vale il discorso opposto» riprese Saburo, non dando segni di aver notato il suo turbamento. Indicò il colosso con la punta delle dita, proprio quando stava mandando a vuoto un gancio e Chidori si accucciava su sé stessa, incassando la testa nelle spalle. «Goro e Mana sono fedeli perché credono fermamente nella missione, nel nostro ruolo fondamentale in difesa della Foglia. Itaru, riposi in pace, perché credeva in me come guida. Tutti donne e uomini che, nel profondo, sono guidati da un ideale. Che cosa ci insegna, questo?»
    Yusuke pensava di cominciare a capire dove stesse andando a parare. Le sue parole mostravano una certa somiglianza con le massime che Tora gli aveva ripetuto fino allo sfinimento, durante il periodo di addestramento che aveva preceduto il suo ingresso ufficiale nella Radice.
    « Che… il punto non è l’assenza di emozioni. È il controllo».
    «Esattamente. Tora ti ha insegnato bene. Controllo di noi stessi, quanto di chi ci circonda. Ed è per questo che, quando hai a che fare con qualcuno, sia esso un nemico o un alleato, devi sempre sapere dove poter affondare il coltello, e quando invece trattenere la mano. Entrambe le scelte vanno bene, purché resti una tua decisione, ricordalo». Saburo diede le spalle all’allenamento di Goro e Chidori. Posò su di lui i suoi occhi color dello smeraldo, che si fecero d’un tratto affilati come coltelli. «Ora, come posso invece essere sicuro che tu non mi tradirai, Kagachi?»
    Yusuke sentì un peso improvviso calargli sul petto.
    Aveva scoperto quello che aveva fatto all’ultimo Torneo delle Grandi Nazioni? Era stato Tora a mettere insieme i pezzi, o Goro lo aveva tradito…?
    Resistette all’impulso di correre con lo sguardo verso il gigante dalle braccia di pietra, tradendo così i suoi pensieri.
    «Signore…?»
    «Mi hai sentito. Non è una domanda difficile. Perché so che non cercherai di tradirmi…?»
    Deglutì, così forte che era certo lo avessero sentito tutti, nonostante il rumore della spada di legno che cozzava contro la roccia. Lo stava prendendo in giro? Era una prova, per vedere se si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa…?
    «Perché…»
    Immaginò la sua vita senza la Radice, e la trovò di un vuoto desolante. I tramonti passati con Nobuo sulle teste di pietra dei grandi Hokage del passato sarebbero diventati un mesto saluto al crepuscolo, se avesse avuto il coraggio di tornare lassù; dopo la morte del loro amico aveva troncato ogni legame con Chizuru e, vista la sua stessa militanza negli ANBU, non avrebbe saputo come rintracciarla. Cominciava a risultargli difficile ricordare i dettagli della sua espressione addolorata, quando l’aveva cacciata dagli spogliatoi al Torneo di un paio d’anni prima. Cercava di non pensarci mai troppo spesso, per allontanare il senso di colpa. Anche tornare da sua madre dopo la loro ultima, amara conversazione d’addio, gli pareva impossibile. Avrebbe visto in lui solo la Luna di Sangue, il Caduto della Luna, il figlio indegno di ricoprire una posizione di rilievo all’interno del Clan. Eppure, era stato pronto a mandare tutto all’aria in nome di un ideale, se solo Goro non fosse intervenuto per aiutarlo. Per fargli capire che non era solo.
    «…Perché, se lasciassi la Radice, non avrei più niente a cui tornare. Nessuno a cui fare ritorno».
    «Una buona risposta» annuì Saburo. Yusuke strinse un pugno così forte da farsi sbiancare le nocche della mano. «Vedi—»
    « Perché voi vi siete assicurato che così fosse» lo interruppe, brusco. «Maestro».
    Fu come se avesse soffiato sulle braci di un fuoco morente. Gli occhi dell’uomo dardeggiarono verso di lui.
    «Che cos’hai detto?»
    L’Uchiha raddrizzò la schiena, come aveva fatto con Chidori poco prima di prepararsi a combattere. Espirò. «Ho detto che avete fatto in modo che non avessi nulla a cui tornare. Sapevate perché volevo fare ritorno sull’Isola, conoscevate i rischi a cui stavo andando incontro. E non avete fatto niente». Snudò i canini in un ringhio mal trattenuto. «Avete osservato da lontano, aspettando il momento giusto per legarmi a voi… ma eravate là. Avreste potuto intervenire. Impedire la morte di Nobuo. Che io…».
    Si morse la lingua. La mano destra si abbassò lungo il fianco in un gesto involontario, cercando il fodero della spada senza trovarlo. Lo faceva sentire bene, avere qualcuno su cui riversare il suo dolore che non fosse sé stesso. E Saburo aveva giocato con lui, con la sua vita, solo per aggiungere un altro soldatino alla sua collezione di armi umane.
    Come si permetteva di trattarli tutti come fossero semplici oggetti? Lui, Chidori, persino Goro e Itaru… "Bastardo".
    «…Sì, ho fatto questo».
    Yusuke si bloccò, come se lo avessero colpito con una secchiata d’acqua ghiacciata in viso. Emon Saburo rise.
    «Che c’è?» Lo stupore sul suo viso pareva genuino. «Pensavi che avrei avuto difficoltà ad ammetterlo…?»
    Restò a guardare l’uomo in silenzio, come imbambolato, ma tremante. Una parte di lui, quella più ferale e vicina alla Divoratrice di Sogni, stava combattendo per spingerlo ad attaccarlo, anche a mani nude. Con ogni probabilità Goro e Chidori lo avrebbero abbattuto dopo pochi secondi, ma almeno avrebbe provato l’ebbrezza di strappargli gli occhi con i suoi artigli, e cancellargli dalla faccia quell’espressione di insopportabile superiorità. Poteva quasi sentire il sussurro di Baku nelle orecchie, che gli elencava nuovi e sanguinosi modi per fargliela pagare.
    «L’ho fatto per impartirti una lezione molto importante, Kagachi. Ed è la seguente: che a questo mondo, il dolore è… inevitabile. Ciò che conta, è quello che decidi di fare con esso». Sollevò entrambe le mani davanti al petto, soppesandole come i piatti di una bilancia. «Puoi lasciare che ti distrugga…», mormorò, sollevando la mano sinistra, «…o che ti trasformi in ciò che sei destinato a diventare».
    Yusuke fissò lo sguardo sulla mano destra, ora portata più in alto dell’altra. Tacque. Con un guizzo, Saburo ricongiunse le mani dietro la schiena, lanciandogli una lunga occhiata priva di malizia.
    «A mia discolpa, posso dire di aver provato a dissuaderti dal tornare a Tsuki. Su questo non puoi obiettare» Sospirò. «Eppure ti ho anche offerto i mezzi per portare a termine la tua vendetta, nella forma della tua amata spada. Dunque chi è da biasimare maggiormente, tra noi due…?»
    Saburo strinse gli occhi, massaggiandosi la barba curata, come uno scienziato che osserva una macchina difettosa.
    «…Sembra che Tora avesse ragione, su di te».
    «A quale proposito?» scattò Yusuke, sulla difensiva.
    Sentiva un senso di nausea alla bocca dello stomaco, come se gli avessero bloccato tutta la rabbia che aveva in corpo quando era sul punto di esplodere. Ogni volta che la guida della Radice apriva bocca, si sentiva in procinto di saltargli alla gola. Se solo ne avesse avuto la forza…
    «È convinto che tu abbia ancora bisogno di…», piegò le labbra in un sorrisetto sghembo, «esorcizzare i tuoi demoni. E non esiste al mondo qualcuno che possa giudicare il carattere di un uomo meglio di lui, temo».
    Tra le sue mani comparve un rotolo di pergamena, marchiato con il simbolo dell’Hokage. Aveva i bordi rossi, che la identificavano come una missione di livello A.
    «Oggi ero venuto per assegnare una missione ad uno dei tuoi compagni, ma ho cambiato idea. Sarai tu a svolgerla». Gliela porse. «Come puoi vedere, è un’assegnazione ufficiale dall’ufficio dell’Hokage. Io ho fatto in modo di poter scegliere lo Shinobi che invieremo ad occuparsi della questione».
    L’Uchiha l’afferrò con cautela, senza aprirla. Era passato molto tempo dall’ultima volta in cui era stato spedito in missione da solo; se ben ricordava, il suo ultimo incarico in solitaria era stata la ricerca, ancora incompleta, di Hayato Kusanagi.
    «Di che cosa si tratta…?»
    Vi fu un bagliore negli occhi smeraldini di Emon Saburo. «Si tratta di un rapimento: il sacerdote del tempio di Suru, vicino a Chen, nel Paese delle Chiavi».
    Yusuke aggrottò le sopracciglia, confuso. Si aspettava qualcosa di più… particolare, date le premesse che Saburo aveva suggerito. Ma un semplice rapimento, per giunta dall’altra parte del mondo…
    «Ciò che a noi interessa, tuttavia, non è il monaco, quanto il suo rapitore. Dicono che a fare irruzione al tempio non sia stato un uomo, ma un demone».
    Yusuke sgranò gli occhi dorati, assottigliando le pupille verticali.
    «Che avete detto…?»
    Si ritrovò a stringere con forza il rotolo di pergamena, il semplice udire la parola demone che risvegliava in lui conflitti mai sopiti.
    «Le orecchie non ti ingannano» continuò Saburo, ricongiungendo le mani dietro la schiena. «Le poche testimonianze che sono state raccolte parlano di un “demone” all’assalto del tempio. Dallo stato in cui versano gli uomini che lo difendevano, o quel che resta di loro, pare sia stato un attacco… brutale».
    "Quello che resta…" Lo sguardo dell’Uchiha si perse altrove. Vagò tra i campi di riso nel nord del Paese della Luna, soffermandosi sui corpi rigonfi e mutilati abbandonati negli acquitrini. Immaginò lo stesso scempio delle carni perpetuato nel piazzale di un tempio, sui suoi scalini d’ingresso, in sale silenziose lordate di altro sangue privo di colpe.
    La voce del suo interlocutore lo riportò alla realtà.
    «Per l’Hokage dovrai rintracciare questo monaco. Per me, dovrai assicurarti della natura del suo assalitore ed eliminarlo. Se si tratta davvero di un demone, voglio che il suo Frammento venga recuperato, senza dare nell’occhio; questa rimane la tua priorità. Ti è tutto chiaro?»
    «Sì, Maestro» rispose Yusuke, piegando il capo.
    «Bene. Ti aiuterà Goro a raggiungere in fretta il Paese delle Chiavi». Saburo si volse, riportando l’attenzione sul colosso e Chidori che riprendevano fiato. «Hai due ore per prepararti».

