Posts written by H.Basil

  1. .
    - dovrei cambiare la descrizione del controllo del chakra, ma non trovo il code, sorry

    - aggiungere tra descrizione ed esami svolti la sezione crediti con aggiunta di due crediti con settimo metodo (scorso anno e quest'anno) e uno con metodo nove (le due missioni D, le sue missioni B, sicuro la missione Lavoro di Coppia tra le C)
    CODICE
    <p align="center">[size=9]<b>[font=Optima]CREDITI[/font]</b>[/size]</p>

    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 1:[/size][/font]</u></i></b> 0/2
    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 2:[/size][/font]</u></i></b> 0/2
    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 3:[/size][/font]</u></i></b> 0/1
    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 4:[/size][/font]</u></i></b>
    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 5:[/size][/font]</u></i></b>
    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 6:[/size][/font]</u></i></b> 0/1
    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 7:[/size][/font]</u></i></b> 2/6
    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 8:[/size][/font]</u></i></b>
    <b><i><u>[font=Optima][size=4]Metodo 9:[/size][/font]</u></i></b> 1/1


    - aggiungere tra le capacità i sigilli ad una mano. Anche di questi non trovo un code .-.

    - modifica doro bunshin e spostamento tra le C
    CODICE
    <b>Doton: Doro Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni di Fango</b>
    [IMG=YIyd]http://ultraimg.com/images/2017/08/25/YIyd.png[/IMG]
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Con questo Jutsu è possibile ricreare dei cloni di consistenza fisica composti di fango, i quali avranno capacità fisico-motorie di un grado inferiore all'utilizzatore e non potranno utilizzare Jutsu. In compenso, avranno a disposizione delle armi clonate e, nel caso in cui subiscano almeno una ferita d'entità lieve, si trasformeranno in fango. Di conseguenza, se ad esempio si colpisce il clone con un'arma o un attacco fisico, ci si ritroverà con l'arma o con l'arto in questione incastrato in una sagoma che si rivelerà essere una trappola fangosa. Ciò comporta rimanere bloccati così per due Turni, a patto che non si sia utilizzato alcuna forma di Jutsu per sferrare l'attacco. Una volta distrutto il clone, l'utilizzatore può ricrearlo a piacimento dalla sua stessa pozza di fango, purché entro un raggio di dieci metri da sé. Ovviamente è da pagare di nuovo il costo in Chakra. Inoltre, è possibile combinare questo Jutsu con la Kawarimi no Jutsu, per eludere la necessità di quest'ultima nel dover cercare un sostituto. Pagando il costo della Kawarimi no Jutsu in aggiunta a quella del clone, l'utilizzatore può creare il clone e sostituirsi ad esso istantaneamente, ma per poterlo fare devono essere ugualmente rispettate le medesime condizioni della normale Kawarimi no Jutsu.
    <u>Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.</u>
    Consumo: 4 (A Clone)


    - rimozione endan e kuyoi rensa dalla lista delle c e modifica petali fuggitivi:
    CODICE
    <b>Kuyoi Nawabi no Jutsu - Tecnica dei Petali Fuggitivi</b>
    [IMG=GVSR]http://ultraimg.com/images/2017/07/04/GVSR.jpg[/IMG]
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Genjutsu
    Per mettere in atto questo Genjutsu, è necessario essere nel raggio visivo del bersaglio, poiché egli dovrà vedere almeno una minima parte dell'esecuzione dei Sigilli. Se la tecnica viene eseguita con successo la vittima vedrà l'utilizzatore dissolversi in numerosi petali rosa, scomparendo alla vista. In realtà sarà sempre lì, ma se si avvicina a meno di tre metri dal bersaglio l'illusione si annulla. Inoltre, solo l’utilizzatore sarà invisibile mentre qualsiasi attacco verso il bersaglio sarà visibile. Se durante l'esecuzione del Genjutsu l'utilizzatore ad esempio ha un soggetto o un oggetto particolare sulle proprie spalle il tutto scomparirà con lui, ma dovrà a quel punto rimanere costantemente a contatto con l'utilizzatore altrimenti tornerà visibile agli occhi della vittima. Il Genjutsu dura finché il bersaglio non subisce una ferita almeno di medio-lieve entità, non è dissolvibile con il Kai.
    Con un ulteriore apporto di Chakra, per l'utilizzatore è possibile ampliare ed estendere l'illusione, mostrando al bersaglio come anch'egli si stia dissolvendo in una nube di petali rosa insieme all'utilizzatore. Ciò causa ad esempio l'illusione di non avere i propri arti o il proprio corpo a disposizione. In questa variante è possibile utilizzare il Kai per dissolvere il Genjutsu, ma solo nei primi tre secondi, ovvero prima di perdere l'utilizzo delle mani. In alternativa, il Genjutsu termina non appena la vittima subisce una ferita di almeno media entità. Tuttavia, se si utilizza il Kai, sarà solo la parte finale ad essere dissolta, lasciando comunque l'utilizzatore invisibile. Per utilizzare questa variante non si potrà attaccare direttamente la vittima, dovendosi concentrare sull'illusione, che comunque si svolge in pochissimi istanti. Il malus nel subire la Tecnica in questa variante consiste in un calo fisico-motorio pari ad un grado per due Turni.
    Consumo: 4 (+4 per estendere il Genjutsu)


    - modifica kaen senpuu:
    CODICE
    <b>Katon: Kaen Senpuu - Turbine di Fiamme</b>
    [IMG=Gpvw]http://ultraimg.com/images/2017/07/05/Gpvw.png[/IMG]
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Questo potente jutsu crea dall'atmosfera intorno all'utilizzatore, dopo una breve serie di Sigilli, un turbine di fiamme con diametro di sei metri e lungo dieci che si formerà davanti allo Shinobi, il quale procederà in linea retta per una distanza massima di cinquanta metri muovendosi ad alta velocità per poi dissolversi. Se colpito l'avversario riporterà ferite di grave entità anche se di striscio.
    Consumo: 15


    - modifica pure alla fuja hoin della spec in fuuinjutsu, di cui again non ho trovato codice (le avete modificate tutteh)

    - aggiungerei la capacità dello studioso eccezziunale. Non ricordo di aver acquistato tecniche con i crediti, quindi non dovrei fare modifiche ulteriori :Eoc6FbH:

    - dovrei aggiungere 2d 2c e 1b fuuinjutsu in scheda (grazie eh, ci fosse almeno un minimo di varietà tra cui scegliere).

    CODICE
    <b>Kaif&#363; no Jutsu - Tecnica di Sigillo</b>
    [IMG=GM4P]http://ultraimg.com/images/2017/07/13/GM4P.png[/IMG]
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Fuuinjutsu
    Questa tecnica è un Fuuinjutsu particolare che necessita di una conoscenza e perizia superiori per essere appreso. Tramite questa tecnica, che necessita dell'utilizzo di una Pergamena Minore o di una Carta Sigillante, sarà possibile sigillare all'interno di esse un qualsiasi oggetto si desideri, oltre che utilizzare le relative Tecniche. La Tecnica dovrà esser pagata per Sigillare Armi od Oggetti e solo l'utilizzatore potrà sigillare gli oggetti. Invece chiunque potrà, senza nessun costo di Chakra, dissigillare gli oggetti, basterà semplicemente tenere in mano la Pergamena o la Carta e immettere una irrisoria quantità di Chakra per liberarli.
    <u>Necessaria la Specializzazione in Fuuinjutsu</u>
    Consumo: 2

    <b>Kaif&#363;jutsu: Kamifubuki - Tecnica di Sigillo: Valanga di Carta</b>
    [IMG=GM4U]http://ultraimg.com/images/2017/07/13/GM4U.png[/IMG]
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Fuuinjutsu
    Tramite questa tecnica, sarà possibile sigillare all'interno di una Carta Sigillante o di una Pergamena Minore una innumerevole quantità di fogli di carta per poi rilasciarli, sotto forma di valanga di carta, allo scopo di ostruire la visuale per tentare una offensiva o una ritirata strategica. La valanga di carta, si espande per un raggio di quindici metri a trecentosessanta gradi intorno all'utilizzatore, oscurerà la vista a meno di un metro di distanza da chiunque ne rimanga coinvolto. Permane nel campo di battaglia fino alla fine del turno.
    La tecnica deve essere pagata nel momento in cui viene sigillata all'interno dell'oggetto e il procedimento richiederà cinque secondi e farà apparire il Kanji "Confetti" al centro della Formula di Sigillo. Al momento in cui si rilascia il sigillo, la tecnica necessiterà di un singolo Sigillo ad una mano mentre con l'altra si tiene la Carta, o di nessun sigillo nel caso di una Pergamena, e di nessun costo in Chakra.
    <u>Una volta sigillata all'interno di una Carta Sigillante o di una Pergamena Minore, essa verrà considerata un oggetto Monouso fino a quando la tecnica non verrà rilasciata.
    Necessaria la Kaif&#363; no Jutsu - Tecnica di Sigillo in Scheda.</u>
    Consumo: 2

