Missione Maemi Takahashi

Livello B

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    Missione Maemi Takahashi
    Missione a Servizio di:Kirigakure No Sato
    Livello:B
    Esecutori della Missione:Maemi Takahashi
    Ultimamente nei pressi di Shimayama è stato segnalato che una foresta della zona è stata avvolta da una fitta nebbia. Nulla di importante, se non fosse che la via centrale per arrivare alla città passa per quella foresta, e che qualsiasi avventore vi si rechi sembra sparire misteriosamente. Sospettiamo sia un trucchetto ordito da uno o più Mukenin che vogliano arricchirsi con questa bravata; prima di te abbiamo inviato un Chuunin di nome Totaro Shiguya, ma non è più tornato. La missione oggi affidatati è quella di scoprire che fine ha fatto Totaro, riportarlo al Villaggio se ancora vivo, e svelare cosa si cela dietro questa nebbia che sta minando il mercato con la città.
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Shima» - «Parlato altri» «Parlato Maemi»

    Le Fondamenta della Terra



    Maemi si fermò, il suo sguardo fisso sulla scena che si dispiegava davanti a lei, attraverso il velo di una nebbia densa che inghiottiva quasi ogni suono. La neve, appena toccata dai primi raggi dell'alba, scintillava sotto un cielo plumbeo, creando un paesaggio surreale, dove il freddo pungente si faceva sentire fino alle ossa. In lontananza, due figure emergevano dalla bruma: un uomo, in piedi accanto a un mulo carico di merci, sembrava impegnato in un acceso scambio di battute con un altro, che gestiva una piccola barca, appena sufficiente a trasportare poche persone alla volta attraverso il corso d'acqua che si intuiva tra la nebbia.
    Maemi osservava con attenzione, la sua figura esile avvolta in un mantello pesante di lana grigia che la proteggeva dal freddo. La giovane kunoichi emanava un'aura di determinazione e forza. I suoi capelli rosso fuoco, acconciati elegantemente in più trecce, aggiungevano un tocco di vivacità al grigiore circostante.
    La sua concentrazione era interamente assorbita dall'intensificarsi delle voci degli uomini, che crescevano in volume ad ogni secondo che passava.
    «Ma è un furto!»
    «Se vuoi tentar la sorte con la strada, accomodati».
    «Settantacinque e la chiudiamo qui» insistette il mercante.
    «Niente da fare. La tua roba varrà almeno tre volte quanto ti ho chiesto. Cento ryo oppure ti conviene far muovere quel tuo mulo».
    Quasi in risposta, il mulo fece il suo verso e abbassò la testa, distraendo il mercante che, voltando la testa quasi per caso, intravide una figura sfumata in lontananza. Per un istante riportò lo sguardo sul borsellino, prima di sollevarlo nuovamente, questa volta con più attenzione, ed i suoi occhi si illuminarono. «Giovane! Signorina!» si corresse subito, notando poi le forme femminili di Maemi. Aveva una voce mielosa e lo sguardo affabile. «Oh, una kunoichi! Capiti proprio a fagiolo, eh. Devo raggiungere urgentemente Shimayama - c'è la fiera della tessitura, lo sai? - ed un mercante come me non può permettersi di viaggiare senza scorta». Fece un sorriso a bocca chiusa. «Pensi di esserne all'altezza? Posso pagare bene». E con un gesto teatrale, estrasse da sotto la mantella un borsellino tintinnante, facendolo oscillare con destrezza tra le dita.
    Gli occhi di Maemi si catalizzarono lì, poi, dopo un battito di ciglia, li rialzó verso la faccia raggiante del signore. «Molta gente che si avventura dentro quel tratto di nebbia non fa ritorno, ho sentito dire».
    Il mercante si irrigidì, e il movimento del polso che faceva dondolare il borsello vacilló. «Appunto» si affrettò a concordare, cercando di riprendersi. «Un insulso bandito avrà preso di mira la strada principale. Ma tu mi sembri una ragazzetta in gamba, di sicuro saprai proteggere me e la mia merce...»
    «Un insulso bandito» ripeté Maemi, quasi assaporando il termine. «È sparito anche un Chuunin di Kiri lì dentro. Così insulso non dev'essere, questo bandito».
    Il mercante sbiancò, evidentemente preso in contropiede da una notizia di cui, evidentemente, non sapeva assolutamente nulla. Prese a balbettare: «Be’, sì, ma… ehm… io, cioè tu...»
    «Fossi in lei accetterei l'offerta del traghettatore» lo interruppe Maemi, facendo cenno dietro le spalle del signore. Il vecchio era ancora nella sua barca, fissando i due a terra con un ghignetto divertito in volto. «Forse il prezzo sarà alto, ma non quanto la sua vita».
    «Parole sante, ragazza» annuì il traghettatore, mentre il mercante, tutto sconsolato e borbottante, si apprestava a caricare la merce sulla barca rollante. «Immagino tu sia qui per toglierla di mezzo» e fece un cenno alla nebbia.
    «Ci si prova».
    «Immagino sia la stessa cosa che ha detto quel Chuunin di cui parlavi» sghignazzò il vecchio, con divertimento maligno. Intanto aveva mollato gli ormeggi e la barchetta si stava lentamente allontanando dalla riva, lasciando increspatura nell’acqua limpida. «Vuoi dirmi il tuo nome? Così almeno, se anche tu farai la sua stessa fine, ci sarà qualcuno che possa ricordarti».
    “Dannato uccellaccio del malaugurio” pensò la kunoichi, lievemente seccata. «Mi chiamo Maemi Takahashi» disse comunque, alzando la voce per farsi sentire.
    «Allora buon fortuna, Maemi Takahashi!» sorrise il vecchio, levandosi il cappello e portandolo al petto a mo’ di saluto galante. «Che sia sempre a tuo favore!»

    ❋❋❋


    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra
    GVXt
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu e consiste infatti nella creazione di copie dotate di consistenza fisica, in grado quindi di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più Chakra. Il vero punto di forza del Jutsu è che i cloni, non appena svaniti, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze acquisite durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu. È possibile creare un solo Clone per volta, tranne per le eccezioni previste da Regolamento e FAQ.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)

    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso
    GVmb
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa Tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La Tecnica consiste nell'individuare l'avversario potenziando l'udito e l'olfatto, potendosi muovere e attaccare anche senza l'utilizzo della vista, facendo leva sull'effetto sorpresa. Finché resta attiva il fiuto dello Shinobi è paragonabile a quello di un Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario, ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso in cui si segua una traccia di sangue, si potrà invece individuare con la massima precisione la sua posizione. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi sui diversi rumori è elevata, ma rumori molto forti, come l'esplosione di una carta-bomba, potrebbero distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, anche se solamente per pochi istanti. Nel caso in cui ci siano numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente confondere i bersagli visto che producono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potrà essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.
    Consumo: NA