    * * *

    Sharingan Tre Tomoe
    nnXZZrc
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Sviluppata la terza Tomoe l'Uchiha può, nel caso si accorga di essere preda d'un Illusione, dissolverla istantaneamente, anche se a base uditiva nel caso in cui le suddette Illusioni coinvolgano il senso della vista; per illusioni di livello A o superiore, quando disperse, l'utilizzatore dovrà pagare un surplus di Chakra pari al costo del Genjutsu disperso a cui andrà sottratto il costo dello Sharingan. Può inoltre utilizzare qualsiasi Genjutsu semplicemente con lo Sharingan senza usare alcuna impostazione delle mani, se la vittima ne incrocia lo sguardo. Lo Sharingan dona capacità di preveggenza permettendo all'Uchiha di prevedere qualunque attacco fisico, movimento, Taijutsu e Ninjutsu e capire se è una tecnica a base elementale o meno, e di conseguenza l'elemento utilizzato per la tecnica. Tuttavia, ogni schivata o contromossa è vincolata ai limiti fisici dell'utilizzatore. E' possibile inoltre copiare qualsiasi Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu visto ed utilizzarli in combattimento fino al termine dello stesso.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Il sangue strisciava caldo lungo la schiena, impregnando le vesti al di sotto del lungo cappotto nero pece. Le fiammelle danzavano tremanti all’interno delle lampade ad olio, come sospinte da un vento impalpabile che serpeggiava nell’ombra; ma ciò non poteva essere, poiché quella sala era priva di finestre, sprovvista persino di porte o di qualsiasi altro punto di accesso. L’aria era pesante e sapeva di stantio, ma non se ne stupì. Era già un miracolo che riuscisse a respirare, chiuso in quella scatola sigillata chissà dove all’interno del tempio.
    Voltandosi per fronteggiare il demone, Yusuke mal represse una smorfia di dolore, che accompagnò ad un mugugno soffocato. La creatura si era spostata verso il centro del salone, scivolando oltre una delle colonne intagliate che aiutavano a sostenere il soffitto. Guardandosi intorno, la Luna di Sangue si interrogò sull’essenza di quel luogo: ogni colonna appariva finemente decorata, intagliata in motivi fiammeggianti che si univano nelle spire di lingue di fuoco, il cui braciere costituiva la base della colonna stessa. Da ciascun pilastro pendevano due lampade da punti opposti della circonferenza; soltanto alcune erano state accese, senza seguire all’apparenza un ordine preciso, gettando così sulla sala una luce non omogenea. Alla raffinatezza di quelle decorazioni si univa lo stato precario in cui versava l’ambiente, ora adibito a quello che pareva un deposito o un magazzino. Il lato della sala a destra di Yusuke, quello in cui versava il monaco ferito, era ricolmo di casse, scatole e teli impolverati che ricoprivano oggetti sconosciuti. Vista la pena che chiunque avesse costruito quel luogo si era dato per renderlo irraggiungibile, faticava a comprendere quale potesse essere il suo scopo originario, e perché il demone avesse deciso di trascinare il sacerdote proprio lì, ovunque si trovassero. Alle spalle della creatura, in un punto solo parzialmente illuminato dalla luce di una lampada, intravide la sagoma di quello che sembrava uno specchio oblungo, grande abbastanza da riflettere l’immagine di un uomo intero. Ai suoi piedi giaceva un telo di stoffa grezza, simile a quelli che ricoprivano il resto del materiale in disuso.
    Yusuke lanciò un’occhiata all’unico corno che spuntava dalla fronte del Ninja posseduto: sembrava composto da materiale osseo, anche se appariva sul punto di frantumarsi in mille pezzi perché attraversato da una miriade di venature, simili a crepe nella roccia. La pelle intorno al corno era costellata da rigonfiamenti venosi che ne riempivano la fronte, fino a tuffarsi nelle cicatrici che gli ricoprivano l’altra metà del volto. La vita non era stata clemente con quell’uomo, anche prima che cadesse preda di quell’influenza demoniaca; poteva dimostrare quarant’anni, così come anche dieci o quindici di più. Posare gli occhi su quel viso gli ricordava il suo combattimento con Tae, in quella radura sull’Isola della Luna, il giorno in cui lei aveva impugnato la spada maledetta di Nihiru per salvargli la vita, ed era rimasta sopraffatta dallo spirito del demone che la abitava. Osservandolo, l’Uchiha fu attraversato da un brivido lungo la schiena. Si rese conto che quella sensazione non proveniva da lui, o da ciò che il ricordo della ragazza squalo gli risvegliava dentro, ma dallo spirito demoniaco che abitava i suoi orecchini maledetti.
    "Baku… che cosa c’è?"
    Percepì uno strano sentore nascere nella Divoratrice di Sogni. Sembrava quasi… orrore.
    "Quella… Quella cosa è…" Per un istante le mancarono le parole, che uscirono dalla sua bocca con un singhiozzo strozzato. "…un abominio".
    Yusuke non riusciva a capire. Si riferiva all’uomo posseduto? Ai suoi occhi sembrava del tutto simile agli altri demoni che avevano incontrato: le corna, le orecchie, gli artigli…
    "No, non lo è", graffiò lei, intercettando il flusso dei suoi pensieri. "L’essere all’interno del suo Frammento è… morto".
    Yusuke aggrottò le sopracciglia. "Abbiamo già visto una cosa del genere, con il Demone delle Carpe nella lancia di Ameki".
    "Intendo dire che non è nemmeno mai nato".
    Quel pensiero lo lasciò incapace di rispondere. Un demone mai nato… come un figlio estratto prima del tempo dal ventre della madre?
    Si rese conto di non essersi mai posto il problema di come facesse un demone a venire al mondo. Si era sempre accontentato dei racconti di Baku su come il Mouryou fosse il “padre” di tutti loro, senza mai scendere nello specifico su come avvenisse la generazione di un nuovo demone. La mente gli si affollò di immagini disgustose, come il Mouryou che vomitava bozzoli pulsanti ricoperti di melma, da cui poi sarebbe emerso il suo ultimo figlio. Non osò chiederne conferma alla sua compagna, per paura di ferirla più di quanto già non fosse. Per quanto il suo odio per tutti i suoi fratelli e sorelle fosse profondo e radicato, Yusuke sapeva che un tempo li aveva amati, a modo suo, e che vedere uno di loro ridotto in quello stato prima ancora che avesse cominciato a vivere la addolorava nel profondo. Lui non poteva fare a meno di pensare a quante vite umane fossero state risparmiate grazie alla morte prematura del demone originario.
    Il Mukenin avanzò di un paio di passi verso di lui, portandosi sotto la luce. L’asimmetria del suo viso lo faceva somigliare ad un demone completo a cui avessero sciolto metà della faccia nell’acido.
    «Se hai finito di guardarti intorno, ho una domanda da farti, prima di ucciderti».
    Parlava con una voce roca e graffiante, abrasiva. Yusuke si rialzò in piedi, fronteggiandolo.
    «Chi ti manda, ragazzino? Sei qui per me… o per il vecchio?»
    L’Uchiha non rispose, ma portò una mano all’impugnatura della spada alla cintura. Sembrava chiaro che l’uomo fosse nel pieno controllo delle sue azioni e non, come aveva pensato pochi minuti prima, sotto l’influenza di un demone che lo possedeva; fattore che combaciava con ciò che Baku riusciva a percepire del demone in suo possesso. Non restava che individuare il suo Frammento Demoniaco e tagliarglielo via a colpi di lama. Il Mukenin pareva disarmato e, nascosto com’era al di sotto dell’ampio poncio logoro che indossava, non riusciva a scorgere alcun oggetto o accessorio dall’aria sospetta, che potesse rimandare all’epoca lontana in cui i monaci del Paese dei Demoni conoscevano il segreto per sigillare quei mostri all’interno di oggetti materiali.
    "Vorrà dire che glielo strapperemo dai resti del suo cadavere".
    Scattò in avanti, schizzando dritto verso il Ninja rinnegato, il corpo raccolto intorno al fodero della Spada Kusanagi. La sguainò in un lampo, attaccandolo con un fendente in estrazione a cui ne fece seguire un altro, discendente, puntando ad affondargli la lama alla base del collo.
    Il metallo cozzò contro il corpo del suo avversario e ne venne respinto. Yusuke divaricò le gambe e roteò su sé stesso, estendendo la lama davanti a sé per decapitare il Mukenin con una spazzata diretta al lato opposto del collo rispetto a dove lo aveva appena attaccato.
    Jinsokuna Chuushutsu - Estrazione Rapida
    tA9q
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Kenjutsu
    Si tratta di un Jutsu che racchiude una pratica essenziale per chi vive della propria spada. Consente all'utilizzatore di sfoderare una qualunque arma che sia paragonabile ad una wakizashi o ad una katana in un brevissimo lasso di tempo, a prescindere da dove l'armi si trovi, purché sia addosso all'utilizzatore ed a portata di mano. L'azione sarà pressoché fulminea, se non quasi istantanea e permetterà all'utilizzatore di disporre immediatamente della propria arma, nonché poter sferrare i suoi Kenjutsu con maggiore prontezza oppure per poter eseguire subito un fendente in qualsiasi direzione che causerà danni almeno lievi da Taglio.
    Necessaria una Katana o Arma simile.
    Consumo: 2

    Hoīru Suīpu - Spazzata Rotante
    tAOb
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Kenjutsu
    Questo Kenjutsu elementare può essere eseguito con una qualsiasi Arma da taglio. La Tecnica consiste nel divaricare le gambe e poi eseguire una rapida rotazione delle anche, portando l'arma impugnata con una o due mani in una rapida spazzata orizzontale che avrà una ampiezza di 180 gradi, eseguita con tutto il corpo, che causerà danni almeno di medio-lieve entità da Taglio e sbalzerà all'indietro un eventuale avversario di un paio di metri. Se si utilizza un'arma paragonabile ad una Katana o superiore, nel caso in cui il nemico si difenda con una lama, il colpo lo lascerà con le braccia leggermente indolenzite per via dell'inerzia del colpo e quindi incapace di reagire prontamente ad un assalto successivo, a meno di non utilizzare un altro Kenjutsu.
    Richiede un'Arma da Taglio.
    Consumo: 2

    Per una seconda volta, la lama impattò contro qualcosa di duro al di sotto degli abiti dell’uomo, rimbalzando all’indietro con un rumore sordo. L’Uchiha arricciò un labbro in un ringhio silenzioso. Se avesse ricevuto un Ryo per ogni volta che la sua spada “incontrastabile” veniva bloccata da qualcosa, a quell’ora sarebbe stato abbastanza ricco da comprarsi un titolo nobiliare nel Paese del Fuoco.
    Il demone non gli diede il tempo di restare lì a rimuginare su che cosa fosse andato sorto, perché sollevò un palmo all’altezza dello stomaco e generò un’esplosione di vento che lo investì, e lo fece volare all’indietro di un paio di metri finché non andò a sbattere contro la colonna più vicina. Cadde a terra in ginocchio, a quattro zampe, gli occhi sbarrati dal dolore per aver subìto un altro urto alla schiena, già crivellata di buchi sanguinanti. Avvertì un rivolo di sangue colargli lungo la guancia, frutto di uno dei molti tagli superficiali provocati dall’onda d’urto. "Accidenti".
    Fece per recuperare la spada, sfuggitagli di mano e rotolata sulle assi di legno ad un passo da lui, quando le dita del Mukenin gli si strinsero intorno alla gola, mozzandogli il fiato un attimo prima che riuscisse a raggiungere l’impugnatura dell’arma. Dal polso della mano, separata dal resto del corpo, pulsavano una manciata di quei tentacoli viscidi che la mantenevano in qualche modo collegata al braccio mozzato dell’uomo, a qualche metro di distanza, come una grottesca appendice con cui cercava di strozzarlo. Boccheggiando con gli occhi colmi di repulsione per quello spettacolo innaturale, Yusuke venne trascinato in avanti, a mano a mano che i tentacoli rientravano all’interno del braccio. Quando la mano si ricongiunse al resto del corpo, la presa del demone su di lui era salda come l’acciaio. Lo teneva innalzato da terra con i piedi a penzoloni, che scalciavano alla ricerca di un appiglio che non c’era.
    Lo attirò a sé, squadrandolo con gli occhi neri come la pece.
    «Ti conosco?» Ridusse gli occhi a due buie fessure. «Il tuo viso mi è familiare. Perché…?».
    "Vaffanculo", pensò Yusuke, distendendo le dita della mano sinistra lungo il corpo.
    Quando sentì le spire sottili di un serpente avvolgerglisi nel palmo, inondò di Chakra la sua Arte Oculare. Gridando di dolore, il demone lasciò la presa sul collo ed arretrò di un passo, portandosi le mani alle tempie con una smorfia penosa. La Luna di Sangue cadde in piedi ed inspirò aria a pieni polmoni; tossendo, vomitò grumi di sangue che gli colarono sul mento mentre stringeva la presa intorno alla Spada Kusanagi e affondava un colpo in avanti, caricandovi tutto il peso del corpo.
    Ritorno della Kusanagi
    Yb2ztdo
    Quando non è impugnata dal proprietario, secondo la volontà di quest'ultimo la spada può trasformarsi in una serpe lunga quanto la spada stessa, dotata di vita propria ed in grado di tornare autonomamente in mano al proprietario. La serpe si muove a velocità alta ed è parecchio sfuggevole, anche tra le mani di un eventuale ladro. Tuttavia, non può attaccare, difendere o avere qualsiasi altra utilità al di fuori dell'unica elencata. Questa Capacità può attivarsi solo a patto che spada e proprietario non distino più di cinquanta metri l'uno dall'altro.