    <b>Kaif&#363;jutsu: Bakury&#363;geki - Tecnica di Sigillo: Esplosione della Bomba del Drago</b>
    [IMG=GOPk]http://ultraimg.com/images/2017/07/14/GOPk.png[/IMG]
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Fuuinjutsu
    Tramite questa tecnica, sarà possibile sigillare all'interno di una Carta Sigillate o di una Pergamena Minore un drago infuocato che una volta liberato, procederà in linea retta ad una velocità medio-alta per un massimo di venti metri e avrà un diametro di tre causando una esplosione nel punto in cui impatta dal diametro di sei e una ferita grave da ustione a chiunque ne verrà coinvolto. La particolarità di questo Drago è che non è creato con l'elemento Katon ma soltanto con puro Chakra, quindi non risentirà di debolezze o vantaggi di natura elementale.
    La tecnica deve essere pagata nel momento in cui viene sigillata all'interno dell'oggetto e il procedimento richiederà cinque secondi e farà apparire il Kanji "Drago" al centro della Formula di Sigillo. Al momento in cui si rilascia il sigillo, la tecnica necessiterà di un singolo Sigillo ad una mano mentre con l'altra si tiene la Carta, o di nessun sigillo nel caso di una Pergamena, e di nessun costo in Chakra.
    <u>Una volta sigillata all'interno di una Carta Sigillante o di una Pergamena Minore, essa è considerata un oggetto monouso fino a quando la tecnica non sarà rilasciata.
    Necessaria la Kaif&#363; no Jutsu - Tecnica di Sigillo in Scheda.</u>
    Consumo: 4

    <b>Kaif&#363;jutsu: Maki Kemuri - Tecnica di Sigillo: Turbine Vorticante di Fumo</b>
    [IMG=GSQK]http://ultraimg.com/images/2017/07/01/GSQK.png[/IMG]
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Fuuinjutsu
    Tramite questa tecnica, sarà possibile sigillare all'interno di una Carta Sigillante o di una Pergamena Minore una enorme quantità di gas allo scopo di rilasciarla sotto forma di una nube maleodorante, ostruendo la vista e l'olfatto del nemico per tentare una offensiva o una ritirata strategica. La nube di gas, una volta rilasciata, si espanderà a trecentosessanta gradi intorno all'utilizzatore per venticinque metri di raggio. oscurerà la vista fino a due metri e impedirà di utilizzare l'olfatto a chiunque vi rimanga dentro. Permane nel campo di battaglia per due turni.
    La tecnica deve essere pagata nel momento in cui viene sigillata all'interno dell'oggetto e il procedimento richiederà cinque secondi e farà apparire il Kanji "Fumo" al centro della Formula di Sigillo. Al momento in cui si rilascia il sigillo, la tecnica necessiterà di un singolo Sigillo ad una mano mentre con l'altra si tiene la Carta, o di nessun sigillo nel caso di una Pergamena, e di nessun costo in Chakra.
    <u>Una volta sigillata all'interno di una Carta Sigillante o di una Pergamena Minore, essa è considerata un oggetto monouso fino a quando la tecnica non sarà rilasciata.
    Necessaria la Kaif&#363; no Jutsu - Tecnica di Sigillo in Scheda.</u>
    Consumo: 4

    <b>Kunaish&#299;ranto - Tecnica dei Kunai sigillanti</b>
    [IMG=GVX7]http://ultraimg.com/images/2017/07/04/GVX7.jpg[/IMG]
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Fuuinjutsu
    Lo Shinobi esperto nell'Arte dei Sigilli sarà in grado di imprimere una serie di ideogrammi sigillanti su dei pezzi di carta. Tramite questa tecnica potrà dunque creare delle vere e proprie <b>Pergamene di Sigillo</b>, identiche a quelle acquistabili in Armeria. Una volta posto il sigillo sui pezzi di carta solo l'utilizzatore potrà attivare la tecnica nel momento che ritiene più opportuno.
    Le Pergamene create hanno la resistenza della normale carta, ma gli ideogrammi non svaniscono fino alla fine della missione/scontro, oppure finché l'utilizzatore sceglie di non rigenerare il proprio Chakra (sottraendo cioè ad inizio Missione/Scontro quello delle pergamene precedemente create che intende mantenere attive).
    <u>Richiede Carta</u>
    Consumo: 8 (A Pergamena)


    non ho problemi per le d, elimino la dosekidake tra le C, non dovrei avere problemi nemmeno tra le B visto che la muon è acquistata da pergamena, right?

    - aggiunta di ste due missionone c con aggiornamento del contatore
    CODICE
    - [URL=https://tuttoanimemanga.forumcommunity.net/?t=60199918]Missione 1[/URL]
    - [URL=https://tuttoanimemanga.forumcommunity.net/?t=60561813]Missione 2[/URL]


    - +900 ryo. 4521 + 900 =5421


    SCHEDA

    per qualsiasi problema let me know, grazie
  2. .
    chiedo correzione

    scheda

    grazie

    Lee: reading on

    Edited by Leeroy Gorshmit - 4/6/2018, 09:33
  3. .
    narrato | parlato | pensato | "parlato altri"


