La Caduta di Suna

IV° Evento del GDR di TAM: L'Impero del Fuoco

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    Narrato, «Parlato», "Pensato", "Telepatia", «Parlato Copie», «Parlato Evocazioni», «Parlato Hattori», «Parlato Shinzo», «Parlato Altri»


    Come succedeva spesso e volentieri, i suoni prodotti dalla nave in movimento cullarono Kisuke in un sonno profondo. Il debole sibilo dell'acqua che fluiva lungo lo scafo esterno del vascello fungevano da tranquillante.
    Aveva bisogno di dormire. Per poco non si era fermato un momento da quando era salito sulla Folgore Azzurra. Abituato a quello stile di vita, sapeva perfettamente che prima o poi anche la più minima carenza di sonno avrebbe influito sulle sue prestazioni in missione, rallentando sia il pensiero che i riflessi. Considerato il suo obiettivo, era un rischio che non poteva correre.
    Quattro ore dopo, Hattori tornò per svegliare gentilmente Kisuke passandogli sotto le narici un bicchiere di tè verde fumante: «Ti sei riposata abbastanza, bella addormentata?»
    Kisuke si sedette sulla branda. «Dimmelo tu.» Afferrò il bicchiere e bevve un sorso. Era bollente e con quel classico retrogusto amaro che al Momochi non dispiaceva affatto.
    «Briefing tra dieci minuti nel quadrato ufficiali» disse Hattori.
    Come il resto degli alloggi nella nave, il quadrato ufficiali era a dir poco spartano: tre file di panche in legno, tavoli fissati al ponte e un minuscolo cucinotto in una nicchia laterale. Sulle paratie erano appese diverse foto, compreso uno scatto di gruppo dell'attuale equipaggio della Folgore Azzurra. Non mancavano nemmeno mappe d'ogni genere.
    Insieme a Hattori era presente anche il secondo di Tatsuo Ishikawa: Toshi Kuroda. Kisuke non l'aveva mai incontrato di persona, ma conosceva la sua reputazione. Entro cinque anni avrebbe ricoperto lo stesso ruolo di Ishikawa per un'altra Unità delle Forze Speciali.
    Kisuke si sedette e Hattori si occupò di fare le presentazioni. «Ho chiesto a Toshi di essere con noi per la sua esperienza d'intelligence. Può esserci d'aiuto nell'analisi del materiale che vi voglio sottoporre.»
    Hattori srotolò della mappe, quindi aprì il fascicolo e sparse sul tavolo alcune mazzette di fotografie in formato A4.
    Ciascuno scatto mostrava scorci del Paese del Vento e del Villaggio della Sabbia da diverse altitudini, angolazioni, momenti della giornata, risoluzioni grafiche e formati.
    «Dunque, qualche informazione preliminare» esordì Kisuke.
    Nel quadrato ufficiali proseguirono, ripetendo per lo più delle cose che Kisuke aveva già sentito e si era visto a programmare giorni prima nella Tana del Ragno. Tuttavia era giusto e necessario chiarire e organizzarsi su ogni cosa anche con quelli dell'Impero. E così fecero, adattando tutto quanto per fila e per segno in modo da far combaciare perfettamente i programmi e i movimenti tra le due forze. Quando ebbero terminato, a Kisuke fu finalmente - e in apparenza ufficialmente - assegnato il plotone. Fortuna volle - un po' per tutti - che fosse composto solo e interamente da Ninja di Kiri, seppur di vario rango. Non gli sarebbe piaciuto avere uno di Konoha, uno dell'Impero tra le sue fila. Anzi, se ci fosse stato e avesse disobbedito a un suo ordine, il kiriano ne avrebbe approfittato per esercitare una qualche legge marziale lì sul momento.
    Una volta che le direttive furono distribuite, la seduta fu sciolta. Tutti quanti poterono tornare ai loro posti, a pensare, in attesa soltanto dello sbarco. Tuttavia, per quelli come Kisuke, era arrivato il momento di presentarsi ai suoi uomini.
    "Attaccare con il sole sorgente alle spalle potrebbe essere una buona mossa" si disse, vagamente, allontanandosi dal quadrato ufficiali. "Per lo meno, avremo una piccola marcia in più rispetto a loro. Ci potranno attaccare solo con delle fitte piogge di metallo, che riusciremo a respingere senza sprechi e fatiche eccessive, mentre le nostre armi saranno più difficili da notare."
    Gli shinobi e le kunoichi erano già stati divisi prima d'imbarcarsi, quindi ognuno all'interno dell'imbarcazione sapeva già dove sarebbe dovuto andare a sedersi e dove sarebbe dovuto rimanere, a maggior ragione proprio in quell'ora.
    Kisuke raggiunse la sezione sottocoperta del suo plotone, pressappoco erano tutti lì, attorniati da un brusio generale.
    "Vedo qualche faccia nota... e anche espressioni di ogni genere" pensò Kisuke, una volta che si portò di fronte a tutti quanti loro, affiancato da Shinzo e Yuki. Tra tutte quelle facce, di una in particolare non rimase stupito, poiché sapeva già che ci sarebbe stata. Non che ne fosse contento o entusiasta, anzi, ma se lo sarebbe dovuto far andar bene. Sarebbe stato un ulteriore fardello sulle spalle, o l'ennesima palla al piede che dir si voglia, ma le Alte Sfere avevano deciso di affidare a lui e alla sua squadra di tenerla sotto controllo.
    Picchiando forte con l'anello di un kunai sulla placca metallica del suo guanto sinistro, Kisuke sovrastò i mormorii e il chiacchiericcio generale, attirando la loro attenzione.
    «Sarò breve, quindi ascoltatemi con attenzione» iniziò il kiriano. «Il mio nome è Kisuke Momochi, sono il Comandante e responsabile diretto del vostro plotone. Innanzitutto, prima che qualcuno si azzardi, vi avverto che non tollero commenti inutili su questa spedizione. Anzi, cancellateli dalla vostra testa: vi annebbierà la mente in battaglia. Per prima cosa, sintonizzate le vostre radioline sulla frequenza trentacinque. Mantenete il silenzio radio fin quando la battaglia non sarà cominciata. Poi potete comunicare all'intero plotone, ma solo nel caso sia qualcosa di veramente importante per tutti. Una volta dato inizio alla battaglia, se vi ritrovate in scontri serrati insieme a pochi altri soldati potete, anzi dovete adottare una vostra frequenza personale per comunicare. Non temete, una volta iniziata la battaglia, ciò che è veramente importante vi verrà comunicato in altra maniera. Ci tengo a precisare che in ogni momento, sarete dispensati dalle iniziative personali. Dovete attenervi al piano e rispettare la formazione. Agirete solo su mio diretto ordine. Il fallimento non è un'opzione» concluse con decisione.
    «Ora godetevi quel che resta del viaggio. A momenti sbarcheremo nel Paese del Vento» disse con noncuranza e si allontanò, sedendosi nuovamente nel posto in cui era prima che lo mandassero a chiamare.

    ...

    Ninpou: Chojuu Giga - Tecnica dell'Ultra Illustrazione Animale
    SpJounin
    Villaggi: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    La capacità di controllare l'inchiostro è ad alti livelli permettendo la creazione di creature di taglia sia grande che enorme. Abilità grazie alla quale il potenziale sia offensivo che difensivo degli utilizzatori dell'inchiostro cresce notevolmente.
    Limite massimo di creature disegnabili:
    - Taglia Grande: Sp. Jounin: 3; ANBU: 4
    - Taglia Enorme: Sp. Jounin: 2; ANBU: 3
    Consumo: 8


    Le rocce e le lastre di basalto ricoperte di tante goccioline depositate durante la notte sembravano brillare al chiarore pieno della luna.
    Sotto il cielo ancora stellato e in mezzo a quell'oscurità vellutata, l'esercito marciava di buon passo. In testa ad uno dei plotoni trasportati dalla Folgore Azzurra, in sella a degli enormi aquile d'inchiostro, vi era Kisuke insieme a pochi altri uomini. I volatili erano stati una gentile offerta di Shinzo, che ne aveva sprigionato un tris dalla propria pergamena per trasportare quelli del loro gruppo ristretto, che per l'appunto stava in testa al plotone. Chiunque altro era libero di fare la stessa cosa, se ne avesse avuto la possibilità, altrimenti avrebbe dovuto viaggiare a piedi come tutti gli altri. Non era certo una mossa saggia, quella adottata dall'Impero. Viaggiare nel deserto spossava chiunque, e questo era da sempre un fattore che aveva avvantaggiato Suna e la sua inespugnabilità. Fortunatamente in quella stagione dell'anno, il deserto del Paese del Vento non offriva ai visitatori il massimo della sua ferocia. La mattina la temperatura non raggiungeva nemmeno i trenta gradi centigradi. A Kiri, una temperatura del genere, con un po' di fortuna l'avrebbero avuta solamente in piena estate. Perciò si riduceva anche l'escursione termica al calare delle tenebre. Kisuke non era assolutamente un amante del deserto, quel maledetto forno naturale, quindi tutto sommato poteva ritenersi soddisfatto... e fortunato. Non avrebbe avuto il bisogno di imbottirsi come a Kiri e di indossare anche un soprabito, ma soprattutto non avrebbe sudato e sgocciolato come un maiale sulla brace.
    Volavano bassi, e in linea retta tra loro, poiché non c'era alcun bisogno di salire troppo di quota. Le cavalcature volanti per il momento servivano esclusivamente per non stancarsi troppo durante il viaggio. Inoltre, non aveva senso allontanarsi troppo dal resto del plotone, mostrando così anche un atteggiamento distaccato: tutti loro dovevano essere vicini e un unico corpo in qualunque momento.
    Ad un certo punto, mentre proseguivano la loro tratta, Shinzo a bordo della sua cavalcatura si affiancò a Kisuke. «Allora, cosa ne pensi?» gli chiese.
    «Sai benissimo cosa ne penso.»
    «Già, ma voglio sentirtelo dire.»
    «Non provarci con me, giovine. Non serve che fai lo psicoterapeuta fallito.»
    «Allora perché questa esitazione?»
    «Dèi... Vuoi dire perché non mi comportò come un soldatino?» ribatté Kisuke. «Perché non eseguo solo gli ordini senza pensare? Andiamo, Shinzo, tu mi conosci bene.»
    «È vero, e so anche quanto odi la politica.»
    «All'inizio di questa storia avevo tanti dubbi. Pensavo che prima o poi qualcuno mettesse tutti i puntini sulle "i", ma così non è stato. Noi sappiamo qualcosa, ed è comunque poco quello che sappiamo. Senza contare che come motivazioni rimangono sempre blande e insensate... ma loro?» gli chiese, facendo cenno con il capo alle persone alle sue spalle. «Loro non sanno nulla, sono qui a combattere senza nemmeno sapere perché lo devono fare, perché devono ritrovarsi ad ammazzare qualcuno con cui magari fino al mese scorso mangiavano insieme davanti a un focolare.»
    Kisuke si voltò indietro, guardando i soldati al loro seguito. "Quanti di noi rientreranno a casa?" si chiese. Shinzo sembrò leggergli nel pensiero e quando Kisuke riportò indietro lo sguardo, l'ANBU dai capelli grigioazzurri si limitò a sollevare le spalle.
    Verso occidente, in quella direzione, all'orizzonte, non molto più tardi Kisuke vide qualcosa che non poteva essere altro che una catena montuosa.
    Andarono avanti, ancora. La catena montuosa si faceva sempre più vicina.
    Il disco dorato del sole stava ormai emergendo al di sopra dell'orizzonte pietroso e sabbioso, inondando il deserto di un abbagliante chiarore giallo e prosciugando all'istante qualunque masso. Tutti loro davano le spalle alla grande sfera sfolgorante. Il punto in cui splendeva era l'Est, e loro dovevano andare ad Ovest. Dovevano.
    Kisuke estrasse il telescopio, lo allungò e guardò in direzione della catena montuosa. "Suna" pensò. Quella catena montuosa verso cui si erano diretti fino a quel momento era niente meno che il complesso di mura rocciose costruite a gradoni che proteggevano il Villaggio della Sabbia.

    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    220- Ottimo;- Ottimo;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Fili Metallici (30m)
    Senbon (19)Fili Metallici (30m)
    Cartabomba (5)Telescopio
    Cartabomba Fasulla (4)Pillole del Soldato (3)
    Makibishi (30)Kit Grimaldelli
    Pupazzi Esplosivi (2)Veleno Debole (2)
    Cartabomba (2)Specchio
    CerbottanaCimice (3)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Tasca Sup.Kunai di Kiri(2)
    Taschino Sup.Flauto DemoniacoSpalla
    Fodero MinoreSpada CortaLombare
    Rotolo MinoreOmbrello Compl.Tripla Borsa
    FasciaTaglia TesteSchiena
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso BendeIndossato
    AbbigliamentoProtezione CuoioIndossata
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiPollice destro
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    AbbigliamentoBendeIndossate
    AbbigliamentoGomitiereIndossate
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Fumogeni (4)Radiolina
    Kunai (4)Torcia Elettrica
    Sigilli d'Evocazione
    Armi da LancioShuriken Pesanti
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore

    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Trenta metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Quattro Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;


    Shinzo Takahiro
    HekiNakamura_zps3b6c401d
    Fisico: Ottimo;
    Chakra: 195-8=187;


    Edited by Mr.Uchiha - 20/11/2014, 23:56
     
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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi - Kenta Jiyuu


    Dopo quella giornata, Shori avrebbe potuto scrivere un intero poema sul soffitto sopra la sua testa; aveva impresso nella mente ogni minima crepa, ogni macchia di umido, ogni rigo che lo attraversava, persino il modo in cui la luce vaniva riflessa nell’arco di alcune ore. Questo perché, da quando era entrata in quella specie di CAMERONE, aveva bellamente snobbato il posto assegnatole per sedersi distante, in un angolo, a fissare un punto lontano dalle facce dei suoi compaesani. Il soffitto sembrava essere la scelta migliore.
    Non aveva idea del perché la schiena ancora non aveva iniziato a dolerle: per più di due ore era rimasta immobile in quella posizione, con le spalle poggiate al muro, gambe piegate e gomiti sulle ginocchia. Le mani tenevano il ciondolo gatto, e le dita se lo passavano per allentare la tensione. Di tanto in tanto partivano sei sospiri, uniti ad un mordicchio di labbra. La faccia sembrava atona, inespressiva, ma dento di sé la kunoichi stava esplodendo.
    Mai – mai – prima d’allora era stata così agitata. L’esame Chuunin sembrava una vera barzelletta a confronto. La prospettiva di una guerra in piena regola era terrificante, orribile, spaventosa. Shori aveva paura, tanta paura, per sé e per la sua famiglia. Durante la sua contemplazione, aveva spesso pensato al fratello, Kenta, il più debole, il più fragile, quello che tornava malissimo dopo ogni missione. Non fu difficile per lei immaginarlo morto.
    Per questo, quando si erano dovuti dividere, gli aveva chiesto di fare attenzione. Ricordava perfettamente l’improvviso moto di paura che aveva avuto quando lui si era girato per dirigersi alla sua nave. Era forse l’ultima volta che l’avrebbe visto? Non morire, gli era sfuggito dalle labbra prima ancora di rendersene conto. Lui le aveva sorriso, un sorriso autentico, per la prima volta dopo mesi di freddezza, e le aveva scompigliato i capelli. Tu pensa a non morire, micetta.
    Lo stomaco si contrasse in uno spasmo, e il volto le si contorse per evitare una smorfia dolorosa. Era stato bruttissimo, il momento in cui si era sentita più sola e vulnerabile. Quella giornata, in generale, era stata orrenda, e non solo per lei. Sua madre, la sua povera madre, aveva dovuto salutare tutta la famiglia – il marito più i tre figli – in partenza per la guerra; l’espressione di profonda angoscia e dolore esprimeva perfettamente quello che pensava. Non voleva che partissero, non voleva pensare che forse non sarebbero più tornati. Eppure non aveva scelta. Aveva pianto, tanto, e li aveva guardati ad uno ad uno in modo nuovo. Li aveva carezzati, abbracciati. E poi li aveva lasciati andare.
    Shori ispirò profondamente dal naso. Doveva allontanarsi da questo tipo di pensieri, la facevano sentire peggio che mai. Si chiese che ore fossero, da quanto tempo erano in viaggio, e per quanto ancora avrebbero dovuto rimanere lì dentro. Sembrava che le lancette dell’orologio non avanzassero mai.
    All’interno del camerone c’era un brusio di voci che non avevano mai smesso di sussurrare. All’interno di quella stanza c’erano parecchi altri ninja, molti nervosi, alcuni eccitati, altri silenziosi. Shori non ne conosceva nessuno. La cosa che le aveva messo soggezione, però, era il fatto che, tra tutti, lei sembrava essere la più piccola – di statura sicuramente, di anni non poteva esserne sicura. Unica cosa rassicurante: lì in mezzo c’erano solo kiriani. Era tra compagni.
    Con la coda dell’occhio, vide il movimento di una sagoma trasparente che catturò la sua attenzione. La testa scattò in basso – e il collo scrocchiò un poco – e incontrò gli occhi fucsia del compagno Borei. Il fantasma si stava dirigendo verso di lei, animato da una strana urgenza. Shori, dopo essersi assicurata che nessuno la notasse, gli lanciò un’occhiata interrogativa.
    Stavo tornando DALLA mia esplorazione alla nave! Esclamò lui ad alta voce, trapassando di netto un ninja che gli camminava contro. E indovina un po’ chi ho incrociato!
    Shori sbatté le palpebre.
    Il branzino! Urlò, gettandosi per terra. Mi sa che sta arrivando qui!
    “Cosa?” La notizia causò una scarica d’adrenalina che le pervase tutto il corpo. Si alzò in un lampo, nell’esatto momento in cui la porta del camerone veniva aperta. Il brusio di voci non si fermò.
    Il volto che Shori riconobbe come Kisuke Momochi prese a scansionare l’intera stanza, fissandosi sugli uomini all’interno con occhi critico e impassibile. Dopodiché picchiettò l’anello del kunai sulla placca di metallo che aveva sul dorso della mano. Il rumore destò l’interesse degli Shinobi, che cessarono di chiacchierare. Gli sguardi si concentrarono tutti sul nuovo ninja, quello che l’attimo dopo si presentò come il Comandante del plotone.
    La ragazzina sentì una sensazione di calore al petto, come un sollievo inaspettato. Lui sarebbe stato il suo Comandante: la scelta di metterla proprio nel suo plotone aveva un ché di sospetto, ma a Shori non interessava. Anzi, se l’avevano fatto apposta, non poteva che ringraziare i piani alti.
    Il nuovo Comandante diede delle direttive e dei consigli generali, a cui la Chuunin prestò molta attenzione. Ora godetevi quel che resta del viaggio. A momenti sbarcheremo nel Paese del Vento, terminò poi, prima di voltarsi e uscire dal camerone nello stesso modo in cui era entrato.



    Si era fatto notte, e la luna splendeva alta nel cielo come un enorme occhio bianco. Si diceva che il deserto offrisse uno spettacolo stupefacente durante la notte, ma Shori non ebbe il piacere di vederlo con i suoi occhi. Camminava ritmicamente dietro un tipo alto e grosso come un armadio, che le impediva di vedere ciò che era immediatamente davanti; anche ai lati era circondata, immersa in una folla di ninja tesi come corde di violino.
    Anche lei era tesa, così tesa che sembrava sul punto di spezzarsi. Da quando era sbarcata aveva sentito i sintomi dell’ansia e della paura aumentare sempre più di intensità: le mani avevano preso a tramare, il cuore palpitava a gran velocità, e una goccia di sudore freddo le cadeva dalla tempia. Non faceva per nulla freddo, anzi, ma faceva anche meno caldo rispetto all’ultima volta che aveva attraversato quella fornace naturale.
    Ormai camminavano da un po’… quanto ancora li avrebbero fatti stancare prima di gettarli tra le fauci della battaglia? Shori diede un rapido sguardo in alto, dove degli strani volatili bianchi volteggiavano sopra le loro teste, cavalcati da alcuni uomini. “Grazie… facile così”, si era lamentata lei nella sua testa. Volendo, avrebbe potuto evocare pure lei Setsu, la sua tigre dai denti a sciabola, ma inizialmente aveva ritenuto più saggio risparmiare le energie. Certo, peccato che non aveva calcolato quanto potesse essere spossante una camminata del genere, in mezzo a quella sabbia che scivolava infida da sotto i sandali. Eppure la marcia forzata continuava: si continuava a camminare verso la meta, verso l’inespugnabile Villaggio della Sabbia, verso la battaglia. A Shori ricordò molto un libro di guerra che aveva letto, specificatamente un capitolo che era stato intitolato “La marcia della morte”, il momento che lei stessa, in quel momento, stava vivendo. Di solito era l’attimo perfetto per ripensare alla propria vita, ai rimpianti del passato e alle speranze per il futuro; era un momento di abbandono alla disperazione seguita dalla rassegnazione e all’obbligo del dovere. Un momento triste, in cui la natura avrebbe accompagnato il sentimento nel cuore degli uomini con una abbondante pioggia, un pianto per tutte quelle anime che non sarebbero più tornate a casa.
    Ma il deserto non poteva essere più secco, e i pensieri di Shori non avevano forma logica. In testa aveva solo immagini sconnesse e terrificanti, una singola frase le lampeggiava la mente: “Lotta, e sopravvivi”.
    Non vide quando si furono avvicinati alle mura del villaggio, e notò molto dopo che la luna stava lasciando il passo al sole. Era troppo piccola, fuori posto, inadatta. Eppure, quando l’intero esercito dovette arrestarsi, lei si fermò con lui.