    Uchiha Seishin Shogai - Flagello Mentale Uchiha
    H1eSv6h
    Livello: A
    Tipo: Genjutsu
    Questo Genjutsu permette di colpire un singolo nemico nel raggio di venti metri intorno all'utilizzatore, anche senza incrociare direttamente lo sguardo dell'Uchiha. La vittima è pervasa da un'intensa sensazione di dolore, come se migliaia di lame affilate le trafiggessero il cervello, e rimarrà paralizzata per quattro secondi. L'Uchiha non avrà nessuna limitazione al movimento e potrà sferrare un normale attacco contro la vittima, anche se l'illusione può essere combinata solo con Jutsu di livello B o inferiore se si attacca in concomitanza a questo Genjutsu. Al termine del Flagello Mentale, l'avversario si sentirà spaesato e debilitato, ma non subisce alcun malus fisico-motorio. La Tecnica, per via dello sforzo che richiede all'Uchiha, è utilizzabile una sola volta ogni tre Turni.
    Dissolvibile con una ferita medio-grave.
    Consumo: 15

    Dai Tosshin - Affondo Superiore
    XJHu8np
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Kenjutsu
    Evoluzione dell'Affondo Frontale, pensato per essere utilizzato con maggiore versatilità. Può essere eseguito mediante una Arma da Taglio di qualsiasi dimensione. Non è necessaria alcuna preparazione, bensì basta che l'utilizzatore tenga impugnata l'Arma per poter eseguire questo rapido colpo. Si tratta di un affondo caricato, portato come un rapido movimento dell'Arma, il quale avrà una velocità di un grado e mezzo superiore rispetto all'utilizzatore. Se il colpo va a segno è capace di provocare una ferita da Taglio almeno di medio-grave entità, anche se prende di striscio. La peculiarità di questo Kenjutsu è quella di poter dirigere l'affondo in multiple direzioni: in avanti, dal basso verso l'alto o dall'alto verso il basso, anche brandendo l'Arma con un'impugnatura normale oppure invertita.
    Richiede la conoscenza dell'Affondo Frontale e un'Arma da Taglio.
    Consumo: 8

    Quasi cadde addosso al suo avversario, paralizzato sul posto dalla sua illusione, mentre gli trafiggeva il cuore con la lama. Gli trapassò il petto da parte a parte e lo spinse indietro, fino a conficcare la lama nella parete alle sue spalle. Lo inchiodò lì, con l’elsa della spada a pochi centimetri dalla carne. Digrignando i canini affilati sporchi di sangue, Yusuke portò la bocca all’orecchio dell’uomo morente.
    «Il mio nome è Yusuke Uchiha», sussurrò con voce roca.
    Lasciò la spada conficcata nel muro e gli diede le spalle, allontanandosi con passo lento. Tossicchiando, sputò a terra un altro grumo di sangue.
    "Ti sei fatto picchiare parecchio", commentò Baku, riemergendo dai recessi della sua coscienza.
    Yusuke si massaggiò il collo, dolorante. Deglutì con sforzo evidente. "Già. Non avevo mai visto Tecniche del genere". Si diresse verso il fondo della stanza, dove il vecchio monaco si era trascinato, appoggiandosi con la schiena a ridosso di una cassa di legno. "Ma almeno è finita. Una volta sistemato il sacerdote, potremo concentrarci sul Frammento di quel tizio. Magari osservandolo più da vicino potresti riuscire a capire qualcosa di più sulla sua natura".
    Non aveva percorso che pochi metri, quando udì un basso grugnito provenire da dietro di sé.
    «Quel nome…»
    Con un senso di allarme che partiva dalla base del collo, scorrendogli lungo la schiena con un brivido, si volse verso il cadavere del demone impalato alla parete.
    Quell’uomo non poteva essere più vivo.
    Con orrore, lo vide sfilarsi la Spada Kusanagi dal petto ed osservarne la lama insanguinata con un’intensità insolita. Lo osservò lasciarsi andare ad una risatina amara, che lo spiazzò. Il suono roco di quella risata senza gioia riempì la stanza sotterranea, riempiendolo con un senso di inquietudine che non riusciva a spiegare. Era certo di avergli spappolato il cuore con quell’ultimo affondo: come faceva ad essere ancora in piedi…?
    «Saburo ha un senso dell’umorismo davvero malato», mormorò il Mukenin, più a sé stesso che agli altri presenti nella sala. «Lo sapevi, Yusuke Uchiha, che questa spada un tempo apparteneva a tuo padre…?»