    Dovette attendere meno di un minuto per il suo turno. La biblioteca pubblica di Kirigakure era un edificio mastodontico, squisitamente e asetticamente moderno: un connubio di metallo e cemento che racchiudeva in quel freddo grigiume un quantitativo di conoscenza e letteratura che poteva sfamare l'intero Paese dell'Acqua. Persino la luce delle lampade, quando andava a riflettersi sulle superfici lucide e spente di muri e scaffalature, assumeva dei contorni perlacei, gelidi, al punto che anche le persone finivano per apparire grigie, decolorate, spiriti di trapassati che vagavano alla ricerca di libri e pergamene senza più alcun sentimento se non un millenario senso del dovere. Nonostante l'aspetto da aldilà, la biblioteca era sempre molto frequentata, fin troppo: inservienti che si trascinavano il loro carrelletto pieno di libri da ricollocare finivano spesso per scontrarsi con avventori che occupavano sezioni di scaffalature alla ricerca del tomo giusto. Per sua fortuna, quando gli shinobi di Kirigakure avevano bisogno di qualche documento con una certa celerità, potevano godere di una corsia preferenziale che evitava loro inutili rallentamenti. Galatea fu servita da una donna che pareva l'incarnazione dello spirito della conoscenza stessa: un'espressione perennemente radiosa che strideva alquanto con l'atmosfera ospedaliera della biblioteca, occhiali tondi in punta di naso, magra all'inverosimile, che un alito di vento pareva potesse sollevarla come una foglia rinsecchita; indossava dei pantaloni a falda fin troppo larga, a vita talmente alta da finire pochi centimetri sotto il petto, che le davano l'aspetto di un paralume di qualche centinaio di anni ormai sul punto di sgretolarsi da un momento all'altro. Ma l'aspetto più curioso era la sua attitudine nel tenere le braccia piegate e sollevate all'altezza del busto, come se stesse prendendo le distanze da qualcosa ma nel contempo preparando ad afferrarne un'altra, mentre le dita si strofinavano ripetutamente contro il polpastrello dei pollici. Pareva in continuo atteggiamento di sollecitudine e prontezza. Le diede il benvenuto scandendo quasi ogni singola lettera, con una voce sottile e fievole di un tempo antico, piegando appena il busto verso di lei sopra il bancone. Era alta, un condor dai ricci capelli castani che la stava scrutando con cortese e inquisitoria curiosità. Galatea le chiese la mappa più aggiornata e dettagliata della cittadina di Chisui di cui la biblioteca fosse in possesso. La bibliotecaria si mosse con la sveltezza di chi conosceva a memoria ogni singolo angolo dell'intero edificio, leggera come se non camminasse, ma aleggiasse in aria sostenuta da una brezza che solo lei poteva sentire. Tornò indietro chiedendo le generalità di chi stesse prendendo in prestito quell'inestimabile manufatto, ma Galatea le spiegò che non ce n'era alcun bisogno: si sarebbe limitata a farne una fotocopia da poter trattare senza alcun riguardo particolare. Due minuti più tardi, la kunoichi lasciava la biblioteca con la sua copia in bianco e nero della mappa di Chisui, senza aver nemmeno sfiorato la sua versione originale. L'unica nota di colore era rappresentata da alcuni cerchi di pennarello rossi attorno ai quartieri che, secondo il rapporto che le era stato fornito, erano stati l'oggetto dell'iniziativa distruttiva dei Mukenin. Chisui era sorta in tempi ormai remoti come nucleo abitativo appannaggio quasi esclusivo del nugolo di operai che venivano impiegati nelle imprese di estrazione di pietra e marmo dai faldoni superficiali della catena montuosa che svettava al centro dell'isoletta o in quelle che invece si erano specializzate nello sfruttamento delle risorse minerarie del sottosuolo. Una sorta di accampamento, di base operativa in mattoni e calce che era cresciuto man mano che gli imprenditori più illuminati e intraprendenti del Paese dell'Acqua avevano notato quale miniera d'oro si celasse sotto quei rilievi altrimenti verdeggianti. Uno sfruttamento intensivo che prima o poi, nel tempo, avrebbe portato ad un calo drastico e irreversibile dela materia prima disponibile, al punto da rendere il centro ormai di una certa popolosità non più autosufficiente e sostenibile. Ma alcune gestioni particolarmente lungimiranti avevano ben pensato di riconvertire, gradualmente, quello che era nato come un centro minerario in una località sempre più turistica, valorizzando alcune fonti di acqua sulfurea che ben avrebbe attirato i riccastri in cerca del meritato riposo dalle fatiche della vita da riccastri e puntando sulle spiagge di sabbia rosea che tanto facevano paradiso tropicale, pur in assenza di palme e mangrovie. Così la Chisui moderna si presentava come una cittadina ancora viva e prosperosa, dai due volti del tutto opposti ma che convivevano serenamente: la Chisui produttiva, mineraria, operaia, che proseguiva stancamente ma con quotidiana costanza l'opera iniziata in origine, e la Chisui mondana, turistica, borghese, che attirava vita e famiglie dall'intero arcipelago - che Galatea avrebbe conosciuto solo tanti anni dopo per accontentare le tre belvette dei suoi figli e il loro desiderio di qualche weekend per poter sguazzare in acque più calme e calde del freddo, ondoso oceano settentrionale, a loro severamente vietato dall'occhio costantemente vigile di una Galatea che, più che giocare con la sabbia e scorrazzare sul bagnasciuga, non concedeva loro alcuna possibilità. In quella sua prima visita nella cittadina meridionale, d'altronde, la giovane non aveva avuto ragione né occasione per farsi una cultura sulle meraviglie e le comodità della Chisui lungomare, ma il suo dovere le imponeva di osservare e nulla le aveva vietato di osservare quello che le sarebbe tornato d'interesse solo lustri più tardi.
    Svariate ore dopo aver lasciato la biblioteca di Kirigakure, ore statiche e annoiate che ogni shinobi Kiriano era rassegnato a dover sacrificare al sempiterno dio delle traversate oceaniche, Galatea aveva fatto il suo anonimo ingresso alla Porta Occidentale di Chisui, mappa cittadina in un taschino, una breve lista di contatti in un altro e quel minimo di armamentario che era sempre buona norma e precauzione portare con sé, per qualsiasi imprevedibile evenienza potesse capitare anche nella routine più innocua della vita di una kunoichi. Non era arrivata nemmeno al quinto passo oltre la soglia del confine cittadino che aveva già estratto il taccuino con tutti i nominativi delle persone cui era il caso facesse riferimento. Più che una serie di nomi consigliati, poteva essere considerata alla stregua di una lista nera nelle mani di un sicario: non tanto persone che potevano esserle utili, quanto più persone che dovevano necessariamente finire sotto il suo torchio. Perlopiù erano i proprietari, o i direttori dei lavori, delle ditte cui erano stati appaltati i lavori di riparazione e ricostruzione; ditte al soldo di Kirigakure, ovviamente. La prima linea recitava - e Galatea avrebbe potuto recitarla a memoria senza alcuna necessità di rileggerla - Nakazawa Takeshi della Suirikigaku to Tatemono. Si diresse verso il primo locale pubblico e chiese, tra le altre cose, in quale direzione potesse trovare la cisterna principale del complesso sistema di condutture che fungeva da acquedotto per la cittadina. Un uomo in prossimità della pensione, che aveva tutta l'aria di preferire assistere a qualsiasi cantiere di lavori fosse nelle mire della giovane forestiera piuttosto che starsene lì a rivendere oggetti di cancelleria non troppo invitanti, la indirizzò verso la parte alta della città, facilmente notabile subito dopo aver oltrepassato una serie di edifici alti e sottili, quasi sbilenchi. In effetti, scoprì poco dopo Galatea, la presenza della cisterna risaltava all'occhio piuttosto facilmente, non appena superati quei pochi edifici che ostacolavano la visione: un imponente parallelepipedo dagli angoli smussati - Il che ne fa una sorta di ovale marcò mentalmente la kunoichi - privo di qualsivoglia finestra o apertura, racchiuso in più punti da impalcature che si arrampicavano fin sopra la sommità del bestione, come un nutrito esercito di termiti che cercava di scalare un baobab millenario. Galatea raggiunse il cantiere nel giro di un quarto d'ora. La Suirikigaku to Tatemono era stata scelta non tanto per la convenienza del loro progetto, quanto per la competenza e l'esperienza in opere che fossero contemporaneamente murarie ed idrauliche, oltre che specifiche nei due campi presi singolarmente. Perché ovviamente a Chisui si erano presentate tutte e tre le problematiche: la cisterna principale era ancora funzionante, ma tutt'altro che intatta e stabile. Uno dei lati del parallelepipedo era stato danneggiato, ma il vero pericolo era rappresentato da una crepa - che pochi centimetri ancora chiunque avrebbe definito voragine - nel terreno che correva fin quasi sotto le mura dell'edificio, con il rischio che se il terreno avesse proseguito con il cedimento, si sarebbe portato giù tutto il cucuzzaro e, di conseguenza, metri e metri cubi di acqua che si sarebbe riversata impetuosamente sulla cittadina. A Galatea era parso di capire che era stata vagliata l'ipotesi di interrompere la fornitura d'acqua a quella cisterna, buttare giù tutto e rifarne una da zero sullo stesso sito ma a distanza di sicurezza dalla fenditura che si era aperta nel terreno, in modo da poter salvare almeno tutto il sistema di condutture e pompe rimasto integro; tuttavia alla fine per questioni di urgenza, economiche e per una situazione di partenza che, ad un secondo studio, non era parsa poi così tragica, si era optato per un intervento di riparazione, messa in sicurezza e rinsaldamento. Ma non era tutto: quella stessa crepa correva ben oltre le fondamenta della cisterna e attraversava il terreno in prossimità delle tubature in uscita, da cui si dipanava tutto il sistema di rifornimento della città. In quel punto, complice la pendenza del territorio, il terreno era franato e i condotti era stati irrimediabilmente danneggiati, con conseguente interruzione della fornitura di acqua nelle case e stillicidio continuo della risorsa accumulata nella cisterna. "Abbiamo dovuto deviare il corso dell'acqua tramite questo condotto provvisorio" avrebbe spiegato più tardi Nakazawa Takeshi a Galatea, indicando dalla distanza il punto in cui la conduttura si interrompeva, quello in cui era stata innestata la nuova conduttura temporanea e tutto il serpentone di tubature che andava a ricollegarsi all'acquedotto originario più a valle, dove l'infrastruttura non era stata colpita dalla furia criminale dei due Ninja Traditori. "Così tutta questa parte di città è tornata almeno ad avere acqua corrente nelle proprie abitazioni. Le tempistiche per la riparazione del condotto originario sono più lunghe: dobbiamo prima liberare la zona dai detriti della frana, poi innalzare una struttura di sostegno perché la parete non continui a crollare portandosi dietro tutto l'acquedotto e solo dopo potremo sostituire le tubature danneggiate." Su quali fossero i margini di quelle tempistiche, l'uomo si era tenuto piuttosto sul vago, dando la precedenza ai lavori strutturali sulla cisterna e citando la benevolenza del clima che era sempre un fattore in quell'ambito dei lavori. Finché Galatea non lo aveva messo alle strette: a quel punto la nebulosità delle tempistiche si era diradata su un non prima di un mese e non oltre i due mesi. Ma quello non rappresentava un'anomalia degna di nota ai fini del rapporto che avrebbe dovuto stilare: ne avrebbe fatto menzione per completezza, ma la ditta in realtà stava rispettando i tempi prefigurati al momento del preventivo. La nota dolente era stata dolcemente suonata ben prima, quando Nakazawa aveva interpellato la kunoichi molto meno collaborativamente di quanto avrebbe fatto in seguito.
    "Lei non può stare qui" le aveva gridato sopra il rumore assordante di qualche macchinario infernale, dopo che Galatea era entrata con estrema, infantile facilità nel recinto del cantiere e si era messa a gironzolare e ispezionare qua e là.
    Allora dovreste rendere la vita un attimino più difficile a qualunque stronzo decida di volersi fare un giretto tra i ponteggi aveva replicato Galatea, quasi distrattamente.
    "Non è una questione che la riguarda. Deve allontanarsi, non può stare qui!"
    Invece posso.
    L'uomo aveva inarcato un sopracciglio, urtato. "E con quale autorità?"
    L'autorità di chi le ha commissionato l'impresa e la sta pagando. Nakazawa era sul punto di riformulare nuovamente la sua intimidazione, quando Galatea si era voltata frontalmente verso di lui e il capomastro aveva potuto notare le quattro incisioni ondulate sulla placca scintillante del coprifronte.
    "Ah" aveva balbettato, senza riuscire a formulare una frase di scuse o benvenuto di senso compiuto. Non che a Galatea importasse, non gli concesse il tempo di riportare ad una normale, fluida operosità gli ingranaggi del cervello che regolavano la favella.
    Loro sono in pausa pranzo? indicò un quartetto di operai seduti con le gambe penzoloni su un ponteggio a circa tre metri di altezza dal suolo, mentre con lo sguardo studiava in viso quello che un tesserino attaccato all'altezza del petto identificava come Nakazawa Takeshi. Aveva un volto piccolo e rotondo, dai lineamenti piuttosto insignificanti che si aggrottarono goffamente mentre annuiva.