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    125OttimaleSpaventata
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x10Occhio cibernetico
    Shuriken x20Olio Infiammabile x2
    Cartabomba x4Fili Metallici (10m)
    Cartabomba Fasulla x4Accendino
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    FasciaBastoneSchiena
    FoderoOmoikaruiFianco destro
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    Gilet di Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Bomba Carta x2Radiolina
    xxxxxxxxxxN/A

    Note
    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
     
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    "Giuro che prima di arrivare a Suna lo butto a mare questo bidone...se anche il viaggio di ritorno dev'essere così spero di morire in guerra..."
    Il commento caustico della Kunoichi non era certo stato fatto a bassa voce ed anche se rivolto ai suoi amici sperava vivamente che anche il grasso e puzzolente shinobi seduto davanti a lei potesse udirlo, quello al contrario se la dormiva della grossa e nulla sembrava importargli dell'effetto che i suoi miasmi producevano negli astanti.
    "Ahahah...ti sei vantata del posto più largo, ora paghi pegno..."
    La risata sguaiata di Juba fece cadere nel ridicolo le parole di Kaori che con un sbuffo tornò ad allargarsi nei due posti che occupava, accanto a lei Oniji se la rideva allegramente mescolando svogliatamente un mazzo di carte e passandosi la lingua sulle labbra carnose, per lui era facile stare lì essendo immune al fetore del loro vicino, diversi anni prima aveva infatti perso l'uso dell'olfatto in seguito all'asportazione di un polipo dalla mucosa nasale ed anche se questo aveva ridotto drasticamente la sua capacità di utilizzo della Muon, ogni tanto la sua condizione riusciva ad arrecargli qualche vantaggio.
    "Dai, carta più alta vince..."
    Con velocità inaudita le esperte mani cominciarono a far volteggiare le carte trasformando il semplice atto di mischiare il mazzo in un qualcosa di spettacolare, tanto che alcuni shinobi delle file posteriori si sporsero per osservarlo meglio, dopo pochi secondi quattro carte vennero scoperte in direzione dei suoi amici ed un grugnito insoddisfatto accompagnò la consapevolezza di non aver vinto. Il rapporto di Oniji con il gioco d'azzardo aveva una connotazione al limite del patologico, l'uomo infatti non si muoveva mai senza un mazzo di carte a portata di mano ed anche partendo per la guerra era riuscito a portarsene dietro uno infilandolo in una tasca del gilet, rubando così spazio ad altri oggetti che sarebbero forse stati più utili in tale situazione e che nell'eventualità avrebbero potuto anche salvargli la vita.
    "Smettila di fare il bambino, non siamo ancora nemmeno sbarcati e già non ti sopporto più..."
    Per un istante la ragazza osservò la sua fila per poi sorridere fra sé dato che a lei mancava un occhio, Juba ancora zoppicava leggermente per le ferite e Oniji non sentiva nemmeno il putridume che aveva sotto il naso, fra tutti e quattro soltanto Kimiro si poteva considerare completamente sano e ciò nonostante la sua impulsività deviata lo rendeva forse più infermo di tutti loro messi insieme, sembravano la squadra dei nonni acciaccati, anche se anagraficamente si trovavano tutti sotto i trenta.
    "Certo non mi posso lamentare della sua scelta, ma se continua così quando sarà ora di sbarcare quella ragazzina non riuscirà più nemmeno a muoversi..."
    Tutti e quattro osservarono per un attimo la ragazzina cui si rivolgeva Kaori, ma nessuno a parte lei sembrava veramente preoccupato di cosa le potesse accadere, schiena contro il muro, ginocchia piegate e gomiti chiusi, la Kunoichi dallo sguardo fisso al soffitto sembrava aver voglia di stare in qualsiasi posto che non fosse quella nave, evidentemente l'idea di partire per una guerra non solo non la incuriosiva, ma al contrario la terrorizzava, o per lo meno è quel che lasciava intendere il suo linguaggio corporeo.
    "Quanti anni avrà? ad occhio non supera i sedici..."
    A quella stessa età Kaori, avendo iniziato la sua strada da ninja ormai in tarda adolescenza, non vedeva che da lontano la prospettiva di indossare un coprifronte, non sapeva cosa avrebbe potuto fare o pensare se si fosse trovata catapultata in una situazione come quella e d'altronde anche quella ragazzina doveva sentirsi disorientata e spaesata. Con l'unico occhio buono continuava ad osservare quell'essere strano ed in un certo qual modo sensuale che sembrava essere capitato lì in mezzo per sbaglio, i suoi pensieri erano concentrati unicamente su di lei quando il gomito di Oniji la riportò alla realtà, voltandosi vide che l'amico indicava un punto al centro del corridoio ed un moto di sorpresa la colse quando mettendo a fuoco riconobbe la sagoma di chi, dopo aver battuto con l'anello di un kunai sulla placca metallica del guanto, si apprestava a comunicare loro che sarebbe stato a capo del plotone.
    "Kisuke Momochi...e così sei diventato una pedina importante sulla scacchiera..."
    Prima di partire la ragazza si era detta che sarebbe stato bello avere al suo fianco il Momochi ed ora scopriva che sarebbe stato proprio lui a guidarla in battaglia, l'ultima volta che lo aveva incontrato ci aveva guadagnato qualche buco nella pancia e la consapevolezza del fatto che l'uomo si trovasse completamente ad un altro livello rispetto al suo, così come d'altronde era sempre stato.
    "Sarò breve, quindi ascoltatemi con attenzione"
    La donna rispettò la volontà di Kisuke ascoltando ogni parola con un leggero sorriso sulle labbra, la consapevolezza di avere a che fare con lui le dava una certa sicurezza, sia per il fatto che conoscendolo sapeva quello di cui era capace, sia perché era certa che avrebbe saputo dare gli ordini usando il cervello senza trattare tutti loro come mera carne da macello e la cosa non era certo da poco dato che per altri ufficiali, soprattutto quelli di Konoha, non ci avrebbe certo messo la mano sul fuoco.
    "Sembra che ci siamo...paese del vento..."
    Kisuke se n'era ormai andato e quelle erano bene o male le prime parole pronunciate da Kimiro dalla partenza della nave, loro lo avevano preso in giro 'cucciolotto, hai paura? vedi di non fartela sotto', ma lui rabbioso aveva detto che era tutta colpa della nave, pativa il mal di mare e non si trovava a suo agio in quel camerone. La verità stava nel mezzo dato che l'uomo pativa veramente i viaggi per mare, ma di certo la tensione per la battaglia imminente non lo aiutava, d'altro canto anche loro che mostravano una coriacea armatura all'esterno erano in realtà impauriti da quello cui andavano incontro.
    "Ci siamo...l'invasione di Suna ha inizio..."
    Come tante piccole formiche i ninja a supporto della causa dell'impero erano sbarcati sulle coste del paese del vento organizzandosi secondo gli ordini ricevuti e muovendosi come tanti corpi compatti, il gruppetto di Kaori non aveva fatto eccezione ed ora si trovavano tutti a marciare nel freddo della notte; appena scesa dalla nave aveva intravisto il Keizo dare ordini agli uomini a lui assegnati, quasi si fosse accorto del suo sguardo l'uomo si era voltato fissandola in viso, un singolo cenno del capo era stato il suo augurio di buona fortuna e la ragazza aveva risposto allo stesso modo, per quanto ci fosse stato dello screzio fra i due di certo non avrebbe voluto trovarlo esanime davanti alle porte della sabbia.
    "Dannata sabbia, si infila dappertutto..."
    Molti degli shinobi presenti non erano abituati a quell'ambiente ed anche la stessa Kaori che ormai aveva avuto a che fare più di una volta con il deserto, si trovava sempre in difficoltà a muoversi per quelle pericolose lande. L'ultima volta che aveva partecipato ad una battaglia in quel territorio si trovava dall'altra parte dello schieramento ed il suo obiettivo era impedire che i nemici raggiungessero le apparentemente inviolabili mura di Suna, all'epoca aveva visto lo scatenarsi della potenza della sabbia e questa volta è ad esse che si sarebbe dovuta frapporre.
    "Questa marcia nel deserto è un ottimo modo per stremare le truppe...sembra quasi che facciamo il gioco nemico..."
    Ogni passo era accompagnato dalla preoccupazione di un possibile attacco imminente, ma ciò nonostante l'esercito procedeva spedito e senza intoppi. La strategia adottata da Kiri e dall'Impero ancora non l'aveva capita, l'esercito schierato era immenso e probabilmente nessuno sapeva esattamente quanti shinobi sarebbero scesi in campo, ma a quanto pareva vista la mole dell'esercito la scelta era stata di puntare puramente sulla forza bruta, indipendentemente dal numero di vittime che questo avrebbe comportato, di certo una strategia più adeguata ad un gruppo di barbari che ad un esercito di shinobi; a preoccupare la ragazza non era però stata tanto la scelta del suo schieramento quanto quella degli avversari, era ormai parecchio che Suna radunava uomini ben conscia dell'imminente arrivo dell'esercito imperiale ed invece di condurre l'esercito fra le dune di sabbia conducendo azioni di guerriglia per minare l'integrità dell'esercito avversario, il Kazekage aveva scleto di aspettare che questo giungesse a bussare alla porta di modo che in caso di sconfitta non avrebbe perso una battaglia, ma bensì l'intera guerra, questo era quello che più preoccupava la kunoichi dato che per fare una scelta simile il Chikamatsu doveva avere nascosti nella manica degli assi davvero notevoli.
    Ormai la luna stava tramontando lasciando spazio al sole che avrebbe dato luce a quello scontro dai pochi precedenti, le mura di Suna si avvicinavano e la ragazzina che aveva passato la traversata accovacciata su sè stessa si trovava ora affianco a Kaori, per un attimo la kunoichi la osservò, a quanto pareva non c'era nessuno che conoscesse nei dintorni ed ancora non sembrava per nulla pronta a scendere in guerra, la kunoichi non potè evitare di rivedere sé stessa quando anni prima si era trovata in quella stessa condizione a marciare per difendere il mondo ninja, la differenza era però sostanziale dato che lei aveva scelto di trovarsi in quella situazione e credeva fermamente negli ideali che proteggeva, la sua compagna di marcia, così come lei stessa d'altronde, non aveva invece avuto scelta ed era stata catapultata in una guerra verso cui in molti erano critici se non apertamente ostli.
    "Hey, E' la prima volta che affronti una guerra vero? ti si legge la paura negli occhi...ma non ti preoccupare è normale...solo gli stolti non provano paura...tutti qui provano paura e ci sono tanti shinobi coraggiosi...l'importante è riuscire a controllarla...se è lei a prendere il controllo allora ti schiaccerà e non durerai cinque minuti nell'inferno che si scatenerà...devi rimanere lucida, convivi con la tua paura e non farti condizionare da essa...questo è il segreto per essere coraggiosi e non incoscienti..."
    Per qualche istante la ragazza smise di parlare fissando le mura di Suna che sempre più prendevano forma davanti a loro, la guerra stava davvero per cominciare ed ormai quasi nessuno più se la sentiva di parlare, Kaori del suo gruppetto era la più tranquilla, forse perché aveva ormai maturato una discreta esperienza in conflitti di grande portata, per quanto mai si fosse trovata a far parte di un esercito così mastodontico.
    "Scusa se mi sono presa la libertà di dirti certe cose, ma sembri non conoscere nessuno e capisco quel che devi provare in un momento come questo...l'uomo che ci guida è un tipo in gamba e se rimaniamo compatti riusciremo a portare a casa la pelle, io sono Kaori e i tre tizi qui a destra sono Juba, Oniji e Kimiro, non saranno molto intelligenti, ma per lo meno sono simpatici...quando le cose si faranno serie stai vicino a noi, ci potremo guardare le spalle a vicenda...una guerra simile è già difficile da affrontare di per sé, non c'è motivo di farlo da sola..."
    Il tono giocoso adottato dalla donna ad inizio discorso venne abbandonato nel pronunciare le ultime due frasi lasciando spazio ad una serietà ben più adatta al contesto, i tre amici capirono che quelle parole erano rivolte anche a loro e Juba alzò gli occhi verso il cielo per quell'incarico che l'amica stava caricando loro sulle spalle, già non sapeva se sarebbe riuscito a coprire il proprio di culo e Kaori gli addossava la responsabilità di parare anche quello di una sconosciuta, ma tutto sommato la cosa gli stava bene, prima di partire si erano ripromessi di guardarsi le spalle a vicenda e quella era pur sempre una kunoichi, magari anche più forte di tutti loro messi assieme, avere un paio di occhi in più a disposizione non avrebbe potuto che far bene.
    "Hmpf...ecco il comitato di benvenuto..."
    Il sole stava ormai sorgendo alle loro spalle e la tensione si faceva sempre più palpabile ad ogni secondo trascorso, l'esercito della sabbia schierato in fronte alle mura sembrava pronto a resistere a qualsiasi offesa e la kunoichi si ritrovò nuovamente a temere la padronanza che quegli uomini potevano avere del proprio territorio, una distesa di sabbia ancora separava i due eserciti ed in essa potevano esserci nascoste trappole e truppe, proprio come avevano fatto in attesa dell'arrivo dei dieci di Iwa, senza contare il fatto che gli shinobi di Suna erano famosi per il loro controllo del Doton, mentre il clima desertico portava in svantaggio tutti quegli shinobi di Kiri rinomati per l'uso del Suiton
    "Indubbiamente dal terreno di scontro avranno un vantaggio notevole..."
    Fosse stato per lei l'inizio della battaglia sarebbe coinciso con un ingente spesa di chakra da parte dell'esercito imperiale per sommergere d'acqua quella sterile landa, ma purtroppo il suo potere decisionale in quelle circostanze giungeva a malapena a quelle che erano le proprie di azioni e di conseguenza si sarebbe dovuta adattare agli ordini ricevuti.
    "Ragazzi, per quanto negherò di averlo mai detto...vi voglio bene...e vorrei vedervi riportare a casa quelle brutte pellacce...quindi evitate gli eroismi...e Kimiro per favore stai vicino a noi e non perdere la testa...vorrei mantenere la promessa fatta a Ruriko..."
    Un profondo respiro seguì quelle parole prima che la mano destra andasse a controllare che la radiolina fosse ben fissata e non potesse cadere nell'impeto dello scontro, la frequenza era stata impostata secondo le direttive di Kisuke e con metodo la ragazza proseguì nei controlli che sempre faceva prima di iniziare a combattere, i tirapugni erano a portata di mano e le varie spade scorrevano bene nei relativi foderi, lei era pronta per la battaglia ed a quanto pareva lo era anche il resto dell'esercito, il suo pensiero andò un'ultima volta a tutte le persone che conosceva che dovevano trovarsi su quel campo per poi tornare a concentrarsi unicamente su quello che aveva davanti agli occhi, quel giorno sarebbe morto un numero inaudito di shinobi ed il suo unico obiettivo doveva essere fare in modo che la maggior parte di loro facesse parte dello schieramento avversario e possibilmente evitare di entrare nel conto.
    "Kisuke-senpai...spero proprio tu abbia un buon piano..."



    Stato

    Chakra

    Fisico

    Mentale

    150

    Ottimo

    Ottimo

    Borsa

    Armi da Lancio

    Accessori

    Kunai(x10)

    Fili Metallici(x10m)

    Cerbottana(x5 veleno debole)

    Occhio Cibernetico

    Bomba carta(x2)

    Radiolina

    Palla bomba(x5)

    Cimice(x3)

    Indossato

    Slot

    Oggetto

    Descrizione

    Arma Impugnata

    -

    -

    Custodia

    Tirapugni con lama(x2)

    Fianco destro e sinistro

    Tasca Supplementare

    Bombe Fumogene(x3)

    Coscia destra

    Armi Indossabili

    Lame Retrattili

    Retratte

    Fodero

    La quarta (Kaito)

    Fianco sinistro

    Fodero

    Scimitarra

    Dietro la schiena, in orizzontale appena sopra al rotolo

    Fascia

    Spada Larga

    Dietro la schiena, quasi verticale con una lieve inclinazione verso la spalla destra

    Rotolo

    Dako

    Appoggiato sul fondoschiena

    Altro

    Coprinaso

    Arrotolato attorno al collo

    Altro

    Avambraccio e guanti rinforzati

    Indossati

    Altro

    Fermacapelli appuntito

    Indossato

    Altro

    Scarpe con lama

    Indossate

    Zaino

    Armi Minori

    Descrizione

    Kusari-Fundo

    Arrotolato

    -

    -

    -

    -

    Gilet Kiri

    Armi da Lancio

    Cartabomba(x5)

    Accessori

    Torcia Elettrica

    Accendino


    NotePesi Indossati
     
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    Una settimana prima da qualche parte a Reihou

    Ero rimansto in quella fresca penombra solo coi miei pensieri. Kakuzu se ne era appena andato da quella locazione di supporto a Reihou dopo aver accettato di infiltrarsi nell'impero del fuoco e fornire informazioni da esterno all'organizzazione direttamente a Pain. 'Nonostante le sue condizioni così Pain potrà rimanere al corrente della situazione, e chi lo sa magari agendo al di fuori del gruppo della Fenice potrebbe avere modo di portare a casa qualche informazione interessante' il mio pensiero andava anche a Travis, non si era ancora ripreso e faticava a recuperare le energie nonostante le assidue cure di Stein. Alla fine in un modo o nell'altro eravamo rientrati tutti: io, Ice, Tobi e anche quello strano soggetto nuovo..Kakuzu e tutti, tranne il medico che doveva occuparsi del nostro capo e fondatore, si sarebbero prodigati in questa guerra.. mi alzo dal rovinato scanno in quella enorme sala guardandomi un po' attorno 'forse ho esagerato.. Pain non sarebbe stato così pomposo' penso riacquisendo le mie sembianze e abbandonando quelle del capo della Fenice. 'Kakuzu se la è bevuta fortunatamente.. ma non mi sembrava il caso di metterlo al corrente delle condizioni di Pain, vediamo prima come se la cava in questa prima missione ufficiale...' mi massaggio distrattamente il collo percorrendo la sala verso l'uscita secondaria. La situazione era interessante e ironica, saremmo stati schierati da ambo le parti di questa guerra, e i nostri obiettivi esterni differivano da quelli interni che il capo si professava per noi 'ah ma perchè queste situazioni sono così complicate, non potremmo semplicemente far parte di una fazione e affettare in allegria l'altra?' mi domando con una certa preoccupazione per gli eventi futuri. Lascio anonimamente quel luogo e mi dirigo a fare i preparativi per la partenza alla volta di Sunagakure.