    La neve in parte squagliata ammantava i cipressi, larici e betulle immersi nella nebbia, e l'acqua gocciolava simile a lacrime lungo tutta la lunghezza dei rami. Maemi si aggirava da sola attraverso quel vasto tratto di strada sopraffatta dalla vegetazione, un pesante mantello di lana grigia avvolto strettamente intorno al corpo come difesa contro il gelo. Gli occhi balzavano da una parte all’altra, i muscoli tesi e i sensi ipersviluppati pronti a captare qualsiasi segnale di pericolo.
    Non aveva idea di cosa stesse succedendo in quell’isola, in quella strada un tempo affollata e fagocitata dagli alberi, e non aveva neppure la minima idea di dove fosse finito quel Chuunin, Totaro Shiguya. Probabilmente morto fu la pragmatica riflessione di Maemi. Però è strano. Non ho ancora incontrato nemmeno uno straccio di cadavere.
    Questo era un dettaglio molto peculiare: se davvero le persone venivano assalite in mezzo alla nebbia, la strada sarebbe stata infestata dei loro resti e di un’insopportabile puzza di decomposizione. Lì ci passavano anche delle carovane, bestie da soma e carri di svariate dimensioni contenenti molteplici tipi di merci, eppure di loro non c’era traccia. Non potevano essersi volatilizzati nel nulla.
    Di contro, la strada era parecchio malmessa: tratti di terreno sconvolti, come se fossero state scavate e poi malamente ricoperte delle buche, rendendo il cammino un percorso tortuoso, simile ai segni di una battaglia contro un esercito di talpe giganti. Se non ci sono tracce di queste persone, o del Chuunin, è possibile che siano stati portati via. Vivi o morti… a quel punto sarebbe un dettaglio.
    L'unica certezza che le rimaneva era un singolo e cupo pensiero cui per ora si aggrappava: quella nebbia era frutto della Kirigakure no Jutsu, pertanto da qualche parte doveva nascondersi uno shinobi della Nebbia - probabilmente traditore - a mantenerla attiva. Anche a costo di impiegarci settimane, Maemi era decisa a trovare quell’individuo e ucciderlo; o ucciderli, se erano più di uno. Vi era qualcosa di stranamente confortante in quel singolo pensiero.
    Stava camminando già da mezz’ora quando d’improvviso avvertì qualcosa di inquietante; era un rumore strano, del genere che non ricordava di aver mai udito in vita sua. Si bloccò di colpo. Una sensazione all’apparenza inspiegabile prese a strisciarle lungo la bocca dello stomaco, finché ogni suo senso fu all’erta, nel tentativo di scoprirne l’origine.
    Proveniva dalla terra.
    Per un lungo istante rimase immobile, gli occhi e le orecchie concentrati sulla nebbia. Il rumore iniziò a farsi più spiccato, come se crescesse di intensità. Maemi allora si abbandonò su un ginocchio, inclinando la testa di lato per ascoltare meglio. Era come un rombo, tipo una mandria di cavalli che galoppando muovevano la terra sotto gli zoccoli, e si faceva sempre più rumoroso col passare dei secondi.
    Sempre più… vicino.
    La testa di Maemi scattò al suo posto, e lei fece in tempo a vedere qualcosa di enorme emergere dalla terra, dissimulato dall’oscurità della nebbia; poi il freddo di una lama tagliente che la portò a scomparire, svanire in una nuvola di fumo prima di realizzare che diamine stesse succedendo.
    ...
    Ad un centinaio di metri di distanza, la reale Maemi spalancò gli occhi di soprassalto. Tutti i ricordi del clone si erano riversati su di lei come una secchiata d’acqua gelida. “Che diavolo era?” si chiese, avvertendo un brivido freddo provocarle la pelle d’oca. Ricordava di aver avvertito qualcosa di tagliente, ma era stato tanto improvviso e veloce da esserle sfuggito. “Proveniva da dentro la terra” realizzò. Era l’unico elemento di cui era assolutamente certa.
    Un buffetto la colpì dietro la schiena, e rizzandosi Maemi si accorse che il mulo le si era di nuovo avvicinato. Non potendolo portare con sé sulla barca, il mercante aveva deciso di lasciarlo, sperando di ritrovarlo lì una volta che la fiera fosse finita. Adesso brucava in tutta tranquillità, e spostandosi di erba in erba aveva trovato l’intralcio di ragazzina seduta a gambe incrociate; fece un raglio scontento, come a invogliarla a spostarsi.
    Maemi fissò intensamente gli occhietti neri dell’animale, portando d’istinto una mano ad accarezzargli la testa, nel mezzo delle due grossa orecchie. E mentre il suo palmo scorreva con gesti calmi e misurati, i suoi pensieri si avventuravano in territori ben più tumultuosi e oscuri. Con ogni carezza, cercava di districare il nodo di dubbi e ipotesi che la assillavano. La certezza che il pericolo nascesse dal sottosuolo era l'unica luce in mezzo alla nebbia di incertezze. "Potrebbe essere un utilizzatore dell'Arte della Terra" ragionò, mordicchiandosi il bordo destro del labbro. La presenza indiscutibile della Kirigakure voleva dire solo una cosa: o il nemico era in grado di utilizzare almeno due elementi Chakra - cosa non improbabile - oppure di nemici ce n’erano due. Tutte e due opzioni da vagliare.
    Proprio per questo l'idea di affrontarlo o affrontarli direttamente era fuori discussione, avrebbe significato danzare sul filo del suo stesso kunai. Doveva trovare un modo per costringerlo a rivelarsi, o almeno, per osservare le sue mosse senza diventare la prossima vittima tagliata a pezzi da un attacco invisibile.
    I suoi occhi, persi in queste riflessioni, incontrarono quelli grandi e espressivi del mulo. La fissava con un’innocenza disarmante, ed in un lampo di chiarezza, come il sole che squarcia le nuvole dopo una tempesta, la soluzione si rivelò a lei, limpida e incontestabile. "Bingo!" esclamò Maemi nella sua testa, un sorriso che spaccò il suo sguardo cupo. Aveva un piano.

    ❋❋❋


    «Eddai!» brontolò Maemi, stringendo di più la presa. «È proprio vero che voi muli siete dei testoni!»
    Il suddetto mulo, sotto di lei, strepitò un altro verso e piantò ancora più saldamente i piedi a terra. Erano le dieci di sera, per cui non si vedeva nulla, ma la kunoichi udiva tutto così chiaramente da avere un'immagine mentale stampata in testa.
    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso
    GVmb
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa Tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La Tecnica consiste nell'individuare l'avversario potenziando l'udito e l'olfatto, potendosi muovere e attaccare anche senza l'utilizzo della vista, facendo leva sull'effetto sorpresa. Finché resta attiva il fiuto dello Shinobi è paragonabile a quello di un Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario, ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso in cui si segua una traccia di sangue, si potrà invece individuare con la massima precisione la sua posizione. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi sui diversi rumori è elevata, ma rumori molto forti, come l'esplosione di una carta-bomba, potrebbero distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, anche se solamente per pochi istanti. Nel caso in cui ci siano numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente confondere i bersagli visto che producono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potrà essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.
    Consumo: NA

    Trascinare in quel modo un povero animale da soma, legato al busto e attorno alla zona delle spalle, lungo il sentiero maledetto era davvero crudele; anche perché Maemi sapeva che non sarebbe uscito intero da lì. Tuttavia era necessario un essere vivente per condurre i suoi esperimenti, e quella bestia sarebbe stata la sua cavia perfetta. Era molto più grande e rumoroso di lei, il ché l’avrebbe aiutata a passare inosservata mentre cercava di ottenere quante più informazioni possibili senza l’aiuto della vista. E forse, se l’occasione lo presentava…
    Il mulo ragliò un’altra volta, ancora più forte e intestardito. Maemi sospirò. Portò una mano nella borsa dietro la schiena, e con un lancio svogliato lasciò cadere una mela sotto di sé, che rimbalzò un paio di volte. L’animale si acquietò un poco, e iniziò a fare degli esitanti passi in avanti. “Alleluia” mugugnò la ragazza tra sé e sé, mentre sentiva la mela che veniva mangiucchiata. Quel mulo era più forte di quanto si fosse aspettata: anche tirandolo, aveva fatto solo una mezza dozzina di metri al doppio del tempo concepibile, il che non sarebbe stato un problema se non fosse che Maemi si trovava scomodissima in quella posizione sopraelevata. Per precauzione, infatti, si era arrampicata su un larice particolarmente inclinato in avanti sulla strada sottostante, così da evitare il contatto diretto col suolo. L’idea era di procedere di ramo in ramo, trainandosi dietro il mulo finché quella cosa non fosse sbucata fuori per attaccare l’animale.
    Avvertì il legno sotto i suoi piedi vibrare, e dal di sotto un rumore flebile e soffocato dai metri cubi di terra. L’attimo dopo un nuovo e tremendo rombo scricchiolante avvolse la zona, poi la roccia si lacerò con uno stridio di protesta e con un lungo, orribile gemito; il terreno si era spaccato da sotto gli zoccoli del mulo, ed i suoi ragli improvvisi vennero soffocati da un verso stridulo, raccapricciante e molto più assordante. Ricordava vagamente delle unghie che strisciavano sul vetro.
    La luce lunare investì la sagoma scura della creatura mentre questa si impennava bruscamente nel cielo, dimenandosi e contorcendosi come un lombrico colossale, a malapena coperto dai lunghi fusti degli alberi. Il suo grido acuto, agghiacciante, raggelò i rumori della notte. Alzando la testa, Maemi ebbe modo di vederlo per la prima volta: era… davvero simile ad un lombrico gigante. Spalancò gli occhi, e la mascella si rilassò dalla sorpresa. Anzi, forse era più simile ad un millepiedi. O un verme del genere, pieno di zampette schifide che sfilavano su tutto il corpo…
    CITAZIONE
    Verme Bobbit
    Si tratta di un verme dalla impressionante lunghezza di cento metri, con piccole zampette ai lati del corpo che gli permettono di muoversi velocemente sottoterra. Nasconde il suo lungo corpo a svariati metri di profondità, e riesce a intercettare segnali sulla superficie grazie alle sue cinque antenne. Non è in grado di parlare e risponde solo agli ordini telepatici del proprio evocatore. Le sue fauci risultano innocue quando in stato di quiete, ma questo perché la sua mascella seghettata si rivolta in maniera estroflessibile all'interno della bocca, nascosta alla vista finché non decide di attaccare. Seppellito nel terreno, può percepire l’avvicinarsi di animali e persone e si avventa su di essi per azzannarli con un rapido morso in grado di causare danni gravi da Taglio e sfondare difese di Livello A, lasciando esposta per cacciare solo una parte del suo lunghissimo corpo. Catturato l'obiettivo, lo trascina nella sua tana impedendogli qualsiasi possibilità di fuga. La sua velocità nel sottosuolo è alta grazie alle sue piccole zampe, mentre all'esterno si riduce a media. Resiste a due Tecniche di Livello A ed una di Livello S.