    Quindi fate dei turni proseguì Galatea senza quasi attendere una risposta, indicando stavolta un altro quartetto di operai, sparso tra la base e la sommità di un ponteggio più distante. Lavorate a ritmo continuo. Bene così. Nakazawa colse l'occasione per lanciarsi in un profluvio di spiegazioni autoglorificanti di come venivano alacremente gestite le operazioni nel cantiere, mescolando nel mentre presentazioni e domande retoriche alla ricerca di cenni di approvazione da parte dell'inquisitore inatteso che si era palesato, inframezzando dettagli tecnici su come stessero positivamente risolvendo la situazione che Galatea fingeva di capire alla perfezione. Dopo un magniloquio all'apparenza infinito, e all'apparenza piuttosto veritiero, dovette riconoscerlo, Galatea lo riportò a questioni più terra terra.
    Quella è la divisa da lavoro? indicò nuovamente verso i quattro operai a lavoro, in particolare quello a terra che lavorava ad una carrucola. Indossava una canottiera color senape, o forse era sabbia lurida, di qualche taglia di troppo e pantaloni all'altezza del ginocchio. O forse è quell'altra? puntò stavolta verso uno degli operai sul ponteggio, pantaloncino sopra il ginocchio e a petto nudo, con la maglietta bianca infilata tra pantalone e cintura. La domanda rimase senza risposta. Non era necessaria. Si fece un giretto alla base della struttura, alla ricerca di imbracature o protezioni che, chiaramente, non c'erano affatto. Iniziò a scrivere un suo rapporto virtuale sullo stato dell'avanzamento dei lavori: tante spunte positive, tante spunte negative. C'era quanto era auspicabile ci fosse e c'era quello che non avrebbe dovuto esserci. Si fece accompagnare sull'orlo della crepa che minacciava l'intero sito: riconobbe quello che era stato l'effetto di una Tecnica Doton, o forse Raiton, che però non aveva raggiunto il suo reale scopo e riconobbe l'assenza totale di qualsiasi barriera che impedisse di arrivare sull'orlo del crepaccio e tuffarcisi a pesce. Però i lavori proseguivano quasi senza intoppi, il che di per sé rappresentava un tre quarti di miracolo.
    Quindi siete in linea con i tempi prefigurati all'inizio sottolineò Galatea. Nakazawa lo prese come un complimento.
    "Forse anche qualche giorno in anticipo."
    E non vorrete certo essere rallentati per negligenze, mi passi il termine, idiote.
    "Certamente no."
    E allora evitate di farlo. La situazione deve essere riportata alla normalità il prima possibile. La popolazione è già tornata ad avere a disposizione uno dei beni primari, ma non è l'ideale che il servizio vada ad intermittenza, come va ora a causa dei lavori. E non sarebbe uno scenario gradito se i tempi dovessero allungarsi. Figuriamoci se, per un banalissimo incidente, dovessero arrestarsi del tutto perché il cantiere verrebbe chiuso. Non lo vorreste voi in primis. Fosse stata una terza parte, oggi, a fare un controllo a sorpresa, mi passi anche quest'espressione, vi avrebbe fatto un culo così. Galatea non si preoccupò di mimare la grandezza del così. Resterò in città un paio di giorni. Ripasserò prima di andare a fare rapporto ai superiori. Sarebbe meglio se trovassi le più basilari norme di sicurezza rispettate. Vada per condizioni avverse o cedimenti imprevisti, ma lavori che si prolungano perché un bifolco passeggiava superficialmente per ponteggi pericolanti non sarebbe ammissibile. Inoltre mi aspetto di non riuscire ad entrare nel recinto del cantiere come se stessi entrando nel parchetto del quartiere. L'ho fatto io, lo avrà fatto chiunque, non dovrà farlo nessuno. Sapendo che c'è il denaro di Kirigakure dietro, il problema non è solo qualche incauto curiosone che rischia di finire sottoterra. Quella missione era solo un'elaborata e profonda rottura di coglioni e Galatea quasi sperava di trovare difetti, ritardi, negligenze e malgestioni nei lavori sparsi un po' per tutta Chisui, almeno poteva dare sfogo alla noia facendo la parte di quella incazzata nera perché le cose non andavano a dovere. Era alla stregua di una maestrina che si sveglia con la luna storta e spera di trovare gli alunni impreparati sulla lezione del giorno, solo per far fioccare qualche tre liberatorio. Sarebbe passata e sarebbe stata ricordata come la stronza di Kirigakure, ma in fondo, in piena coscienza e ben poco malincuore, riconosceva che lei stronza lo era davvero, con carattere e decennale esperienza. Una grandissima stronza, se serve aggiunse tra sé e sé, sottolineando virtualmente il grandissima.
    Al termine della ricognizione aveva estratto la copia sgualcita della mappa cittadina e, all'interno del circoletto rosso che racchiudeva tutta la zona del cantiere, scritto qualche appunto talmente schematico da rassomigliare quei linguaggi in codice tipicamente militari che con tre parole del tutto slegate tra loro riassumevano un intero dialogo strategico. Si ritenne soddisfatta al punto di concentrare la propria attenzione sul circoletto rosso successivo, non prima di aver aggiunto una piccola nota in extremis proprio in corrispondenza dell'ovale azzurrognolo che simboleggiava la cisterna. I vari cerchi con cui Galatea aveva messo in risalto i cantieri che avrebbe dovuto controllare erano disposti sulla mappa, ad un occhio distratto tanto quanto ad un occhio scrutatore, del tutto a casaccio. Non erano concentrati in una zona specifica, né seguivano un'ideale percorso logico. Sembravano tante piccole macchie di té caduto dalla tazzina di un avventore sbadato, piombate sulla carta secondo l'insondabile volere del caso più puro; o tante macchioline di colore fatte solo per ingannare l'attesa, senza che dietro ci fosse alcuno schema artistico preciso. Quell'effetto randomico era il risultato di un tentativo di fuga piuttosto rocambolesco, così aveva intuito. I mukenin non avevano distrutto perché erano partiti con l'intenzione di distruggere e depredare, ma solo per rallentare o fuorviare in toto i loro inseguitori, un contingente di Chuunin conterranei della kunoichi, alle prime esperienze e di fronte una situazione inattesa e imprevista. Quando erano stati inviati a Chisui, né loro né i loro mandanti avevano previsto la presenza di Ninja traditori quantomeno parigrado, tanto quanto i due felloni non avevano previsto l'arrivo in pompa magna delle forze dei buoni. E forse la presenza dei Chuunin e quella dei Mukenin non erano nemmeno collegate tra loro. I Chuunin si erano fatti un po' prendere dal panico, i traditori avevano sopravvalutato di un bel po' la capacità militare dei Chuunin e se l'erano fatta sotto. Esito finale: fuga gambe in spalla da un lato, inseguimento in piena caciara dall'altro e i Mukenin che lanciavano jutsu per metà a casaccio per metà con studiata furbizia al fine di bloccare gli inseguitori. Il caso dell'acquedotto, ipotizzava Galatea, ricadeva nella metà ponderata: un danno consistente alla cisterna principale avrebbe costretto i Chuunin a soffermarsi su una problematica più urgente. Il caso dei due cantieri successivi visitati dalla Special Jounin, invece, aveva molto più l'aspetto da metà casuale: Jutsu lanciati un po' alla cieca che, qualunque cosa avessero colpito lungo il loro tragitto, sarebbe stato tanto di guadagnato. Erano stati una delusione, per la sua fame di errori da sottolineare con la penna rossa: tutto era in regola, tutto procedeva nella norma e secondo i giusti tempi. Nessuna lamentela degli abitanti, nessun disagio, niente di losco. Due spunte verdi sulla mappa e un "ok, tutto è giusto" nel rapporto. Galatea se li lasciò alle spalle con lo sguardo del cagnolino che incontra un suo simile che non ha voglia di giocare.
    La mattina successiva l'aveva spesa a passeggiare in compagnia di indigeni del luogo per verificare l'avanzamento del processo di ricostruzione, e prima ancora di demolizione, avrebbe scoperto, dell'ennesimo complesso di edifici rasi al suolo dai Mukenin fuggitivi. In questo caso, la situazione era forse ancor più delicata di quella della cisterna: ad essere colpita e restare minacciosamente, e anche un po' spettacolarmente, pericolante, obliqua e sbilenca come una Torre di Pisa fatta di mattoni economici e ricoperta di intonaco slavato, era stata una palazzina di un complesso residenziale popolare, uno di quelli sorti per ospitare le famiglie degli operai. Aveva constatato come, nell'opinione popolare, il modo in cui stavano gestendo la situazione tra comune e ditte edilizie fosse o assolutamente professionale o immancabilmente vergognoso. O non c'era altro modo di fare le cose o era uno scandalo lasciare la popolazione in quelle condizioni. I sostenitori della prima fazione erano abitanti del vicinato, del quartiere, persone che vivevano la quasi tragedia da vicino, ma con la debita distanza, toccate ma non in prima persona. E per loro il disagio di avere un quadrato di terreno cittadino off limits era quasi sopportabile. Chi invece si scagliava con veemenza contro la gestione della situazione era chi, il disagio, lo viveva in prima persona, perché aveva perso la casa o perché, per ragioni di sicurezza, era stato costretto all'evacuazione e all'abbandono dell'appartamento di proprietà. Aldilà della comprensione e della simpatia che poteva provare, a Galatea dei vari "Rivoglio la mia casa", "I sacrifici di una vita", "Tutto quello che avevamo rischia di andare perso" interessava poco o nulla. Non le serviva saperlo, non le era utile ai fini della missione ed era come sentirsi dire che era proprio una bella giornata quando pure lei era in grado di notare che il cielo fosse terso e la temperatura di un tiepido gradevolissimo. Però qualche spunto, facendo parlare le persone, si riusciva sempre a trovarlo. In particolare una nonnina vedova aveva insistito perché la seguisse a vedere lo stato dei moduli abitativi in cui gli sfollati erano stati ricollocati. Non appena aveva capito che la giovanotta era uno di quei supervisori super partes che non hanno motivo di essere dalla parte del cittadino, ma nemmeno dalla parte dell'imprenditore, aveva tirato fuori dalla sua figura esile e ingobbita un'energia da vecchi tempi: perché quei moduli erano stati consegnati con una tempestività imprevista eh, aveva ribadito più e più volte, come a voler giustificare che le lamentele che sarebbero venute dopo non erano acritiche, e loro non avevano dovuto passare troppo tempo da ospiti nelle strutture alberghiere che si erano offerte, questo andava riconosciuto e ne erano grati, però quel che andava detto nel bene andava detto anche nel male. E di problemi ce n'erano eccome. Igienici, innanzitutto, aveva iniziato il suo elenco: tra perdite, condutture precarie, intasamenti, tubi malridotti, l'inconveniente era quasi all'ordine del giorno. Scarichi delle docce che, invece di far scorrere l'acqua, la risputavano indietro; rubinetti da cui usciva acqua marroncina; rubinetti da cui l'acqua non usciva proprio. Il campionario era vario e a Galatea fu con solerzia offerta la prova tangibile di ogni singolo caso. E poi non era mica così trascurabile che quell'acqua non fosse potabile e dovevano ricorrere alle bottiglie che il comune distribuiva a giorni alterni. Si viveva eh, perché alla fine si andava avanti comunque, ma si viveva male, ripeteva la donna ad ogni dimostrazione dei disagi che dovevano fronteggiare. Per quanto accoglienti, poi, quelle casette erano pur sempre moduli prefabbricati temporanei, e quindi imperfetti. Niente mattoni, niente cemento, niente calce, solo pannelli uniti come in una casa delle bambole a grandezza umana. E gli spifferi si sentivano tutti, dalle porte e dalle finestre. Al momento non era chissà che problema, perché la stagione procedeva verso il caldo estivo, ma se i tempi si fossero prolungati, con l'avvicinarsi dell'autunno e dell'inverno sarebbe diventato sì un bel problema. Perché siamo a Sud e sulla costa ma gli inverni sono freddi eh, rimarcava con decennale esperienza la nonnina, e i venti soffiano forte e qui rischia che vola via tutto, il tetto la capanna e io che ci sto dentro.
    Quindi cosa vorreste? chiese cinicamente Galatea. In concreto, oggi. Vado a scrivere un rapporto che arriva dritto nelle mani del daimyo della Nazione. Cosa dovrei scriverci? Quando denunciate questi disservizi le autorità di Chisui prestano ascolto e intervengono per risolverli?
    "Sì. Ma in una soluzione temporanea come questa alcuni problemi o non si risolvono o si ripresentano. Questi prefabbricati non saranno mai come una casa."
    Quindi nel rapporto devo scrivere che tutti stanno facendo quanto in loro potere perché tutto si ripristini quanto prima e i cittadini vivano nel comfort di tutti i beni primari cui hanno diritto. Tenendo conto che il presentarsi di problematiche simili è preventivabile e verosimile, che voi avete un tetto sulla testa, che la città vi è di supporto e vi ha esentato dalle tassazioni finché non tornerete nelle vostre abitazioni, e che i lavori stanno procedendo regolarmente, se non in anticipo sui tempi, il Daimyo si riterrà più che soddisfatto dell'evolversi della situazione. A posto così?
    "Non chiediamo di riavere le nostre case subito, sappiamo che non è possibile. Ma almeno di vivere questo lasso di tempo con dignità."
    "E che quello che abbiamo dovuto abbandonare nei nostri appartamenti non sia alla mercè del primo sciacallo che passa."
    Oh, questo sì che è interessante.