    A Sunagakure no sato

    Infiltrarsi non era stato poi così complicato, mi ero adeguatamente bardato e premunito per mantenere segreta la mia identità. I pass falsi fornitimi dai contatti a Yamamichi mi identificavano come uno shinobi di rango special jounin offertosi volontario per il fronte Sunagakure proveniente dal paese del suono. Il che era stato parecchio ironico, infatti avevo ripreso in mano con una certa stizza il mio vecchio coprifronte. Fare ritorno nel paese che avevo adottato negli albori della vita shinobi e schierarmi sul fronte con esso in questa battaglia era una situazione strana. Mi dava fastidio stare in mezzo ai regolari senza una vera e propria maschera solida a protezione dell'identità ma il triplo strato di protezione era impenetrabile in condizioni non estreme. Inoltre il copricapo con velo appena acquistato appositamente per tale situazione si era rivelato molto più adatto. Non era un equipaggiamento raro in tali situazioni, e sul campo di battaglia avrebbe chiaramente indicato un riferimento di grado. Per me sarebbe stato poco auspicabile girare sul campo di battaglia con una maschera che avrebbe potuto erroneamente far credere che fossi un ANBU e attirare così attenzioni con obiettivi di rapida repressione non proprio gradite. Mi ero unito al gruppo principale e più numeroso in viaggio verso il paese del vento, e il fatto di aver effettivamente fatto parte del villaggio mi risulta molto utile per amalgamarmi con i compagni di viaggio. Noto anche due faccie conosciute ma evito di avvicinarmi proprio agli unici due a cui potrei risultare familiare e mantengo un basso profilo.
    Giunti a Suna le cose si fanno molto più semplici, i documenti reggono ai controlli e il gruppo di Oto viene bene accolto e dislocato sul campo. La città era nelle ultime battute della fase di evacuazione e fioccavano in ogni dove i lavori per difese. Fortificazioni e trappole di varia natura 'sembra che questo Kazekage non lasci nulla al caso' interessante dal mio punto di vista fu notare che nonostante le imponenti mura e fortificazioni esterne si lavorasse attivamente anche all'interno delle mura per contrastare passo a passo una eventuale penetrazione indesiderata. Nei giorni di preparazione svolgo i miei compiti ufficiali, anche se essi sono decisamente limitati. Riesco invece nelle pause a far visita alla casa sicura che l'impero mi aveva segnalato. 'Interessante vedere che i tentacoli dell'impero sono ramificati anche tramite il mercato nero e le grandi organizzazioni di Iwa... altrimenti non avrebbero avuto modo e tempo di allestire una cosa del genere...' con una lunga procedura ero riuscito a trovare la dimora indicata e accedere al protetto e nascosto piano sotterraneo in cui evidentemente si collocava la base di traffici in quella zona. L'appuntamento era per quella stessa notte così decido di rimanere li e studiare una strategia, dalle informazioni in mio possesso la faccenda non sarebbe stata semplice ma per quanto riguarda quella locazione avrei avuto un contatto diretto con un addetto alle comunicazioni e avrei dovuto fare rapporto li. Per salvaguardare il basso profilo però decido di lasciare a far rapporto e ponte per il giorno successivo in cui avrebbe dovuto arrivare l'esercito di terra. Così compongo i sigilli necessari ed evoco un mio clone fisico.

    Raiton Kage Bunshin No Jutsu - Tecnica del Clone di Fulmine
    RaitonKageBunshinNoJutsu-TecnicadelClonediFulmine
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica è una variazione della Kage Bunshin No Jutsu, che permette la loro creazione tramite il Chakra d'elemento Fulmine. La loro consistenza è fisica e possono utilizzare Jutsu ma solo d'elemento Raiton e massimo di livello C. Non possiedono tuttavia le capacità ed eventuali specializzazioni dell'originale.
    Basta una qualsiasi ferita per dissolverli, ma in questo caso torneranno al loro stato naturale, provocando una violenta scossa elettrica che coinvolge chiunque sia a meno di due metri di distanza. La ferita è di media entità se il clone è a ridosso della vittima; medio lieve se distante più di mezzo metro.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dallo Shinobi.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 4 (A Clone)


    Estraiamo in sincrono la radiolina e la posizioniamo sotto i vari strati di vestiario incastonandolo sull'orecchio. <<frequenza..>> scandisco, ma dopotutto entrambi sapevamo cosa fare ovviamente '433.775 MHz' come di consueto dopotutto. Inoltre avremmo potuto sfruttare anche un'altra risorsa decisamente importante a nostro favore ma si sarebbe deciso il giorno successivo... mi saluto e me ne vado facendo attenzione a coprire le traccie che segnalavano il passaggio segreto al piano sotterraneo. La procedura mi richiede notevole tempo e attenzione ma alla fine esco da quella casa soddisfatto del mio operato e faccio ritorno tranquillo al gruppo di shinobi del suono.

    Quella notte

    Il me stesso clone si stava annoiando come non mai in quel sotterraneo, dopo le prime ore di esplorazione scazzata ma curiosa in giro per il poco che avevano lasciato li prima di abbandonare il sito per l'evacuazione la situazione era scivolata inesorabilmente nella noia assoluta. Penso di aver sonnecchiato stravaccato in una comoda poltrona quando finalmente un baluginio scuro nell'aria attira la mia attenzione. Una sagoma di uno shinobi con indosso uno strano copricapo con visiera un qualcosa di ingombrante sulle spalle, la voce distorta chiede -Rapporto?- il tono di dubbio forse non è proprio lusinghiero ma sorvolo <<kenpachi a rapporto, l'infiltrazione è avvenuta con successo..>> da li in poi prosegue un rapido resoconto di tutte le informazioni utili dal punto di vista imperiale che ero riuscito a collezionare durante quei pochi giorni di lavori per le forze di difesa, posizionamento delle fortificazioni e trappole aggiuntive e dislocazione delle truppe.. o almeno le zone e le assegnazioni di cui ero a conoscenza, il che copriva una zona non proprio vasta del fronte. Rimarco la posizione delle truppe ausiliarie provenienti a Oto e Kumo e le tre posizioni più probabili dove mi pareva di aver intuito che si sarebbero potuti piazzare i comandanti delle operazioni di difesa durante l'attacco. Erano decisamente informazioni fin troppo rilevanti per lo scopo secondario che ci eravamo prefissati, ma l'indomani si sarebbe visto il responso delle nostre azioni... -Mantieni attivo questo collegamento durante la battaglia se possibile, verrà riattivato domani a mezzo giorno. Buona fortuna.- L'immagine svanisce dalla stanza e mi rilasso 'che palle devo star qui fino a domani... e ora che faccio?' l'idea non mi entusiasmava e avrei dovuto aspettare nuove informazioni da trasmettere in caso.. speravo che la mia controparte reale avrebbe assolto a tale compito. Mi annoto mentalmente di richiedere altre informazioni la mattina seguente via radio. L'opzione alternativa era autoferirsi in caso di penetrazioni indesiderate in quel luogo e non lasciare alcuna traccia della mia presenza se non un baluginio di energia elementale raiton che nessuno avrebbe potutto ammirare...

    Il fuoco che sfida il vento

    L'aria era carica di tensione e tutti i non impegnati in precisi compiti per le forze di difesa cercavano di ammazzare il tempo a modo loro, approfitto della attesa per studiare i dintorni senza mostrare particolare metodo o interesse con fare svogliato e vagabondo. Da sotto gli strati sul viso soffrivo il caldo e le irritazioni che la sabbia mi provocava ma avevo poce alternative. In quei giorni avevo individuato qualche altra faccia nota, alcuni che avevo conosciuto personalmente e altri di cui mi pareva di aver visto la scheda identificativa al covo della Fenice in quell'archivio che Pain aveva messo insieme, ma vista la mia intenzione di rimanere anonimo evito confronti diretti o anche solo avvicinamenti con i possibili obiettivi. Alcuni poi avevano una somiglianza vaga coi miei ricordi e quindi non avrebbe nemmeno avuto senso esporsi inutilmente, maledetta la mia disattenzione nel consultare tali informazioni. Rumori in lontananza. Segni di fermento dilaganti. 'Finalmente qualcosa si muove' penso mentre la eccitazione per la battaglia comincia a farsi sentire. Una rapida comunicazione radio sul nostro canale mi chiede anonimamente come va la situazione in quel punto del fronte e come mi sembra la compagnia. Sorrido involontariamente sotto i vari strati 'mi sento spiritoso questa mattina, vediamo se riesco a raccogliere qualche altra informazione...' considero guardandomi attorno. Molte teste però si stavano girando tutte nella stessa direzione e molte altre le seguivano. Guardo incuriosito anche io e noto che il Kazekage in persona stava facendo in lontananza capolino in un punto rialzato, probabilmente per fare un discorso. Mi disinteresso quasi subito, i soliti bla bla bla di incoraggiamento prima della battaglia. 'E tutta sta gente ci crede davvero, sarà meglio uniformarmi' così non distolgo lo sguardo dal capo del villaggio della sabbia e mi ritrovo a urlare qualcosa in quella folla esultando e agitando un pugno per aria. 'Di qui a poco le cose si sarebbero scaldate...' così appena tutti cominciano a mettersi in movimento cerco di muovermi fra le nostre fila al fine di raggiungere un punto più alto cercando di non uscire dallo schieramento a noi imposto nella vasta linea di difesa...


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    150 -1 -4 = 145PerfettoTeso
    Abbigliamento
    SlotOggettoCollocazione
    Arma Indossata-Mano Destra
    FoderoSpada OmoikaruiAppeso al fianco
    FasciaZanbatouAssicurata in schiena
    Rotolo-Sotto la fascia sulla schiena
    ProtezioniParabracciaAvambracci
    ProtezioniGomitiereGomiti
    ProtezioniParastinchiGambe
    AltroCopricapo con VeloTesta
    AltroCoprinaso in BendeViso
    AltroTramutazione FaccialeViso
    AltroCopriocchioViso
    AltroSigilli di ProtezioneLobi
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai {5}Occhio Cibernetico
    Carta Bomba {1}Torcia Luminosa
    Palla di luce {2}Radiolina
    Fumogeno {5}Pipa di Legno
    Palla Gelo {4}Pillola del Soldato {1}
    Carta Bomba {5}Veleno Debole {2}
    Kimono
    Armi da LancioAccessorio
    Shuriken {20}Cimice {3}
    Gilet di Oto
    Armi da LancioAccessorio
    Bombe Fumogene {2}Binocolo
    - X -Specchio
    Tasca supplementare
    Armi da LancioAccessorio
    Shuriken {20}- X -
    Note3 Kunai con carte bomba
    1 Kunai con palla luce
    1 Kunai con palla gelo
     
    .
  5. Sergente Sagara
        +10   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Parlato, Pensato, Comunicazione telepatica delle evocazioni, Comunicazione verbale delle evocazioni, , Altri, Narrazione.


    La barca su cui viaggiavamo era grossa e massiccia, priva di qualsiasi eleganza, ma affidabile. I suoi marinai vi avevano navigato per oltre due decenni durante i quali la barca si era dimostrato un gigante stoico. Al suo interno viaggiava l’intero dodicesimo plotone della nostra divisione. Buona parte di esso era salito dal paese del fuoco, l’attuale cosiddetto impero e la visione non era stata delle migliori. Ragazzini, pivelli di prim’ordine che mi ricordavano i miei allievi all’accademia. Troppo giovani e privi d’esperienza per essere mandato in guerra da uno sano di mente. A cosa serve schierare fino all’ultimo uomo se questi sono cosi deboli da non potersi difendere. Non sarà una guerra. Sarà una carneficina. pensai tra me, guardando un paio di ragazzini piangere su una delle cuccette allestite nella grande stiva. Niente alloggi personali in questo viaggio per l’inferno, ma nemmeno un insieme di camerate che avrebbe potuto dividere lo sconforto.
    Me ne stavo sdraiato in una delle amache, una delle poche presenti, destinate ai ninja di più alto grado del plotone. E se io sono uno di quelli di più alto grado… avevo pensato quando mi avevano informato che quelle erano state assegnate in quel modo. Da lì, osservavo sconsolato, chiedendomi dove fosse l’ufficiale in commando del plotone. Mi ero aspettato le solite sbruffonate, sparate da qualche incosciente, ma non né avevo sentito nemmeno una fino a quel momento. Nemmeno uno sbruffone in questo plotone? Sarebbe al quanto strano… pensai tra me, malinconicamente cullato dal movimento della nave sull’acqua.
    L’ufficiale in commando del plotone, un ninja di quasi una cinquantina d’anni, dal fisico asciutto come se fosse stato essiccato al sole, si presento finalmente nella stiva e non fu un bello spettacolo. Barcollava al bordo della porta, tenendo in mano una grossa bottiglia di sakè di bassa qualità. La sua comparsa fece scendere un silenzio quasi irreale nella stiva. Bhe, che succede? Hic. M-mai fisto uno ubriago? chiese con la voce impastata dall’alcool, portando ulteriore sgomento e paura in mezzo ai presenti. Mi aspettai una qualche reazione dagli altri ninja di più alto grado, ma sui loro volti quello che apparve fu paura, sconforto, disgusto ed resa. Un paio, un tipo grosso con un massa di capelli biondi ed un simbolo a me ignoto ricamato sui vestiti, assieme ad uno magro con i capelli quasi rasati a zero, se si escludeva la parte superiore della testa che indossava il simbolo dei Nara, sembravano quelli più intenti a riflettere.
    Bai! Ghi si va un gozzetto gon me? chiese l’ufficiale. Ma la pianti! Lei dovrebbe essere l’ufficiale in comando qui! sbottai, prima ancora di potere frenare la lingua. C’erano dei limiti all’indecenza. Lei dovrebbe essere d’esempio, cercare di organizzare il plotone in modo da garantirci più possibilità di tornare vivi alle nostre case e famiglie! Ed invece, cosa fa? ringhiai scendendo dall’amaca con un balzo, trovando subito sostegno da parecchi dei presenti, tra cui i due individuati prima ed Homura, il mio primo allievo, un manipolatore d’inchiostro. IhihihAHAHAHAHAHAHAH! Perghé du gredi ghe basdi qualghe ztratezia per salvarci? scoppio a ridere l’uomo, appoggiandosi alla parete per non cadere a terra, colpendo ulteriormente il morale dei presenti. Du non hai ghiaro la situazione. Guardadefi gli uni gon gli aldri! Ziamo duddi pianda glane per i nostri villaggi… Ziamo vofi vuori dal goro… aggiunse l’uomo, osservando la propria bottiglia di sakè prima di prenderne un lungo sorso, lasciandolo collare al lato del mento.
    Senti la rabbia montare dentro di me, avvicinandomi al superiore. Homura che mi conosceva ormai da anni temete veramente che lo colpissi. Una buona ragione per tornare. Ai nostri villaggi serve gente come noi! commentai, alzando la voce perché tutti i presenti sentissero. Se lui non fa niente, allora dovrò farlo io, maledizione! pensavo tra me, sapendo che questo avrebbe messo molti limiti a ciò che avevo sperato di realizzare in quella guerra. Di ragassino… L’hai mai fisda una guerra? chiese l’ufficiale, con lo sguardo perso nel vuoto. Non era difficile immaginare che rivedesse momenti del suo passato, forse della guerra che aveva distrutto Kumo ed Iwa.
    La guerra dei paesi minori, quella dei dieci di Iwa, quella della nuvola nera e le conseguenze dell’ultima grande guerra mondiale ninja nelle terre di nessuno. Questo ho visto… replicai, facendo un elenco che desto l’interesse di diversi dei presenti. In poche parole, ai loro occhi ero diventato un veterano. Della nuvola nera conoscevano solo l’attacco che era stato svolto da una massa di pivelli, il diversivo messo insieme da Motoi nella speranza di distrarre i grandi villaggi. Un altro massacro inutile. Anche l’ufficiale emise un fischio, quasi fosse impressionato. Quindi, no. Non ho visto niente che assomigli lontanamente a quello che ci troveremo davanti. conclusi, sorprendendo quasi tutti i presenti, mentre la testa dell’ufficiale ricadeva in avanti, venendo nascosta dalla massa di capelli. Nessuno vide il sorriso che si dipinse sul suo volto, soddisfatto.
    Allora brofacci. Fazzi ve’ere guando zei blafo… commento l’uomo, quasi indecifrabile. Chiusi gli occhi finche non diventarono simili a due fessure. Qualcosa nel tono dell’uomo era fuori luogo, ma ancora non avevo capito cosa. Presi un respiro, prima di rivolgermi agli altri presenti. Siete d’accordo? domandai loro. Cosa? Perché ce lo chiede? chiese un piccolo genin di Kiri. Perché io non sono un ufficiale nominato e se questo è quello che ci dovrebbe comandare… bhe, servirà che ci muoviamo come un solo uomo senza di lui… risposi, facendo un gesto all’indirizzo dell’ubriaco. Un comandante non è niente senza i suoi. Siete con me per provarci? domandai.
    Non ottenni un consenso immediato. Solo qualche si sparso. Andiamo gente! Avete voglia di morire? Cosa preferite un capo cui non gliene frega niente, oppure uno che va contro un suo superiore per voi? chiese Homura, venendomi in aiuto. Questa volta, i consensi diventarono molto più numerosi. Bene, visto che almeno la metà dei presenti sembra a vere voglia di vivere, vediamo di convincere gli altri. dissi, lasciando tali parole per un momento in sospeso. Cominciamo con chiarire chi è cosa. Spostate le brande! Genin in prima fila, chuunin in seconda e via dicendo. Quelli con innate, abilità segrete dei loro clan o simile si piazzino sul lato di babordo. ordinai, a disagio per quel ruolo. E pensare che nemmeno un paio di giorni fa, mi sentivo cosi sicuro di avere deciso di volere uscire una volta per tutte alla piena luce ed anzi di attirarla su di me. pensai tra me.
    I ninja presenti si mossero meno velocemente di quant’avrei sperato. Troppi, senza esperienza e che non si conoscevano. Che diavolo sto facendo? mi chiesi, anche se esternamente stavo cercando di sembrare un pezzo di ghiaccio. Bene, ora serve capire chi tra voi sia un combattente da corto raggio, medio raggio e lungo raggio. Suddividete ogni gruppo in tre righe in base alle tipologie elencante in precedenza. ordinai. Questa volta, essendo stata svolta il precedente posizionamento, il procedimento fu più veloce. Ed ora, vediamo di passare alla tipologia di chakra. Quelli con innata rimangano al loro posto per ora. Cercate di alternarvi. Non mettete due tipi di chakra uguali l’uno accanto all’altro. Più riusciremo a sfruttare la diversità di elemento a nostro favore, meglio sarà! spiegai, incrociando le braccia, mentre l’ufficiale alle mie spalle, si era seduto stravaccato su una cassa di legno ad osservare la scena.
    Occorse più tempo questa volta, ma si riuscì ad ottenere una nuova classificazione, cui aggiunsi alcuni indicazioni, in modo da formare una sorta di quadrato isoscele con i genin all’esterno, chuunin più all’interno e via dicendo verso il centro della formazione, seppure nel poco spazio a disposizione fosse difficile. Ed ora vediamo di equilibrare meglio le cose. Possessori di buone tecniche di difesa venire su questo lato della formazione, prendendo i posto di uno con i vostri stessi elementi, se possibile. Servono anche persone in possesso di tecniche come la distruzione fulmine oppure la scossa sismica. Ci sono ottime possibilità che il terreno di scontro sia stato minato, nonostante la presenza di ninja con dojutsu tra le nostre file. Richiede tempo de-minare un terreno se non si utilizzano i mezzi adatti. spiegai, mentre la gente si spostava.
    Ora i ninja di più alto grado… commentai, osservando com’erano piazzati. Erano l’ungo praticamente tutto il perimetro. Passai a guardare quelli dotati di abilità particolare. Ed ora la nostra risorsa più importante. Ninja medici! affermai, strappando un sorriso a tre shinobi che si fecero avanti, fino a raggiungere il punto al centro della formazione. Eheheheh… Bene! Credo che questa cosa sia durata abbastanza al lungo. commento l’ufficiale, alzandosi dalla sedia improvvisata, senza più deformare le parole, o barcollare. L’uomo si avvicino, porgendomi la bottiglia. Prima di dire niente, annusa. fece questo, porgendomi il collo della bottiglia. È acqua, vero? domandai, riprendendo ad innervosirmi, laddove la concentrazione messa nel rendere quella massa di shinobi che non si conoscevano un gruppo che avesse qualche speranza mi aveva completamente assorbito, calmandomi, facendo due più due sul suo comportamento. L’uomo sorrise. Chiunque tra voi può venire a verificare. commento rivolto a tutti i presenti, che compresero anche loro. Aveva finto di essere ubriaco. Perché lo ha fatto? chiese il grosso pensieroso di prima. Perché ci sono due tipi di secondo in comando Choda Akimichi. Quelli che agiscono dietro le quinte facilitando il lavoro di quello al comando, come potrebbero esserlo Homura, o Shikato ci sono quelli che potrebbero prendere il posto del loro superiore se succedesse qualcosa a questi ultimi, come questo qui. commento l’uomo indicandomi.
    Prego? chiesi soltanto. Mi serviva un vice e non uno che sarebbe stato zitto, ma uno che poteva sostituirmi in caso di problemi. rispose l’uomo. Sono Higaya Somotsu, Jonin di Konoha. si presento l’uomo, usando il nome del proprio villaggio, senza citare l’impero. Spero vorrete perdonare questo piccolo inganno, ma serviva a trovare quel secondo in commando per questo plotone. Saremo solo uno dei tanti che compone una delle divisioni dell’esercito e come ho detto, per quanto ne so, più di uno di noi è considerato un pianta grane. Quindi, sacrificabili. Bhe, io dico che non solo non lo siamo, ma che dobbiamo tornare per piantare ancora più grane. Quando Tanaka, qui… fece, indicandomi, dimostrando di conoscere se non altro i nomi dei ninja di più alto grado del suo plotone. …vi ha detto che non ha visto niente di simile a quello che affronteremo tra pochi giorni, vi ha e mi ha dimostrato una cosa importante. La gravità della situazione. Io ho partecipato all’ultima grande guerra mondiale ninja. Ed a tutt’oggi ho ancora degli incubi alle volte. State per conoscere l’inferno, ma anche l’inferno può essere conquistato da chi è sufficientemente determinato ed organizzato. affermo l’uomo, che chiarito le sue ragioni, andò ad apportare alcune modifiche alla formazione da me ideata, avendo avuto in qualche modo informazione su tutti i presenti. Sorprese tutti i presenti dimostrando di non conoscere solo i nomi dei ninja di grado superiore, ma di ogni singolo membro di quel suo piccolo plotone, affinando la strategia di base e le varie contromosse da adottare, cercando addirittura di fare svolgere un paio di esercitazione al plotone, prima che arrivassimo nel paese del vento.