    * * *


    Yusuke capitombolò a terra, rotolando sull’erba in maniera scomposta. Si mise inginocchio di scatto, colto da un improvviso giramento di testa, e si tolse con stizza un lembo del lungo cappotto nero dalla faccia. Vi lanciò un’occhiata disgustata: era ricoperto di saliva filante che colava a terra in densi goccioloni verdastri. Diede una scrollata alle braccia, liberandosi di parte della bava che gli imbrattava le mani.
    «Che schifo…»
    Sollevò il capo verso il gigantesco rospo che torreggiava su di lui. «Era proprio necessario? Questo cappotto è nuovo! Lo avevo appen—» Grugnì, trattenendo l’impulso di insultare la creatura. «…Lasciamo perdere».
    L’enorme anfibio rispose al suo fastidio con un silenzio indecifrabile ed un’espressione vuota, stampata sul muso schiacciato e bulboso. Fece scattare la lingua ed afferrò al volo un insetto che volava lì vicino, ingoiandolo tutto intero. Un momento dopo, svanì in un colossale sbuffo di fumo. Al suo posto lasciò una voragine nella foresta di bambù, fatta di canne spezzate e schiacciate sotto al suo peso insostenibile, grande abbastanza da creare una piccola radura in mezzo alla fitta boscaglia. Yusuke lanciò un’imprecazione a mezza voce.
    «Dannato Goro… scommetto che lo ha fatto apposta».
    Non aveva idea di come funzionasse quel teletrasporto tramite le evocazioni, ma era sicuro che Goro lo avesse fatto entrare nella bocca del rospo solo per prendersi gioco di lui. Doveva esserci un modo più comodo per viaggiare, o almeno uno che non implicasse il coprirsi di bava dalla testa ai piedi. Finì di pulirsi come meglio poteva e si rialzò in piedi, dando un’ultima spazzolata al cappotto color carbone. Si guardò intorno e, messe da parte le sue stupide lamentele, non riuscì a trattenere uno sguardo carico di meraviglia: un minuto prima si trovava nelle oscure profondità del Villaggio della Foglia, nel quartier generale sotterraneo della Radice, mentre ora era apparso al centro del continente orientale, ad un oceano di distanza dal Paese del Fuoco.
    "Incredibile…"
    Senza il trucco di Goro ci avrebbe messo giorni e giorni per arrivare fin lì, vanificando qualsiasi speranza di ritrovare vivo il sacerdote. In quel modo forse c’era una possibilità che fosse ancora in vita, anche se salvarlo non era la priorità di Saburo.
    Lui invece era combattuto. Era ormai un po’ di tempo che continuava a rimestargli in testa il ricordo di Maemi Takahashi e della loro avventura nel Paese degli Artigiani; non riusciva a dimenticare come si era sentito, quando era corso in suo aiuto contro gli accoliti del Dio Abissale: combattere per proteggere, e non solo per uccidere, aveva riacceso in lui una speranza che credeva di avere perduto per sempre, da quando Nobuo era morto e lui era entrato nella Radice. Quella speranza si era tramutata in una fiammella che si rifiutava di spegnersi, e per la quale aveva scoperto di essere disposto a battersi, anche a discapito di tutto ciò che poteva accadergli. Ciò che era avvenuto prima nella foresta di Teichi, e poi all’ultimo Torneo delle Grandi Nazioni, qualche mese prima, era ancora vivido in lui e lo rendeva confuso riguardo la direzione da prendere. Salvare il sacerdote avrebbe significato ravvivare quella fiammella, anche solo per un po’. Tuttavia, se il suo nemico fosse stato davvero un figlio del Mouryou… niente avrebbe avuto più importanza di uccidere quel bastardo. Anche a costo di rinunciare ad un altro pezzetto della sua anima.
    "…e questo l’abbiamo capito. Se hai finito con i monologhi interiori, grazie… vediamo di darci una mossa".
    Yusuke arricciò le narici e si costrinse a sorridere, storpiando le labbra in un ghigno forzato. "Da quando sei di così ottimo umore, Baku…?"
    "Non lo sono. Sono i tuoi pensieri deprimenti che mi fanno venire voglia di vomitare".
    Sbuffando, si coprì la fronte con una mano e sollevò il capo al cielo, a caccia della posizione del sole nascosto tra le altissime canne di bambù. Mancavano ancora quasi un paio d’ore a mezzogiorno. Goro aveva detto che lo avrebbe fatto arrivare proprio nei pressi del tempio di Suru, e che gli sarebbe bastato procedere verso nord-est per qualche minuto. Quando gli aveva chiesto come poteva essere così preciso in un viaggio da una parte all’altra del mondo, aveva risposto soltanto che “aveva familiarità con quel luogo”, senza aggiungere altro.
    Dannato gorilla.
    Dopo aver calcolato all’incirca la direzione da prendere, sguainò la Kusanagi e si inoltrò nella foresta, facendosi strada a colpi di spada quando la vegetazione si faceva troppo fitta.
    "Ehi, Baku", pensò, affettando una canna di bambù che gli impediva il passaggio. "Che c’è di male nel voler proteggere il prossimo? Tu stessa mi hai aiutato a salvare Maemi, quando stava per affogare".
    Percepì l’agitazione e l’imbarazzo del demone prima ancora che cominciasse a parlare, e ne sorrise. Anche se erano passati mesi da quella missione, non era mai riuscito a farle ammettere che, quando la ragazza della Nebbia era stata gettata in mare con quel peso legato alla caviglia, Baku aveva compiuto un gesto di disinteressato altruismo nell’avvisarlo del pericolo, permettendogli di intervenire in tempo e tirarla fuori dall’acqua.
    "Quello non—… non è questo il punto, idiota. Se vuoi perdere il tuo tempo rischiando la vita per qualcuno che morirà comunque, bene, peggio per te. Ma sono stanca di vederti cercare di essere qualcosa che non sei".
    L’Uchiha cominciò ad intravedere il diradarsi delle piante di bambù, un poco più avanti. Diede un altro colpo di spada, abbattendo un paio di lunghe canne che caddero alle sue spalle, mentre le superava.
    "…Che cosa stai cercando di dire, Baku?"
    "Che io ti conosco, Luna di Sangue. Te l’ho già detto il giorno della finale del Torneo, prima che quella donna venisse a guastarti la festa. Vedo quello che c’è dentro di te", rispose la Divoratrice di Sogni, graffiante. "E dico che ti prendi in giro con questi patetici pensieri sul “proteggere”, sul fare la cosa giusta. Chi stavi proteggendo quando abbiamo massacrato gli adoratori di demoni nel loro accampamento? Eh!?". Lui tacque, incapace di rispondere. "Apri gli occhi, Yusuke: hai smesso di essere un eroe da tanto tempo. Dal momento in cui hai scelto di indossare i miei orecchini".
    Yusuke si incupì. Le sue parole bruciavano, perché risuonavano con cose che cercava di tenere pigiate a fondo dentro di lui. "Baku…"
    "Ho già detto quello che volevo dire", tagliò corto lei, leggendogli nel pensiero. "Ogni minuto che non passiamo a dare la caccia ai miei fratelli è un’assoluta perdita di tempo. Vediamo di concludere alla svelta questa buffonata".
    Per un po’, l’unico rumore a frapporsi tra i loro silenzi fu il suono della Spada Kusanagi che affettava l’aria. La foresta di bambù si interruppe quasi all’improvviso e l’Uchiha si ritrovò d’un colpo sotto la luce diretta del sole. Davanti a lui si estendeva il complesso del Tempio di Suru, dominato dalla pagoda che torreggiava su tutti gli altri edifici che la circondavano. Contò cinque tetti spioventi che ne delimitavano i piani sovrapposti, prima di distogliere lo sguardo alla ricerca del torii che identificava il cancello d’ingresso. Avvicinandosi al portale di pietra, notò due guardie appostate ai lati dei piloni, in attesa: indossavano entrambe un gilet tattico color terra dalla forma inusuale, che si restringeva a partire dal pettorale fino alla base del collo, lasciando scoperte spalle e clavicole. Sul loro coprifronte campeggiava il simbolo di una chiave stilizzata. Dovevano essere Ninja del Villaggio delle Chiavi, rimasti a presidiare la zona dopo l’aggressione subita dal misterioso assalitore.
    Yusuke si fece appresso con deliberata calma, per non metterli in allarme, tenendo alta la fronte e mostrando la placca metallica che lo identificava come Shinobi della Foglia. Si fermò davanti a loro con un cenno del capo ed un fruscio del cappotto.
    «Salve».
    I due si irrigidirono e si scambiarono uno sguardo, prima di sbarrargli la strada.
    «Identificati, Shinobi» fece il primo, il più anziano tra i due.
    Tra le labbra teneva uno spiedo di metallo, con cui giochicchiava con la lingua, spostandolo da un lato all’altro della bocca. Notò che non gli toglieva gli occhi di dosso.
    «Mi chiamo Yusuke, del Clan Uchiha». Rovistò nella borsa fino a trovare la pergamena che certificava il suo incarico, e la porse loro. «Sono qui per il sacerdote scomparso».
    Il Ninja più giovane rivolse lo sguardo al compagno, in cerca di approvazione. L’uomo gli rispose con un brusco cenno del capo, grattandosi la barba ruvida che gli cresceva sul mento. Qualche secondo ed una lettura veloce dopo, il ragazzo annuì.
    «Sembra tutto regolare, Genzo».
    L’altro sbuffò, piegando le labbra in una smorfia cattiva. «Incredibile che da Konoha abbiano mandato un solo uomo… si sono sprecati, i signori».
    Yusuke arricciò il labbro, mostrando un canino affilato. «Incredibile è che, per un incarico che il vostro Villaggio non è riuscito a completare, la Foglia abbia ritenuto sufficiente inviare un singolo Shinobi». Sollevò il mento, guardando l’uomo negli occhi dal basso verso l’alto. «Questo deve dirla lunga sulla qualità dei vostri Ninja».
    «Che hai detto, piccolo…!»
    Il Ninja di nome Genzo fece un passo avanti, il petto in fuori. Yusuke sollevò una mano, frapponendola tra sé e l’uomo.
    «Non ho tempo per questo».
    Sharingan Tre Tomoe
    nnXZZrc
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Sviluppata la terza Tomoe l'Uchiha può, nel caso si accorga di essere preda d'un Illusione, dissolverla istantaneamente, anche se a base uditiva nel caso in cui le suddette Illusioni coinvolgano il senso della vista; per illusioni di livello A o superiore, quando disperse, l'utilizzatore dovrà pagare un surplus di Chakra pari al costo del Genjutsu disperso a cui andrà sottratto il costo dello Sharingan. Può inoltre utilizzare qualsiasi Genjutsu semplicemente con lo Sharingan senza usare alcuna impostazione delle mani, se la vittima ne incrocia lo sguardo. Lo Sharingan dona capacità di preveggenza permettendo all'Uchiha di prevedere qualunque attacco fisico, movimento, Taijutsu e Ninjutsu e capire se è una tecnica a base elementale o meno, e di conseguenza l'elemento utilizzato per la tecnica. Tuttavia, ogni schivata o contromossa è vincolata ai limiti fisici dell'utilizzatore. E' possibile inoltre copiare qualsiasi Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu visto ed utilizzarli in combattimento fino al termine dello stesso.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Seishin Tosei No Jutsu - Tecnica del Controllo Mentale
    mjuvtut
    Livello: A
    Tipo: Genjutsu
    Questo potentissimo Genjutsu permette di far cadere un altro individuo sotto il proprio controllo mentale. Per essere utilizzato richiede immobilità da parte dell’utilizzatore ed il contatto visivo della vittima con il proprio Sharingan. Questo Jutsu può essere utilizzato soltanto su Ninja di grado inferiore al proprio o sui civili, e rende il bersaglio una vera e propria marionetta al servizio dell'utilizzatore, di fatto obbedendo ad ogni suo ordine. Se si sta controllando uno Shinobi egli potrà utilizzare le Tecniche del proprio arsenale, ma solo una per Turno ed il Chakra utilizzato dal Ninja verrà scalato da quello dell'Uchiha, e non dalla vittima dell’Illusione. Durante il controllo mentale, la vittima del Genjutsu non può auto-infliggersi ferite superiori all’entità media, pena lo scioglimento della Tecnica per via dell’istinto di auto-conservazione dell’individuo che entrerà in gioco un attimo prima che questi stia per ferirsi. Se utilizzata contro un altro giocatore, l'Uchiha dovrà essere di almeno due gradi superiore all'avversario. Se l'utilizzatore prova ad attaccare in qualsiasi modo la vittima di questa Tecnica, l'Illusione si dissolve automaticamente.
    Se utilizzata a scopo narrativo durante una Quest, la sua durata può essere protratta fino ad un massimo ventiquattro ore con un solo utilizzo e non avrà Consumo.
    Dissolvibile con una ferita medio-grave, oppure tramite la Capacità "Interruzione Genjutsu" utilizzata sull'Uchiha o sulla vittima, pagando 30 punti Chakra.

    Consumo: N/A

    Incrociò lo sguardo dello Shinobi, incatenandolo al suo volere grazie al potere dello Sharingan. Genzo si arrestò, cessando ogni animosità che stava mostrando nei suoi confronti.
    «Portatemi sul luogo dell’attacco, per favore».
    «Sì, signore», rispose la guardia, con un inchino appena accennato.
    Il suo compagno, il Ninja più giovane, lo guardò costernato, ma si trattenne dall’effettuare commenti. Si limitò a spostarsi di lato, lasciando che il suo compagno facesse strada all’interno del complesso del tempio.
    Mentre attraversava il portale torii, unendosi al duo del Villaggio delle Chiavi, Yusuke sollevò lo sguardo e si accorse che l’intero tempio di Suru era circondato da un’immensa cupola di Chakra, molto simile a quella che avvolgeva il Villaggio della Foglia, anche se il tracciato dei simboli sulla superficie sembrava diverso. Da dove si trovava, riusciva a scorgere un gigantesco Kanji che recitava il verbo “Respingere”, assente nella barriera del suo Villaggio natio, dove invece apparivano soltanto i simboli per “Confine” e “Barriera”. Strano, pensò, perché nel momento in cui ne aveva varcato il perimetro non aveva avvertito alcuna forza repulsiva. Proseguendo lungo la strada ciottolata che portava al piazzale principale del complesso, notò che in cielo, ad un’altezza non raggiungibile da nessun essere umano perché troppo lontano da qualsiasi appiglio, si trovava una sorta di fenditura nella barriera; uno squarcio nel tessuto stesso di Chakra, come una ferita causata dall’enorme zampata di un essere invisibile. Tutta la barriera intorno a quel punto pareva indebolita, sofferente, come se faticasse a mantenere la sua stessa struttura intatta nonostante quel varco aperto con la forza. "Direi che abbiamo trovato il punto d’ingresso del nostro rapitore. Si è fatto portare in volo da una qualche creatura, forse?"
    «La zona dell’aggressione è per di qua», grugnì Genzo, facendogli distogliere l’attenzione da ciò che si trovava nel cielo. «Dopo il dormitorio».
    L’intero tempio di Suru era immerso nella vegetazione, tra cui spiccavano degli splendidi alberi dalle chiome dorate, le cui foglie si posavano a terra sospinte da un vento leggero, formando un tappeto ambrato sui ciottoli dei camminamenti tra i giardini. Nonostante tutta quella bellezza, che sembrava appartenere ad un mondo altro rispetto a ciò che si trovava al di fuori delle mura, in quel luogo si respirava un’aria mesta e silenziosa. Molte delle casupole e dei padiglioni che superavano apparivano in disuso, abbandonati da tempo. A parte i tre Ninja che lo stavano attraversando, in tutto il tempio pareva non esserci anima viva.
    Yusuke si rivolse alle sue guide, affrettando il passo per non restare indietro. «Cos’è successo qui? Dove sono tutti i monaci…?»
    «Non ci sono più», si affrettò a rispondere lo Shinobi più giovane.
    «E dove sono finiti?»
    «Il sacerdote li ha… mandati via. Dopo una lite con uno dei suoi discepoli. Da allora il tempio si rivolge al Villaggio delle Chiavi per la protezione».
    «…Protezione per cosa?», chiese Yusuke, fissando lo sguardo sulla schiena del giovane.
    Il ragazzo non rispose.