    Poi, tanto veloce come era arrivato, quell’essere si ritrasse nel cratere di terra che aveva scavato, raccogliendo sé il povero animale i cui versi disperati si perdevano nel rumore generale di terra e grida. Maemi avvertì una scarica lungo la schiena, mentre la corda si tendeva tra le sue mani. “Ci siamo!” pensò lei con trionfo, stringendola ancora più forte. La spinta che avvertì l’attimo dopo fu spaventosa: nemmeno il Controllo del Chakra avrebbe potuto tenerla ancorata al ramo, e così decise - con coraggio o stupidità - di balzare lei stessa verso il punto in cui si era rintanato il vermone, assecondandolo.
    Era saltata dentro un tunnel di terra, verticale per i primi sei metri e poi completamente a casaccio; era più oscuro di una notte senza luna e puzzava terribilmente di umido. Non che Maemi riuscisse a sentire nulla, con la velocità con cui cadeva e veniva trascinata: tutto quello che avvertiva erano gli scossoni, gli occasionali sassi appuntiti e il cuore che batteva all’impazzata contro la cassa toracica. Cercò di racchiudersi tra gli arti così da proteggere almeno la testa, ma dopo poco il suo vorticare ebbe fine: lo sbocco di un tunnel la vomitò direttamente contro una superficie pietrosa e gelida, e finalmente la corda smise di tirare.
    Maemi era caduta di faccia, i capelli tutti scarmigliati sul davanti che le coprivano completamente la visuale. Il respiro era pesante, in bocca un sapore terroso ed i battiti del cuore che ancora non smettevano di decelerare. Aveva fatto un vero e proprio salto nel vuoto, forse in maniera stupida, sicuramente molto più rischiosa di come era abituata a fare. Ma quando si era trovata dinanzi l’occasione, non aveva pensato a nulla: l’aveva colta e basta.
    Alzò di scatto la testa, passandosi una mano sulla fronte per levar via le ciocche, e subito dopo si mise in ginocchio. La zona attorno alle rotule era tutta sbucciata e graffiata. Prima ancora di darsi un’occhiata, controllò i dintorni per capire dove diamine l’avesse condotta quel verme enorme.
    Era una sorta di grotta, ma fin da subito fu chiaro che la sua formazione non era naturale, perché pareti e pavimento erano lisci, quasi lucidi, e la luce di svariate torce si rifletteva sulle loro superfici. La sala era perfettamente rotonda, con un diametro di una trentina di metri, le pareti s'incurvavano verso l'interno e anche il soffitto sembrava arrotondato. La caverna era fresca, ma in essa non sembrava regnare il freddo gelido che avrebbe dovuto esserci.
    Maemi si alzò traballante su piedi instabili. Non odorava di chiuso né di terra, come sarebbe stato logico aspettarsi, ma di un odore metallico stranamente familiare. Altri due crateri facevano da apertura verso altri tunnel, da cui arrivava il rimbombo di suoni indistinti e incomprensibili. Grazie al suo udito ipersensibile, la kunoichi riusciva comunque a distinguervi lo stridio acuto del vermone; non doveva essere tanto distante, e dato che il mulo adesso non emetteva più alcun sospiro, probabilmente era impegnato con la sua carcassa. Per il momento, non costituiva un pericolo immediato.
    Non sembrava esserci nulla di minaccioso nei paraggi, ma la penombra e la cacofonia di rimbombi le impedivano di allentare la tensione nei muscoli. Era nella tana del lupo, con troppe poche informazioni per stare tranquilla. Tentò di rilasciare un sospiro teso tra le labbra. Con cautela, si avvicinò a uno dei crateri: il cuore le batteva forte nel petto, e gli echi che riempivano i passaggi contorti rendevano molto difficile stabilire le posizioni degli altri suoni; a quel punto la ragazza si lasciò guidare dal suo naso, cercando l'odore metallico che andava ad intensificarsi mano a mano che procedeva, mescolandosi poi a un lieve sentore di marcio.
    Il tunnel la condusse in una camera più ampia, illuminata da una luce soffusa che sembrava emanare dalle pareti stesse. Oltre l’apertura senza porte c’erano ammucchiate ricchezze incredibili: un'enorme quantità di monete giaceva in piccoli cumuli sul pavimento, e fra esse erano mescolati con indifferenza anelli, catene e ninnoli dal materiale prezioso. Erano abbandonati come se fosse ciarpame di poco valore, lì a fare un mucchio disordinato e sporco. Maemi si perse un attimo ad osservarli con crescente meraviglia, dopodiché il suo sguardo scivolò sulla destra.
    Fu allora che la vide.
    Distesa sul pavimento freddo della caverna, poco distante dal mucchio di tesori, una ragazzina di tredici o quattordici anni giaceva con i piedi sollevati all'aria in una posa infantile. I suoi movimenti erano concentrati su qualcosa che teneva tra le mani, piccolo e indistinto, su cui lavorava con un'intensità che le faceva sporgere una parte della lingua in segno di profonda concentrazione. Pareva proprio una bambina,
    I suoi capelli, disordinati e sparsi intorno al suo viso, non riuscivano a nascondere la determinazione e la focalizzazione dei suoi sforzi. Era completamente assorta nel suo gioco, o qualunque fosse l'attività che la teneva così impegnata, al punto da non essersi ancora accorta della presenza di Maemi.
    La Sp.Jounin di Kiri si ritrovò a fissarla, ferma immobile, il suo sguardo incatenato alla figura distesa davanti a lei. La logica le suggeriva che quello scricciolo di ragazzina doveva essere coinvolta nella situazione della nebbia e del verme, anche se ogni parte ragionevole del cervello si ribellava all’idea che una tredicenne potesse avere qualcosa a che fare con quel mostro divora-muli.
    Gli occhioni della ragazzina si alzarono quasi con distrazione, ed un bagliore di sorpresa li attraversò, illuminando il suo viso con un'espressione di stupore quasi infantile. In un attimo scattò in piedi, la sua espressione trasformata da una curiosità vivace. «Un’estranea!» esclamò, la voce acuta e tintinnante, carica di un ingenuo stupore e senza alcuna traccia di malizia. «Wow, sei riuscita ad arrivare fin qui da sola? Non ti ho nemmeno sentito!» Sbatté più volte gli occhi, come se cercasse di riprendersi dalla sorpresa. «Devi essere davvero… forte!». Poi la sua attenzione si spostò sui capelli rossi fuoco di Maemi, ed i suoi occhi si allargarono ulteriormente «I tuoi capelli sono stupendi! Sono come le fiamme... mai visto niente di simile! Posso toccarli?»
    Maemi non rispose. I suoi occhi non si erano mai scollati dalla figura della ragazzina, non aveva nemmeno osato battere ciglio. Era preparata a tutto, tranne che a complimenti sinceri su un aspetto così superficiale come il colore dei suoi capelli, e la sorpresa mista alla tensione la fece vacillare per un attimo, lasciandola senza parole.
    Tutto quello che riusciva a pensare era che non era ostile, almeno non al momento. Emanava una luce strana: non sinistra ma… profondamente sbagliata. Ancora non riusciva a individuare cosa fosse, e questo le impediva di allentare la tensione.
    Dopo quello che parve un’eternità, alzò lo sguardo verso l’alto, puntandolo al soffitto. «Dove siamo?» chiesa invece, ignorano i commenti della ragazzina.
    «Sottoterra» esclamò lei, saltellando con entusiasmo.
    “Questo lo avevo notato” riuscì a pensare Maemi, scuotendosi per un attimo da quel suo stato di smarrimento. «Questi tunnel… non sono naturali, vero?»
    «Li ha fatti lui» disse, e con un cenno indicò un altro tunnel, dal quale provenivano i raccapriccianti versi del verme che mangiava.
    Gli occhi di Maemi calamitarono lì. «Pensi che possa attaccarmi?» chiese, cercando di trattenere l’ansia nella voce.
    «Oh, no! Non preoccuparti, è molto recettivo su quello che succede lì sopra». Ed indicò in alto. «Ma non vede e non sente nulla. Non ha nemmeno il naso. Si orienta con le antenne del muso».
    Un pensiero in meno. La kunoichi rilasciò il respiro che non si era accorta di star trattenendo. «È per questo che fai la nebbia, vero?» chiese, e la domanda le sfuggì quasi senza pensarci. «Lo vuoi coprire mentre va ad ammazzare qualsiasi cosa si aggiri in superficie».
    «È mio amico!» fu l’unica risposta della ragazzina, facendo un passo avanti come a volersi frapporre tra la sconosciuta e il verme. «Bobitto è mio amico!»
    In qualsiasi altra circostanza, Maemi avrebbe trovato il nome comico e la scena quasi surreale, ma i versi raccapriccianti di Bobitto avrebbero tolto la voglia di ridere anche al re dei giullari. «Ok» fu tutto quello che riuscì a dire. «Non c’è bisogno di agitarsi. E, ehm, perché tu e Bobitto siete qui a Shimayama?»
    «Fame» disse la kunoichi, accarezzandosi la pancia.
    Maemi la fissò perplessa. «Hai… fame?»
    «No! Lui ha fame!» Ed indicò il verme. «Hai visto quanto è grande? Deve mangiare tanto. Qua c’è tanto cibo… o almeno, prima ce n’era molto di più». Inclinò la testa, il volto corrucciato. «Tu sai perché adesso non passano più così in tanti? Ho provato a chiederlo all’altro ragazzo, ma credo mi stesse prendendo in giro».
    Altro ragazzo. La bocca di Maemi, che si era già aperta per parlare, risucchiò l’aria a quella menzione inaspettata. «Altro?» si riprese subito, facendo un invadente passo in avanti. «Intendi Totaro Shiguya?»
    «Non ricordo il suo nome» rispose la ragazzina, come sulla difensiva. Al passo in avanti della Sp.Jounin, lei aveva risposto con un passo indietro. «Ma non era simpatico. Anche lui era riuscito a raggiungermi qui, ma ha tentato di far del male a Bobitto»
    «Cosa gli è successo?» incalzò Maemi, avvertendo un brutto presentimento nel retro della propria mente.
    «Uh… aspetta un attimo». Shima si girò, cosa che Maemi non avrebbe mai fatto, e con un saltello infantile si tuffò verso la penombra e lì vi si inginocchiò. Pochi secondi, qualche rumorino dopo, e la ragazzina tornò verso la nuova arrivata con aria raggiante. In mano aveva l’osso di una mano, sporco e marcio. «Buuuuu, sei pazza! Ti riporterò al Villaggio e ti farò chiudere dentro un ospedale, buuuuuuuu!» imitò una voce maschile in una strampalata parodia, sbandierando la mano ossea a mimare dei gesti di disapprovazione. Il polso faceva dei rumori scricchiolanti ad ogni movimento.
    Maemi assistette al tutto senza muovere un muscolo. “È pazza” fu la sua conclusione, sbattendo le ciglia. “Completamente pazza”. E quella che sbandierava era presumibilmente l’ultima cosa rimasta di Totaro Shiguya, il Chuunin che aveva osato minacciare Bobitto nella sua stessa tana.
    Le ci vollero svariati secondi prima di ritrovare la parola. «Come ti chiami?» si riprese, cercando di tenere sotto controllo il tono della voce. Se c’era una cosa che Maemi poteva fare, era imparare dagli errori di chi l’aveva preceduta.
    «Shima!» rispose, continuando a giocare con la mano.
    «Io mi chiamo Maemi» rispose allora, avvertendo la gola arida. «Che dici se… torniamo un attimo in superficie? Non fa bene stare troppo tempo sotto terra».
    «Oh, non preoccuparti. Io sto qui solo la notte, quando non devo tenere attiva la nebbia. Dopotutto, che serve quando è tutto buio?» Le lanciò un’occhiata. «E poi a me Bobitto non fa nulla, ma se tu torni di sopra lui si sveglia e ti mangia».
    Il modo così casuale e quasi innocente con cui lo disse, era… sconcertante. «Non puoi dirgli che sono anche io un’amica?» le chiese.
    «No» rispose semplicemente Shima, e non aggiunse altro. Calò un improvviso silenzio rotto solo dai suoni inquietanti di Bobitto, ai quali la ragazzina sembrava del tutto indifferente. Si limitava a squadrare Maemi con curiosità, inclinando leggermente la testa come se aspettasse educatamente che le rivolgesse la parola.
    Ma Maemi non aveva idea di cosa dire. Sentiva la bocca troppo asciutta, come se non potesse fisicamente usare la voce. «E tu… perché sei qui?» riuscì a dire infine, tirando fuori le parole a forza. «Cioè… come sei finita in questo sotterraneo con un verme gigante?»
    «Bobitto!» la corresse subito lei,la faccia istantaneamente deformata da una smorfia offesa.
    «Bobitto» ripeté Maemi con cautela.
    Shima si guardò attorno con aria trasognata. «Ho seguito Bobitto. Non potevo lasciarlo solo: credo sia un cucciolo, da come mangia. E se non ci penso io chi lo farà? A nessuno piacciono quelli come lui, ed è una vera ingiustizia. Se qualcuno toccasse il tuo animaletto andresti su tutte le furie, no? Perché con Bobitto dovrebbe essere diverso?»
    “Perché è un maledettissimo verme assassino” rispose la Sp.Jounin nella sua testa. Era tutto così surreale. Com’era finita ad avere una piacevole conversazione sul bistrattamento di vermi domestici, mentre dall’altra parte del cunicolo suddetto verme banchettava sul corpo di un mulo? Qualcosa nella sua testa scattò, e finalmente riuscì a scuotersi da quella sensazione di irrealtà che le aveva impantanato il cervello; fu tanto brusco quanto risvegliarsi improvvisamente da un brutto sogno. «Hai ragione» concesse allora, ammorbidendo il tono della voce. Doveva stare molto attenta. Secondo Shima, il mostro non poteva percepirla lì sotto, ma col cavolo che avrebbe messo la sua vita nelle mani di quella squilibrata. «Effettivamente è ingiusto. Sei molto in gamba per pensare così fuori dagli schemi»
    «Dici?» chiese meravigliata, con gli occhioni che sbattevano.
    «Be’, che sei in gamba lo si nota subito, anche dal fatto che riesci a mantenere attiva la nebbia per così tanto tempo riposando solo di notte. Non è da tutti».
    Shima gonfiò il petto in palese orgoglio.
    «E poi il modo in cui riesci a muoverti sotto terra» continuò Maemi, alzando una mano come ad indicare l’aria attorno a sé. «Cioè… wow! Immagino tu sappia manipolare il Doton, no?»
    «Certo! Perché, tu no?» La domanda di Shima rifletteva una genuina sorpresa, come se l'idea che qualcuno non sapesse come manipolare il Doton fosse un concetto per lei incomprensibile.
    «No» rispose Maemi, mantenendo un tono calmo e interessato. «Ma mi piacerebbe imparare. Soprattutto come fai tu a usare il Doton per... muoverti così liberamente qui sotto. Deve essere una tecnica avanzata».
    Shima, trascinata dall'entusiasmo e dall'orgoglio, sembrava più che disposta a condividere. «È facile!» esclamò. «Vedi, io posso fondere me stessa con la terra! Così posso scivolare attraverso il terreno senza disturbare nulla, neanche Bobitto».
    «E come fai a... fonderti? C'è uno specifico... Jutsu che usi?»
    «Sì!» rispose Shima, con un tono che suggeriva come fosse la cosa più ovvia del mondo. «È un Jutsu che ho imparato guardando Bobitto. Lui si muove sotto terra, e ho pensato: se lui può farlo, perché non io? Allora ho provato e provato, finché non ci sono riuscita».
    Solo così? L’ottimismo di Maemi vacillò. Shima aveva osservato, appreso e adattato, creando o imparando una tecnica senza alcun aiuto né pergamena. Davvero notevole. “Questo vuol anche dire che è fuori dalla mia portata” pensò subito dopo, e la realizzazione si fece sentire come un macigno sullo stomaco. Non c’era passaggio segreto, cunicolo o modo per salire in superficie in maniera sicura, non che lei potessi utilizzare, almeno. Questo la portò a pensare alla sua prossima mossa: era chiaro che un approccio diretto lì dentro le avrebbe fatto fare la fine di Totaro Shiguya; aveva bisogno di un piano che le permettesse di uscire da quella rete di tunnel senza attirare l'attenzione di Bobitto… né far arrabbiare quella piccola genietta del Doton. “Posso usare un clone” rifletté, ricordando il primo tentativo d’esplorazione nella nebbia. “O anche più di uno. Forse riuscirà a confonderlo e darmi tempo a sufficienza per sfuggire. Con il Controllo del Chakra posso risalire dallo stesso buco dal quale sono arrivata… rischioso è rischioso, ma almeno qualche speranza c’è”.
    L’obiettivo di Maemi non era però solo uscirne viva. Doveva disfarsi del mostro e fare qualcosa per quella ragazzina, assicurarsi che non nuocesse più a nessuno. Non vedeva alcun coprifronte, ma doveva per forza trattarsi di una kunoichi di Kiri. Magari una traditrice, o forse una data per morta in azione che aveva cercato di rifarsi una vita per sé. “Poco importa” realizzò la Sp.Jounin. “Quel che conta è… cercherà di mettermi i bastoni tra le ruote?”
    Forse era meglio eliminarla lì sul posto, adesso che ne aveva l’occasione.