    Ad ore di distanza dallo sbarco, con i tamburi da guerra che ci rompevano i timpani, invece di sostenerci, ci stavamo avvicinando a Suna, prendendo posizione. Spero che si siano ricordati tutti delle raccomandazioni… commentai, accanto a Somotsu. Quella mia di fare i bisogni prima della battaglia, o quella tua di spezzettare le proprie razioni in modo da poterne prendere dei pezzi con facilità per reintegrare le proprie forze durante lo scontro? chiese il jonin. Entrambe! replicai, spaziando con lo sguardo sulla formazione a diamante adottata dal nostro plotone. Somotsu ed io eravamo al centro, vicino ai ninja medici ed un ristretto gruppo di loro protettori, capitanati da Shikato Nara, cui si era unito il ninja addetto alle comunicazioni, che non aveva ancora comunicato nessun ordine di adeguarci ad una formazione comune all’interno esercito fino ad allora. I lati di quel diamante erano stati affidati ad est ad un ninja privo di innata, ma molto portato nei ninjutsu elementali a lungo raggio, mentre il lato opposto era stato affidato ad Choda Akimichi. La retro guardia era toccata ad Homura, mentre Somotsu ed io eravamo in prima linea. Lui, perché capo plotone, io perché avevo un jutsu da usare in una situazione del genere.
    Contrariamente ai nostri timori, non eravamo al centro esatto dello scontro, ma in una delle ali dell’impero. Già. Mi piace questa del cibo. replico il capo plotone. Vorrei solo che questi dannati tamburi tacessero. Non si riesce a pensare chiaramente con tutto sto rumore… anche se suppongo sia proprio quello l’effetto che si vuole ottenere… affermai. Già. Lo odio anch’io! confermo il jonin. Sarà un massacro. Sarà uno schifoso massacro. tornai a dire a denti stretti. L’hai già detto tre volte negli ultimi venti minuti. commento Somotsu, sbuffando, anche se aveva gli occhi tristi di chi ha già visto scene del genere.







    Status png:
    Higaya Somotsu:
    Loto
    Fisico: Perfetto
    Chakra: 250


    Homura:
    Manipolazione inchiostro
    Fisico: Perfetto
    Chakra: 150


    Shikato Nara:
    Controllo dell’ombra
    Fisico: Perfetto
    Chakra: 150


    Choda Akimichi:
    Controllo delle calorie
    Fisico: Perfetto
    Chakra 150


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    195Ottimo.Teso, infelice e si, anche arrabbiato.
    Doppia borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (5)Maschera respiratoria
    Shuriken a tre punte (30)Radiolina
    Palla gelo (3)Pillole del soldato (2)
    Palla luce (1)Cavo metallico (30m)
    Carte bomba (2)Kit di pronto soccorso (5)
    Carte bomba multiple (1)Recipiente
    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    FoderoKatana verticalePosizionato dietro la schiena, con l’elsa che spunta dalla spalla destra.
    Rotolo minoreVuotoNella doppia borsa.
    Rotolo1Ventaglio Legato dietro la schiena.
    Rotolo2Falce a 3 lame Legato dietro la schiena.

    Gilet di Kiri
    OggettoStato/Quantità
    Torcia luminosaIntegra
    Cimici3
    Bombe soporifere(2)
    Tasche Aggiuntive
    Flauto demoniacoOcchio cibernetico
    LimaVeleno (2 dosi)
    Custodia
    ArmaPosizione
    Sai (2)Legata al fianco destro.

    Tasca supplementare
    Armi da LancioQuantità
    Cerbotana5 spiedi

    NotePolsi, avambracci, caviglie e stinchi fasciati con le bende, nascoste sotto i vestiti.
    Mascherina indossata, con la lente sopra la fronte.
    Lima nascosta nelle bende.
    Un Kunai legato all’estremità del cavo metallico, uno con una palla gelo ed uno con una carta bomba arrotolata sul manico.
     
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  6. Tengen
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    Il viaggio verso Suna non era stato tanto noioso, passare dalla vegetazione al pieno deserto mi era mancato. Infatti il lungo viaggio mi aveva riportato alla mente una missione di spionaggio, dove ero andato volontario per aiutare la città di Suna nel tentativo di evitare una guerra tra Taki e Ame.
    Quella volta ero in coppia con il compagno Takezo, adesso che ci penso chissà che fine ha fatto, perché è da veramente tanto tempo che non ho più sue notizie. Penso mentre mi sto preparando ed equipaggiando per arrecarmi al posto di guardia dove sono stato assegnato. Stava calando la notte sulla distesa di sabbia quando giungo finalmente in cima alle mura, dove si iniziavano a schierare le numerose forze del paese del Vento. Il sole, che pian piano andava a scomparire dietro alle dune del deserto, faceva scintillare la distesa di sabbia in un immagine pittoresca, e malinconica allo stesso tempo pensando che entro l'alba quell'oceano di tranquillità si sarebbe trasformato in un inferno. Mi ero incantato a guardare lo scenario, la distesa di sabbia e gli uomini che si schieravano in cima alle mura.
    Adesso che ci penso, non ho visto molti ninja ne di Oto ne di Kumo, per fortuna le forze di Suna sono numerose. Questa guerra dalle poche voci sentite qua e la sembrerebbe poter cambiare le sorti di tutti i paesi. Siamo fautori del nostro destino, sembrerebbe. Se fosse veramente così mi fa strano che abbiano mandato solo dei volontari in aiuto ad un paese alleato. Il sole ormai era tramontato, e sia in cima che alla base delle mura tutti gli shinobi erano arrivati e si stavano schierando, si era creato un po' di brusio. Gente che parla del più e del meno, come se niente fosse, altri confabulavano sulla guerra se era giusta o meno, invece certi erano in silenzo, forse perché non avevano nessuno con cui parlare o come me si stavano preparando spicologicamente alla battaglia. Non sono mai stato su un campo di guerra, i racconti che mi hanno raccontato non erano molto confortanti. Chissà se sarò pronto per affrontare questa guerra, la paura di non riconoscere gli amici dai nemici, due immensi eserciti uno difronte l'altro pronti a uccidersi. La tensione iniziava a sentirsi nell'aria, oramai l'esercito era schierato e pronto per la battaglia. Mi giro verso il villaggio distogliendo lo sguardo dal deserto illuminato appena dai raggi lunari, vedo Suna completamente deserta. La luce tenue che illumina la città vuota da ogni persona e animale, una visione che mi ha fatto sentire un peso sullo stomaco, come un presentimento negativo. Mentre mi rigiravo per rimettermi in formazione, noto un piccolo gruppo di shinobi adulti in lontananza in una posizione leggermente più rialzata. Dopo qualche secondo di realizzazione, capisco che si tratta del Kazekage e dei suoi uomini, ad un certo punto il Kage si arrota guardando i suoi uomini e inizia a parlare:
    Sta per abbattersi contro di noi un esercito potente, forte come non se ne vedeva da anni su queste terre. So che molti di voi hanno paura, ma ricordate questo: queste mura hanno protetto i padri dei nostri padri e i loro padri prima di loro. Perciò oggi io vi dico: questi demoni del fuoco non passeranno! Avendo una voce potente anche se mi trovavo a una certa distanza riesco a sentire nitidamente le sue parole di incoraggiamento, perché dal brusio precedente appena il Kazekage si girò ed iniziò a parlare calò il silenzio più assoluto sullo schieramento di shinobi.
    Non passeranno! Disse, e alzando un pugno al cielo continuò Bagnate la sabbia del loro sangue! Difendete la vostra patria! Difendete la vostra gente! Dopo queste parole l'esercito esplose in un boato di grida e urla da battaglia, preso dall'adreanalina e dalla foga del momento gridai a squarciagola assieme all'esercito. Oramai tutti erano pronti per la guerra, in lontananza si iniziarono a sentire dei colpi di tamburo diventare sempre più forti. Per la mia città, per il futuro dei nostri paesi sono e siamo pronti ad affrontare la morte. La luna splendidamente bianca e candida brilla nel cielo, testimone di una tremenda e truculenta battaglia.

    Chakra: 115
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Ottimo e Deciso ma stressato per l'imminente battaglia

    Borsa (4 accessori e 4 armi da lancio)
    -Accessori
    Mantello dell'Invisibilità
    Tonico del Sangue (Confezione da 3)
    Sakè
    Pillole del soldato (Confezione da 3)
    -Armi da lancio
    Kunai 10
    Cartabomba 5
    Cartabomba Fasulla 5
    Fumogeni 5
    Gilet Oto
    -Accessori
    Torcia Luminosa
    Occhio cibernetico
    -Armi da lancio
    Cartabomba Fasulla 5
    Tasca Supplementare
    -Arma da lancio
    Palla di Luce 2
    Abbigliamento Ninja
    Coprifronte Oto
    Bende
    Armi indossabili
    Meccanismo del Kunai Nascosto (Kunai incluso)


    Edited by Tengen - 21/11/2014, 18:06
     
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  7.     +2   +1   -1
     
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    Spugna

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    La notte prima di partire

    In piedi sopra il fabbricato a pensare a quello che mi avevo fatto, andare in guerra un esperienza nuova e traumatica, forse era una cazzata la mia, dopo tutto un genin in guerra cosa vuoi che faccia? Ogni paese mette in campo i ninja forti e ninja sacrificabili, lui rientrava nel secondo gruppo, non aveva esperienza e abilità, era come un piccolo insetto in mezzo hai leoni, però a volte anche il più piccolo degli insetti può rivelarsi fatale. Ogni persona può rivelarsi l'elemento chiave della vittoria o della sconfitta. Stava cominciando ad aver paura, ma non poteva tirarsi indietro, domani pomeriggio dovevo essere a Gouka, prendere la nave e che ci avrebbe portato a Suna.
    Domani sarà il giorno decisivo, potrebbe essere l'ultima volta che vedo questo paesaggio, che vedo la casa dove ho vissuto per 14 solo.
    Il vento gelido della notte che gli colpiva le lacrime che gli cadeva dagli occhi, iniziò ad aver paura, il solo pensiero di non ritornare più a Konoha lo terrorizzava, pensava al suo passato a tutto quello passato, gli vennero in mente i suoi vecchi compagni di missione.
    Shishio e Ryohei, chissà se ci saranno anche loro, sperò di non dover combattere contro loro.
    Il primo di Kumo e il secondo di Oto, sono stati i sui unici compagni di missione, due tipi un po' bizzarri e simpatici, ma non vorrei mai e poi mai combattere contro di loro, dopo tutto sono stati miei compagni.
    Ma perché il motivo di questa guerra... Mi immagini quanti shinobi moriranno per questa cazzata, le guerre sono stupide e senza senso. Ogni guerra è causata da qualche capriccio egoistico di una persona che detiene il potere, ma mettere in gioco vite umane in questo modo... No non ha senso, in ogni caso come membro del villaggio della foglia e amore della mia patria, dovrò tener alto il mio onore e quello dell'Impero
    Tutta la notte passata in bianco, fuori al freddo sommerso fra mille pensieri, a domandarsi sul perché di questa guerra... Ormai era giunta l'ora di partire di mettersi in marcia, strinse il coprifronte stretto intorno al braccio,ero fiero di indossarlo e volevo tenere alto il suo orgoglio... Con qualche lacrima chiuse la porta di casa, e partì sperando che un giorno sarebbe ritornato.

    In barca, qualche ora da Suna

    Tutti ammassati su questa gigantesca barca in legno, schiacciati come delle sardine. Potevo vedere i volti di ogni persona, gente disperata, che non sapeva perché era lì con occhiaie e bava che gli scendeva come se avessero perso le speranze, o per meglio dire il coraggio di scendere in campo, avrebbero preferito mordersi la lingua suicidandosi li, ma forse non avevano neanche il coraggio per quello. Dopo invece c'era gente orgogliosa, fiera di essere li, come se loro sono il fulcro di questa guerra, capace di ribaltarla con le loro azioni. Poi c'ero io una via di mezzo, fortunatamente ero stato incaricato di stare nella retroguardia e non in prima fila. Certo avevo paura, ma volevo fare ritorno a casa a tutti i costi, volevo diventare testimone di questo grande avvenimento storico, dentro la mia mente pensavo che se mi fossi impegnato al massimo, forse sarei riuscito a tornare a casa sano e salvo, ma dentro di me provavo paura, no peggio qualcosa di indescrivibile mai provato, cominciavo a sentire i dolori su ogni parte del corpo, a causa dell'agitazione, stavo andando nel panico non sapevo più che fare. Alcuni proprio disperati ma non privi di coraggio si sono buttati dalla nave, però non so che fine han fatto, forse son morti o forse vivi. Ero nel panico, ma cercavo in tutti i modi di non farlo notare, ma il cuore batteva sempre di più, i miei pensieri però si calmarono quando sentii due bambini parlare. Erano due gemelli un maschio e una femmina, avranno avuto quattordici o quindici anni, mi chiedevo che cosa i facessero qua dei bambini, forse anche loro genin volontari come me, ma in ogni caso mi sembrava una assurdità. Erano abbracciati l'uno all'altro, inginocchio con la schiena appoggiata ad un muro.
    Fratello ho paura... Stai vicino a me, e non staccarti mai ci penserò io a proteggerti...
    Anche loro disperati, questa è la guerra, non porterà mai bene, ma solo odio e disperazione, però d'altronde hanno deciso loro di venir qui quindi... Ogni persona deve assumersi le proprie responsabilità purtroppo, e anche volendo ormai non si torna più indietro, il nostro destino è stato deciso quando abbiamo appoggiato il primo piede sulla barca. E se moriremo in guerra, vorrà dire che nella vita non eravamo destinati ad altro, e quello era il nostro fato.
    Non mancava più molto all'arrivo a Suna, il generale su questa nave, in piedi su una cassa in legno, cominciò a parlare.
    Uomini, ninja del fuoco e della nebbia, immagino il perché voi siete qui, volevo solo dirvi che è ormai è giunta l'ora, scendente in campo e date tutti voi stessi, certo qualcuno di no purtroppo perirà, ma non sarà una morte inutile, oggi noi riscriveremo la storia! Gloria all'Impero!!
    Un forte urlò parti, quelle parole aveva dato l'adrenalina, la carica, a chi ormai non capiva più niente, tranne a me io mi domandavo ancora il vero significato di quelle parole... Però ormai non potevo farci niente, era giunta l'ora di scendere in campo.
    Si inizia, sperò solo di capirne il vero significato e poi fare ritorno a casa, non ho voglia di lasciarci la pelle.

    ChakraFisicoMentale
    70OttimoTeso e pauroso
    Borsa
    Cartabomba x4Kunai x9Shuriken x20Fumogeni x5
    2 boccete di Olio30m di filo metallicoAccendino//

    Abbigliamento
    Occhiali da sole (non indossati)
    Coprifronte di Konoha (Indossato sul braccio sinistro)
    Avambraccio e Guanti Rinforzati (indossati)
    Parastinchi (indossati)

    Note
    2 kunai con attaccato ognuno una cartabomba e 5 metri di filo metallico.


    Edited by Takei - 22/11/2014, 10:27
     
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  8. redwolf85
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    Narrato - Pensato - «Parlato Daiki» - «Parlato Altri»

    "Caldo." Davanti alla certezza della guerra, il pensiero che lo infastidiva di più era quello relativo alle condizioni climatiche del luogo. Non poteva che ammettere il fascino del deserto. Ma non era arrivato ad amarlo, anzi. Il sudore ricopriva abbondantemente la sua troppo pallida pelle, che aveva protetto interamente con i vestiti e con il suo equipaggiamento.
    Aveva preparato tutto, non appena era stato dato l'allarme generale aveva controllato le sue armi, predisposto due Kunai con relative cartabombe, tolto i pesi alle caviglie e, ovviamente, predisposto un clone per accumulare energia eremitica in un piccolo alloggio lasciato vuoto dall'imminente battaglia. Non che fosse sua intenzione utilizzare la Modalità Eremita, non in una battaglia del genere. Ma la prudenza non era mai troppa, senza contare che le capacità percettive avrebbero fatto molto comodo a un certo punto della battaglia.
    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra

    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)

    Era ovviamente irriconoscibile. Sopra alla divisa di Suna recuperata da Hayato indossava il suo anonimo gilet, che aveva sostituito il troppo riconoscibile gilet di Konoha. Ora l'ultima prova della sua vita precedente era il coprifronte di Konoha, ancora nel doppiofondo della sua borsa. Se si escludeva la sua abilità, ovviamente. Grazie al suo copricapo da deserto, al velo tirato sul volto e agli occhialoni non era possibile vedere il suo viso, o semplicemente i suoi capelli corvini. Era identico a moltissimi Suniani che aveva intorno.
    Sulle mura i difensori si preparavano a ricevere la visita dell'Impero. Per essere un popolo che non combatteva una vera battaglia da moltissimo tempo, apparivano in generale molto sicuri e preparati. Probabilmente era a causa della certezza che nessuno aveva mai conquistato in una battaglia frontare le sue solidissime mura. Alcuni, tuttavia erano forse più giovani del dovuto, o più impreparati. Si riconoscevano perché a differenza del comportamento fintamente rilassato dei più, questi erano immobili e rigidi come pezzi di legno. Uno di questi era proprio al suo fianco, stringeva la mascella tanto forte che Daiki poteva quasi sentire i denti stridere.
    L'eremita appoggiò la mano sulla sua spalla, facendo sobbalzare il giovane sul posto.
    «Tranquillo ragazzo, hai al tuo fianco persone che sanno quello che fanno, rispetta gli ordini e ricordati gli insegnamenti che ti hanno dato e andrà tutto bene.» Cercò di tranquillizzarlo Daiki. Il giovane non parve convinto, ma riuscì a rilassare un po' il volto.
    Daiki ascoltò quindi il pensiero di Hayato trasmesso per via indiretta dalla sua lumaca, che si trovava nascosta tra le sue vesti, poi si concentrò sul discorso del Kazekage che non lo toccò particolarmente. Dimostrò tuttavia come gli altri il suo apprezzamento, almeno come segno di stima, anche se con molto meno entusiasmo dei Ninja che aveva attorno. Il vecchio era riuscito anche a risollevare il suo giovane amico, notò guardando ancora una volta il ragazzo al suo fianco, che sembrava essersi sciolto un po'.
    Daiki, invece, non riusciva a trovarsi d'accordo con le parole del Capo Villaggio e con Hayato, i Suniani facevano troppo affidamento sul loro deserto e su quelle mura. Il ragionamento di Shin poteva quasi sembrare scontato, ma racchiudeva una notevole volontà. Daiki conosceva bene la Volontà del Fuoco e presto l'avrebbero conosciuta tutti su quelle mura, anche se guidata da un pazzo, i Ninja di Konoha avrebbero fatto il loro dovere fino in fondo.
    L'Eremita non condivise i suoi pensieri, non sarebbe servito a nulla, se non a demoralizzarli tutti.
    Era strano trovarsi a combattere contro il Villaggio che, solo qualche anno prima, aveva giurato di difendere. La cosa strana era soprattutto che non si sentiva minimamente in colpa. Certo, sapeva che avrebbe dovuto combattere e uccidere i suoi compatrioti. Sapeva che molti di essi non avevano colpa, se non quella di seguire troppo ciecamente i propri superiori. Sapeva infine che con quella battaglia tagliava definitivamente i fili con il suo passato. Non c'era ritorno per quello che stava per fare. Un conto era stata la fuga, la vita in clandestinità e il lavoro per il Mercato Nero, ma ancora non aveva fatto nulla di veramente imperdonabile contro Konoha. Quel giorno avrebbe infranto quel limite, dubitava fortemente che il suo Villaggio lo avrebbe riaccolto dopo quel giorno, anche se lo aveva fatto per il loro stesso bene. Anche se le cose fossero tornate alla normalità e se fossero disposti a riaccoglierlo, lui non avrebbe accettato. Quel giorno il suo tradimento sarebbe stato completo. Eppure si sentiva calmo e pronto a fare ciò che sapeva essere giusto.
    Guardò due file più avanti, dove il suo sguardo fu magnetizzato da una folta chioma rossa, che il sole faceva risplendere come fiamma viva. A dispetto delle parole del Comandante, il suo Secondo si era tenuto abbastanza vicino alla ragazza che avrebbero dovuto proteggere. Qualcuno doveva tenergli gli occhi addosso e ancora non poteva fidarsi per qualcosa del genere di Arima e Kohaku. Non che dubitasse di loro, ma i due non avevano ancora ben presente la loro attività e l'importanza della rossa; Hayato rischiava di essere troppo coinvolto nella guerra per pensare anche ad Hana; Shin era ovviamente inesperto. Ristretta la cerchia a Shinsuke e Daiki stesso, il Vicecomandante aveva deciso di prendersi sulle spalle quella responsabilità.
    Hana, la Mukenin, membro della Mano. Doveva ammettere che la loro spia all'interno del Clan gli aveva fatto una buona impressione. Nonostante fosse partito con una notevole dose di diffidenza, ritenendola subdola e ambiziosa, la ragazza gli era infine parsa forte di carattere e piena di determinazione: fosse stata a Konoha, avrebbe presto fatto strada come Kunoichi.
    Mentre l'atmosfera si faceva più pesante il suo pensiero finì su Arima, era strano che si fossero ritrovati entrambi lì, entrambi traditori di un Paese che aveva tradito se stesso. Si chiese se era davvero un caso, se non ci fosse un qualche disegno che loro non potevano vedere.
    Scosse la testa.
    "Maledizione a me! Devo smetterla di farmi tutti questi problemi." Se l'era ripromesso quando aveva lasciato il Villaggio. Ora la sua vita gli apparteneva interamente. Nessuno lo poteva controllare. Era padrone di se stesso, poteva plasmare il mondo intorno a sé con le proprie mani.
    Sorrise, rivolgendo il pensiero attraverso le lumache all'altro Eremita.
    «Fratellino, questo sarà dannatamente più complicato di quei maledetti campanellini.» Scherzò.