    * * *

    Sharingan Tre Tomoe
    nnXZZrc
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Sviluppata la terza Tomoe l'Uchiha può, nel caso si accorga di essere preda d'un Illusione, dissolverla istantaneamente, anche se a base uditiva nel caso in cui le suddette Illusioni coinvolgano il senso della vista; per illusioni di livello A o superiore, quando disperse, l'utilizzatore dovrà pagare un surplus di Chakra pari al costo del Genjutsu disperso a cui andrà sottratto il costo dello Sharingan. Può inoltre utilizzare qualsiasi Genjutsu semplicemente con lo Sharingan senza usare alcuna impostazione delle mani, se la vittima ne incrocia lo sguardo. Lo Sharingan dona capacità di preveggenza permettendo all'Uchiha di prevedere qualunque attacco fisico, movimento, Taijutsu e Ninjutsu e capire se è una tecnica a base elementale o meno, e di conseguenza l'elemento utilizzato per la tecnica. Tuttavia, ogni schivata o contromossa è vincolata ai limiti fisici dell'utilizzatore. E' possibile inoltre copiare qualsiasi Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu visto ed utilizzarli in combattimento fino al termine dello stesso.
    Consumo: 8 (A Turno)

    La Luna di Sangue rimase lì impalata, incapace di produrre alcun suono da una gola che si era fatta improvvisamente arida come le dune del Grande Mare di Sabbia. Come faceva il demone a sapere di lui, della sua famiglia…?
    Di fronte al suo sgomento, il Mukenin sogghignò, distorcendo il volto ustionato in una smorfia amara.
    «Non lo sapevi. Certo che no, che domande… Stai partecipando ad un gioco di cui non conosci nemmeno le regole, ragazzino». Scosse la testa, rigirandosi la Spada Kusanagi tra le mani. «Scommetto che non sai nemmeno che il grande Emon Saburo, l’unico uomo che può averti affidato questa spada, è il responsabile della morte di tuo padre. Dico bene, Yusuke?»
    Lui sbiancò. "No". Non era possibile. Ciò che diceva quel tizio non poteva essere vero. Non poteva… Suo padre non…
    Yusuke sentì i polmoni farsi piccoli piccoli, incapaci di incamerare aria a sufficienza rispetto alla velocità con cui il suo cuore pompava sangue nelle vene. Sentì un moto di panico ghermirgli le viscere ed afferrargli lo stomaco, uncinandogli le budella come per squarciarlo in due. Il suo avversario gettò l’arma a terra e fece un passo di lato, avvicinando la metà ustionata del viso alla luce della lampada più vicina.
    «Ci ha provato anche con me, naturalmente, ma Yukio non è riuscito a portare a termine il lavoro».
    Yukio. L’esecutore finale della Radice. L’unico membro della loro squadra che non aveva mai incontrato, nemmeno una volta. Un giorno, Chidori l’aveva definito “l’uomo che Saburo mandava quando voleva che un posto venisse raso al suolo”. Forse aveva addirittura usato il termine “incenerito”. Osservando il volto sfigurato dell’uomo che aveva davanti, quella frase assumeva un nuovo significato ancora più sinistro. Ma come poteva quella persona conoscere nomi e oggetti con una tale sicurezza, con una simile precisione…?
    «Chi sei? Come sai tutte queste cose…?», gracchiò infine, incapace di aggiungere altro.
    «Non ho tempo per una riunione di famiglia», rispose il demone, spazientito.
    Compose alcuni Sigilli e rilasciò un’onda d’urto che lo investì in pieno. I vetri delle lampade ad olio andarono in frantumi e le deboli fiamme si spensero in un soffio; tutte tranne una, nascosta da qualche parte alle spalle di Yusuke, che continuava a gettare una flebile luce nella sala altrimenti calata nelle tenebre. Quando quelle onde quasi solide lo attraversarono, fu come se gli avessero sottratto tutte le forze nel tempo dell’esalazione di un singolo respiro. Barcollando, cadde a terra, incapace di reggersi in piedi sulle gambe fattesi molli.
    «Ma cos—»
    Intravide la figura del Mukenin passargli accanto e schiacciarlo al pavimento, premendogli un piede sullo sterno.
    «Resta giù e non ti farò del male». Percepì un brivido percorrere il corpo dell’uomo, fin giù lungo la gamba e la pianta del piede. «C’è una parte di me che vorrebbe farti a pezzi, ma non lo farò. Per il rispetto che provo per tuo padre».
    Lo oltrepassò e sparì nell’ombra dell’area non illuminata della stanza, là dove il monaco ferito aveva cercato riparo. Ma, in quel momento, nella testa dell’Uchiha c’era spazio solo per domande senza risposta. Chi era quell’uomo? Poteva esserci qualcosa di vero nelle sue parole…?
    "La morte di mio padre…"
    Dopo una burrascosa separazione da sua madre, quando Yusuke frequentava ancora l’Accademia Ninja, Sho Uchiha era entrato a far parte delle Squadre Speciali ANBU e lì aveva trovato la morte, in circostanze mai del tutto chiarite. Se anche aveva saputo qualcosa, neppure sua madre non aveva mai voluto parlargliene, troncando sul nascere ogni domanda che lo riguardasse. L’unico scenario sensato in cui Saburo potesse avergli donato la spada era… "…se lui fosse stato un membro della Radice".
    Ma possibile che fosse quella la verità, e che Saburo lo avesse ucciso? Salvo poi manipolare il suo stesso figlio affinché ne ricoprisse lo stesso, identico ruolo all’interno della squadra, in un gioco crudele in cui tutti loro non erano che marionette rimpiazzabili in quel suo grande spettacolo di morte…?
    Dopotutto, quando si erano incontrati per la prima volta, subito prima che Yusuke partisse per il suo secondo viaggio sull’Isola della Luna, Saburo aveva affermato di sapere che cosa fosse accaduto davvero a suo padre… in seguito aveva pensato che avesse soltanto cercato di manipolarlo, per convincerlo ad andare e mettersi nei guai, così da poterlo controllare per il resto dei suoi giorni. E se invece ci fosse stato dell’altro?
    "Frena il cavallo, sacco di carne", lo ammonì Baku, con una nota sorprendentemente dolce nel tono di voce, nonostante gli appellativi che continuava a riservargli. "Non sappiamo neanche chi sia questo tizio. In qualche modo è collegato a te e a Saburo, questo sì, ma non ci sono prove che non stia raccontando un sacco di balle. Potrebbe essere tutto uno stratagemma per portarti dalla sua parte, o distrarti quel tanto che basta per farti fuori".
    "Avrebbe potuto uccidermi adesso, Baku, ma non l’ha fatto. Perché?"
    "Beh…"
    Il loro scambio di opinioni venne interrotto dalla voce del Mukenin, che passò accanto a Yusuke trascinandosi dietro qualcosa.
    «E adesso, monaco, mi dirai ciò che voglio sapere».
    «Non… non l’avrai mai…», mugolò il sacerdote, nella penombra. «Sei un pazzo, come tutti gli altri venuti prima di te».
    Yusuke realizzò che il demone si stava trascinando dietro il vecchio, dopo averlo afferrato per una caviglia. Il monaco, uno degli obiettivi della sua missione. Scrollando la testa per riacquistare lucidità, si rimise in ginocchio, cercando di ritrovare l’equilibrio perduto.
    «F-Fermati. Lascialo andare».
    Illuminato debolmente dal riverbero dell’unica lampada accesa, l’uomo inclinò la testa di lato con fastidio, rivolgendo verso di lui il lato del viso su cui campeggiava il corno demoniaco.
    «Ti avevo detto di stare… FERMO!», gridò con voce disumana.
    Inarcò la schiena e qualcosa si staccò da lui, strappandogli le vesti. Un ammasso d’ombra gli saltò addosso e finirono entrambi a terra, avvolti in una zuffa. Tra le dita sentiva sgusciare decine di tentacoli viscidi, intrecciati tra loro in un agglomerato che pareva avesse dato vita ad una creatura senziente. L’animale d’ombra era più grosso di lui, e Yusuke era ancora fiaccato da quell’attacco fatto di onde sonore. La creatura lo inchiodò al pavimento, tenendolo schiacciato al suolo con il suo stesso peso. Gli appoggiò sul petto quella che sembrava una zampa e, dopo un istante, sentì il suo corpo farsi molto più pesante, grave, spremuto a terra da una forza così opprimente da rendergli quasi impossibile ogni movimento. Le assi di legno sotto di lui si spezzarono per l’improvviso aumento di peso, fattosi insostenibile, e si ritrovò incassato tra frammenti di roccia e strati di terra battuta. Il suo intero campo visivo si ridusse ad un coacervo di tentacoli intrecciati che guizzavano dentro e fuori quel corpo composito, come se l’unico modo per tenerlo insieme fosse restare sempre in movimento, senza arrestare mai quel moto disgustoso e grottesco. In alto, al posto del viso, scorse una maschera di legno simile a quella che portavano gli ANBU del Villaggio della Foglia. Aveva sembianze porcine, con due grandi zanne marroni che emergevano dal labbro inferiore della bocca, che ricordavano quelle di un facocero o di un grosso maiale.
    «Dimmi come attivare il portale, vecchio!», udì gridare il demone, oltre la creatura ai suoi ordini.
    «Hai… perso», mormorò flebile la voce del sacerdote. Doveva essere molto debole a causa delle torture che aveva subìto. «Non ti dirò niente».
    «Mettilo giù!», ordinò ancora Yusuke.
    Con un grugnito, convogliò il flusso di Chakra nei muscoli e li irrorò di nuove energie. Li sentì gonfiarsi con una forza nuova ed avvertì sulla pelle lo sfrigolio tipico di quando rafforzava le membra a quel modo, con riccioli di vapore che gli si sollevavano dal corpo.
    Kaze no Ugoki - Movimento del Vento
    LRjob5m
    Sviluppatore: Kyoshiro Tsuuya
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Le basi per creare questo Taijutsu sono nate da un tentativo di imitare la Tecnica degli Specchi Diabolici tipica del Clan Yuki. Lo sviluppatore ha cercato di trovare un modo per eguagliare, o quantomeno avvinarsi, alla rapidità di movimento che contraddistingue il Jutsu base della sua Innata. Facendo dunque circolare in modo rapidissimo il Chakra Base nel proprio corpo, una lieve scia di vapore acqueo fuoriuscirà dai propri muscoli, a causa dell'enorme sollecitazione e frizione a cui sono sottoposti, fino al punto da permettere allo Shinobi di aumentare le proprie capacità motorie e la Forza di ben due gradi. Fintanto che la Tecnica rimane attiva, da tutto il corpo dell'utilizzatore si potranno vedere questi lievi riccioli di vapore acqueo sollevarsi dalla propria pelle per qualche centimetro, segno che il proprio corpo è sotto l'influsso della Tecnica.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Appoggiò entrambe le mani contro la moltitudine di fibre tentacolari e spinse con tutta la forza che aveva. La creatura si mosse, allontanandosi un poco dal suo petto, e lui spinse più forte, gemendo per lo sforzo.
    «Dimmi come attivare lo specchio, adesso!»
    Il monaco tossicchiò, la voce ridotta ad un rantolo penoso. «Finché avrò sangue nelle vene, onorerò il mio giuramento. Non avrai niente da me».
    «Finché avrai… ma certo», esclamò il Mukenin, occultato alla sua vista. «Come ho fatto a non pensarci prima? Il sangue… era così semplice, monaco. Grazie per avermi reso le cose più semplici, finalmente».
    «Fermo!», gridò l’Uchiha, paonazzo per lo sforzo.
    D’un tratto l’essere divenne infinitamente più pesante di quanto già non fosse, e Yusuke sprofondò ancora più a fondo nel terreno, con un rumore diffuso di assi di legno che si spezzavano intorno a loro. Sentì il fiato venirgli meno.
    Un momento dopo, udì l’orrendo suono di ossa che si spezzavano e carne che veniva maciullata.