    La mano aveva avuto uno spasmo, come se le fosse arrivato l’input di agire, ma un brivido improvviso la bloccò sul posto. A Maemi tornò in mente Totaro Shiguya. Anche lui aveva parlato con Shima, e stentava a credere che non gli fosse passato per la testa la stessa idea. Eppure, nonostante tutto, aveva fallito. No, forse era meglio evitare gesta affrettate.
    Shima la stava ancora fissando con quegli occhioni ingenui, educatamente in attesa. «Shima» iniziò la ragazza dai capelli rossi, con una voce che cercava di mascherare la tensione. «Sei… davvero una persona in gamba. Non capisco perché vuoi confinarti sotto terra per proteggere questo… Bobitto. Non hai una famiglia a Kiri che ti aspetta?»
    A quella menzione, sugli occhi chiari di Shima calò la notte: il suo volto si scurì di botto come in un’eclissi, e l’aria attorno a loro divenne più fredda. Dall’altra parte, i versi fatti dal verme aumentarono di intensità, accompagnati da un improvviso rombo nella terra. «Bobitto è la mia famiglia» fu la risposta di Shima, che calò come una sentenza che parve scuotere tutta la caverna.
    Maemi assistette alla scena trattenendo il respiro. “Sembra che il mostro abbia reagito in sintonia con lei” fu la sua considerazione. Non poteva essere un caso che si fosse agitato proprio quando Shima si era rabbuiata. Doveva stare attenta… molto attenta. «Capisco» rispose allora, cercando di essere il più distensiva possibile. «Ma consideri accettabile che continui a uccidere persone innocenti?»
    «Deve pur mangiare. Era così piccolo la prima volta che l'ho visto...»
    «Shima!» la interruppe Maemi, prendendo di botto un'altra strada e cercando di soffocare la propria impazienza con una nota di urgente persuasione. «Sto cercando di offrirti un'alternativa, ma devi cercare di venirmi incontro. Credi davvero che tutta questa faccenda sia passata inosservata a Kiri? Che il Mizukage non sappia dell’esistenza di Bobitto o della morte di Totaro?»
    «Ma con tutta questa nebbia...»
    «Non sottostimare i ninja di Kiri» incalzò la Sp.Jounin, fissando Shima dritta negli occhi. «Invieranno chi è capace, shinobi addestrati per affrontare minacce come Bobitto. Lo cattureranno e lo uccideranno. E dopo, Shima, verranno anche per te».
    La menzione di altri ninja, più che la prospettiva di una vita dietro le sbarre, sembrò scuotere Shima, la cui espressione si fece pensierosa. «Bobitto è troppo forte!» esclamò, testarda ma con una sfumatura di timore nella voce. «Li mangerà tutti!»
    «Ne sei sicura?» la provocò Maemi. «Vuoi veramente sacrificare tutto per lui?»
    Quello sarebbe stato l’ultimo appello al buon senso di Shima.
    Ma Shima strinse forte i pugni, sbattendoli sui fianchi in segno di infantile frustrazione. «Smettila! Smettila, smettila, smettila!» esclamò, ogni sillaba carica di un'intensità crescente, mentre il suo corpo vibrava di un'energia quasi palpabile. La grotta sembrava risuonare in eco alle sue parole, e Bobitto, risonando a questa tempesta emotiva, emise un nuovo ruggito profondo. «Non riuscirai a convincermi! Bobitto è mio amico! Nessuno si degnerà mai di proteggerlo, e allora lo farò io!» Per la prima volta, negli occhioni della ragazzina, ancora fissi su Maemi, comparve una scintilla di rabbiosa lucidità. «Tu... tu vieni qui, nella nostra casa, a parlare di minacce e conseguenze. Ma di che parte stai, alla fine?»
    Maemi aprì la bocca, sentendo come il bisogno di stringere le braccia di quella stupida e scuoterla fino a farla rinsavire. Non capiva che così rischiava di finire ammazzata, solo per un lurido verme? «Cerco di evitare una tragedia» fu la sua risposta, che trovava in parte vera. «Perché non scendiamo ad un compromesso? Ho capito, non vuoi rinunciare a Bobitto. Ma se solo si spostasse da un’altra parte? Magari un’altra isola, dove potrebbe dare meno nell’occhio…»
    «A Bobitto l’acqua non piace!» rispose Shima, aggrottando le sopracciglia. Il fatto che però non avesse scartato a priori la proposta fu la prima, vera nota positiva di quella conversazione, che Maemi accolse con un timido sospiro di sollievo. Doveva convincere Shima a far uscire il mostro allo scoperto, tirarlo fuori dalla terra dove aveva un netto vantaggio. Ma come fare? E come assicurarsi che non tornasse semplicemente a strisciare dentro i cunicoli in cui si trovavano adesso? «E se… usassimo un Jutsu di teletrasporto?» chiese, prendendo ad improvvisare.
    Gli occhioni di Shima, prima ridotti a fessure, si spalancarono. «Teletrasporto? Esiste davvero?»
    «Ovviamente. Se riesci a muoverti sotto terra, perché io non dovrei essere capace di teletrasportarmi?»
    «E perché mi hai chiesto di uscire se tanto potevi teletrasportarti via?»
    “Mannaggia” si rimproverò interiormente Maemi mordendosi un labbro, ma scansò la trappola in fretta. «Sotto terra non funziona» disse subito. «Non chiedermi il perché, ma è così».
    L'espressione di Shima si fece nuovamente diffidente. «Ma come farai a spostare Bobitto, se non funziona sotto terra?»
    Maemi avvertiva la tensione che le provocava la pelle d’oca: la ragazzina, nonostante il palese squilibrio mentale, non era del tutto priva di discernimento. «Dovrà uscire completamente in superficie» rivelò lentamente, consapevole della delicatezza del momento.
    «No. Lui non fa così».
    «Ma tu sei sua amica» insistette Maemi, sentendosi una scema a dire a qualcuno che era l’amica di un vermone. «Cioè, hai detto che non ti attacca, no? A te da retta». Si accigliò. «Come fa a darti retta, tra l’altro?»
    «Gli piaccio» Shima fece spallucce. «Mi ascolta. Anche se delle volte mi fa i dispetti».
    Questo non rispondeva in maniera esaustiva la domanda di Maemi, che comunque era interessata per un motivo strategico: voleva capire in che modo comunicassero quei due amiconi, così da cogliere il livello di cooperazione che poteva aspettarsi da loro. «Allora potresti convincerlo, no?» rimarcò.
    Lo sguardo di Shima divenne improvvisamente vitreo, e i muscoli della faccia si rilassarono. Le mani giunte ancora attorno all’osso di Totaro di immobilizzarono sul posto. Un attimo dopo, proprio quando Maemi iniziava a preoccuparsi, la ragazza si riscosse dal suo stato catatonico. «Si può fare!» esclamò, la voce entusiasta e sognante. «Non pareva del tutto convinto, almeno credo, ma penso abbia troppa fame per replicare. Non trova nulla di sostanzioso da un po’».
    Maemi la fissò per qualche istante, e per un attimo fu folgorata da un dubbio: e se quella fosse molto più pazza di quanto credeva? E se si fosse completamente inventata tutto il suo legame con Bobitto e le avesse solo fatto perdere tempo? “Cautela” si ricordò, tenendo a mente il suo metodo secondo cui doveva avanzare tenendo sempre in considerazione l’opzione peggiore. Un ninja che utilizzasse la Kirigakure no Jutsu doveva comunque cicciare fuori, e Shima aveva pur sempre addosso dell’equipaggiamento ninja. Rimaneva ancora il candidato ideale. «Ottimo» si limitò a dire. «Allora facciamo così: di’ a Bobitto di uscire dal sotto terra, poi tu torna in superficie come fai di solito. Io mi arrampicherò su per i cunicoli, dunque ci metterò un po’ più di tempo, voi mi aspettate e poi ci teletrasportiamo tutti assieme».
    «E dove?» chiese Shima sbattendo più volte le palpebre.
    «C’è un’isola, non molto distante da qua, sotto la giurisdizione del Paese del Tè. Credo sia l’ideale: non hanno un Villaggio Ninja, e inoltre non è molto popoloso. Se Bobitto può accontantarsi di animali, almeno per tenere un profilo basso nel primo periodo…»
    «Lo convincerò io!» esclamò subito Shima, facendo un balzo in avanti e afferrando le mani di Maemi. Gli occhi le brillavano. «È un’ottima… un’ottimissima idea! La migliore che abbia mai pensato! Cavolo, sei davvero intelligente!»
    La Sp.Jounin la fissò. Per un momento aveva avvertito la bile raggiungerle il retro della gola, quando le mani gelide di Shima avevano toccato le sue. «Allora procediamo» si limitò a dire, senza entusiasmo.
    La ragazzina pazza non sembrava aver notato il turbamento di Maemi, limitandosi a un energico cenno di assenso. «In marcia!» esclamò, alzando un pugno al cielo come ad incitare qualcuno. Improvvisamente, come se un meccanismo gigantesco si fosse messo in moto, un fragore potente fece tremare il suolo, scuotendo tutto ciò che li circondava. Il terreno sotto di loro divenne instabile, accompagnato da un ruggito profondo e minaccioso che pareva provenire dalle profondità della terra stessa. Il corpo di Maemi si irrigidì di colpo, come una risposta primordiale al pericolo imminente, mentre l’aria violentemente smossa saturava il suo respiro, dandole un inaspettato senso di soffocamento.
    Poi, con un'esplosione di suono e movimento, il verme mastodontico fece la sua comparsa in un turbinio di squame e carne. Fu tutto velocissimo, come lo srotolamento di una fune, e la terra si aprì come se fosse stata carta al suo passaggio, sollevando nuvole di polvere e detriti. Maemi si ritrovò quasi sbalzata verso l’estremità del cunicolo, a terra e schiacciata contro la parete, le mani in faccia a ripararsi da quell’improvvisa violenza e dall’emanazione di putrido che quell’essere emetteva. Ancora non respirava, ancora non capiva che diavolo le stesse succedendo attorno…
    Poi fu tutto finito. La Sp.Jounin voltò la testa ed abbassò le mani, guardandosi attorno con il respiro leggermente affannoso. Adesso era da sola, il rombo del cuore l’unico suono a farle da compagnia. Shima e quel mostro erano spariti, e l’attimo di silenzio che seguì fu più terrorizzante del rombo precedente. “Saranno in superficie” cercò di convincersi lei, rialzandosi con uno scatto. Maledisse il leggero tremolio alle gambe. “Non fare la fifona. Il piano deve aver funzionato”.
    Ancora non si era stancata di pensare a quanto fosse surreale tutta quella situazione. Con un nulla si era davvero guadagnata la fiducia di quella rimbambita? O forse all’esterno l’aspettava una brutta sorpresa…?
    Espirò un soffio breve, liberando la sua divisa da detriti e polvere che vi si erano depositati. Il suo sguardo si posò sull'apertura lasciata dal passaggio del verme, ora visibilmente più larga. Con cautela, Maemi iniziò a muoversi verso l'uscita del cunicolo, ogni passo misurato, e non appena il terreno divenne troppo inclinato per una scalata convenzionale, iniziò a concentrare il Chakra sotto le suole delle sue scarpe, garantendosi una presa sicura sulla superficie scivolosa.Il tunnel era abbastanza ampio da permetterle di avanzare eretta, senza la necessità di chinarsi. L’aria iniziò a farsi meno viziata, l’ossigeno abbondò mano a mano finché la ragazza non notò che l’oscurità iniziava via via a sbiadirsi. L’uscita era vicina.
    “Dovrei usare un clone, giusto per sicurezza?” si domandò, presa da un'improvvisa indecisione che la fece bloccare sul posto. “No, troppo rischioso. Se il piano va a monte e quella creatura torna a nascondersi nelle viscere della terra, essere intrappolata tra la superficie e il suo nascondiglio sarebbe un disastro”. All’esterno, invece, avrebbe potuto quantomeno trovare un riparo o cercare di darsela a gambe, seppur non fosse nel suo stile. Per il momento si limitò ad acuire i sensi, sfruttando il Chakra per ricreare l’Omicidio Silenzioso.
    L'odore asfissiante proveniente sia da sotto che da sopra era nauseante, e Maemi dovette serrare di forza la bocca per trattenere un conato. Tuttavia, era l'udito a giocare un ruolo cruciale in quel momento: attraverso esso, riuscì a captare il battito regolare del cuore di Shima e il frenetico scampanellio delle zampe di Bobitto, una conferma che entrambi avevano raggiunto la superficie. “È davvero stato così semplice?” si meravigliò lei, incredula di come poche parole fossero riuscite a garantire la loro cooperazione. Ma sapeva bene che ciò che stava per affrontare non avrebbe avuto nulla di semplice: perché adesso era il momento di sopprimere Bobitto una volta per tutte, e lasciare che Shima decidesse il suo destino. Se seguire il suo amico verme… o seguire lei a Kirigakure.
    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso
    GVmb
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa Tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La Tecnica consiste nell'individuare l'avversario potenziando l'udito e l'olfatto, potendosi muovere e attaccare anche senza l'utilizzo della vista, facendo leva sull'effetto sorpresa. Finché resta attiva il fiuto dello Shinobi è paragonabile a quello di un Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario, ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso in cui si segua una traccia di sangue, si potrà invece individuare con la massima precisione la sua posizione. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi sui diversi rumori è elevata, ma rumori molto forti, come l'esplosione di una carta-bomba, potrebbero distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, anche se solamente per pochi istanti. Nel caso in cui ci siano numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente confondere i bersagli visto che producono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potrà essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Quando Maemi riemerse, annullando la Muon, la presenza possente del mostro torreggiava sopra di lei quasi ad inglobare qualsiasi cosa, cielo ed alberi compresi. La sua pelle, un tessuto di squame che catturavano la scarsa luce lunare filtrata dalle chiome degli alberi, brillava di un'iridescenza spettrale. I movimenti del corpo erano quasi serpentini, attorcigliandosi su sé stesso con le zampette che cospargevano ogni segmento del corpo; sotto la fioca luce parevano come artigli, e producevano un ticchettio così particolare da non avere nulla di comparabile. Ma l’attenzione della Sp.Jounin fu catturata dalla sua testa, se così si poteva chiamare: una bocca che si apriva a guisa di fiore infernale, rivelando un abisso di denti affilati, pronti a triturare ogni cosa. E poi c’erano gli occhi: unica cosa che pareva dotata di luce propria, erano piccoli e lucidi, e fissavano il mondo con l'aliena freddezza di un insetto.
    Pareva proprio un incubo vivente, e per un attimo anche la solida freddezza mentale di Maemi vacillò. Nonostante il piano, nonostante il suo addestramento, quella cosa le infondeva una paura primordiale che la spronava a scappare. Con estremo sforzo si costrinse ad abbassare gli occhi, e lì notò la figura minuta di Shima rannicchiata accanto al corpo viscido di Bobitto, le mani su di lui come se gli stesse facendo i grattini. Le dava di spalle, non pareva averla notata.
    Per qualche motivo, la visione le evocò nelle mente un chiaro piano di azione. I muscoli di Marmi si tesero all’improvviso, pronti a scattare. «Shima» chiamò, la voce chiara e limpida, la mano sinistra che già si alzò verso la katana. La suddetta pazza si voltò, ed il suo sguardo divenne vitreo nel momento in cui si agganciò a quello di Maemi. Il volto impallidì di colpo ed il corpo prese a tremare in violenti spasmi mentre entrambe le mani scattavano al petto. La bocca si aprì, ma da lì non vi uscì alcun suono.
    Magen: Shinzō no Senkō - Illusione Demoniaca: Trapasso del Cuore
    OSADLfA
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Genjutsu
    Perché questa Tecnica abbia effetto, richiede che l'avversario incroci lo sguardo dell'utilizzatore. Permette di creare agli occhi della vittima una versione spettrale di sé stessi che emerge dal proprio corpo a velocità estreme, scagliandosi contro l'avversario e perforandogli il petto con una mano, per poi afferrargli il cuore e stritolarglielo. La Tecnica dura due secondi dal momento in cui appare lo spettro, durante i quali l'utilizzatore deve restare immobile e non può attaccare l'avversario in alcun modo. La vittima, sentendosi trafiggere la cassa toracica in profondità, avvertirà un dolore al petto pari ad una ferita di entità mortale, che gli rende difficoltoso muoversi mentre l'Illusione è attiva. Al termine del Jutsu la sensazione di dolore sarà così potente da causare un malus fisico-motorio pari a due gradi per tre Turni. Se utilizzata sui civili, questa Tecnica ne causa facilmente la morte per via dello shock estremo a cui vengono sottoposti.
    Dissolvibile con una ferita medio-grave.
    Consumo: 15