    Daiki "Hanketsu" Nakamura

    ChakraFisicoMentale
    160Ottimo.Normale.
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai 10Radiolina
    Shuriken 19Filo metallico (30 metri)
    Cartabomba 5Pillole del soldato 1
    Fumogeni 3Veleno debole 1
    Palla di luce 1Occhio cibernetico
    Bombe al peperoncino 3Torcia Luminosa
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    RotoloDakoDietro la schiena
    CustodiaTirapugniAl fianco destro
    FoderoKatanaAl fianco sinistro
    Fodero minoreSpada di chakra "Keibatsu"Al fianco sinistro
    Gomitiere-----Ai gomiti
    Tasca SupplementareShuriken ad Astro 20alla gamba destra
    Bende-----Polsi e caviglie
    Guanti chiodati-----alle mani
    Copricapo del deserto-----in testa, velo chiuso a coprire il volto
    Occhialoni-----calati sugli occhi
    Pesi-----alle gambe
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    palla di luce 2recipiente
    Bomba Carta 2Accendino
    Note
    2 cartabombe legate ad altrettanti Kunai
    1 clone ad accumulare energia naturale (Pronto. Predisposto nel prebattaglia.)
     
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    narrato, parlati, pensati e cloni saranno nel colore corrispettivo del personaggio.
    Supaku/Kohaku, Telepatia Volatili, Altro 1, Altro 2 - Daiki, Altro 3, Altro 4, Altro 5


    Freddo. Cominciavano sempre così le notti nel deserto, stavolta non era differente dalle molte altre che aveva trascorso su quelle mura fatte di roccia gialla e sabbia. Una folata di vento passò tra gli uomini schierati e Kohaku ritornò con la mente ai giorni nostalgici in cui la brezza scivolava tra i suoi capelli bianchi agitandoglieli al vento. Un sentimento di nostalgia che dilagò per pochi minuti dentro al suo petto, lasciandogli un senso di disagio crescente. Era tornato a casa, nonostante tutto quello che aveva detto, su come Suna non rappresentasse più nulla per lui, su come quella terra di vento e sabbia fosse solo un ricordo lontano privo di significato, la realtà dei fatti era ben diversa. Se ne accorgeva solo ora che stava lì sulle mura infilato in una divisa di Suna con il volto di un altro uomo a fissare il deserto bianco davanti a lui. Gli era mancato quel posto arido e sterile eppure bello agli occhi come la pelle candida di una fanciulla. Se non ci fosse stata la guerra imminente di mezzo avrebbe anche potuto godersi lo spettacolo.
    Arima era poco vicino a lui. Gli aveva fatto una promessa così come il ninja del fuoco l'aveva fatta a lui; guardarsi le spalle, sempre, nel bene o nel male. Ovunque si sarebbero andati a cacciare, sarebbero stati insieme per affrontare i pericoli che il mondo li avrebbe posto contro. In quel momento non gli dispiaceva neanche la situazione, difendere il proprio ex paese dall'invasione del Impero del fuoco, ex patria di Arima. Il ninja della foglia però sembrava più che determinato a falcidiare le fila dei konhoniani senza pietà. Aveva giurato di distruggere quel villaggio, quasi un cliché per come la vedeva Kohaku che non aveva mai avuto nulla contro i villaggi se non la volontà di esserne libero. Nonostante tutto poteva capirlo, quello che oggi era diventato il Paese del Fuoco era irriconoscibile persino ai suoi occhi che non ne era un connazionale. La voce del Kazekage interruppe i suoi pensieri e strappò lo sguardo dal deserto per puntarlo nella direzione in cui proveniva. Non aveva mai conosciuto direttamente il vecchio Chikamatsu questo un poco gli dispiaceva, molto probabilmente sarebbe potuto morire in quella guerra, era troppo vecchio.
    E così la guerra sta davvero iniziando....il mondo piangerà sague oggi e la sabbia si nutrirà ancora una volta del dolce liquido rossastro...tutto questo per cosa? Per le manie di un uomo che vuole conquistare il mondo...bah...c'è più significato nella propria forza che nel potere sugli altri...
    Era tra le fila dei regolari, travestito accuratamente persino con un volto diverso da quello di Kohaku, nonostante il suo viso rimanesse fasciato accuratamente non aveva intenzione di prendere un taglio sul volto e rivelare la propria falsa identità nel bel mezzo della guerra. Cercò di nuovo con lo sguardo Arima, assicurandosi che fosse vicino, non aveva intenzione di perderlo nella mischia. Anche se potrei ritrovarlo grazie a...questa roba La mano gli salì involontariamente al petto mentre la sua testa veniva invasa da parole non sue. UN lieve movimento viscido sulla pelle del pettorale destro gli confermò come quella cosa fosse la causa della sua invasione mentale.
    Le parole nella sua testa erano di Hayato Kusanagi, il Sole Rosso come alcuni lo chiamavano. A Suna quel soprannome veniva sempre seguito da uno sputo per terra, quello che aveva fatto Kusanagi aveva portato onta nel villaggio della Sabbia e quasi tutti i Suniani sapevano la sua storia. Pensare che ora era proprio lì, in mezzo alle fila dei suoi ex compatrioti era quasi un paradosso illogico. Se molti Suniani lo avessero saputo avrebbero provato a ucciderlo lì sul posto, dimenticandosi della guerra. Non sarebbe servito a nulla sapere che era nelle loro fila per aiutarli, non pensava che un traditore su quella scala avrebbe mai potuto redimersi con un gesto così insignificante. Il suo sguardo si perse nel vuoto mentre ascoltava le parole del capo dell'organizzazione di Daiki.
    Non disse una parola, non aveva piacere che quella lumaca frugasse nella sua testa, aveva paura che potesse sentire più di quanto avesse voluto dire, quindi si limitò ad ascoltare, l'avrebbe usata solo per richiamare Arima o Daiki se li avesse persi nello scontro. Il resto del gruppo del Sole Rosso non lo conosceva e non si fidava di nessuno di loro, era già tanto che avesse concesso fiducia a Daiki, sopratutto se erano della stessa fama del loro capo. Non appena la comunicazione si interruppe un'altra voce non di Hayato si fece strada nella sua testa, era la voce di un ragazzo, Kohaku non gli prestò molta attenzione visto che sottolineava l'ovvio.
    Poco dopo il sole cominciò a levarsi e bagnare con i primi raggi rosati le dune bianche, trasformandole in una distesa dorata, moltissime volte aveva osservato il sole sorgere da oriente, anche se erano state più le volte in cui lo aveva visto tramontare. Quello spettacolo era sempre bello. Con il sole però, apparve anche l'esercito nemico. Kohaku socchiuse gli occhi feriti dai primi raggi del sole, cercando di scogere l'enormità dell'esercito avversario, che superava di molto quello a difesa del Villaggio.
    Questa non sarà una battaglia breve... Sarebbero morte molte persone ed era parecchio incerto sull'esito di quella battaglia che, avrebbe potuto portare alla sconfitta di Suna. In quel caso lui e Arima cosa avrebbero fatto? Sarebbero fuggiti nelle terre di nessuno? E se uno di loro fosse stato catturato? Spero che se succeda, Arima venga a riprendermi o gliela farò pagare cara... Un piccolo sorriso si piegò sotto le bende, certo che sarebbe venuto a prenderlo.
    Respirò a fondo, l'agitazioen che provava fino a pochi minuti prima era scomparsa, rimpiazzata dalla freddezza dello scontro che stava per iniziare. Era pronto, che lo scontro avesse pure inizio, lui e Arima avrebbero dato il meglio.


    ChakraFisicoMentale
    170OttimaleSerio
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x10Olio Infiammabile
    Shuriken x20Filo Metallico 10m
    Shuriken x20Filo metallico 30m
    Palla di Luce x2Torcia Luminosa
    Palla di Luce x2Occhio Cibernetico
    Cartebombax5Pillola del Soldato x3
    Equipaggiamento
    SlotOggettoLocazione
    Mecc. KunaiKunaiAvambraccio sx
    Tasca Supp.Kunai x7Coscia dx
    Fodero Min.WakizashiSchiena alla vita
    Rotolo Min.OmoikaruiCoscia sx
    Abbigliamento
    OggettoCondizioniLocazione
    ParabracciaIntattiAvambracci
    Coprinaso bendeIntattoIndossato
    BendeIntattemano, braccio e pettorale dx
    BendeIntattetesta, polso sx, caviglie
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Senbon x20Radiolina
    -Cimice x3
    Note Fascia nera legata sulla fronte.
    - 1 Kunai legato a 10m di filo metallico.
    - 4 Kunai legati a 4 palle di luce.
    - 3 Kunai legati a 3 cartebomba.
    - 3 Shuriken legati a 10m di filo metallico.
     
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  10. krisstar96
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    narrato pensato parlato parlato Kenpachi parlato Kyoshiro parlato ??? parlato da altri parlato volatili


    Dannato Kenpachi...tutta colpa tua.
    Pensai mentre reggevo fra le mani sudate la liscia copertina di un libro, le cui pagine ingiallite e sciupate dal tempo tendevano a muoversi leggermente a destra e a sinistra come fossero le fronde di un albero scosse dal vento.
    Quanto manca per arrivare a destinazione...questo dondolio mi sta facendo venire il mal di mare, per non parlare di questa puzza.
    "L'arte della guerra", il piccolo volume tascabile recava questo titolo, ero riuscito a leggere solo un paio di capitoli prima di venir interrotto più e più volte dal fracasso circostante, le parole di inchiostro nero sbiadito e le pagine ingiallite erano illuminate debolmente dalla fioca luce di una candela situata su un sostegno fissato al semplice legno delle pareti della nave. Avevo cercato di sistemarmi in un posto lontano dalla folla, mi ero seduto su una vecchia sedia scricchiolante, si poteva considerare un miracolo se ancora nessuna delle quattro gambe avevano ceduto, di fianco a me vi era solo un grosso barilotto sul cui coperchio avevo poggiato la razione di cibo consegnata direttamente dall'equipaggio dei marinai di bordo.
    "Capitolo 4: Compagni!"
    Fissai con lo sguardo per alcuni secondi la scritta prima di voltare pagina, scorrendo con gli occhi lentamente lettera per lettera prima di alzare lo sguardo e osservare la forte indisciplina di quello che doveva essere parte dell'esercito dell'impero.
    Se i miei compagni fossero questi, avrei da che preoccuparmi, ma fortunatamente...
    Riflettei in modo ironico mentre la maggior parte di questi beveva un bel boccale traboccante di birra, urlavano in battute improvvisate e gesta inventate, molti "veterani" cercavano di impressionare gli ultimi arrivati considerando la guerra già vinta in partenza, altri stramazzavano a terra vinti dall'alcol e dal movimento oscillatorio del vascello, altri ancora se ne stavano in disparte come me a curarsi il proprio armamentario, ora non si distingueva più fra regolari e nukenin, a tutti gli effetti eravamo membri del nuovo impero di Konoha.
    Per fortuna che non conosco nessuno di loro, anche fare qualche amicizia si potrebbe rivelare utile in veste di Ujin Motoi, chuunin di Konoha.
    Chiusi di scatto il libro, reggendolo con la sola mano sinistra il cui indice si era andato a serrare in mezzo alle pagine impedendo di perdere il segno, mentre portavo l'altra mano a grattarmi la fronte, o meglio lo strato di pelle superficiale che mi rivestiva il volto e mi permetteva di muovermi in totale anonimato e di celare la mia identità.
    E' la prima volta che indosso questa roba e già non la sopporto più, fa un caldo allucinante qua sotto, anche se devo ammettere che sono stati ryo ben spesi.
    Pensai mentre facevo mente locale del mio nuovo aspetto e di tutta la minuziosità con la quale era stata portata avanti l'operazione di camufaggio del mio volto, dalla punta del mento fino all'attaccatura dei capelli, dall'accenno di rughe sulla fronte alla leggera incavatura degli occhi. Ora non indossavo più la maschera che tendevo a portare durante le missioni nelle terre di Iwa o durante la permanenza all'interno del covo, solo un'ammasso di bende, ora tenute meno strette per il caldo creato dalla calca, si arrotolava dalla base del collo fin sopra il naso, mantenendo coperto qualsiasi minimo segno del trapianto facciale.
    Appoggiai con cura il piccolo libro sulla superficie della grossa botte, prima di alzarmi per prendere le mie cose e sistemarlo successivamente in una tasca interna di un mantello nero che avevo deciso di indossare per l'occasione, il quale copriva parte del gillet di Konoha che avevo rispolverato per l'occasione e la lunga fodera della katana lungo il fianco destro.
    Presi a camminare lungo la parete destra della parte sottocoperta dell'enorme imbarcazione, fino ad arrivare a una grossa scala che ne permetteva la salita fino a sbucare sul ponte, li dove si respirava tutta un'altra atmosfera.
    Che sensazione strana...
    Dissi fra me e me mentre una fredda brezza accarezzava la mia seconda pelle e mi faceva venire i brividi lungo le braccia che erano gli unici arti scoperti in quel momento, in lontananza si vedevano le alte dune di sabbia caratterizzanti del deserto mentre il cielo era sgombro di nuvole e le stelle luccicavano ognuna della propria luce che si rifletteva sulla superficie calma del mare aperto.
    Raggiunsi la prua della nave, dove già qualche altro ninja aveva avuto la brillante idea di andarci, alcuni dormivano cullati dal soffio del mare, mentre altri erano giunti in quel punto semplicemente per osservare l'orizzonte e scrutare quanto prima il nemico.
    Scelsi di sistemarmi in un punto dove non vi era nessuno, in modo da non infastidire e non essere infastidito, appoggiai i gomiti sullo stretto parapetto in legno ormai rovinato dal tempo e dalle intemperie, cercando un momento di riflessione personale.
    Io...cosa c'entro in tutto questo!? Per quale motivo mi trovo qui, su questa nave...perchè alla fine ho scelto... la guerra?!
    Erano solo alcuni degli interrogativi che mi continuavo a portare in testa, eppure fino a quel momento non ero riuscito nemmeno a formulare una degna risposta, stavo semplicemente mentendo a me stesso per poter andare avanti, per poter portare un qualche beneficio all'organizzazione, sempre che ci fosse stato.
    I piani erano di accendere le radioline su una determinata frequenza una volta arrivati allo scontro fra le due fazioni, solo allora avremmo deciso cosa fare e come muoversi sfruttando il caos della situazione, avendo forze da entrambi gli schieramenti poteva forse far passare la guerra in secondo piano e spostarci su obiettivi secondari che per ora erano ancora da scoprire.
    Posso?!
    Una voce suadente ruppe i miei pensieri sul nascere penetrandomi nell'animo, era un tono diverso da quelli che fino a quel momento avevo sentito su quel trasporto acquatico, era molto più dolce e pacato, una kunoichi.
    Fai come ti pare.
    Risposi mentre mi stavo per spostare e lasciare il posto alla ragazza, la quale poteva avere più o meno la mia stessa età, i suoi capelli erano raccolti da un elastico, occhi castani e corporatura esile, coprifronte di Konoha in bella vista.
    Brutta cosa la guerra.
    Già.
    Risposi con imbarazzo, mentre cercavo in modo evidente di levarmi da quel punto per spostarmi chissà dove in qualche altro buco oscuro della nave in attesa del nostro arrivo ormai imminente, al di sopra della linea dell'orizzonte l'oscurità nera del cielo cominciava a lasciare il posto ai primi raggi di sole, sfumature di rosso e arancione accompagnavano l'azzurro vivo dell'alba.
    Non conosci nessuno qui?! Non pensare male, ma è dapprima in stiva che ti osservo mentre leggevi, immagino sia un libro piuttosto interessante da poterti separare dal mondo esterno.
    Qualsiasi libro avrebbe il medesimo effetto pur di non farmi confondere in mezzo a quella che io considero feccia...e che forse l'Impero considera la prima carne da macello per spianare la strada a quello che sarà il vero esercito di Konoha..
    Capisco, non hai risposto alla mia domanda, comunque anche io la penso come te.
    Non avere nessun che conosci al tuo fianco e sul campo di battaglia potrai dare il massimo, mettiti sulle spalle il peso di un amico e crollerai sotto i colpi del nemico creando una perdita inutile... prendilo come un consiglio, ora scusami.
    Non sapevo nemmeno io il motivo per cui mi ero fermato a parlare di cose che non mi interessavano, non era la mia guerra e di certo i miei, o meglio i nostri interessi non rispecchiavano di certi quelli dell'impero.
    Io invece credo che l'idea di poter proteggere un amico ti spinga a lottare veramente fino in fondo, penso che questo sentimento sia persino più grande degli stessi ideali che uno si prefigge all'inizio dello scontro e che poi perdono importanza davanti a una persona a cui tieni.
    Le tue sono solo parole senza senso, vuote di qualsiasi valore...spero te ne accorgerai presto, addio...
    Scostai la spalla della ragazza con estrema delicatezza prima di proseguire oltre e prima che potesse continuare a dare aria alla bocca, anche se forse le sue parole mi avevano in qualche modo toccato nonostante cercavo di nasconderlo.
    Aspetta, almeno dimmi il tuo nom...
    Me la lasciai alle spalle e mi persi in mezzo alla folla che era salita tutta sul punta visto ormai l'arrivo imminente, la gente non vedeva ora di toccare terra coi propri piedi e di macchiare le loro armi del colore del sangue, improvvisamente quello che doveva essere il capo di quella spedizione salì su una specie di palchetto per parlare.
    Questa battaglia,soldati dell'Impero,deciderà l'esito della guerra. Oggi, sotto queste dune conquisteremo Suna o ripiegheremo vergognosamente verso questa stessa nave. Dietro quelle mura i nemici sono numerosi, è vero, ma non hanno il vostro valore, la vostra tenacia, la vostra...forza. Io stesso combatterò con voi fino alla morte se necessario, a voi la scelta...vivere o morire!!?!?
    Un boato concluse questo discorso, gli animi della maggior parte degli shinobi era stata accesa come una miccia di una polveriera, ora non restava altro che far esplodere il tutto sul campo di battaglia.
    Finalmente la nave aveva attraccato, così come altre decine che la seguivano e altre che l'avevano anticipata, un tonfo sancì il collegamento mobile fra mare e terra, le truppe potevano finalmente scendere, i passi verso la nostra posizione venivano accompagnati dal ritmo di tamburi la cui melodia incessante e pesante rendeva il tutto perennemente pesante e maestoso.
    Intanto il sole si era sostituito alla luna e brillava alto nel cielo e da lì si preparava ad assistere alla battaglia imminente, chissà a quante morti aveva dovuto assistere dall'inizio dell'esistenza dell'uomo.
    Sunagakure...