    * * *

    Sharingan Tre Tomoe
    nnXZZrc
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Sviluppata la terza Tomoe l'Uchiha può, nel caso si accorga di essere preda d'un Illusione, dissolverla istantaneamente, anche se a base uditiva nel caso in cui le suddette Illusioni coinvolgano il senso della vista; per illusioni di livello A o superiore, quando disperse, l'utilizzatore dovrà pagare un surplus di Chakra pari al costo del Genjutsu disperso a cui andrà sottratto il costo dello Sharingan. Può inoltre utilizzare qualsiasi Genjutsu semplicemente con lo Sharingan senza usare alcuna impostazione delle mani, se la vittima ne incrocia lo sguardo. Lo Sharingan dona capacità di preveggenza permettendo all'Uchiha di prevedere qualunque attacco fisico, movimento, Taijutsu e Ninjutsu e capire se è una tecnica a base elementale o meno, e di conseguenza l'elemento utilizzato per la tecnica. Tuttavia, ogni schivata o contromossa è vincolata ai limiti fisici dell'utilizzatore. E' possibile inoltre copiare qualsiasi Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu visto ed utilizzarli in combattimento fino al termine dello stesso.
    Consumo: 8 (A Turno)

    «Lo scontro è avvenuto qui», borbottò Kenzo, rigirandosi lo spiedo tra le labbra.
    Si fermarono davanti all’edificio principale del santuario, munito di un tetto spiovente ricoperto di tegole turchesi ed una facciata impreziosita da sei colonne di legno dipinte di un rosso fiammante. Le colonne erano unite a coppie da archi placcati in oro, battuti in forme che ricordavano lingue di fuoco guizzanti. Da ciascuna coppia di colonne pendevano spesse corde attorcigliate, dalle quali penzolavano numerosi fogli di carta intrecciati; una di queste corde era stata tranciata di netto e pendeva lungo il profilo di una delle colonne laterali. Una delle colonne centrali era attraversata da solchi pesanti simili a colpi d’artiglio, che ne avevano squarciato il legno in profondità, con tagli secchi e precisi; l’ampia scalinata che conduceva all’interno del santuario era costellata di bruciature che ne annerivano gli scalini dorati in più punti. Accanto alle scale erano poste due statue di pietra raffiguranti dei felini, forse dei leoni, il cui manto era composto interamente da una distesa di fiamme scolpite così finemente da sembrare vive. Una delle statue era finita a terra e la testa si era staccata dal resto del corpo, rotolando poco lontano ai piedi della scalinata. Sulla sabbia nello spiazzo antistante il padiglione, invece, erano ancora presenti diversi schizzi di sangue che la imbrattavano di una tonalità vermiglia, ed alcuni crateri poco profondi ed irregolari.
    Sembrava che l’aggressore si fosse fatto strada con la forza, senza curarsi di adottare un approccio furtivo, sbaragliando con brutalità chiunque si ponesse sul suo cammino. Yusuke si inginocchiò accanto al cratere più grande, profondo all’incirca mezzo metro. Quando così tanti Ninja diversi erano coinvolti in un combattimento, era difficile stabilire con certezza a chi appartenessero i resti delle Tecniche che avevano utilizzato e che avevano danneggiato il santuario. Forse, agli occhi di un membro della Polizia Militare di Konoha, quella scena del crimine avrebbe assunto un significato diverso, ma per lui era soltanto l’espressione della furia e del dominio di uno Shinobi molto più potente di coloro che avevano provato a fermarlo.
    «So che ci sono stati sopravvissuti», disse, volgendo il capo verso Kenzo. «Hanno raccontato qualcosa rispetto a ciò che è accaduto qui?»
    Il Ninja si strinse nelle spalle. «Soltanto uno, di una dozzina che erano. Ma non ci sta più molto con la testa».
    «Perché dici questo?»
    «Perché, prima di finire in coma, ha dichiarato di aver visto il colpevole volare via, come un uccellino, dopo essersi caricato il monaco sulle spalle». Sbuffò, giocherellando con lo spiedo di ferro con la lingua. «Come se gli esseri umani potessero volare».
    «Già…», commentò Yusuke, ripensando alla fenditura nella barriera che aveva scorto poco prima.
    Forse il rapitore se n’era andato passando dallo stesso squarcio da cui era entrato. Sarebbe stato sensato, soprattutto se non era sicuro che la barriera avesse smesso di funzionare in tutto il suo perimetro, e non solo nel punto in cui l’aveva penetrata. Sollevò lo sguardo verso la facciata del santuario. Sull’arco d’ingresso più centrale, quello più alto e decorato di tutti, campeggiava una scritta incisa su una lunga placca dorata, che ricopriva gran parte del tronco di legno sottostante.
    «“Nel riflesso del cielo, la via per l’oltretomba”… Che significa?»
    «Oh, è solo un’allegoria del legame tra il nostro regno e quello degli spiriti…», intervenne il Ninja più giovane, tenendo lo sguardo fisso sulla targa fissata alla trave. Quando si accorse dell’occhiata che gli aveva lanciato Yusuke, trasalì. «C-cosa c’è?»
    «Qual è il tuo nome, Shinobi?»
    Il ragazzo arrossì. «S-Shinji, signore».
    «Perché sai tutte queste cose sul tempio, Shinji?»
    «B-beh, è perché fino a pochi anni fa, io… ecco, ero uno dei discepoli del Maestro, qui al tempio. Prima che ci mandasse via, intendo».
    L’Uchiha si alzò in piedi di scatto, accigliandosi. «E non potevi dirlo subito, questo?»
    «Beh ecco, io…»
    «Oh, non importa», fece lui, alzando gli occhi al cielo.
    Si avvicinò al ragazzo a grandi falcate e gli poggiò entrambe le mani sulle spalle. Il giovane era più basso di lui di una decina di centimetri, e più giovane di qualche anno. Guardandolo da vicino, si rese conto di quanto non fosse poco più che un ragazzino. Incrociò il suo sguardo, convogliando nello Sharingan una moderata quantità di Chakra. Ne aveva abbastanza di segreti e risposte sfuggenti.
    Genjutsu: Sharingan - Tecnica Illusoria: Sharingan
    GSXY
    Livello: C
    Tipo: Genjutsu
    Tecnica caratteristica dello Sharingan e della sua abilità nell'Arte delle Illusioni, è utilizzabile in due modalità, e necessita sempre del contatto visivo della vittima con lo Sharingan. Il primo utilizzo può essere portato contro uno Shinobi inferiore di almeno due gradi, e solo se colto completamente di sorpresa, e consisterà nel cancellare gli ultimi trenta secondi della sua memoria per fargli rivivere costantemente gli ultimi dieci minuti vissuti, facendolo cadere in uno stato di ipnosi. Nel caso in cui si abbia vissuto dieci minuti pressoché neutri, come durante un appostamento, ci si potrebbe mettere anche un'ora a comprendere di essere vittima di un'Illusione. Se utilizzata su un soggetto incapace di controllare il Chakra, il suo effetto sarà quello di farlo svenire sul colpo per dodici ore. Una volta dissolta la Tecnica, l'avversario rientra in possesso della memoria degli ultimi trenta secondi precedentemente cancellati dall'Uchiha. Il secondo utilizzo è al fine di estorcere informazioni alla vittima. Sarà necessario che l'utilizzatore rimanga immobile fissando negli occhi il bersaglio, per tutto il tempo in cui il Jutsu viene adoperato e non più distante di due metri da esso. L'Uchiha dovrà fare una semplice domanda per volta, in modo chiaro e comprensibile al bersaglio che dovrà rispondere. I parigrado o superiori all'utilizzatore potranno rifiutarsi di rispondere rinchiudendosi in uno stato catatonico da cui potranno uscire solo se il Jutsu viene dissolto, oppure dopo due Turni. Gli inferiori di un grado o più, saranno tenuti a rispondere con precisione a qualsiasi domanda. Gli specializzati in Genjutsu sono considerabili di un grado superiore nell'uso di questo Jutsu, se lo subiscono. Se utilizzata contro personaggi giocanti è necessario immobilizzarli prima di mandare a segno questa Tecnica.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.
    Dissolvibile tramite il Kai o con una ferita medio-lieve.

    Consumo: N/A

    «Che cosa veniva venerato in questo posto? Perché la protezione…?»
    Grazie al potere dello Sharingan, nella voce di Shinji svanì ogni traccia di esitazione o reticenza.
    «Nel tempio di Suru si rende grazie al grande spirito dei defunti, Matatabi», rispose, senza distogliere lo sguardo dal rosso e dal nero della sua Arte Oculare.
    Yusuke sgranò gli occhi. «Intendi… la Bicoda? Uno dei nove Cercoteri?»
    Il Ninja delle Chiavi annuì. «Un tempo si diceva che in questo luogo fosse nascosto l’ingresso al luogo di riposo di Matatabi, quando non trovava dimora all’interno di un prescelto umano. Per questo il Maestro ha cercato protezione al Villaggio delle Chiavi, una volta rimasto solo».
    L’Uchiha rimase senza parole. Uno dei Bijuu, i leggendari demoni di Chakra… anche se i libri di storia raccontavano dell’attacco della Volpe a Nove Code al Villaggio della Foglia, tanti anni prima, gli sembrava ancora assurdo credere all’esistenza di esseri simili. Il che era ironico, considerando la sua convivenza forzata con un altro tipo di demone. Era per quella diceria, che il tempio era stato attaccato?
    Doveva saperne di più.
    «Perché il sacerdote vi ha mandati via? Non erano i suoi discepoli a proteggere il tempio…?»
    «Un giorno il Maestro litigò con uno dei miei fratelli, e lo cacciò via», rispose Shinji, incupendosi. Non sembrava felice di rivangare quei ricordi… ma lui aveva bisogno di sapere. Sentiva che quella faccenda era importante per capire cos’era successo laggiù. «Disse che aveva cercato di scoprire come raggiungere il luogo di riposo del Nibi, per guadagno personale. Credo che quell’episodio lo abbia segnato, perché da quel giorno il Maestro non fu più lo stesso. Non passò molto tempo prima che ci bandisse tutti, rinchiudendosi qui, da solo».
    Yusuke distolse lo sguardo dal ragazzo, interrompendo l’illusione. Gli diede le spalle, massaggiandosi il mento con una mano, pensieroso. Shinji strabuzzò gli occhi e si portò una mano alla tempia, scuotendo piano la testa.
    «Che… che è successo?»
    «Starai bene, sei solo un po’ confuso», rispose Yusuke, facendogli un cenno sbrigativo con la mano, senza voltarsi.
    Forse avrebbe dovuto controllargli la mente come aveva fatto con l’altro. Limitava lo spirito d’iniziativa, ma evitava anche le domande stupide.
    Riportò l’attenzione su quell’intreccio di fatti passati e presenti. La Bicoda, il monaco, il demone… sentiva di essere vicino ad una soluzione, molto vicino; ma continuava a sfuggirgli qualcosa. Qualcosa di fondamentale, se lo sentiva. Si voltò di nuovo verso il ragazzo, indicando il cielo con un dito.
    «Shinji. La barriera che circonda il tempio, sai che Jutsu è stato utilizzato per crearla? Ti hanno mai spiegato che cosa occorra, per danneggiarla?»
    «La… barriera, signore?», rispose il giovane, aggrottando le sopracciglia. «Come—»
    «Posso vederla», tagliò corto Yusuke, accennando di nuovo ad un punto imprecisato sopra le loro teste. «Anche se per chi non può vedere il Chakra di solito è invisibile».
    «No, non intendevo quello… Volevo dire che ciò che ha appena detto dovrebbe essere impossibile, signore. La barriera richiede un costante afflusso di Chakra da parte di chi l’ha creata, dunque non può esistere se il Maestro ne varca i confini. Per questo non lascia mai il tempio».
    Un lampo di realizzazione attraversò gli occhi di entrambi.
    «Se la barriera protettiva è ancora in piedi, allora… significa che…»
    «…il sacerdote è ancora qui!», completò la frase Yusuke, infervorandosi.
    Si guardò intorno, improvvisamente spaesato. Si passò la lingua lungo i denti affilati ed abbracciò con lo sguardo l’intero complesso del tempio di Suru: il santuario, i padiglioni, la pagoda, il dormitorio. Il monaco doveva trovarsi lì, da qualche parte. Ma dove? E com’era possibile che nessuno lo avesse trovato, fino a quel punto…?
    Compose una serie di Sigilli magici ed evocò davanti a sé una nuvola di pipistrelli, che lo avvolsero spiccando il volo verso l’alto, formando un turbine d’ali nere di cui lui rappresentava l’occhio del ciclone. Concentrandosi su di essi, convogliò il Chakra in una serie di ultrasuoni che utilizzò per dare loro l’ordine di perlustrare la zona, alla ricerca di altri esseri umani nelle vicinanze. Lo stormo di creature volanti si disperse nel cielo, macchie scure sotto il sole brillante di quel giorno. Yusuke chiuse gli occhi e restò in attesa, le mani congiunte nel Sigillo della Pecora, focalizzandosi sul flusso di informazioni che scorreva tra sé e gli animali.
    Kōmori Seichū - Controllo dei Pipistrelli
    hmImWVM
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica consente al Ninja di evocare tramite la conoscenza della Tecnica del Richiamo un folto gruppo di pipistrelli. Il Ninja potrà così dare ordini precisi e mandarli in perlustrazione. Le creature si riveleranno estremamente intelligenti, capaci d'individuare qualsiasi presenza umanoide ed identificarla nei dettagli, oltre che poter intravedere anche le trappole più complesse. Tuttavia la base fondamentale di quest'abilità è la possibilità di comunicare con l'evocazione mediante gli ultrasuoni, impercettibili ad un qualsiasi altro Shinobi che non stia utilizzando contemporaneamente la Tecnica. Il Ninja può di conseguenza essere aggiornato su ogni tipo di spostamento o quant'altro d'un eventuale avversario e comunicare in tempo reale con l'evocazione. Sarà possibile comunicare con i pipistrelli evocati e quindi comandarli solo per un area di cinquecento metri di raggio attorno all'utilizzatore.
    Richiede la Tecnica Kuchiyose no Jutsu - Tecnica del Richiamo in Scheda.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.