    Le orbite della kirina dai capelli rossi scattarono verso Bobitto, lasciando Shima a quella terribile illusione che l’avrebbe fatta sentire sul punto di morire. In un attimo che durò meno di un respiro, la spada di Maemi fu fuori dal fodero, la lama luccicante pronta a colpire. Si slanciò con determinazione verso la bestia, puntando alla massa ingombrante dove la testa si univa al corpo informe. Il Genjutsu lanciato su Shima avrebbe dovuto isolare Bobitto da ogni percezione di minaccia esterna. Tuttavia, turbato forse dalla eco del dolore psichico di sua padrona, il vermone iniziò a dimenarsi violentemente scatenando un suono acuto, che penetrava l'aria come un pugnale. Prese a contorcersi con forza, costringendo Maemi a ridurre la sua corsa e a deviare un attacco di coda che, sebbene involontario, mirava pericolosamente verso di lei. Subito dopo, il vermone eseguì un balzo improvviso, per poi tuffarsi in picchiata verso la terra.
    La kiriana comprese quello che stava per succedere, e in un attimo il Chakra si concentrò sul suo braccio armato di katana: senza esitazione si lanciò con estrema velocità verso il punto in cui si stava schiantando il mostro. La lama risultò tempestiva e affilata, ma non sufficiente a fermare il verme che, con uno stridore che somiglia quasi ad un grido, penetrò e scomparve dentro il terreno, lasciando dietro di sé solo una nuvola di terra sollevata e il sinistro ricordo del suo urlo.
    Hiraishingiri - Fendente del Dio del Fulmine Volante
    Gpnr
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Kenjutsu
    Kenjutsu di livello estremo, l'Hiraishingiri consiste nel sfoderare la lama e lanciarsi con sorprendente velocità contro un avversario per colpirlo in modo diretto. La Tecnica richiede che il bersaglio si trovi entro dieci metri dal Ninja e a non meno di tre metri, ed inizia in fase di spostamento con un movimento rotatorio del polso, sicché l'attacco che viene prima scambiato per un comune fendente orizzontale si rivela molto più complicato da evitare in quanto diventa un affondo diretto. Il nemico si ritrova spiazzato dall'elevatissima velocità a cui viene vibrato il colpo, capace di arrecare alla vittima una ferita da Taglio almeno di Grave entità, ed è così veloce che sarà possibile Difendervisi soltanto tramite un Kenjutsu e Difese senza Sigilli, ma in questo ultimo caso solo se si vede l'utilizzatore prima che scatti, mentre le altre non saranno abbastanza veloci da fermarlo. Nel caso in cui venga parato tramite un Kenjutsu, se la Agilità del Difensore è almeno di due gradi inferiore alla Velocità dell'attaccante, il colpo passerà comunque ma causerà soltanto danni Medio-Gravi da Taglio (sempre potenziabili dalla Forza).
    Richiede un'Arma da Taglio.
    Consumo: 15