    Shiruban era un cristone alto oltre il metro e novanta, che mostrava fin troppo i segni dell'età e di una vita passata nei cantieri. Un po' ciondolante, barba folta e testa pelata incoronata da una chierica di capelli brizzolati, parlava con voce profonda e burbera: la parlata di chi aveva passato la gioventù più a lavorare che tra i banchi di scuola. Si professava sempre troppo indaffarato per distrarsi dal lavoro, ma in realtà i tempi in cui si spaccava la schiena lui per primo erano ormai lontani e Shiruban era occupato perlopiù a chiacchierare. E occasionalmente a dirigere. Ma la ditta era talmente avviata che gli operai ormai agivano in automatico e Shiruban poteva impegnarsi appieno nelle pubbliche relazioni. Nella sua fittissima agenda aveva trovato tempo per Galatea solo durante la pausa pranzo, spesa comunque a sbranare un panino in mezzo agli operai, perché l'apparenza era tutto: checché ne dicessero i fatti nudi e crudi, lui era un operaio. Un operaio con la schiena degli altri pensò Galatea. La kunoichi dovette sorbirsi tutta l'esperienza dell'uomo nel dialogo e nella vanteria prima di riuscire a prendere in mano il pallino del gioco. La parlantina le aveva almeno risparmiato la trafila di domande sull'avanzamento dei lavori: Shiruban era stato dedicato e prolisso nell'elencare anche minuzie tecniche, pur di farsi bello agli occhi del rappresentante del committente.
    E' mai stato avvicinato da qualcuno? chiese quindi Galatea, sondando un terreno inesplorato, ipotizzando che il costruttore cogliesse al volo il riferimento. Fu delusa.
    "Praticamente da tutti!"
    Qualcuno a nome del Villaggio di Kirigakure, come ho fatto io oggi? chiese pazientemente.
    "Da quando abbiamo ottenuto l'appalto no, non ricordo nessuno" rispose dopo un attimo di riflessione.
    Quindi sono il primo supervisore a farle visita. Shiruban annuì. Ha mai ricevuto... richieste o proposte particolari?
    "Sta cercando di chiedermi se sono stato minacciato?"
    Quello sarebbe stato il passo successivo. Ma spesso non c'è nemmeno necessità di ricorrere alla minaccia. Basta solo una piccola proposta e una non tanto piccola somma di denaro fatta scivolare nella tasca...
    "Non sono quel tipo di persona" commentò secco l'uomo.
    Non sto insinuando che lei sia corrotto replicò altrettanto seccamente Galatea. Lo fosse, sarei venuta qui a tagliarle la gola senza troppi patemi, invece di fare l'interrogazione di fine semestre. Le sto chiedendo se c'è stato tentativo di corruzione.
    Shiruban sembrò riflettere se poter considerare alla stregua di un tentativo di corruzione quello o quell'altro colloquio. "No, non direi" disse infine, seppur con tono incerto. "Ho ricevuto visita da molti produttori locali che mi hanno proposto le loro forniture, ma nessuno ha insistito in maniera molesta al mio rifiuto. Né si sono presentati figuri più o meno loschi a proporre o imporre. La vostra presenza dietro le quinte avrà fatto da spauracchio."
    E' lo scenario più probabile lo assecondò Galatea.
    "Ma anche dicendole di no non c'è motivo per cui lei debba credermi" notò con lo stesso tono incerto Shiruban.
    No, nessuno. Questo dialogo è quasi del tutto inutile. Ricevette in risposta uno sguardo sconcertato. Però con le indagini a tappeto che stiamo facendo e gli interrogatori incrociati fare due più due è un attimo. Una volta indirizzati, ci pensano i Ninja specializzati in tortura e analisi della mente.
    "Per cui è superfluo dirle che non ci sono stati episodi più gravi. Tangenti, mazzette..."
    Nel caso in cui ci siano stati sì, è superfluo. Ma ci fossero stati avremmo riscontrato delle anomalie che invece non ci sono. O state lavorando in maniera diabolica o non c'è stato nulla di illegale. E in quel caso sapere che non si sono stati nemmeno dei presupposti ha un suo valore. Minacce... non verbali?"
    "Cioè se mi hanno puntato un coltello alla gola? Avrei accettato e non starei qui a confessarlo a lei."
    Quindi mi basta puntarle un kunai alla gola, buono a sapersi. Intendo incidenti nel cantiere. Ritardi nelle forniture. Manomissioni. Ammutinamenti. Situazioni fuori dall'ordinario.
    "Di imprevisti ne succedono sempre parecchi, soprattutto in un cantiere di queste dimensioni. Ma nulla che definirei straordinario." Sembrò di nuovo riflettere se poter considerare straordinario o doloso quello o quell'altro incidente. "No" confermò.
    Ha un no per ogni domanda. E' quasi deludente.
    "Cosa si aspettava, per curiosità?"
    Appurato che nell'avanzamento dei lavori è tutto regolare, devo verificare che non ci siano eventuali casi che possano puntare a ritardare o intralciare i lavori. O in alternativa, essendoci il nome del mio Villaggio dietro, che non ci sia nessuno che tenti di metterlo in cattiva luce o di ostacolarlo. Se anche fosse lei a creare problemi, le accuse ricadrebbero su Kirigakure che non ha saputo controllare o commissionare adeguatamente i lavori.
    "Capisco, per quanto possa valere la mia parola, non ho ravvisato situazioni che possono diventare pericolose, o che lo siano diventate già." Galatea sospirò. Se si fosse trovato davanti una minaccia, quell'uomo avrebbe contattato direttamente il Villaggio. Se invece avesse ceduto alla minaccia, di certo non lo avrebbe ammesso a lei. Doveva provare davvero con il kunai alla gola? Se non ha fatto nulla non mi pare una grande idea. Quella scenetta era inutile in qualsiasi scenario. Avrebbe dovuto confermare le parole del costruttore sentendo più o meno tutto il gruppo degli operai, e poi anche qualcuno esterno nel caso la ditta facesse gruppo compatto. Quando bastava mandare uno stronzo in grado di leggere la mente. Sollevò entrambe le sopracciglia, per il disappunto.
    Ho sentito che ci sono stati casi di sciacallaggio cambiò d'improvviso argomento la kunoichi.
    "Purtroppo sì. Bastardi senza scrupoli" confermò Shiruban.
    Le forze dell'ordine di Chisui si sono attivate, al riguardo?
    "Sì, da subito, ma fanno quello che possono. I danni sono estesi un po' su tutto il territorio e non è facile tenere ogni singolo cantiere sott'occhio."
    Capisco. La ringrazio. Galatea si congedò poco dopo.