    Consumo: N/A (A Turno)

    Una nube di pipistrelli si insinuò all’interno del santuario; superarono la sala principale ed invasero quella delle offerte, che trovarono deserta, come si aspettava. Uscirono da una finestra socchiusa e proseguirono verso il padiglione votivo più vicino, sciamando in un gruppo compatto. L’Uchiha inclinò la testa di lato, concentrandosi su un altro gruppo di creature, che era volato all’interno della pagoda e la stava risalendo in un volo a spirale, volando intorno al pilone centrale e l’infinita serie di scale costruita intorno ad esso. Arrivarono fino in cima e proruppero sull’ultimo dei cinque tetti impilati, sbucando nel cielo senza aver trovato alcuna traccia di presenza umana.
    «Ehm… signore?», mormorò Shinji, con riverenza.
    Yusuke piegò il labbro in una smorfia infastidita, senza aprire gli occhi. «Cosa c’è?»
    «Posso chiedere cosa sta facendo…?»
    «Sto… perlustrando la zona con quei pipistrelli», sospirò l’ANBU. Riaprì gli occhi, sciogliendo il Sigillo della Pecora e rilasciando il controllo sulle creature volanti. «Ma non ho trovato nulla. Pare che qui non ci sia nessuno, a parte noi».
    «Ma questo non è possibile. Altrimenti la barriera…»
    «Lo so, lo so», lo interruppe Yusuke, brusco, intimandogli il silenzio con un gesto della mano. «Ho bisogno di pensare».
    Un senso di impotenza e frustrazione gli ribolliva in petto. Non tanto per la complessità dell’enigma, quanto per la sua incapacità come Percettore. I pipistrelli erano utili, e spesso lo avevano tirato fuori da situazioni più spinose di quella, ma la loro abilità era nulla rispetto a quella di un Ninja Sensoriale. Se solo Chidori o Tora fossero stati lì, al posto suo… avrebbero risolto il mistero in un battibaleno. Si mordicchiò un labbro con un canino appuntito mentre camminava avanti e indietro sulla terra granulosa, sollevando riccioluti sbuffi di sabbia ad ogni suo passaggio.
    "Partiamo da ciò che sappiamo. L’aggressore – il presunto “demone” – arriva al tempio, trova il modo di infrangere la barriera e, volando, penetra al suo interno. Arriva al santuario, dove trova un gruppo di Ninja delle Chiavi a sbarrargli la strada". Si volse per fronteggiare la facciata dell’edificio, immedesimandosi nel rapitore. "Gli Shinobi lo attaccano, ma lui è troppo forte, e riesce ad abbatterli tutti". Si avvicinò lentamente alla scalinata annerita, seguendo il percorso lasciato dalle tracce dei Jutsu che avevano scandito il ritmo della battaglia. "Entra, e se ne esce portando con sé il monaco. Forse è convinto di aver fatto fuori tutti i suoi avversari, ma non sa che uno di loro è ancora vivo. Prima di perdere conoscenza, quel Ninja lo vede spiccare il volo insieme al vecchio".
    Si prese un ulteriore momento per riflettere. Dando per assodato che il sacerdote si trovasse ancora lì, dove potevano essere andati?
    Il suo sguardo cadde sull’arcata centrale all’ingresso del santuario.
    "Nel riflesso del cielo, la via per l’oltretomba”… Nel riflesso del cielo…
    Qual era il punto più alto del tempio?
    "La pagoda", realizzò, infine.
    «Aspettate qui».
    Raggiunse la torre di corsa e sollevò il capo verso le nubi candide che attraversavano il cielo, schermandosi gli occhi con una mano. Per via dei multipli tetti che la costellavano, correre lungo le pareti esterne fino alla cima era impraticabile. E farsi tutti quei piani di scale dall’interno non è ciò che avrebbe fatto un Ninja degno di quel nome. Tese il braccio destro verso l’alto e fece scattare il meccanismo del kunai nascosto nell’avambraccio, utilizzandolo come rampino per agganciarsi al primo dei cinque tetti della pagoda. Si diede uno strattone, schizzando in aria, ed atterrò a testa in giù sul primo tetto. Molleggiandosi con le gambe, con una capriola passo dall’altro lato delle tegole, raggiungendo così il primo piano della torre. Ripeté lo stesso procedimento altre quattro volte, finché non arrivò in cima.
    Hikoo Koogeki - Assalto Volante x5
    assalto-shuriken
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Shurikenjutsu
    Questo Shurikenjutsu si presenta come una evoluzione della Tecnica dei Fili Metallici ed infatti può essere utilizzato solo con Armi Piccole o Minori che siano già state legate ad un Filo Metallico o che abbiano una corda o catena con cui eseguire la Tecnica. Essa consiste nel lanciare l'Arma con un movimento molto rapido, farla viaggiare fino alla distanza massima consentita dal filo, catena o corda ad essa legata a velocità Alta, conficcarla su una qualsiasi superficie per poi strattonarsi e portarsi nel punto in cui essa si trova a velocità Alta anch'essi. Il movimento, dal lancio dell'Arma all'arrivo dello Shinobi a destinazione, impiega due secondi e l'Arma così lanciata è in grado di conficcarsi su qualsiasi superficie, anche le più solide; è possibile persino conficcare l'Arma su persone e portarsi rapidamente su di loro o, nel caso in cui si possegga una forza superiore di due gradi ad esse, tirarle a sé alla stessa velocità per poi seguire con un altro attacco in corpo a corpo. In questo caso il danno dell'Arma sarà pari ad una ferita Media da Perforazione. La Tecnica può essere utilizzata anche per scansare eventuali Jutsu avversari in arrivo che sia oltre i dieci metri di distanza, massimo di livello C, con diametro pari o inferiore ai cinque metri e si muovano a velocità media od inferiore.
    Necessaria la Ayatsuito no Jutsu - Tecnica dei Fili Metallici in scheda.
    Consumo: 4

    Quando raggiunse la vetta spazzata dal vento, i suoi occhi si agganciarono a ciò che vi trovò. Se qualcuno avesse potuto vederlo da fuori, avrebbe scorto sul suo viso la gioia feroce del trionfo e l’ombra di una tensione animalesca, simile a quella di un felino che rizza il pelo di fronte al pericolo e deve decidere se attaccare o battere in ritirata. Al centro dell’ultimo piano della torre si stagliava un intricato rosone di Kanji e simboli di Sigillo, grande più di una persona adulta ed avente una forma perfettamente circolare. Era composto da puro Chakra ed era invisibile all’occhio nudo, ma non per lui. Levitava a pochi centimetri da terra e sembrava pulsare di vita propria di un blu intenso, sul quale campeggiavano in nero gli intrecci di simboli e Kanji. I riflessi di Chakra di quel Fuuinjutsu sembravano specchiarsi nel cielo che li circondava da ogni parte. Vi si avvicinò con cautela, gli orecchini che frusciavano ai lobi delle orecchie ed il lungo cappotto che danzava intorno alle caviglie, sospinto dalle folate di vento caldo.
    Allungò una mano verso il Sigillo. Quando lo toccò, vide che le dita vi passavano attraverso, sparendo alla vista, ed avvertì una forza attraente che gli prosciugava le energie, avida del suo Chakra. Ritrasse la mano di scatto, imprecando a mezza voce.
    «La via per l’oltretomba… Dèi, odio i portali».
    Volse lo sguardo al di sotto per un momento, ricercando la presenza dei due Shinobi del Villaggio delle Chiavi, ora ridotti a due semplici sagome scure decine di metri più in basso. Inviò un comando mentale a Kenzo, il Ninja sotto il controllo del suo Sharingan, ordinandogli di chiamare i soccorsi in caso non fosse tornato indietro entro ventiquattrore e, con un grugnito mal trattenuto, affondò entrambe le braccia all’interno del Sigillo. Una forza sconosciuta, molto più potente di ciò che l’aveva afferrato pochi istanti prima, gli ghermì le membra e attraverso di esse prese a risucchiargli quantità enormi di Chakra. Era chiaro che, per attraversare la porta del cielo e raggiungere quella “oltretomba” di cui si faceva menzione al santuario, ci sarebbe stato un prezzo da pagare. Sperava solo di essere abbastanza forte da sopravvivere a quel tributo. La cima della torre si riempì del suo ruggito, che esalò tuffandosi testa e corpo all’interno del Sigillo.
    Si ritrovò nella penombra, stordito e con il fiato corto. Di certo era finito in una stanza chiusa, perché non riusciva a scorgere la luce del sole in nessuna direzione. "Dove sono finito?", si chiese, stringendo gli occhi per abituarsi più in fretta alla luce fioca.
    Prima che potesse trovare una risposta, una sagoma scura emerse dall’ombra e lo colpì con un calcio allo stomaco.