    Maemi si ritrovò dal lato opposto rispetto a dove era risalita, si guardò attorno ritrovandosi in una nuova desolazione, con il terreno che brontolava e vibrava sotto i suoi piedi. Che disastro. Non era riuscita ad ammazzare il verme prima che strisciasse nel suo buco, e adesso si agitava sotto di lei pronto ad inghiottirla dal basso…
    Shima era stramazzata a terra. Maemi si fiondò su di lei, raccogliendola sgraziatamente e sorreggendola con un braccio attorno al collo e con il cuore a martellarle nel petto. «Vieni!» esclamò, come una provocazione feroce. «Ammazzi me, ammazzi lei!»
    Probabilmente il mostro non poteva né sentirla né comprenderla, ma la ragazza avvertiva il bisogno di gridarlo al vento. Per un terribile attimo di silenzio, tutto parve rimanere immoto.
    All'improvviso, come fulmine a ciel sereno, un'esplosione colossale eruttò a breve distanza da lei, scagliando in aria frammenti di terra e roccia che la colpirono con violenza, generando un'onda d'urto che la sbalzò indietro.La forza devastante e l'improvvisità dell'evento sorpresero Maemi, costringendola a perdere la presa su Shima, che venne catapultata lontano in una direzione diversa. Dal cuore dell'esplosione riemerse Bobitto, che evidentemente aveva calibrato la distanza con precisione, evitando di riapparire direttamente sotto di loro, il che avrebbe potuto ferire gravemente la sua piccola amica.
    Con un'agilità sorprendente, Maemi si rimise in piedi in un istante, con un rapido movimento del torso, trovandosi nuovamente di fronte al vermone. Quest'ultimo ora si ergeva con metà del suo imponente corpo esposto sulla superficie, in un modo che ricordava l'arco teso di un serpente pronto a colpire. La distanza tra terra e testa era tale da rendere lo sguardo verso l'alto quasi vertiginoso.
    Senza perdere un istante, la kiriana scorse il pericolo imminente e con mani veloci intrecciò i Sigilli, erigendo sopra di sé una barriera Suiton pronta ad intercettare il mostro con una doppia alterazione di Proprietà. Era certa che la carica di quel bestione non potesse essere sufficiente per distruggere la sua difesa migliore, ma dopo un momento di tensione, in cui la barriera sembrava resistere, Bobitto ruppe la difesa di Maemi come se fosse un fragile velo di vetro, e le sue fauci, ora terribilmente spalancate, si materializzarono a pochi metri dal suo viso
    Suiton: Suijinheki - Muro d'Acqua
    srUi6NC
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa Tecnica Suiton, dopo aver eseguito gli opportuni Sigilli, sarà possibile creare un muro d'acqua lungo dodici metri e alto cinque, in grado di proteggere sia da Ninjutsu che da Taijutsu, massimo di livello B. Il muro potrà essere creato orizzontalmente davanti all'utilizzatore oppure attorno a lui, potendolo coprire a 360°. In questo caso il muro avrà una circonferenza massima di dodici metri (quindi potrà essere creato, al massimo, a due metri scarsi di distanza dall'utilizzatore). Al tempo stesso sarà possibile far assumere al muro una forma semicircolare, ma in ogni caso le dimensioni del muro rimarranno invariate, così come la distanza che lo separa dall'utilizzatore. La Tecnica può essere mantenuta fino alla fine del Turno, ma in questo caso non si potranno eseguire altre Tecniche che non siano A Turno e che non siano già state attivate in precedenza.
    Consumo: 8