    ChakraFisicoMentale
    115ottimolucido
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    kunai 9/10radiolina
    shuriken 20/20lima
    cartabomba 4/5filo metallico 30m
    palla bomba 5/5torcia luminosa
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    FoderoKatanaFianco Dx
    rotolo minoreuchiha shurikenDietro la schiena
    Tasca SupplementareBombe fumogene 3/3Gamba Dx
    ---
    Abbigliamento
    SlotDescrizione
    Coprifronte Konohaindossato
    PolsiniIndossati
    GomitiereIndossate
    Coprinaso in bendeIndossato
    ParabracciaIndossati
    Gillet di Konoha
    Armi da lancioAccessori
    palla di luce 1/2-
    --
    Note Sharingan disattivato
    lima sotto polsino destro
    4 cartabomba legata ad altrettanti kunai
    tramutazione facciale indossata
     
    .
  11.     +9   +1   -1
     
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    ~ All you have is your fire.. ~

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    Ricordi. I ricordi lo stavano avvolgendo completamente. Urla e immagini di dolore e di sofferenza che schiamazzavano nella sua testa senza alcun controllo. Non era riuscito in alcun modo a fermarle, quelle dolorose e nefaste immagini avevano preso il controllo della sua mente, trascinandolo in un momentaneo delirio. Ayato.. Madre.. Li vedeva chiaramente, distesi nel giardino della sua grande casa. I due corpi senza vita delle uniche persone che aveva amato realmente. Uccisi senza pietà dallo stesso villaggio che ora minacciava la vecchia patria di Supaku. Tutto questo.. Tutto questo è.. La mano destra era stata portata sul volto, quasi a coprirlo parzialmente mentre massaggiava le tempie nel tentativo di mantenere la calma. ..E' inaccettabile! In un attimo riprese il controllo, scacciando quei maligni ricordi che lo stavano lentamente trascinando verso l'oblio. Quello era l'inizio della sua vendetta, fra le schiere dei Suniani avrebbe massacrato ogni Konohaniano posto davanti alla sua strada. Non ci sarebbe stata pietà stavolta, nessun rammarico, nessuna incertezza. Niente l'avrebbe fermato, era lì proprio per questo. Non gli importava nulla, almeno per il momento, di quel che sarebbe stato il destino di Sunagakure. Il suo obbiettivo era uno e uno soltanto: massacrare l'Impero e tutto ciò che rappresentava. Devo rimanere vigile e concentrato, lasciarmi trasportare dai ricordi mi porterà solo a morte certa. Scosse quindi la testa nel tentativo di tornare sveglio come pochi attimi prima che quei pensieri affollassero la sua mente che, grazie alla lumaca di Hayato, era già in parte privata della sua libertà. Portò infatti lo sguardo su Supaku che proprio come lui lo stava osservando. Aveva un volto nuovo, anch'esso coperto dalle bende come lo era quello di Kohaku. Lui invece si era rifiutato di indossare una faccia che non era la sua, si era limitato a travestirsi da Suniano indossando il loro gilet tattico e il copri fronte. Voleva che quei maledetti ex compaesani lo guardassero bene in volto prima di morire, ricordando la sua faccia come quella di colui che aveva portato alla rovina quel villaggio di spregevoli corrotti.
    Pochi minuti dopo i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce del Kazekage, proveniente dalle stesse mura sulla quale si trovavano sia lui che i restanti membri del Sole rosso. Che bel discorso. Arima portò nuovamente lo sguardo verso l'orizzonte, osservando il sole che aldilà delle Dune stava per comparire di fronte a loro. Un grido di battaglia proveniente dai ninja di Suna invece fece tremare le stesse mura che proteggevano il villaggio, rimbombando all'interno di esso e facendosi sicuramente sentire anche a chilometri di distanza. Dopo di che, al posto della voce del vecchio Chikamatsu si fece strada quella di Kusanagi che, attraverso le sue stesse lumache, si teneva in contatto con i membri della sua compagnia. Aveva avuto modo di affrontarlo un tempo, molti anni prima di quella battaglia, quando ancora era un semplice Chuunin. In quello scontro aveva potuto notare la potenza di quello Shinobi, un ex ninja della Sabbia capace di spazzar via qualunque nemico grazie a quello strano materiale esplosivo che, almeno a detta sua, si trattava della sua abilità innata. Un potere a dir poco affascinante che gli aveva permesso di radere al suolo gran parte del villaggio di Kirigakure. Aveva infatti sentito parlare nuovamente di lui dopo il suo tradimento. Di come lo chiamassero dopo quel terribile attentato e del perché avessero scelto un appellativo del genere. Dopo quella strage.. Il sole di Kirigakure pareva.. Rosso. Non comprendeva il perché di quell'attacco e di certo non aveva avuto il tempo di chiederglielo. Non erano neanche divenuti membri effettivi della sua compagnia e il che lo rendeva assai restio dal chiedergli troppe informazioni su di loro. Prima avrebbero dovuto combattere al loro fianco, sia lui che Kohaku, dimostrandosi fedeli alla loro causa.
    Il tempo passava e i pensieri dei suoi compagni continuavano a venir trasmessi nella sua testa grazie all'abilità di Hayato. Per un attimo, poté udire anche la voce di Daiki che nonostante si trovasse a pochi metri da lui, aveva comunque preferito parlargli tramite quella peculiare e a dir poco utile lumachina. Fratellino, questo sarà dannatamente più complicato di quei maledetti campanellini. Daiki aveva sempre avuto un ottimo senso dell'umorismo. In altre situazioni avrebbe riso alla sua battuta ma in quel momento non poteva far altro che mantenere lo sguardo serio e rabbioso che aveva avuto sin da quando erano giunti a Sunagakure tutti insieme. Sapeva che l'unico che poteva realmente comprendere il suo stato d'animo era lui, un ex ninja della foglia, l'unico in quella marmaglia che proprio come lui stava per affrontare il suo vecchio villaggio. Hai ragione fratellino. Ti prego di perdonarmi per quello che farò in questa battaglia. Quella fu la sua unica risposta. Sperava che Daiki avrebbe compreso il suo dolore e il perché della sua rabbia verso quel che una volta era il loro villaggio. Nel frattempo, in lontananza, un rombo di tamburi si faceva sempre più imponente. Insieme al sorgere del Sole stava arrivando anche l'esercito nemico. Numeroso e pericoloso. Molto più grande dello stesso esercito che stava a difesa delle mura di Sunagakure. Bastardi. Arima diede un ultima occhiata a Supaku, facendogli intendere che fremeva dalla voglia di gettarsi nella mischia. Dopo di che portò la mano destra sul manico del suo ventaglio, stringendolo con tutta la forza che aveva. Le sue mani ardevano e tremavano dal desiderio di uccidere, la sua rabbia incontrollata stava per esplodere, non credeva di poter essere così felice nell'affrontare.. Una guerra. Vi ucciderò tutti.


    oy32_zps965c5c4b
    ~ Chakra ~~ Fisico ~~ Mentale ~
    ~ 160/160~ Ottimale~ Furioso
    ₪ Equipaggiamento
    ~ Fascia~Saigo(Riposto)Nella Fascia sulla schiena
    ~ Armi Nascoste~ Lame Celate(Retratte)Entrambi i polsi
    ~ Sennin Moodo~ Cloni Eremitici 0/0-
    ₪ Abbigliamento
    ~ Coprifronte Di SunaIntattoIndossato
    ~ GomitiereIntatteIndossate
    ~ ParastinchiIntattiIndossati
    ~ ParabracciaIntattiIndossati
    ~ Guanti RinforzatiIntattiIndossati
    ₪ Borsa
    ~ Armi da Lancio ~ Accessori
    ~ Kunai 10/10~ Radiolina
    ~ Shuriken 20/20~ Fili Metallici 20M
    ~ Pillole Del Soldato 3/3~
    ~Cartabomba 5/5~
    ₪ Giubbotto tattico Sunagakure
    ~ Armi da Lancio ~ Accessori
    ~ Palla Gelo 5/5~
    ~
    ₪ Note
    - 3 Palla Gelo legate ad altrettanti Kunai.
    - 3 Carte Bomba legate ad altrettanti Kunai.
    - 1 Shuriken legato ad un rotolo di Filo Metallico.
     
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  12. Marian Cross
        +5   +1   -1
     
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    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Daiki Nakamura, Shinsuke Isaohi, Shin Masayoshi, Kohaku Kyofu, Arima Togetsu.
    Ripeté a mente tutti i loro nomi, come una filastrocca, appostata com'era sulle mura della capitale del deserto in attesa di osservare qualcosa muoversi in lontananza. Erano in sette, quel giorno, ma la sua scorta in quel momento consisteva di sole due persone.
    Al loro incontro nelle Terre di Nessuno Hana aveva passato lo sguardo su ognuno, quasi come cercasse di carpire i segreti degli alleati di Kusanagi e magari, per estensione, quelli del loro comandante. Non indugiò troppo con le occhiate però, sia per evitare di apparire sospetta o invadente, sia perché non ce n'era effettivamente bisogno: dubitava di ottenere granché al loro primo incontro, men che meno in una situazione pericolosa come quella in cui, in teoria, lei li aveva cacciati. In teoria, perché in verità era stato Hayato "AkaitaiyÅ" Kusanagi a prendere effettivamente la decisione. Non aveva idea di come funzionasse la compagnia dell'uomo, che tipo di rapporti avesse con tutti i suoi componenti e quanta autonomia concedeva loro, ma non le pareva assurdo che gli altri avessero comunque voce in capitolo nella faccenda dato che in ogni caso quelle che avrebbero messo in gioco erano le loro vite. D'altra parte nessuno sembrava essere li contro la propria volontà, anzi, ognuno di loro, o quasi escludendo i due dai volti ben celati, le restituì uno sguardo determinato.
    Aprì il gilet lentamente, il necessario per dare una occhiata alla piccola lumaca attaccata al suo corpo. Le concesse un sorriso: la creatura bicroma, perla e smeraldo, non le sembrava affatto viscida come gli altri esponenti della sua specie. All'inizio l'aveva ritenuta quasi un pericolo per l'intimità dei suoi pensieri, minaccia rivelatasi subito infondata dopo qualche prova che le servì a capire come nessun messaggio mentale ai suoi compagni che non fosse indirizzato espressamente alla lumaca venisse inoltrato, data l'assenza di risposte. Richiuse la giacca, tornando ai suoi pensieri.
    Non è una compagnia di conigli aveva pensato. E come poteva esserlo, con a capo un tale potente comandante? A quanto aveva scoperto, per settimane nelle Terre di Nessuno erano state narrate le nefandezze di Hayato Kusanagi nel Paese dell'Acqua, prima che le chiacchiere passassero, solo per poi tornare in auge con una seconda impresa da questi compiuta a Taki. Nel suo bel quarto d'ora di fama era stato chiamato con tanti nomi: il flagello di Kirigakure, l'assassino di tiranni e lo Spettro Rosso per lei. Un uomo capace di lasciare dietro di sé una scia scarlatta lunga fino al tramonto e talmente ampia che sembrava fosse lo stesso sole a sanguinare. Faticava a credere di avere a che fare con un vero dio della distruzione, ma senz'altro era un bel colpo per lei essersi aggiudicata un alleato così pericoloso, e così utile. Forse era semplicemente sadico? No, no, non ci avrebbe scommesso un Ryo bucato. Non si parlavano granché all'infuori del lavoro, ma era certa che quell'uomo era sano quanto lei. Li aveva osservati tutti gli amichetti, era vero, ma durante la loro gita nel deserto, fino a quel momento, non aveva potuto ignorare certo l'uomo con cui aveva un accordo. Si, l'uomo, perché Kusanagi doveva evidentemente aver lasciato la maschera da demone a casa fin dal momento in cui l'aveva conosciuta. Era forte, ma non era un pazzo, per niente. Aveva discusso lucidamente con lei, avevano giocato allo stesso gioco, ed erano arrivati ad un compromesso alla fine. E quel giorno in ufficio, così come in viaggio, l'uomo aveva mantenuto un comportamento molto diverso. Era pragmatico e serio di solito, non granitico né glaciale, per alcuni versi simile a lei doveva ammettere, ma in quelle occasioni nonostante la perfetta compostezza non poté non notare un certo nervosismo nella sua figura. Dubitava fosse panico, ed era pur vero che sotto sotto nervosi lo erano tutti, ma probabilmente era turbato da qualcosa di differente che non dal semplice fatto di dover combattere. Che nutrisse ancora qualche forma di rispetto per il suo paese? Si sentiva responsabile magari?
    "Quello che voglio intaccare è il sistema, compiere qualcosa che possa fare la differenza." E' così che diceva ricordò.
    Cosa devo aspettarmi da te, Shinobi?
    Kusanagi doveva aver superato molte barriere morali per arrivare fin li. Non era un tenero, e non doveva sottovalutarlo. Non poteva comunque negare che, se l'attaccamento dell'uomo ad un passato che forse non riusciva a dimenticare fosse stato troppo intenso, lui stesso poteva rivelarsi una bomba ad orologeria. Ma quella era la sua ipotesi peggiore, e l'uomo le era sembrato decisamente stabile. Scacciò quei pensieri, accogliendo nella sua testa quelli della sua "guardia personale", del discepolo di Masayoshi e di Kusanagi, fuori dalla sua vista. In effetti gli unici che poteva inquadrare erano Nakamura e Isaohi. Erano già divisi, logicamente, ma se anche fossero rimasti tutti insieme prima della battaglia, avrebbero comunque dovuto disperdersi poi. Non era così sciocca da pensare di aver bisogno di tutti loro, sia perché stare in gruppo avrebbe suscitato sospetti, sia perché erano bene in alto su delle spesse mura e non correvano rischi. Nel momento in cui l'azione fosse giunta anche per loro, tra l'altro, un paio di persone a guardarle le spalle sarebbero state sufficienti a suo parere. Tutti gli altri avrebbero fatto bene a combattere per le loro vite, e spezzarne il più possibile. In effetti non era nemmeno sbagliato dire che avrebbero davvero difeso Suna da Mukenin quali erano, nonostante lei avesse come obiettivo quello di cacciarsi nel minor numero di situazioni senza uscita per quanto le era possibile.
    Perciò oggi io vi dico: questi demoni del fuoco non passeranno! sentì, distratta, del breve monologo del vecchio Chikamatsu. Apparentemente, la sequela di parole ebbe l'effetto sperato. Non colpì affatto Hana, che invece vide ben oltre la forza immaginifica delle parole e il significato che l'uomo voleva darle. Fomentare i soldati era l'obiettivo. Peccato che i fili del Kage non arrivassero anche a lei, che di discorsi ne aveva sentiti tanti, troppi. Non sarebbe stato certo qualcosa del genere ad impressionarla.
    Estrasse il suo binocolo e diede una lunga occhiata all'orizzonte, osservando la sabbia in lontananza alzarsi leggera nell'aria fredda e scura, che cominciava a cambiare tonalità. Il mondo si schiariva piano.
    Presto tutti avrebbero desiderato che quella lunga notte non fosse mai finita.

    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Tesa
    Chakra: 130

    Equipaggiamento:

    Borsa:
    - Kunai (10/10)
    - Shuriken (20/20)
    - Cartebomba (5/5)
    - Filo metallico (30M)
    - Binocolo
    - Occhio Cibernetico

    Abbigliamento:

    - Gilet

    Bende:
    - Lame retrattili
     
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    Jonin Supremo

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    Erano passati alcuni giorni dalla mia visita all'Imperatore. Continuavo ad allenarmi, per arrivare pronto alla convocazione per la guerra. In giro per il villaggio c'era molto caos, i preparativi della guerra causavano un gran viavai per le strade. Per questo motivo decisi di non uscire molto da casa, se non per fare la spesa. Preferivo passare il mio tempo tra le mura domestiche tra allenamento e riposo. I giorni passavano un po' monotoni sempre pieni di allenamenti dove cercavo di affinare al meglio le mie tecniche, provando più combinazioni tra esse. Non potevo permettermi di esitare nella composizione dei sigilli o perdere lucidità quando cominciavo a consumare un bel po' di chakra e quindi cercavo di spingere i miei limiti sempre oltre. Una distrazione simile, durante la guerra, poteva determinare la fine di tutto. Ogni tanto pensavo a Murasaki e Makoto: Chissà se effettivamente l'incontrerò. Magari non parteciperanno al conflitto, da quel che ho capito Oto e Kumo forniranno solo volontari alla causa di Suna. Spero rimarranno al sicuro a Kumo... Anche se, Murasaki è scappato così di corsa per tornare a casa. Poi i miei pensieri andarono su Keito. Diamine, da quando è conclusa la nostra missione non sono più andato a trovarlo come promesso. Purtroppo tra l'allenamento e i miei viaggi a Kumo non ho trovato il tempo. Ora probabilmente lo rincontrerò in questa guerra, questa brutta guerra per dei semplici ragazzi come noi. Nel peggiore dei casi potrei pure non rivederlo più. Terminato questo pensiero, rimasi molto scosso. Pensare ciò mi riportò alla memoria ciò che successe a Ryu, come lo vidi morire, di fronte a me, senza poter far nulla. Nel flusso dei miei pensieri poi ricordai però a me stesso, scacciando via questa brutta sensazione, il perché mi ero trasferito al villaggio di Konoha: Mah, al diavolo queste cose... Sono venuto qui per divenire forte... E non far accadere più brutte cose, come successo a Ryu, alle persone a cui tengo... Quindi, Keito non può morire, ci sarò io al suo fianco e torneremo entrambi a Konoha! Con questi pensieri che riecheggiavano nella mia mente, ritrovai la serenità. Mi tornò alla mente che potevo trovare in questa guerra anche Shori, la ragazza di Kiri che era stata mia sensei qualche tempo addietro. Era di poco più piccola di me e, nonostante ciò, era già almeno un Chuunin. Da quell'esperienza con lei era di fatto partita la mia carriera ninja. Ora probabilmente l'avrei di nuovo incontrata e, come per Keito, mi ripromisi di guardarle le spalle se l'avessi vista. Magari non avrebbe avuto bisogno del mio aiuto ma, per quello che ormai potevo chiamare il mio Nindo, avrei fatto qualunque cosa per mantenerla al sicuro. In questi giorni ero stato a volte attanagliato dalla preoccupazione e dalla paura. Paura di non farcela, di veder morire un altro amico o di morire io stesso senza vedere realizzato il mio scopo. Fu così che iniziai, per combattere questi timori, a meditare. Inizialmente cercavo soltanto di scacciare questi pensieri ma, dopo un po', cominciai proprio a riflettere al meglio su questi problemi, entrando in uno stadio di meditazione. Quando la mia mente veniva attanagliata da queste paure, magari mentre mi stavo allenando, entravo in casa, mi sedevo direttamente a terra, gambe incrociate, e pensavo a queste paure. Le affrontavo, dividendole ad una ad una, e pensavo a come dovevo darmi da fare, essere "perfetto" e deciso nelle mie azioni, così che non ci sarebbe stato nessun problema. Cominciai quindi a dedicare alcune ore della giornata alla meditazione. Durante questi momenti toglievo dalla mia mente tutti i pensieri e poi cominciavo ad affrontare tutte le mie paure che, di volta in volta, venivano sempre più sminuite.
    Era mattina, circa le nove, ed ero intento ad allenarmi con un fantoccio nel lancio degli shuriken. Di colpo, poco dietro di me comparve come dal nulla un ninja con indosso una maschera. Era nientemeno che un ANBU. Mi voltai di scatto sorpreso dalla comparsa di un ninja di tale rango a casa mia. Non feci in tempo a dire o a fare nulla quando il ninja disse: Goh Asuka... Queste sono le tue istruzioni per unirti alle forze dell'Impero. Mi raccomando la puntualità. Terminate queste parole il ninja estrasse dal suo gilè una pergamena che mi lanciò. Non avevo ricevuto nemmeno la pergamena nelle mie mani che il ninja era sparito nuovamente, così come era apparso. Srotolai quindi la pergamena e la lessi in fretta. Entro le dieci del mattino dopo dovevo trovarmi a Gouka. Lì mi sarei unito con la mia divisione che poi avrebbe preso il largo dalle coste vicine per raggiungere Suna. Una strana sensazione mi pervase, non sapevo nemmeno definire cosa fosse. Riavvolsi il rotolo e andai a raccogliere gli shuriken con cui mi stavo allenando. Tornato in casa mi preparai velocemente. Vestii un kimono nero pesante, e indossai la mia borsa con tutto il mio equipaggiamento già in ordine. In uno zaino misi un altro kimono di ricambio, più leggero, in caso avessi sentito caldo, e dei viveri. Preso tutto quindi cominciai il mio viaggio. Arrivato alle porte del villaggio cominciò la corsa verso Gouka. Giunsi nella cittadina per le diciannove circa, ormai era praticamente buio. Delle guardie all'ingresso controllarono accuratamente i miei documenti. Del resto la città era utilizzata come punto d'incontro della mia ed altre divisioni di ninja pronti alla guerra, non potevano permettersi di far entrare delle spie nemiche. Dormii direttamente in un edificio che mi indicarono insieme a quelli che sarebbero stati i miei compagni di battaglia, ninja di tutti e ranghi ed età. Giovani ed inesperti come me, come veterani segnati di cicatrici e rughe. Il mattino dopo ci svegliarono per le otto e subito dopo ci recammo alle coste come detto. Giunti alla costa trovammo di fronte a noi dei grossi banchi di nebbia sul mare. Ci dissero di raggiungerli camminando sull'acqua con il controllo del chakra. Una volta giunti lì ci accorgemmo che in quella nebbia erano nascoste delle navi, salimmo a bordo e ci venne detto di metterci subito sotto coperta. Il viaggio proseguì quindi per un giorno molto silenzioso.
    All'alba del giorno seguente ci fu ordinato di venire sul ponte, il sole non era ancora del tutto sorto, eravamo di fronte a Suna. Scendemmo quindi nuovamente sull'acqua e utilizzando il controllo del chakra averemo dovuto raggiungere la riva per poi marciare nel deserto fino alle porte di Suna. Giunti sulla terra ferma cominciammo a marciare nel deserto. I miei piedi affondavano leggermente in mezzo alla sabbia e la temperatura era fredda ma non troppo. Già da quando stavo scendendo dalla nave mi guardavo attorno per vedere se scorgevo Keito o Shori ma fino ad ora non ve ne era traccia. Marciavamo quindi verso le porte di Suna con la consapevolezza che la mia vita stava per cambiare. Mi sentivo un po' teso. Non capivo ancora del tutto il senso di questa guerra ma sapevo il perchè ero lì, difendere i miei amici. Dopo circa un'ora di cammino cominciai a intravedere in lontananza le grandi mura di sabbia di Suna. Sopra di essere una miriade di ninja, come quelli che erano al mio fianco. Ninja che si sarebbero dati battaglia, ninja che sarebbero morti per difendere la loro casa o per annientare gli altri. Feci un respiro profondo chiudendo gli occhi, tirai su il coprinaso. Riaprii gli occhi e fissai lo sguardo sulle grosse mura di fronte a me. Attorno a me ninja di Konoha e Kiri pronti a dar battaglia, accompagnati dal suono dei tamburi da guerra.
    La guerra era iniziata.