    La lampada diffondeva una luce soffusa nella stanza. Gli angoli più distanti dallo scrittoio apparivano sfocati nella semioscurità. Galatea si alzò, si stiracchiò sbadigliando e si avvicinò alla finestra. Era notte fonda e Chisui era immersa nel silenzio, rotto appena da sporadici versi di rapaci notturni o dal fruscio di qualche mammifero randagio. La kunoichi vagò con lo sguardo lungo i tetti degli edifici circostanti: la sua sembrava essere l'unica luce ancora accesa in tutta la città. Una città caduta nell'immobilità notturna aveva un fascino surreale: così viva e frenetica alla luce del sole, placida e addormentata nella dolce coltre delle tenebre. Più che il panorama stesso, si aveva la sensazione di star guardando un dipinto di quel panorama, fissato statico nel tempo e nello spazio. Galatea si scostò dalla finestra e tornò allo scrittoio, a rileggere per l'ennesima volta quelle colonne scritte con grafia rapida e snella, a ripercorrere mentalmente tutti gli argomenti che doveva trattare, a chiedersi se era stata esplicativa e professionale abbastanza o se l'uno o l'altro termine fossero più adatti. Odiava scrivere, si distraeva in continuazione, doveva rileggere da capo per riprendere il filo e arrivata al punto in cui si era fermata aveva di nuovo perso la concentrazione. Odiava scrivere rapporti in particolar modo, perché doveva prestare ulteriore attenzione alla forma. "OPERAI E COLLABORATORI DELLA DITTA HANNO CONFERMATO LA VERSIONE DEL CAPOMASTRO..." Scorse rapidamente gli ultimi kanji del rapporto, anticipando nel pensiero le parole che gli occhi avrebbero fissato millesimi di secondo dopo. Si decise che il paragrafo finale andava bene così e aggiunse l'ultima postilla. "DI SEGUITO I NOMINATIVI E LE DITTE CHE SI SONO MESSE IN CONTATTO CON SHIRUBAN..." Al termine della lista posò la penna, spense la luce ed uscì dalla stanza, nella notte paciosa di Chisui. Si mosse con istintiva cautela, quasi a voler rispettare il silenzio di tomba che la circondava. Il secondo distretto della città, alla luce perlata della luna che tingeva tutto di argento e di azzurrognolo, deserto e silente, con i calcinacci, la palazzina semicrollata, le barriere a delimitare la zona a rischio, aveva tutto l'aspetto di uno scenario post-apocalittico, ormai precluso all'umanità. Scavalcò con agilità la barricata e si acquattò in un angolo in cui la luce della luna era schermata. Restò lì, in osservazione e in ascolto. Non ci sono stati episodi di sciacallaggio negli ultimi giorni. L'ultimo sicuro risale a cinque giorni fa. Ma senza un servizio di vigilanza è probabile che qualcuno ci riprovi. Attese a lungo, senza saper quantificare il tempo, ma la quiete rimase imperturbata. Si spostò, ripercorse a ritroso tutti i cantieri che aveva visitato nel corso del giorno. Ovunque regnava l'immobilità più assoluta. Salì di nuovo verso la cisterna principale dell'acquedotto cittadino. Notò che, nel breve tempo a disposizione, avevano imbastito una mezza specie di recinto, una barricata di transenne. Nessuna traccia di presenze umane. Galatea lo oltrepassò con la stessa facilità con cui avrebbe potuto farlo anche un dodicenne e si avventurò indisturbata nel cantiere, tra i ponteggi, vicino le tubature, fino all'orlo superiore dell'enorme cisterna. Si sedette e scrisse rapidamente una serie di bigliettini, su tutti la stessa frase. Ne lasciò uno sull'ultimo piano del ponteggio, uno su un macchinario rimasto in prossimità della spaccatura nel terreno, uno incastrato nelle fessure della porta del cubicolo che fungeva da ufficio di Nakazawa Takeshi. Il discorso sulla messa in sicurezza del cantiere vale anche per la notte rilesse mentalmente, quindi si allontanò.