    Chikara no Mizu - Forza Acquatica
    iM9pqtu
    Sviluppatore: Kisuke Momochi
    Livello: C
    Tipo: Supplementaria
    Questo Jutsu simboleggia lo stadio ultimo dell'affinità sviluppata dal Ninja nell'elemento del Suiton e nei suoi Jutsu. Infatti, il Ninja in seguito a rigorosi e costanti allenamenti, è riuscito a sviluppare un metodo che gli permettesse d'affinare maggiormente la sua abilità nell'uso di qualsiasi Jutsu dell'elemento precedentemente citato. Tant'è che ad ogni utilizzo combinato semplicemente ad un maggior ed accurato esercizio di Chakra, e senza il bisogno d'eseguire Sigilli, sarà possibile potenziare un singolo Jutsu fino al livello B di un grado nel livello; per fare ciò basterà citare la Tecnica in Spoiler e cambiarne il Consumo, che dovrà essere pari a quello del grado della Tecnica che si vuole potenziare, dopo aver specificato in Narrazione che il proprio personaggio ha impiegato Chakra Suiton per rendere la Tecnica più potente del solito.
    Consumo: N/A

    Il cuore di Maemi s'impennò con la realizzazione che, forse, quell'obbrobrio sarebbe stato stata l’ultima cosa che avrebbe mai visto, tuttavia la cecità di Bobitto e la distorsione causata dal suo stesso impatto contro la Tecnica furono la sua involontaria salvezza. Invece di tranciarla in due, le lame attorno alla bocca della bestia le raggiunsero il fianco destro, e la forza bruta dell'impatto la fece rotolare via disordinatamente, lontano dalla mortale morsa del vermone.
    Maemi, caduta di schiena, sbatté più volte le palpebre in un attimo di disorientamento, prima di rialzarsi con uno scatto. Abbassò lo sguardo e trovò il fianco destro che grondava di sangue; il mostro l’aveva appena sfiorata, eppure quelle fauci erano affilate quanto una pregiatissima katana.
    Non ebbe nemmeno il tempo di meravigliarsi di come la bestia avesse sfondato la sua miglior difesa, perché Bobitto si era di nuovo tuffato sotto terra. Quello sarebbe dovuto essere il centro assoluto della sua attenzione, ma proprio in quel momento Shima si era ripresa dallo shock dell’Illusione. Era in ginocchio, e la fissava con la bocca sporca di bava. «Bugiarda!» strillò, furiosa e ferita. «Bobitto, ammazzala! Ammazzala subito!»
    “Merda” fu tutto quello che riuscì a pensare Maemi, portandosi le mani unite a formare una croce con gli indici e i medi. Attorno a sé si materializzarono quattro copie fisiche, che si sparpagliarono immediatamente in una rosata di segnali che avrebbero dovuto destabilizzare il vermone. Era l’unica forma di sicurezza che poteva adoperare.
    In quel frangente critico, il verme Bobitto riemerse furiosamente dal terreno, puntando uno dei cloni. Con un movimento tanto rapido quanto affamato, inghiottì il clone, che si dissolse nell'aria, lasciando dietro di sé nient'altro che la risonanza del suo passaggio. Si rituffò verso il basso, ma questa volta non per scomparire nuovamente al di sotto, ma per buttarsi letteralmente addosso agli altri cloni - nonché alla stessa Maemi.
    Tuttavia, questa rimase immobile ferma sul posto. Aveva infatti iniziato a concentrare velocemente un’enorme quantità di Chakra Raiton nel corpo, e in poco tempo delle saette elettriche iniziarono a danzare attorno a sé.
    Shima, ancora in ginocchio, si accorse della minaccia incombente. «Bobitto…!»
    Un fulmine, scagliato con forza inaudita dal cielo, fendette l'aria, interrompendo brutalmente il suo richiamo. Al suo impatto con la terra, l'energia rilasciata generò un'esplosione di proporzioni epiche, un vero e proprio cataclisma di luce e potenza che si espanse in ogni direzione. La deflagrazione travolse tutto ciò che si trovava nel suo raggio d'azione, inclusi Bobitto e Shima. In tutto quello Maemi risultava essere l’occhio del ciclone, illesa e pronta a mobilitarsi.
    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombrax4
    GVXt
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu e consiste infatti nella creazione di copie dotate di consistenza fisica, in grado quindi di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più Chakra. Il vero punto di forza del Jutsu è che i cloni, non appena svaniti, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze acquisite durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu. È possibile creare un solo Clone per volta, tranne per le eccezioni previste da Regolamento e FAQ.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)

    Raiton: Bakurai - Scarica Potente
    MMys
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica è l'evoluzione più potente e migliorata del Cancello delle Folgori, tramite la quale, senza bisogno di alcun Sigillo, si convoglierà all'interno del proprio corpo una grandissima quantità di Chakra Raiton che apparirà sotto forma di scariche elettriche e dopo un paio di secondi farà da catalizzatore per un vero e proprio fulmine che scaturirà dal cielo e piomberà verso il basso a velocità altissima. Nel momento in cui il fulmine colpirà l'utilizzatore della Tecnica, causerà una esplosione dal raggio di trenta metri intorno allo stesso, causando danni gravi da Scossa ed un malus motorio di due gradi per due Turni. L'unico a non risentire degli effetti del Jutsu sarà l'utilizzatore stesso. Il Fulmine è in grado di Abbattere Difese di livello A ma in questo caso i danni saranno soltanto Medio-Gravi.
    Necessaria la Raiton: Sandāgēto - Cancello delle Folgori in scheda.
    Consumo: 15

    La parte di Bobitto che fuoriusciva si era accasciata sul terreno come un fiore appassito,le sue squame adesso erano in diversi punti bruciati a lacerati. Poteva parere morto, ma i soffusi versi orripilanti e la reattività delle zampette erano testimonianza del contrario. Era ancora vivo…ancora dannatamente vivo.
    Sfruttando quei pochi istanti in cui il mostro sembrava ancora intontito, Maemi portò di nuovo le mani al petto per comporre una veloce sequenza di Sigilli: riempì la bocca, e subito dopo sputò con forza un getto d’acqua che puntò dritto contro il muso del mostro.
    Suiton: Suidan no Jutsu - Proiettile d'Acqua
    GGNp
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite questo Jutsu, dopo gli opportuni Sigilli, sarà possibile emettere dalla bocca un getto d'acqua che arriva fino a una distanza massima di trenta metri e avrà un'ampiezza di tre. Il getto avanzerà in base a una linea immaginaria creata dall'utilizzatore al momento dell'esecuzione, ma non si potrà cambiare la direzione una volta emesso il getto d'acqua. Questo vuol dire che il colpo potrà procedere in linea retta, così come muoversi in modo apparentemente casuale andando da una parte all'altra. La velocità del colpo è medio-alta e arriverà a causare danni medio-gravi da Impatto, nel caso in cui si riesca a colpire l'avversario.
    Consumo: 8

    Chikara no Mizu - Forza Acquatica
    iM9pqtu
    Sviluppatore: Kisuke Momochi
    Livello: C
    Tipo: Supplementaria
    Questo Jutsu simboleggia lo stadio ultimo dell'affinità sviluppata dal Ninja nell'elemento del Suiton e nei suoi Jutsu. Infatti, il Ninja in seguito a rigorosi e costanti allenamenti, è riuscito a sviluppare un metodo che gli permettesse d'affinare maggiormente la sua abilità nell'uso di qualsiasi Jutsu dell'elemento precedentemente citato. Tant'è che ad ogni utilizzo combinato semplicemente ad un maggior ed accurato esercizio di Chakra, e senza il bisogno d'eseguire Sigilli, sarà possibile potenziare un singolo Jutsu fino al livello B di un grado nel livello; per fare ciò basterà citare la Tecnica in Spoiler e cambiarne il Consumo, che dovrà essere pari a quello del grado della Tecnica che si vuole potenziare, dopo aver specificato in Narrazione che il proprio personaggio ha impiegato Chakra Suiton per rendere la Tecnica più potente del solito.
    Consumo: N/A