    Stato fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: Concentrato, un po' teso dalla situazione.
    Chakra: 70
    Note:

    Armi e accessori:
    Borsa
    ArmiAccessori
    Kunai x10Torcia elettrica
    Shuriken a stella x14Specchietto
    Carta bomba x5Radiolina
    Makibishi x30Telescopio
    Indossato
    SlotOggetto
    AltroCoprinaso
    Braccio sxCoprifronte
      
      
     
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    BALONEY!

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    Sora aveva guardato dinanzi a se per un attimo. La battaglia stava per cominciare. La marmaglia proveniente dall'Impero si affacciava impudente da Est. Il sole, alle loro spalle, sorgeva dando lentamente il via alla carneficina. Il giovane Manipolatore era stato condotto in guerra per la salvaguardia del suo paese. Suna aveva deciso di barricarsi tra le mura per sfruttare la protezione delle solide rocce poste intorno al villaggio. In questo modo oltre che distruggere gli avversari con la forza questi potevano essere sfiancati e demoralizzati dalle difficoltà del deserto. La posizione del giovane Jinchuuriki era estremamente avanzata. In vita sua il Darima non aveva mai pensato di poter essere reclutato in una formazione di quella portata. Oltre a lui, unico Special Jounin, vi erano altri quattro Ninja, Special Jounin Esperti, ed il suo patrigno, Shinzo Darima. "Cosa potrò mai fare tra questi mostri sacri?" Il pensiero era banale e poco importante ma gli ronzava nella testa da quando aveva scoperto la sua posizione nello schieramento. Come al solito Teddy aveva provato a scherzare sulla situazione. "Logico..." Aveva cominciato a dirsi Sora parafrasando l'ex-shinobi della Foglia. "Gli serve una capra sacrificale..." La discussione generale sulla bestia sacrificata era servita a rompere l'ansia di quella situazione ed a distendere i nervi nella magione dei Darima. La pace, però, era durata troppo poco. Il giovane Nara, infatti, aveva poi cominciato a supplicare Shinzo di permettergli di partecipare alla battaglia. La situazione nel suo paese natale non gli piaceva neanche un po'. Ed aiutando i paesi alleati il nano voleva rispedire da dov'era venuto l'Imperatore. L'insistenza del Manipolatore delle ombre, però, si era schiantata contro il volere del Jounin che aveva altri piani per l'ex-ninja di Konoha. Il giorno dell'evacuazione della città Teddy, seppur con qualche protesta, aveva deciso di seguire i cittadini per proteggerli in caso di un possibile agguato. Sora, dopo aver salutato il suo guardiano aveva cominciato il controllo delle sue armi. Il primo sguardo era caduto sull'Omoikarui. La spada bianca che aveva vinto all'esame di selezione Chuunin proprio a Konoha. Ora quella spada avrebbe mietuto vittime proprio tra coloro che gliel'avevano consegnata. Senza parlare, infine, entrambi i Darima avevano cominciato ad indossare i loro abiti da battaglia. La tuta marrone era coperta dal gilet d'ordinanza. Quest'ultimo oggetto, però, era diverso dal solito. Infatti, sul piatto beige scuro ora vi era una sorta di copertura grigia. «Ho pensato ti potesse servire questa piccola modifica...» Aveva detto il patrigno mentre indossava lo stesso tipo d'indumento. «Questo è uno speciale tipo di fascia studiato appositamente per tenere la giara di noi Manipolatori. Fanne buon uso.» Un ultimo sguardo a quel nuovo sistema d'imbracatura prima di cominciare ad indossarlo con l'aiuto di Shinzo. Il nuovo sistema di supporto pareva limitare molto meno della semplice fascia base. "Il futuro del deserto, ora, dipende anche da me." Aveva pensato, infine, mentre stava per uscire dalla camera pronto per la battaglia. «Aspetta, Sora. Ho un altra cosa per te...» Ad ampie falcate il Jounin si era avvicinato nuovamente al giovane Ninja prima di estrarre un piccolo oggetto circolare dall'interno del suo gilet. «Prendilo. Ti proteggerà.» Dopo avergli consegnato un piccolo anello il rosso era uscito dalla stanza per andare nel luogo dell'adunata.
    Nan
    Nan_zps1fcfc30a
    Colore: Marrone
    Dito: Anulare sinistro
    Proprietà: Permette di utilizzare le tecniche Doton di livello A o inferiore alla metà del costo in Chakra. E' possibile dimezzare il consumo di un singolo Jutsu per turno.

    Dopo quel breve scambio di battute Shinzo non aveva perso il suo figliolo di vista neanche per un secondo durante tutta la preparazione allo scontro. L'unico momento in cui questo gli si era allontanato era stato dopo la convocazione del Kazekage. «Signore siamo pronti. Veglierò io sull'incolumità dell'Ichibi.» Aveva detto subito dopo il discorso di incoraggiamento del Chikamatsu. «Sora...» Aveva poi detto secco il Manipolatore dai capelli rossi mentre sotto i suoi piedi spuntava una grossa nuvola di sabbia. Questa era abbastanza grande da riuscire a contenere due persone. «Partiamo.» Aveva gridato dopo uno sguardo ai quattro utilizzatori della Sabbia che lo affiancavano. Il Portatore del Bijuu con un balzo si era posizionato alle spalle del padrino mentre deglutiva per cercare di scacciare il groppo che gli si era formato in gola. "La morte è più leggera di una piuma, il dovere più pesante di una montagna..." Si era detto mentre canalizzava il chakra sotto i suoi piedi per poter aderire alla nuvola in sicurezza. L'avanguardia dei Manipolatori doveva posizionarsi a poco meno di venti metri dai bastioni difensivi di Suna in modo da attaccare e decimare le forze nemiche sin dal primo momento con attacchi portati ad ampio raggio. Grazie alla Sabaku no Kanji, inoltre, qualsiasi azione furtiva poteva essere percepita ed annullata in breve tempo. L'unico segno visibile di quella trappola erano i granelli di sabbia che danzavano seguendo i lievi movimenti del vento del deserto. Quel Jutsu forniva una grande contromossa contro tutti i Kiriani all'interno dell'esercito avversario. La Kirigakure no Jutsu ora non poteva più aiutare gli avversari.
    Sabaku No Jutsu - Tecnica della Sabbia
    SabakuNoJutsu-TecnicadellaSabbia_zps7bf61753
    Villaggio: Suna
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Allo shinobi che possiede questa innata è possibile muovere la sabbia che è presente nell'area o nella propria giara fino ad un massimo di venticinque m³. Questo permette ovviamente il comprimere la sabbia per formare scudi, attaccare o usare le relative tecniche. La sabbia compressa ha la resistenza della roccia. Blocca facilmente Armi Maggiori che non siano infuse di Chakra. Para Taijutsu di livello B e Ninjutsu di livello C. La sabbia può essere controllata fino a cinquanta metri dall'utilizzatore, dopodiché se ne perde il controllo. Come nel livello precedente, è possibile creare uno strato di sabbia sottostante a cose o persone e quindi sfruttarlo per far levitare sopra il terreno tali corpi.
    Consumo: 15 (A Turno)

    Sabaku No Kanji - Sabbia Percettiva
    Sunanokanchi_zpsbbb2a401
    Villaggio: Suna
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Lo Shinobi compone rapidamente i sigilli necessari per la tecnica per poi concentrarsi per qualche secondo usurfruendo di dieci metri cubi di sabbia. Grazie ad essi sarà in grado di innalzare in una zona di duecento metri di raggio una leggera nube capace di riconoscere e individuare tutti gli individui presenti all'interno dell'area circostante, percependone anche il minimo movimento. La tecnica dura due turni, al termine dei quali è possibile rinnovare la tecnica pagandone nuovamente il costo in chakra.
    Consumo: 15 (+10m³ di Sabbia)

    La battaglia stava, inevitabilmente, per cominciare. «Ora...» Aveva detto il Darima quando la distanza tra l'avanguardia e l'esercito nemico ersa scesa al di sotto dei trenta metri. Senza perdere un secondo tutti gli Shinobi li presenti avevano cominciato a muoversi. Quelli ai lati avevano composto il sigillo del topo Attivando la Gokusamaisou. L'utilizzo della tecnica combinata da tutti e quattro gli Shinobi rendeva la portata di quel Jutsu enorme e potenzialmente devastante. Subito dopo, quando i piedi degli avversari erano stati intrappolati, i quattro avevano cominciato a compiere una serie di sigilli per poi spadare dalla propria bocca un enorme getto elementale, due di fuoco ed due di vento, che poi si sarebbero andati a combinare prima di abbattersi sulla seconda linea nemica. La pioggia di Jutsu era continuata andando ad interessare, con un secondo getto, la coda dell'esercito nemico in un primo bombardamento ad area. Intanto Shinzo aveva portato entrambe le sue mani in aria per un secondo prima di comporre il sigillo del topo a sua volta. «Vai Sora...» Quello era il segnale che il giovane Jinchuuriki stava aspettando per scatenare la sua potenza. Aveva detto senza guardarsi alle spalle mentre un enorme onda di sabbia gli spuntava dinanzi per andare ad investire i nemici bloccati dalla Gokusamaisou.
    Gokusamaisou - Sabbie Mobili
    Gokusamaisou-SabbieMobili_zpsbb125617
    Villaggio: Suna
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica è una delle più violenti fra il reparto dell'Innata, dato che evitarla non è per nulla semplice e quasi sempre va a segno se colpisce anche solo in parte l'avversario. Tale Jutsu inizierà con l'utilizzatore che ricoprirà di sabbia un'area di cinque metri di raggio utilizzandone quindici m³. Questa parte può essere evitata se il terreno è già ricoperto da un ammontare pari o superiore di Sabbia. Dopodiché, si formerà un cratere a forma conica che risucchia il nemico verso il basso. L'avversario avrà repentinamente i piedi avvolti dalla sabbia (o l'eventuale parte a contato con essa) e non potrà muoverli, questo vuol dire che se non si riesce ad evitare la tecnica nei primi istanti dalla comparsa del cratere quest'ultimo comincerà a risucchiare la vittima al suo interno. Per liberarsi sarà necessario colpire il terreno con un jutsu almeno di livello A e se non ci si libera dall'ammasso di sabbia quest'ultima infliggerà danni medio-gravi nelle zone bloccate dalla stessa. Nei casi peggiori, se si subisce interamente il Jutsu, oltre ai danni si finirà per sprofondare nel terreno e per liberarsi servirà almeno un Jutsu di livello B o un interno turno. Per essere utilizzata, questa tecnica richiede che l'utilizzatore mantenga attivo il Sigillo del Topo.
    Consumo: 15 (+15m³ di Sabbia)

    Katon: Kasai no Ima - Flusso Infuocato
    nagari_ho_zpsbabcdadf
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Dopo una serie di sigilli sarà possibile, dopo aver preso un grande respiro, concentrare una grande quantità di Chakra Katon nei propri polmoni per poi espellere dalle labbra una forte fiammata che percorrerà quaranta metri, raggiungendo un'ampiezza di dieci metri di diametro. Il getto elementale causerà danni gravi da ustione.
    Consumo: 15

    Fuuton: Dorafuto - Flusso del Vento
    nagari_kaze_zps47c056a1
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Dopo una serie di sigilli sarà possibile, dopo aver preso un grande respiro, concentrare una grande quantità di Chakra Fuuton nei propri polmoni per poi espellerla dalle labbra sotto forma di un getto Fuuton, che percorrerà quaranta metri, raggiungendo un'ampiezza di dieci metri di diametro. Il getto elementale causerà danni gravi da taglio.
    Consumo: 15

    Ryuusa Bakuryuu - Valanga di Sabbia
    RyuusaBakuryuu-ValangadiSabbia_zps42c620fd
    Villaggio: Suna
    Livello: S
    Tipo: Ninjutsu
    Con i suoi poteri, l'utilizzatore polverizza le rocce vicine e nel terreno, creando molta più sabbia utilizzabile di quanto normalmente possibile. Dopodiché, alzando entrambe le mani al cielo, l'utilizzatore fa sì che si alzi una gigantesca ondata di sabbia che andrà a formare una valanga di sabbia diretta verso il nemico e tutta l'area intorno a lui. Quando la tecnica va a segno, uno strato di sabbia di alto circa due metri viene lasciato a ricoprire il terreno. L'area interessata dalla valanga è di circa cinquanta metri di raggio. Questa tecnica è utile per immobilizzare l'avversario, tramortirlo o cercare di soffocarlo con l'immensa ondata di sabbia. Se investiti in pieno sarà difficile uscirne. Per essere utilizzata, questa tecnica richiede che l'utilizzatore mantenga attivo il Sigillo del Topo.
    Consumo: 30 (+ 30m³ di Sabbia)

    Suna Arare - Grandine di Sabbia x5
    SunaArare-GrandinediSabbia_zps89e30d42
    Villaggio: Suna
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Evoluzione della pioggia di sabbia questa tecnica consiste nell'alzare, ad almeno dieci metri dal bersaglio, due metri cubi di sabbia che andranno a formare una nube in cielo. Successivamente la sabbia si dividerà in tante sfere dal diametro di cinque centimetri che si dirigeranno con forza verso il suolo. La loro velocità sarà media e vista la forza che possiedono potranno causare danni da impatto di entità variabile da media a grave in base a quanto tempo si rimane esposti alla tecnica. La grandine così creata andrà a colpire la zona sottostante la nube per un raggio di quattro metri e una durata di dieci secondi. Pagando più volte il costo della tecnica sarà possibile aumentare l'estensione della nube e quindi della zona colpita dalla grandine.
    Consumo: 8 (+ 2m³ di Sabbia)

    Il giovane Jinchuuriki, a questo punto aveva alzato anch'esso le mani dinanzi a se per dar vita ad una grande quantità di sabbia sotto di se. Affrontare i ninja della Sabbia nel deserto era una scelta veramente infelice. E l'Impero stava per pentirsi di quella scelta ardita. Una enorme nube di sabbia si era formata quasi sulla testa dell'esercito nemico. Una spada di Damocle che rapida aveva cominciato a far sentire i suoi devastanti effetti. Infatti, da quella nube erano cominciati a partire vari proiettili che come delle palle di cannone volevano andare a distruggere qualsiasi nemico incontrato sul loro percorso.

    -----

    L'armata della foglia stava avanzando compatta come un'unica mastodontica creatura. La sabbia del deserto scricchiolava sotto i calzari comprimendosi sotto la loro avanzata. Una donna, all'interno del gruppo di comando, guardava dritta dinanzi a sé. Suna era lì dinanzi a loro. "Finalmente potrò avere l'onore di debellare i nemici dell'Impero." Aveva pensato la donna mentre i capelli le venivano smossi dal vento del deserto. La chioma corvina, liscia e marziale, era stata riportata al suo posto da un rapido gesto della mano. La parte sinistra del capo, invece, aveva un'ampia porzione di capelli rasati. "Finalmente la pace voluta dall'Imperatore potrà tornare a regnare." Il suo squadrone era formato dai Ninja più fedeli all'Imperatore. Uomini che essa stessa aveva scelto come degni di servire l'Uchiha. I vigliacchi che si erano rivoltati alla vecchia alleanza si trovavano a pochi chilometri dalle sue forze. L'Imperatore gli aveva offerto il privilegio di guidare l'avanguardia. Proprio per questo la Kunoichi non poteva fallire. La sua smania di attaccare i nemici dell'Impero le aveva fatto perdere di vista quel maledetto pirata. Seppur la questione Søren fosse stata archiviata, per forza di cose, lei non poteva fidarsi di quell'uomo. L'intercessione dell'Imperatore, però, aveva eliminato la sua iniziale reticenza. Non poteva dubitare di Hayter. Chi era lei per interferire con il piano per ottenere la pace voluto dal capo del Paese del Fuoco? Lei era un umile servitrice dell'Ex-Hokage. Un altro paio di metri mentre le rocce che formavano i bastioni di Suna si avvicinavano. L'adrenalina e la voglia di combattere crescevano in lei mentre i metri venivano macinati dall'esercito alleato. «Eccoli...» Aveva gridato mentre cinque nuvole di sabbia si avvicinavano alla sua carica. "Tzé..." Aveva pensato guardando quello scarso dispiegamento di forze. "Credono di poter fermare il potere dell'Impero con quel misero schieramento?" Una mano sulla spada, posta sulla cintola, mentre il deserto sotto di se aveva cominciato a muoversi attirandola. «Dannazione...» Aveva esclamato mentre il cono stava cominciando a risucchiare i suoi alleati al suo interno. Presa dalla rabbia per quello sporco trucchetto la Kunoichi aveva concentrato una grande quantità di chakra all'interno della sua mano prima di sferrare un pugno al suolo. Il forte impatto del Chakra aveva bloccato quell'infida trappola del deserto rendendo possibile ad una parte del suo esercito di continuare l'avanza mentre intorno a lei altri Shinobi riuscivano a spezzare quel Jutsu sfruttando chi il suo stesso Taijutsu chi un Ninjutsu di Natura Raiton.
    Sakura no Hana no Eikyoo - Impatto della Fioritura del Ciliegio
    impattodellafiorituradelciliegio
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Taijutsu
    Si tratta di uno dei più potenti Taijutsu e pertanto richiede un'elevata quantità di chakra che dovrà essere concentrata nella mano con la quale si sferra il pugno. Questo potrà essere diretto solamente verso il basso e, se colpisce il suolo, causerà lo sfaldamento del terreno per circa venti metri attorno all'utilizzatore, causando anche un'onda d'urto di dieci metri. Lo smottamento del terreno causerà inevitabilmente un disagio al nemico che si stia avvicinando, paragonabile al calo della propria velocità d'un grado. Se questi viene invece colpito in pieno, i danni riportati saranno gravi-gravissimi. La tecnica è così potente che viene usata anche per colpire nemici nel sottosuolo, causando in questo caso però solo danni medio-gravi se colpiti in pieno o medi se ci si trova in un raggio di dieci metri dall'epicentro.
    Consumo: 15

    Raiton: Amigumo - Ragnatela del Fulmine
    RaitonAmigumo-Ragnatela_zpsc9d61ac3
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Dopo una serie di Sigilli, l'utilizzatore appoggerà entrambe le mani a terra, immettendo il chakra Raiton sul terreno che si propagherà in lunghe linee elettriche, ben visibili sulla superficie, ad una velocità media, andando a formare una vera e propria ragnatela di chakra Raiton. Il Jutsu si espanderà a trecentosessanta gradi per un raggio di quindici metri, il cui scopo è principalmente quello di bloccare il nemico per un periodo di tempo limitato. Chiunque si troverà all'interno della ragnatela, subirà una scossa che provocherà danni medio-gravi e subirà un malus fisico-motorio di due gradi per un turno.
    Consumo: 15