    Era stata un'altra giornata noiosamente impegnativa, l'ennesima, quella. Effettuare controlli su controlli, perlopiù sterili e insignificanti, verificare le risposte con domande incrociate, visitare, tenere d'occhio, spiare, richiedeva una dose di pazienza e buona volontà che la kunoichi sentiva essere ormai agli sgoccioli. Aveva appena terminato il rapporto sulle lamentele e le difficoltà dei cittadini costretti a vivere nelle casette provvisorie in attesa che i loro appartementi tornassero agibili: l'amministrazione di Chisui faceva quanto possibile, ma se i problemi si fossero prolungati eccessivamente la protesta popolare poteva portare a seri problemi di ordine pubblico. Mise da parte il foglio e controllò un'ultima volta il rapporto sull'avanzamento dei lavori all'acquedotto: poche righe erano dedicate a tutto ciò che di positivo c'era, ma gran parte del rapporto verteva sulle lacune in ambito di sicurezza che, seppur non avevano ancora rappresentato un problema, potevano diventarlo da un momento all'altro. Arrivò al punto di chiusura con uno sbadiglio poderoso, accatastò tutti i fogli e li batté sullo scrittoio perché formassero una pila ordinata. Spense la luce della lampada e uscì nella notte di Chisui. Il silenzio era interrotto da una brezza che soffiava con costanza, la luna entrata ormai in fase calante faticava ad illuminare gli edifici. In quei giorni aveva visto la Chisui notturna passare da una silhouette azzurrina ad un'ombra bluastra sempre più opaca e smorta. Il secondo distretto, quella notte, non era deserto. Che ci fosse qualcosa di diverso dal solito, una nota stonata, era sembrato subito a Galatea. Provenendo sempre dallo stesso viale, aveva avuto la sensazione che mancasse qualcosa, qualcosa che poi le era sembrato di troppo una volta raggiunta la barriera che circondava il cantiere. Un cassonetto della spazzatura era stato spostato, stranamente adiacente alla barricata. Che non fosse casuale fu lampante quando, dopo un paio di minuti di appostamento, vide un fascio di luce proiettato dietro una delle finestre della palazzina pericolante. Non erano solo voci di corridoio, quindi. Si acquattò silenziosa nel suo angoletto buio e fissò lo sguardo sulla linea di finestre dove aveva intravisto quella che doveva essere la luce di una torcia. Non voleva intervenire subito all'interno dell'edificio: non aveva alcuna intenzione di collaborare alla sua demolizione. Avrebbe atteso con pazienza all'esterno, anche perché non c'era modo che l'intruso le sfuggisse dalla parte opposta del palazzo: l'udito raffinato dalla Muon Satsujin le permetteva di seguirne i movimenti, pur senza vederlo.
    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso
    MuonSatsujin-TecnicadellOmicidioSilenzioso_zpsc7a0be73
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La tecnica consiste nell'individuare l'avversario utilizzando sensi alternativi alla vista, come l'udito o l'olfatto, e quindi muoversi silenziosamente attaccandolo, facendo leva sull'effetto sorpresa.
    Il fiuto dello Shinobi è paragonabile ad un neo Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso si segua una traccia di sangue si potrà però individuare sempre grazie al fiuto, con massima precisione l'avversario. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato, e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi in un rumore è elevata ed una carta-bomba potrebbe distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, ma solamente per pochi istanti. Nel caso vi siano presenti numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente sbagliare bersaglio visto che sono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potra essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Resistette immobile fin quando il rumore dei passi non risuonò limpido e sonoro all'esterno: passi rapidi, ma non affrettati. Vergognosamente tranquilli. Lo sciacallo non riservò nessuna sorpresa alla kunoichi: si diresse dritto nel punto in cui doveva essere entrato, là dove, oltre le barriere, era stato posizionato il cassonetto. Galatea, invece, la sorpresa al malcapitato la fece puntuale.
    Ranji Shigumi no Jutsu - Tecnica della Criniera del Leone Selvaggio
    RanjiShiguminoJutsu-TecnicadellaCrinieradelLeoneSelvaggio_zps84448fdc
    Villaggio: Tutti
    Tipo: Ninjutsu
    Immettendo il proprio Chakra nei capelli, l'utilizzatore può aumentarne temporaneamente la lunghezza e la resistenza. Utilizzando tale Jutsu i capelli arriveranno a una distanza massima di venti metri e saranno in grado di bloccare completamente le Armi Piccole e Minori. Avranno più difficoltà nel caso in cui l'arma in volo sia Media, dove potrà al massimo rallentare e deviare parzialmente la sua corsa. L'utilizzatore potrà controllare a proprio piacimento i capelli, allungandoli, accorciandoli e separandoli in più fasci per poter catturare l'avversario. Ma questi non hanno solo la funzione di immobilizzare un soggetto ma possono servire anche per ferirlo direttamente. Infatti i capelli formeranno una serie di spine che potranno causare danni medio-lievi all'avversario per poi cercare di bloccarlo completamente. Se il nemico rimane imprigionato per più d'un turno l'utilizzatore potrà trapassarlo con l'ausilio delle spine. Sarà possibile utilizzare solo tecniche A Turno durante l'utilizzo di tale Jutsu.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Pochi rapidi gesti e un paio di ciocche di capelli si sollevarono e si allungarono. Nelle precedenti notti in cui la luce lunare era stata più forte, paradossalmente, i capelli argentei di Galatea sarebbero passati ancor più inosservati; ma con la scarsa visibilità l'effetto fu altrettanto positivo. I capelli si annodarono attorno alle caviglie e ai polsi dell'uomo e lo bloccarono al suolo. Mi tocca aggiornare il rapporto pensò, seccata, mentre si avvicinava all'uomo, kunai in mano. Devo mettere una spunta alla voce sciacallaggio e scrivere che forse è il caso di pensare a un servizio di sorveglianza notturno contro questi pezzenti.