    La Tecnica segreta di Kiri colpì con forza il muso mastodontico di Bobitto, il quale rilasciò uno stridio di urlo e la testa venne decappottata all’indietro. Da quel momento in poi non si mosse più.
    «Bobitto! Nooooooooo!» grido Shima, scattando e poi quasi buttandosi sopra il suo corpo enorme. Iniziò a tremare convulsamente, e dalla gola le uscì un pianto strozzato e disperato. Non fece nulla: rimase così, senza nemmeno degnare Maemi di un singolo sguardo, troppo impegnata ad abbracciare a sé il suo compagno e ad accarezzarlo come se fosse il miglior amico che chiunque avesse mai potuto desiderare.
    La scena era pietosa, e Maemi si ritrovò a fissarla senza nemmeno sapere il perché. Bobitto era indubbiamente morto, e lei era riuscita a risparmiare la ragazzina pazza solo perché l’aveva trascinata al centro del campo di battaglia.
    Come se le avesse letto nel pensiero, Shima voltò finalmente la testa nella sua direzione: era paonazza e gli occhi un cumulo di lacrimoni. «Mi hai usata!» strillò. «È colpa tua, tutta colpa tua! Non hai idea di che cosa hai fatto!»
    La kunoichi dai capelli rossi ricevette le parole di Shima in silenzio, il suo viso impassibile nascondeva un turbine di emozioni. Non vi fu risposta, nessun tentativo di giustificazione o spiegazione. Non era il tempo delle parole: con un movimento fluido, quasi spettro di se stessa, si avvicinò alla ragazza ancora inginocchiata accanto al corpo di Bobitto e sferrò un colpo rapido e mirato, utilizzando la parte piatta della sua katana. Il colpo colse Shima di sorpresa, privandola di ogni capacità di reazione.
    Shima crollò a terra, il suo corpo privo di sensi si adagiò accanto a quello di Bobitto, in un silenzio che sembrava quasi pacifico dopo la tempesta di emozioni e violenza. Maemi, osservando la scena, sentì il peso delle proprie azioni, ma sapeva di aver fatto l'unica scelta possibile in quel momento.
    Mentre la notte si dissolvena lentamente, lasciando spazio alle prime luci dell'alba che tingevano il cielo di sfumature delicate di rosa e azzurro, Maemi rilasciò la presa sulla spada che cadde tintinnante sul terreno. Era l’unico suono che quella foresta avrebbe assaggiato per un bel po'.

    ❋❋❋


    La kunoichi di Kiri era seduta sotto la chioma di un salice, il suo corpo pallido contrastava vivamente con il rosso intenso del sangue che le macchiava l'addome. La battaglia era finita, ma a quanto pare la lotta per la sopravvivenza continuava. Con un kit di pronto soccorso aperto accanto a sé, intraprese la delicata operazione di auto-medicazione.
    Il taglio sul suo addome bruciava e pulsava da impazzire, ed il sangue mai aveva smesso di sgorgare. Maemi, il respiro leggermente accelerato ma costante, non si lasciò intimidire dalla gravità della sua condizione. Pulì con attenzione il taglio, versando un disinfettante che faceva brillare per un attimo la ferita aperta prima che il sangue si mescolasse alla soluzione, tingendo il liquido di un rosso più scuro. Con mano ferma, prese l'ago preinfuso di filo chirurgico e iniziò il processo di sutura: ogni passaggio dell'ago attraverso la sua pelle era accompagnato da una smorfia di dolore mal trattenuto, ma questo non la fermò dal ricucire la carne con una sequenza di nodi fatti alla bell’e meglio. Nariko, sua migliore amica nonché medico, avrebbe sicuramente avuto qualcosa da ridire. "Chi ha bisogno delle tue manine verdi quando si ha questo talento naturale, eh, Nariko?” pensò la ragazza, osservando il proprio operato con un ghigno.
    Terminata la sutura, il sangue era stato in gran parte contenuto, sebbene il tessuto circostante rimanesse macchiato e irritato. A quel punto Maemi rilassò il corpo e la testa ricascò all’indietro, poggiandosi sulla corteccia dell’albero, il fiato corto per la concentrazione e il dolore. Si concesse qualche minuto di riposo, avvertendo il corpo stanco per la tensione e desideroso di riposo. “Missione breve, ma tutt'altro che tranquilla” si ritrovò a pensare, esalando un respiro. Abbassò lo sguardo, adocchiando la figura di Shima ancora svenuta ma ben legata a meno di un metro da lei. Si rialzò, trattenendo una smorfia e con una mano sulla fasciatura; entrambe erano sporche di sangue ancora caldo, pertanto non dovette nemmeno impegnarsi a trovare un tributo di sangue da offire per la Kuchiyose.
    Kuchiyose no Jutsu - Tecnica del Richiamo
    YkrtwxH
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie Grandi è necessario il grado Sp.Jounin, per le Leggendarie quello ANBU.
    Consumo: 20

    Terminati i Sigilli e dopo aver sbattuto una mano al suolo, da una nuvola di fumo comparve Tsume, la sua fidatissima amica. «Oggi va così» le anticipò, con un sorriso spento. «Servigi da navetta».
    A quello, Tsume abbassò le orecchie contrariata, ma non protestò. Maemi allora le caricò in groppa Shima, cercando di non fare movimenti che avrebbero potuto strapparle i punti, e dopo una pacca sul groppo a tigrotta iniziò a muoversi al seguito della padrona. Era tempo di tornare a Kirigakure no Sato.
    Ancora non sapeva della grande novità che l'aspettava al suo ritorno.
    ChakraMentaleMalus/Bonus
    » 260-8-8-15-15-8-8*4-15-8-20=131;»Stanca;»Malus -1 fisico (Sanguinamento);
    »Malus -1 motorio (Ferita Grave);
    Fisico»Ferite da escoriazioni di lieve entità alle ginocchia;
    »Ferite da impatto di media entità su tutto il corpo;
    »Ferita da taglio di grave entità al fianco -> divenuta medio-grave a seguito della sutura;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai = 10Kunai = 10Fili Metallici = 30 mtFili Metallici = 30 mt
    Shuriken = 20Shuriken = 20Kit GrimaldelliKit di Pronto Soccorso = 10-3 = 7
    Cartabomba = 5Cartabomba fasulla = 5Occhio CiberneticoBinocolo
    Palla Gelo = 5Fumogeni = 5Pillole del Soldato = 3Rotolo di Trasformazione
    Divisa alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Senbon = 20Cartabomba = 5Torcia ElettricaRadiolina
    Foderi
    Fodero Minore
    Tanto
    Fodero
    Katana
    Rotoli
    Sigilli d'Evocazione
    DecimaShuriken Maggiore
    Frecce = 30//
    Rotolo Minore
    Shuriken Maggiore
    Doppia Tasca da Coscia
    Shuriken ad Astro = 20
    //
    Abbigliamento
    Coprifronte Kiri
    Parabraccia
    Note
    » Trenta metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: quindici ciascuno;
    » Venti metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    » Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Tre Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Tre Palle Gelo sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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    Errori Maemi:
    - Utilizzi il Genjutsu Magen: Shinzō no Senkō - Illusione Demoniaca: Trapasso del Cuore guardando la bambina ma senza specificare che esegui i sigilli. Purtroppo il fatto che necessita del contatto visivo non esclude che siano necessari anche i sigilli.
    - Utilizzi Hiraishingiri - Fendente del Dio del Fulmine Volante con una katana ed andando avanti con la narrazione non dici che la rinfoderi o meno, successivamente utilizzi il muro d'acqua dicendo che esegui i sigilli dimenticando che in teoria hai l'arma in mano, sarebbe anchre passato come verde, ma purtroppo successivamente continui a giocartela e diventa palese sia stata una svista e che la lama tu l'abbia dimenticata.
    - Giusto una nota, alla fine continui a segnare il malus della grave e del sanguinamento nonostante tu li abbia curati col kit di pronto soccorso.

    Che dire, missione davvero ben scritta. Mi è piaciuto molto come l'hai svolta dando valore alla narrazione raccontando passo passo quello che accade in maniera coerente e non rendendo la missione un banale "C'è un tizio che fa la nebbia, lo uccido, finisce". Il come hai strutturato il tutto mi ha interessato non lasciando alcun momento morto nonostante di azione vera e propria ce ne sia davvero ben poca. Il primo terzo della missione era privo di qualsivoglia errore che fosse di battitura o altro, successivamente ti parte qualche parola scritta male e qualche colore del parlato saltato. Vista la lunghezza di oltre 10k rispetto al minimo richiesto ed i pochi errori, ti assegno 950 ryo di ricompensa con 142 ryo aggiuntivi per la Coerenza narrativa ed ulteriori 25 Ryo per aver utilizzato la Muon come Jutsu investigativo, per un totale di 1117 Ryo.
    Per qualunque dubbio o contestazione puoi contattarmi tramite MP!
     
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2 replies since 14/4/2023, 21:29   126 views
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