    L'attacco, però, non pareva essere finito li. Infatti, come a voler sfruttare quel momentaneo momento di stallo gli Shinobi di Suna avevano continuato l'offensiva con dei rapidi Jutsu. Sfere di fuoco piovevano sull'esercito della Fuoco, come in una terribile beffa del destino, mentre i suoi alleati, alzando lo sguardo al cielo, si preparavano per intercettarli. I più veloci in questo furono i Ninja di Kiri che sfruttando la loro capacità innata erano riusciti ad usufruire della loro affinità con il Suiton per arrestare l'avanzata di quella pioggia con vari Jutsu di livello inferiore. Getti d'acqua partivano dall'esercito dell'Impero per andare ad intercettare le palle di fuoco mentre dinanzi agli avversari si parava un immenza onda di sabbia pronta a sbarrargli la strada. La sensazione di claustrofobia e di terrore imposta da quel costrutto di sabbia doveva aver pietrificato l'esercito alleato, o almeno i meno esperti tra di loro. «E'... E'... Enorme!» Avevano urlato i più mentre si fermavano a contemplare l'attacco a bocca aperta. "Novellini..." Si era detta con disgusto la Kunoichi mentre componeva una breve serie di sigilli. «Levatevi d'avanti!» Aveva gridato prima di chiudere la bocca e di canalizzare l'enorme getto di fiamme che repidissimo era andato ad intercettare lo tsunami di sabbia.
    Gouka Mekkyaku - Tecnica della Distruzione Infernale
    Katon_G14D0ka_Mekkyaku_zps38598ef9
    Villaggio: Tutti
    Livello: S
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica permette, dopo una breve serie di Sigilli, di emettere dalla bocca un'enorme ondata di fuoco larga circa trenta metri e alta quindici che procederà ad alta velocità per una distanza massima di cento metri, causando ustioni di gravissima entità a chi viene preso in pieno. Essere colpiti di striscio comporta una lieve riduzione del danno, riportando ferite di grave entità.
    Consumo: 30

    Lo scontro tra le due mastodontiche tecniche era andato avanti per un secondo prima di concludersi. La sabbia aveva soffocato le fiamme calando su di esse e spegnendole inevitabilmente. La guerra, però, non concedeva né errori né distrazioni a coloro che volevano avventurarsi nei suoi meandri. Una sfera di sabbia grande quanto una pallina da tennis l'aveva sfiorata andando a conficcarsi nel terreno sabbioso prima di confondersi con esso. Un nuovo sguardo verso l'alto aveva mostrato alla Kunoichi il motivo dell'ombra che incombeva sulle loro teste. Sabbia. Un'enorme nube di sabbia copriva il sole ed il cielo su tutto l'esercito imperiale mentre sfere di sabbia cominciavano a piovere. Quell'attacco, data la sua imprevedibilità ed estenzione era riuscito a colpire alla sprovvista i più mentre coloro che erano riusciti a mantenere quel tanto di lucidità provavano a mettere in salvo se stessi e gli alleati utilizzando tecniche di difesa a trecentosessanta gradi. «Al riparo...» Gridavano i più cercando di evitare quella fitta pioggi di sfere di sabbia. "Suna..." Aveva commentato con rabbia la donna al riparo all'interno della gabbia di terra creatagli da un Ninja vicino. Quando quell'ultimo attacco era finito all'esterno della sua difesa aveva cominciato ad urlare una sola frase. «All'attacco! All'attacco» La voce della donna era stata seguita da un terribile urlo proveniente dalle file di tutto l'esercito dell'Impero che oramai si avventava contro le mura del villaggio. Dalla sommità di quelle conformazioni rocciose erano cominciati a piovere Jutsu ed armi da parte dei difensori della sabbia. I Ninja dell'Impero, senza remora, avevano cominciato il loro attacco rispondendo colpo su colpo ad ogni offensiva dei loro avversari. La battaglia era ufficialmente cominciata.

    NarratoSoraShukakuBunshinSerpiShinzoNinja di SunaNinja Impero
    ChakraMentaleMalus/Bonus
    150- (8* 5)= 110Concentrato//
    Fisico Illeso
    ~Borsa Doppia
    ArmiAccessori
    Kunai [8/8]Bom. Fumogene [3/3]Occhio Ciberne.Occhiali con Seg.
    Palla Gelo [4/4]Bomba Carta [2/2]Torcia LuminosaFili Metallici [30m]
    Bomba Carta [2/2]Cerbottana [5/5]SpecchioFlauto Demoniaco
    ~Fascia
    OggettoPosizioneContenuto
    GiaraSpalle, Diagonale [S][10/10 m³]
    ~Faretra
    OggettoPosizioneMunizioni
    ArcoCintola [S]Frecce [28/28]
    ~Gilet
    ArmiAccessori
    Shuriken [20/20]Radiolina [#4]Cimici [3/3]
    ~Equip
    SlotPosizioneOggetto
    FoderoSpalle [D]Omokarui
    T. Supple.Coscia [D]Senbon [20/20]
    ~Abbigliam.
    OggettoNote
    Copricapo del DesertoIndossato
    Coprifronte di SunaSulla Fascia
    ~Note
    SabbiaAltro
    Sabbia Totale ≈ 10 m³
    Sabbia Estratta ≈ 0 m³
    Suna no Me ≈ Non Attiva
    Suna Yoroi ≈ Non Attiva
    Occhiali con Seghetto ≈ Indossati
    Anello Nan ≈ Indossato
    Cerbottana ≈ Aghi avvelenati [5/5]
    Fili Metallici ≈ Kunai [15m] - Freccia [15m]
    Due Palle Gelo ≈ Legate a Due Kunai [2/2]

    Il prossimo macro-turno termina alle ore 23:59 del 29 Novembre 2014.
    Come nel turno appena concluso l'ordine di post è casuale, ovvero ciascun utente può pubblicare la propria risposta non appena questa sia pronta senza preoccuparsi di seguire lo stesso ordine del turno precedente.



    Edited by Lord ‚-‚ - 24/11/2014, 22:46
     
    .
  15. simok
        +4   +1   -1
     
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    User deleted


    Narrato "Pensato" <Parlato> <Parlato Altri>


    2uo1kyv
    L'Inferno era iniziato. Avevano corso a tutta velocità verso le mura della città all'interno della quale il nemico si era rintanato probabilmente architettando qualche affabile strategia per rendere vano il numero degli avversari. Keito era sicuro di aver letto un libro che narrava un simile avvenimento, con un titolo numerico di qualche centinaio, ma sicuramente i suoi pensieri ora non erano volti a ciò. Continuava a fremere di paura, qualche sguardo a Kirito che correva al suo fianco prima che la mente fosse invasa da un funesto pensiero. "Siamo troppo vicini alla prima linea, l'impatto ci ucciderà di sicuro!" pensava l'Uchiha, ma la foga con cui quelle migliaia di shinobi si lanciavano verso la città era come l'inarrestabile ed impetuoso corso di un gigantesco torrente, e sicuramente nessuno avrebbe potuto interrompere quell'avanzata selvaggia. Alla destra del biondo l'Akimichi compagno di stanza, correva annaspando per l'ansia e la paura, occhi lacrimanti e viso rosso, mentre subito dinanzi a loro il loro capitano, il Jounin Shisuke Mato conduceva quel piccolo plotone di mosche il cui unico scopo era distrarre le forze avversarie. Sarebbe stato un massacro. Quel suono rimbombante e tonante di urla e boati riempì fino alla pazzia le orecchie di Keito. Il cuore gli batteva forte, troppo forte, mentre la distanza dall'obbiettivo calava vertiginosamente. Sentì il proprio cuore battere forte, troppo forte, risuonare nel petto come un fanciullo che si gode l'ultimo giro ad una giostra, pronto a scendere, lui pronto a morire. Deglutì e il tempo si dilatò. Un passo dopo l'altro, lento e caricato, l'odore di sudore delle truppe fuorviato dalle flebili correnti di vento, mentre quel presagio alato di morte volava sul Villaggio della Sabbia. Erano tutti lì, carichi, tesi come corde di violino che stanno per scontrarsi con un sasso tagliente e sperano di non spezzarsi. Tutti lì, frementi con quell'adrenalina come di un branco di iene che non mangia da mesi, e poi vede il Leone. Il leone è forte, ma loro sono di più, lo stomaco brontola e il capo del branco incita all'assalto, mentre le zanne si mettono in mostra il branco assale il leone, mentre ognuna delle fragili bestioline confida nella forza del branco e spera che la iena la quale morirà dilaniata dalle zanne del leone, quella smembrata dai suoi artigli, quella frantumata dal suo peso, spera che nessuna di esse sia lei. Così migliaia di ninja solcavano il deserto sperando che nel calcolo dei morti di fine giornata, il loro nome non comparisse. Keito chiuse gli occhi ancora una volta, sentì il suo battito ancora una volta, avvertì la goccia di ansia fredda solcargli la fronte e precipitare dalle labbra ancora una volta, inspirò profondamente, inalando quel misto di paura, adrenalina ed energia ancora una volta. Riaprì gli occhi cremisi. Doveva sopravvivere. "Sharingan!"

    Sharingan Una Tomoe
    SharinganUnaTomoe_zps1750ee30
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Doujutsu
    Lo Sharingan dona poteri di prevvegenza all'Uchiha, che può prevedere colpi diretti agli organi vitali e Ninjutsu di livello non superiori ai propri. E' possibile copiare qualsiasi Ninjutsu se in possesso dei requisiti per eseguirli ed utilizzarli in combattimento fino al termine dello stesso.
    Consumo: 2 (A Turno)


    Il cremisi dell'Inferno si spalancò sugli occhi di Keito. "Cosa...cosa diavolo...chakra?". Minuscole particelle di chakra confondevano la vista dello Sharingan uniformando, dove più dove meno, il chakra dei singoli con l'aria circostante, mentre una sorta di brezza alzava continuamente sabbia dal deserto su cui si trovavano. "Ma da dove...la Sabbia!". <Kirito attiva lo Sharingan, ce qualcosa che non q-> provò a dire al compagno al suo fianco, ma in quel momento uno scossone smosse il terreno, per poi iniziare a risucchiare tutti, o gran parte dei ninja presenti, verso il basso come vere e proprie sabbie mobili. Non c'era dubbio che fosse una tecnica dei Suniani, probabilmente evocata da quei tipi che ora l'Uchiha riusciva a distinguere in groppa a quelle nuvole di sabbia. La sabbia gli avvolse rapidamente i piedi, non dandogli il tempo materiale per reagire, ma la cosa che lo stupì, benché dubitasse che ugualmente sarebbe riuscito a schivare la tecnica, era che il suo Sharingan non percepì nulla. Niente impulsi, niente di niente, troppo veloci. Strinse i denti maledicendo la debolezza della sua arte oculare che avrebbe dovuto essere il suo punto di forza ma che in combattimenti di questo livello serviva a ben poco se non a niente. Non aveva tuttavia intenzione di inibire lo Sharingan, calcolando che comunque avrebbe dovuto percepire un colpo fisico mortale e non era una cosa irrilevante. Cerco di verificare la struttura del jutsu, tentando di uscirne con la forza nonostante a breve capì che era inutile, rimise al suo posto l'arma metallica precedentemente estratta. Ma anche liberarsi con un jutsu non era pensabile perché se non era riuscito a percepire quel jutsu difficilmente sarebbe stato in grado di annullarlo, ugualmente sempre meglio provarci piuttosto che morire soffocato. Compose la serie di sigilli necessaria per la sua tecnica per poi emettere con vigore un portentoso drago di fuoco dalla bocca e farlo schiantare contro il terreno a circa un metro dai suoi piedi. Come era plausibile la tecnica creò un piccolo buco nel terreno che si rimargino in fretta lasciando la situazione identica a com'era prima, salvo del chakra in meno.

    Katon: Ryuuka no Jutsu - Tecnica del Drago di Fuoco
    KatonRyuukanoJutsu-TecnicadelDragodiFuoco_zpsb9d80d1b
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Dopo gli opportuni sigilli l'utilizzatore di questa tecnica potrà emettere dalla bocca un vero e proprio drago di fuoco largo un metro e lungo tre. Il drago così creato procederà in linea retta senza possibilità di cambiare il suo percorso lasciandosi dietro una scia di fuoco. L'unico modo per fargli cambiare traiettoria è farlo scontrare con una superficie solida di ridotte dimensioni. Infatti, in questo caso, l'utilizzatore potrà decidere di fargli seguire la superficie con cui entra in contatto in modo da poterne cambiare la traiettoria. Per farlo basta anche del semplice filo metallico o, perchè no, un ramo di un albero. Questa fiammata, seppur di ridotte dimensioni, possiede un intenso calore e provocherà danni medio-gravi da ustione.
    Consumo: 4


    Continuò a sprofondare sempre più finché l'ombra non coprì tutta quella porzione di campo di battaglia. Quando il biondo volse lo sguardo al cielo, come molti, rimase pietrificato mentre continuava inesorabilmente a scendere a fondo. <E'... E'... Enorme!> avevano gridato in più di qualcuno da dietro Keito. Ovviamente lui non aveva la forza psicologica per proferire parola, né per guardare i suoi due compagni ai lati che dovevano avere la sua stessa espressione non di terrore, ma di rassegnazione. Davanti a loro, un'onda di sabbia dalle dimensioni ineguagliabili e tali che il biondo dubitava aver mai visto qualcosa di così grande in movimento, avanzava terrificante verso di loro promettendo di schiacciarli e seppellirli vivi tutti quanti. Sentii i pochi che si erano liberati, davanti e dietro, fermarsi ad ammirare quel terrificante inferno. La sabbia ora arrivava allo sterno del giovane Uchiha. Per piccoli spazi tra corpi di pietra, la vide. Una donna, capelli rossi per buona parte, scagliava contro la valanga di sabbia una fiammata le cui dimensioni avevano dell'incredibile. Il boato dello scontro dei jutsu fu terrificante, il terreno vibrò sotto la potenza del chakra. Keito non sapeva se la valanga fosse stata prodotta da uno o più ninja....ma..."Q-Quella....Quella Donna ha fermato quella Cosa...con un solo jutsu...". Probabilmente ora era ancora più terrificato e pietrificato di prima. In confronto alle tecniche di quella donna, il suo katon era pari al danno che può fare una candela. "E noi...e noi dovremmo combattere contro...e Assieme a questi...mostri?". Un impatto di inaudita violenza sbalzò la sabbia che lo aveva ricoperto fino al collo liberandolo da quella prigionia assieme a Kirito e Daro. A pochi metri da loro, il capitano aveva un pugno posato al centro del cratere che andava colmandosi di nuova sabbia. <Presto ragazzi, mettetevi in guardia!> disse il Jounin. Ma non ne ebbero il tempo, prima che una palla di sabbia colpisse con forza la testa dell'Akimichi facendolo cadere al suolo. <Daro!> Keito si lanciò verso il compagno per poi trascinarlo con forza dietro ad una muraglia di pietra eretta dal loro capitano. Se non fosse stato lì sarebbero stati tutti spacciati. Ma prima di giungere al riparo, mentre un'altra palla colpiva con violenza lo stomaco di Daro, l'ennesima ferì la spalla destra dell'Uchiha. "Merda.." il dolore non era da poco, data la forza con cui impattavano quelle cose, che il biondo non aveva proprio calcolato.

    Sakura no Hana no Eikyoo - Impatto della Fioritura del Ciliegio
    PugnoS
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Taijutsu
    Si tratta di uno dei più potenti Taijutsu e pertanto richiede un'elevata quantità di chakra che dovrà essere concentrata nella mano con la quale si sferra il pugno. Questo potrà essere diretto solamente verso il basso e, se colpisce il suolo, causerà lo sfaldamento del terreno per circa venti metri attorno all'utilizzatore, causando anche un'onda d'urto di dieci metri. Lo smottamento del terreno causerà inevitabilmente un disagio al nemico che si stia avvicinando, paragonabile al calo della propria velocità d'un grado. Se questi viene invece colpito in pieno, i danni riportati saranno gravi-gravissimi. La tecnica è così potente che viene usata anche per colpire nemici nel sottosuolo, causando in questo caso però solo danni medio-gravi se colpiti in pieno o medi se ci si trova in un raggio di dieci metri dall'epicentro.
    Consumo: 15

    Doton Koa Kozo - Nucleo Tettonico
    Rock_Shelter
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Componendo una serie di sigilli e posizionando le mani a terra, imprimendone il Chakra in essa il terreno in torno all'utilizzatore inizierà ad innalzarsi formando una cupola larga cinque metri per cinque fatta interamente di terra che successivamente si chiuderà creando una specie di piccolo bunker. Quest'ultimo viene utilizzato per mettere a riparo eventuali compagni feriti o per difendersi da eventuali attacchi. La tecnica necessita il costante contato con le mani nel terreno, altrimenti con la stessa velocità di creazione la cupola si riaprirà fino a scomparire nel terreno circostante. Essa può sopportare massimo due tecniche di livello B, superiori rompono facilmente questa difesa.
    Consumo: 8 (A Turno)


    Poi quell'assalto finì, così com'era iniziato, mentre Keito continuava a massaggiarsi la spalla dolente. La difesa del capitano Shisuke era riuscita a resistere al colpo, ma sembrava in procinto di cedere se fosse stata sottoposta nuovamente all'attacco. <Ragazzi, io devo andare, se non ve la sentite di combattere in prima linea, aspettate che qualche plotone vi superi> disse il Mato. Keito lo vide allontanarsi rapido, i capelli violacei e la barbetta incolta. Il poco tempo che l'Uchiha aveva avuto modo di starci vicino era stato facile scoprire la natura gentile ma risoluta del capitano, dedita al suo villaggio senza porsi interrogativi su chi lo guidasse, né su le sue decisioni. Era un abile ninja che eseguiva qualunque ordine che gli venisse affidato, seppur il suo cuore lo portava sempre a proteggere chi poteva, ammesso che non entrasse in contrasto con gli ordini fornitigli. <Coughf Coughf..> tossì Daro. Era curioso vederlo così paffuto accasciato al suolo come se fosse un marshmallow servito su una tavola, ma la situazione smorzava qualunque accenno di sorriso. <Daro tutto bene?> chiese Keito, immaginandosi il dolore che doveva provare avendo ricevuto due colpi di quei macigni in testa e nello stomaco. <Sì sì...> rispose alzandosi a fatica in piedi <Dobbiamo andare...se rimaniamo fermi moriremo di sicuro...> continuò l'Akimichi. E aveva ragione, dato che in numerosi gli avevano oltrepassati per raggiungere il fronte. Con lo sguardo Keito raggiunse quello di Kirito, un cenno della capo, ed i tre si avviavano verso il fronte. Keito avanzava, il suo kunai di nuovo tra le dita della mano destra, verso i Cancelli dell'Inferno.

    PNG Gestiti


    Shisuke Mato



    30n85mb


    Nome: Shisuke
    Cognome: Mato
    Età: 37
    Altezza: 1.83 m
    Peso: 87 kg
    Sesso: Maschio 18px-Gender_Male.svg
    Rango Shinobi: Jounin (Novizio)
    Villaggio: Konohagakure no Sato
    Tipi di Chakra: Doton - Fuuton
    Chakra: 238
    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Psicologico: Determinato, Preoccupato



    Jounin a capo del plotone di Keito, uomo gentile ma dal cuore forte, volenteroso solo di eseguire gli ordini impartitigli dall'alto, non importa da chi e quali siano. Nonostante ciò ha a cuore la sopravvivenza dei giovani per tramandare la Volontà del Fuoco. Ha un passato non proprio roseo, tutta la famiglia sterminata durante una missione di ricognizione a Kumo, motivo per cui odia chiunque venga da lì.



    Daro Akimichi



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    Nome: Daro
    Cognome: Akimichi
    Età: 15
    Altezza: 1.76 m
    Peso: 81 kg

    Sesso: Maschio 18px-Gender_Male.svg
    Rango Shinobi: Genin
    Villaggio: Konohagakure no Sato
    Tipi di Chakra: Doton
    Chakra: 70
    Stato Fisico: Ferite da impatto medie allo stomaco e medio-gravi sulla nuca, stordito
    Stato Psicologico: terrorizzato, traumatizzato

    Compagno di stanza del biondo Uchiha durante l'Addestramento prima della Guerra e durante il viaggio via mare. Era molto attaccato dalla sua famiglia ed ha sofferto molto il distacco, piangendo quasi ogni notte per ore. Odia la guerra ed ha una paura folle di morire, è piuttosto vigliacco ma non gliene si può fare una colpa.


    Stato

    Chakra

    Fisico

    Mentale

    70-2-4= 64

    Contusione alla spalla destra causa impatto, entità media, dolorante.

    Stressato, Adrenalinico

    Borsa

    Armi da Lancio

    Accessori

    Kunai(x9)

    Binocolo

    Shuriken (x20)

    Filo Metallico (x30m)

    Carta Bomba(x5)

    Filo Metallico (x30m

    / /

    N/A

    Indossato

    Slot

    Oggetto

    Descrizione

    Arma Impugnata

    Kunai

    Mano destra, lama verso l'Esterno

    Tasca Supplementare

    / /

    Coscia destra

    Altro

    Parabraccia

    Completamente neri, in ottimo stato

    Altro

    Coprifronte

    Legato al collo a mo di collana


    Note


    Edited by simok - 25/11/2014, 16:13
     
    .
108 replies since 15/11/2014, 01:44   5287 views
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