    * * *

    Sharingan Tre Tomoe
    nnXZZrc
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Sviluppata la terza Tomoe l'Uchiha può, nel caso si accorga di essere preda d'un Illusione, dissolverla istantaneamente, anche se a base uditiva nel caso in cui le suddette Illusioni coinvolgano il senso della vista; per illusioni di livello A o superiore, quando disperse, l'utilizzatore dovrà pagare un surplus di Chakra pari al costo del Genjutsu disperso a cui andrà sottratto il costo dello Sharingan. Può inoltre utilizzare qualsiasi Genjutsu semplicemente con lo Sharingan senza usare alcuna impostazione delle mani, se la vittima ne incrocia lo sguardo. Lo Sharingan dona capacità di preveggenza permettendo all'Uchiha di prevedere qualunque attacco fisico, movimento, Taijutsu e Ninjutsu e capire se è una tecnica a base elementale o meno, e di conseguenza l'elemento utilizzato per la tecnica. Tuttavia, ogni schivata o contromossa è vincolata ai limiti fisici dell'utilizzatore. E' possibile inoltre copiare qualsiasi Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu visto ed utilizzarli in combattimento fino al termine dello stesso.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Kaze no Ugoki - Movimento del Vento
    LRjob5m
    Sviluppatore: Kyoshiro Tsuuya
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Le basi per creare questo Taijutsu sono nate da un tentativo di imitare la Tecnica degli Specchi Diabolici tipica del Clan Yuki. Lo sviluppatore ha cercato di trovare un modo per eguagliare, o quantomeno avvinarsi, alla rapidità di movimento che contraddistingue il Jutsu base della sua Innata. Facendo dunque circolare in modo rapidissimo il Chakra Base nel proprio corpo, una lieve scia di vapore acqueo fuoriuscirà dai propri muscoli, a causa dell'enorme sollecitazione e frizione a cui sono sottoposti, fino al punto da permettere allo Shinobi di aumentare le proprie capacità motorie e la Forza di ben due gradi. Fintanto che la Tecnica rimane attiva, da tutto il corpo dell'utilizzatore si potranno vedere questi lievi riccioli di vapore acqueo sollevarsi dalla propria pelle per qualche centimetro, segno che il proprio corpo è sotto l'influsso della Tecnica.
    Consumo: 8 (A Turno)

    La sala sotterranea fu invasa da uno schiocco sonoro, simile al rumore di qualcosa di enorme che si lacerava di colpo. Un istante dopo, Yusuke scorse un lampo di luce bluastra che pareva illuminare a giorno l’intero ambiente intorno alla sagoma della creatura che lo sovrastava. Comprendendo che qualcosa di terribile era appena accaduto, concentrò un’enorme quantità di Chakra del Fuoco nel palmo della mano sinistra.
    «BASTARDO!»
    La mano fu circondata da un globo di fiamme grezze, che si allungò nella forma di una lunga lama fiammeggiante. Mentre questa si generava, continuò ad immettere Chakra nella spada di fiamme oltre ad ogni limite di utilizzo della Tecnica, e la sospinse all’interno del corpo tentacolare, trafiggendolo.
    Tenrou Kaken - Spada del Fuoco Purificatore
    GpvN
    Villaggio: Tutti
    Livello: A --> S
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica non necessita di Sigilli, ma solo di concentrare il proprio Chakra Katon nell'avambraccio per un secondo, quindi permette all'utilizzatore di ricreare nell'avambraccio un piccolo turbine di fiamme da cui verrà a nascere una lama di fiamme lunga fino a due metri e larga trenta centimetri. La lancia potrà passare attraverso qualunque corpo solido e quindi sarà capace di uccidere facilmente una persona, in più anche solo un lieve contatto causerà Ustioni di grave entità. Se si riesce a trafiggere da parte a parte l'avversario e prolungare il contatto della spada nel corpo per più di tre secondi, questo prenderà interamente fuoco e si ritroverà con un'ulteriore Ustione di gravissima entità sparsa su tutto il corpo. La Tecnica dura fino alla fine del Turno o prima se l'utilizzatore lo desidera.
    Consumo: 15 --> 30

    La creatura gemette con un grido inumano, stridulo e penetrante, che proveniva da un punto imprecisato dietro la maschera di legno che portava; pur soffrendo, non si mosse nemmeno quando la punta della lama la trapassò da parte a parte. Yusuke unì la sua voce strozzata e rabbiosa a quello stridio, continuando a spingere per liberarsi da quella morsa invincibile. Fu solo quando il contatto prolungato con la spada infuocata appiccò il fuoco all’intero essere di tenebra, che questo balzò all’indietro in preda al dolore e alle fiamme. In pochi istanti l’aria si riempì del puzzo acre di carne bruciata, ma era un odore che non aveva niente a che fare quello di un essere umano che ardeva. Era più penetrante, ed aspro, e pungeva le narici con violenza.
    Mentre la creatura si accasciava al suolo, continuando a bruciare, Yusuke si rialzò in piedi con fatica. Davanti a lui, in fondo alla sala, il demone teneva tra le braccia il corpo senza vita del sacerdote, spezzato e ricoperto di sangue. Notò di sfuggita che aveva un buco enorme all’altezza del petto, là dove avrebbe dovuto trovarsi il cuore. Il Mukenin se ne stava in piedi davanti a quello strano specchio oblungo che aveva intravisto appena era piombato laggiù, ora rifulgente di un’energia immensa. La superficie di vetro si era tramutata in un mare di Chakra vorticante, il quale roteava in una spirale che risucchiava a sé tutto ciò che si trovava nelle immediate vicinanze.
    "Un altro portale…", gemette Yusuke, impotente.
    L’uomo lasciò cadere a terra il cadavere del monaco, gettandolo sul pavimento con noncuranza. Lanciò una lunga occhiata alla Luna di Sangue attraverso quegli occhi neri come la notte, carichi di un risentimento di cui non riusciva a scorgere la fine.
    «Di’ a Saburo che Hokuto sta arrivando, e che questa volta avrò un dannato Bijuu dalla mia parte. Ci rivediamo a casa, Yusuke».
    Piegando le labbra in un sorrisetto distorto, che gli stirava la pelle del viso orrendamente ustionato, il demone attraversò lo specchio, sparendo ovunque il portale lo avrebbe condotto.
    "No!"
    Yusuke agì d’istinto, estendendo il braccio verso lo specchio prima ancora di rendersi conto di quello che stava facendo. Fece scattare il meccanismo del kunai e lo lanciò in avanti, seguito dalla lunga fune a cui era legato. Se solo fosse riuscito a far arrivare il pugnale oltre il portale, e a colpire qualcosa di solido… poteva agganciarvisi, e tirarsi in avanti per tuffarsi all’interno. Allora avrebbe costretto quel maledetto a rispondere a tutte le sue domande.
    Hikoo Koogeki - Assalto Volante
    assalto-shuriken
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Shurikenjutsu
    Questo Shurikenjutsu si presenta come una evoluzione della Tecnica dei Fili Metallici ed infatti può essere utilizzato solo con Armi Piccole o Minori che siano già state legate ad un Filo Metallico o che abbiano una corda o catena con cui eseguire la Tecnica. Essa consiste nel lanciare l'Arma con un movimento molto rapido, farla viaggiare fino alla distanza massima consentita dal filo, catena o corda ad essa legata a velocità Alta, conficcarla su una qualsiasi superficie per poi strattonarsi e portarsi nel punto in cui essa si trova a velocità Alta anch'essi. Il movimento, dal lancio dell'Arma all'arrivo dello Shinobi a destinazione, impiega due secondi e l'Arma così lanciata è in grado di conficcarsi su qualsiasi superficie, anche le più solide; è possibile persino conficcare l'Arma su persone e portarsi rapidamente su di loro o, nel caso in cui si possegga una forza superiore di due gradi ad esse, tirarle a sé alla stessa velocità per poi seguire con un altro attacco in corpo a corpo. In questo caso il danno dell'Arma sarà pari ad una ferita Media da Perforazione. La Tecnica può essere utilizzata anche per scansare eventuali Jutsu avversari in arrivo che sia oltre i dieci metri di distanza, massimo di livello C, con diametro pari o inferiore ai cinque metri e si muovano a velocità media od inferiore.
    Necessaria la Ayatsuito no Jutsu - Tecnica dei Fili Metallici in scheda.
    Consumo: 4

    La lama volò, rapida, guidata dalla mano precisa di chi sapeva di aver eseguito un lancio perfetto. Un istante prima che il pugnale si tuffasse all’interno del portale, l’effetto del Sigillo sullo specchio si esaurì ed il passaggio si richiuse, prosciugando quella superficie di ogni energia e tramutandola di nuovo in semplice vetro. Il kunai vi impattò contro, mandandolo in frantumi e, con esso, ogni sua speranza di raggiungere il suo avversario.
    Nella sala tornò il buio, respinto soltanto dalla debole luce dell’unica lampada rimasta accesa. L’Uchiha cadde in ginocchio. Davanti a lui la corda a cui era legato il kunai giaceva molle a terra, impregnata del sangue del monaco assassinato, poco distante dalla Spada Kusanagi, rotolata sulle assi di legno fino a sbattere contro una delle colonne che sorreggeva la sala sotterranea, appena visibile sul limitare dell’aura di luce tremolante. Erano i simboli del suo fallimento: non era riuscito a salvare il sacerdote; non aveva recuperato il Frammento Demoniaco responsabile della trasformazione parziale del Mukenin. Quel folle sembrava deciso ad impossessarsi di un Bijuu per scatenarlo contro il Villaggio della Foglia, che ora si trovava in grave pericolo. In quella situazione terribile, a gettarlo nello sconforto era l’ulteriore consapevolezza di non aver ricevuto alcuna risposta alle domande che gli mangiavano il cuore: l’arma che impugnava era davvero appartenuta a suo padre? Saburo lo aveva davvero fatto uccidere, e per quale motivo? Quanto arrivavano in profondità le manipolazioni del capo della Radice…?

    Che cosa avrebbe fatto con quelle verità, se avesse appurato che l’uomo di nome Hokuto diceva il vero?

    Affondò gli artigli affilati nel palmo delle mani fino a sanguinare, osservando il proprio riflesso distorto nei frammenti di vetro sparsi sul pavimento.



    d0VvtWb



    ~Yusuke Uchiha
    ChakraFisicoMentale
    Base: 270-2-2-8-8-4-4-4-4-4-50-30-8-4= 138
    Arte Segreta:80-8-8-8-15-8-8-8-8= 11
    Media impatto al mento + medio-lieve alla nuca; medio-grave perforazione alla schiena; medio-lieve da taglio lato frontale del corpo; medio-grave da impatto al collo; lieve da impatto allo stomaco.Sconfitto.
    ~Equip
    SlotOggettoNote
    IndossataMeccanismo KunaiPolso Dx
    FoderoSpada KusanagiSpalla sx
    Rotolo Minore
    T. SupplKunai [10/10]Coscia dx
    ~Borsa
    Armi
    Kunai [8/10]Shuriken [20/20]Shuriken [20/20]
    Kunai [10/10]Palla Luce [2/2]Shuriken [20/20]
    Accessori
    Occhio CiberneticoPietra FocaiaMaschera Respiratoria
    Radiolina
    ~Gilet
    ArmiAccessori
    ~Note
    Note
    Sharingan ≈ Attivato
    Unione Demoniaca ≈ Disattivata
    Due Palle Luce ≈ Legate a due Kunai [2/2]
    Guanti ≈ Indossati



    Edited by Glustrod - 22/7/2023, 00:58
     
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Time to change...

    Group
    GDR Staffer
    Posts
    14,726

    Status
    Anonymous
    Correzione
    Che dire, missione eseguita con cura, precisione e narrativamente impeccabile. Ogni paragrafo un colpo di scena, la Missione si intreccia benissimo con la storia del personaggio e sono soltanto curioso di vedere cosa succederà nel prossimo capitolo. Ovviamente ho apprezzato molto aver visto una delle prime Missioni svolte con la possibilità di un fallimento, il che rende tutto ancora più interessante anche in fase di lettura.
    Ti assegno il +1 e 1500 ryo.
     
    .
2 replies since 19/11/2021, 11:58   165 views
  Share  
.
Top