    Chakra: 160-8-8=144
    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: infastidita

    Borsa: Kunai (10/10), Torcia
  4. .
    richiedo una c in singolo porfavor
  5. .
    H.Bancomat in zona Cesarini chiede l'intervento del VAR correzione

    Me ne occupo io, Admiral

    Edited by ~Admiral - 16/1/2018, 14:55
  6. .
    narrato | pensato | parlato | "parlato altri"

    "Mammaaaa!"
    Se modifichiamo questa parte, perde forza contro gli attacchi fisici.
    "Mammaaaaa!"
    Se modifichiamo quest'altra, perde stabilità generale.
    "Mammaaa!"
    Hidehisa si tuffò sulle gambe di Galatea e si arrampicò fino a sedercisi, in modo da vedere i rotoli così come li vedeva la kunoichi. Però non sapeva ancora leggere; i vari simboli per lui erano solo un curioso incastro di linee e forme. Li guardò per un minuto, anche meno, poi perse interesse.
    "Mamma!"
    Sono qui. Mamma sta lavorando. Se lo strinse al corpo con un braccio e lo baciò sulla fronte. Poi tornò a guardare quell'enigma di Fuuinjutsu che aveva di fronte e che stava diventando un ostacolo alquanto ostico. Non trovava la quadratura del cerchio, la scintilla che lo avrebbe reso perfetto come era stato ideato. Hidehisa restò in silenzio per qualche istante, poi ripartì all'attacco.
    "Mamma. Mi racconti qualche avventura che hai fatto?"
    Mamma sta cercando di finire un lavoro importante. Perché non mi aiuti?
    "No. Voglio sentire una storia." Galatea sospirò e si appoggiò contro lo schienale del divano. "Daiii!" Forse una pausa mi farà bene...
    E va bene. Vieni qui, mettiti comodo. Galatea cercò di far sedere il figlioletto accanto a lei, vanamente. Hidehisa si impuntò per restarle in braccio, si mise a cavalcioni sulle sue cosce e iniziò a giochicchiare con una delle ciocche di capelli che Galatea aveva raccolto in una coda. Mamma doveva andare a Suimon..
    "Dove sta Suimon?"
    Lo sai dov'è Suimon. Guarda un po' lì la cartina. Hidehisa fece finta di seguire la direzione indicata dal dito di Galatea; sapeva dove fosse Suimon. Dovevo andare lì e scoprire che fine avessero fatto alcuni pescatori che non erano ritornati a casa. Erano spariti nel nulla. Cercò di creare un po' di atmosfera e Hidehisa parve impressionato.
    "E' stato l'uomo nero?"
    Non esiste l'uomo nero.
    "Nonno dice di sì. Che mi viene a prendere e mi porta via se faccio il cattivo la notte e giro per casa e non accendo la luce."
    E tu a chi credi? A tua mamma o al nonno? Hidehisa ci pensò su qualche secondo.
    "A mamma" decise infine, non troppo convinto della non esistenza dell'uomo nero. "Quindi non mi ruba nessuno quando è buio?"
    Dentro casa non ti ruba nessuno. Ma se fai il cattivo e te ne gironzoli a luci spente e senza chiamarmi ti prendo io e mi arrabbio.
    "E allora chi è stato?" tornò subito al racconto Hidehisa. Non voleva affrontare la questione Galatea arrabbiata e cosa gli sarebbe capitato se l'avesse beccato a scorrazzare in casa di notte.
    Vuoi sapere chi è stato o sentire l'avventura di mamma?
    "Tutta la storia!" urlò il piccolo.
    Si diceva che i pescatori fossero stati inghiottiti da una nebbia fitta fitta riprese il suo raccontò la kunoichi, intonando la voce perché la storia sembrasse tenebrosa. Una nebbia che appariva e spariva all'improvviso.
    "Come quella che c'è qui al Villaggio?"
    Proprio come quella che abbiamo qui al Villaggio. Hidehisa strinse con più forza la ciocca di capelli. Quindi mamma si è preparata in fretta e furia e sono andata a Suimon a indagare.
    "E noi?"
    Voi tre ancora non c'eravate. Mamma non sarebbe mai partita se ci foste stati voi. Hidehisa parve molto rincuorato da quella risposta.
    "E che hai scoperto?"
    Come sono arrivata a Suimon mi sono messa a interrogare persone e spiare e pedinare e... Galatea iniziò a farcire il suo racconto di storielle e finte verità che dovevano intrattenere suo figlio e rimpiazzare quei fatti che non avrebbe mai rivelato al suo bambino di cinque anni. L'avventura dei poveri pescatori che erano spariti nella nebbia fitta fitta, in fondo, non aveva alcun happy ending. Non per i pescatori, almeno. Ma questo Hidehisa non l'avrebbe mai saputo. A Suimon, come suo solito, Galatea si era innanzitutto prodigata per mettersi al corrente di tutti i dettagli fosse riuscita a ottenere su quella vicenda e, in particolar modo, su quella presunta e misteriosa nebbia che avvolgeva ogni sparizione. Era scontato pensare subito ad una nebbia "artificiale" e di conseguenza prefigurarsi un certo tipo di nemico. Ma spesso e volentieri aveva anche imparato che la nebbia di cui tanto si vociferava era solo frutto del timore e della leggenda che avvolgeva la Kirigakure no Jutsu e l'abilità dei Ninja di Kiri di celarvi ogni loro malefatta, e di vero non c'era poi proprio nulla. A volte bastava la coincidenza di una disgrazia e di una foschia del tutto casuale a far sorgere storie su nebbie mangiauomini. Poi voleva anche capire se dietro quelle sparizioni ci fosse qualche denominatore comune, un filo logico, una motivazione unica o solo il caso.
    Dovevo capire la natura di quella Nebbia...
    "Che significa?" la interruppe Hidehisa.
    Vieni qui, girati. Vedi la nebbia lì fuori la finestra? Hidehisa annuì. Quella si forma naturalmente. Si forma e noi non possiamo fare nulla per controllarla o farla sparire. Sta lì e possiamo solo aspettare che svanisca da sola. Gli shinobi di Kirigakure, però, quelli forti e pericolosi come papà, hanno imparato a ricreare quella nebbia e a controllarla.
    "E come fanno?" chiese stupito il piccolo.
    Proprio come papà fa apparire una sua copia o io allungo i capelli per acchiapparvi prima che vi facciate male. Sei ancora piccolo per capirlo. Galatea gli carezzò la testa per rabbonirlo ed evitare che proseguisse con le sue domande. Quindi mamma doveva prima di tutto scoprire se era nebbia come quella che c'è oggi fuori dalla finestra o come quella che crea papà. E poi mi interessava sapere qualcosa sulle persone che non si trovavano più. E' la cosa più importante: sapere il più possibile, prima di agire.
    "Lo hai scoperto? Come hai fatto?" Galatea abbozzò un sorrisetto malvagio per impressionare il figlio.
    Me lo sono fatta dire. Con le cattive quando le buone non bastavano. Hidehisa strabuzzò gli occhi. E ho chiesto l'aiuto di Helen, Denev, Yuma e Miata. In cinque si sentono molte più voci che da soli aggiunse, anticipando il perché che Hidehisa stava già per proferire.
    Kuchiyose no Jutsu - Tecnica del Richiamo
    KuchiyosenoJutsu-ArtedelRichiamo_zps8cfa0f88
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp.Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 10

    Lumache Irritanti
    LumacheIrritanti_zps623f68ec
    La loro lunghezza può variare da poche decine di centimetri ad un massimo di un metro, mentre la larghezza massima raggiunge i quaranta centimetri. È un gruppo di lumache minute che non hanno grandi abilità sensoriali né nello scontro fisico. Sono molteplici i metodi per utilizzare in modo astuto tali lumache; uno di questi è mandarle in avanscoperta, grazie alle loro piccole dimensioni. Sono capaci di comunicare con chiunque la Lumaca desideri tramite telepatia, e la sua specialità sta nel fatto che tutte le lumache possono comunicare anche a chilometri e chilometri di distanza fra di loro. Hanno lievissime capacità curative, danno infatti un sollievo immediato a ferite lievissime se la lumaca vi è appoggiata sopra. Si muovono ad una velocità bassa. Per distruggerle singolarmente basta un Jutsu di livello C o un colpo di arma ben assestato, o un Jutsu almeno di livello B per eliminarle a gruppi. È possibile evocarne più gruppi ripetendo la Kuchiyose.
    Lumache Irritanti Evocabili: [Chuunin: 2; Sp.Jounin: 4: ANBU: 6]

    "Le lumache!"
    Proprio loro.
    "Falle comparire anche qui!"
    No Hide. Sai che se le evochi quando non è davvero necessario si arrabbiano tantissimo? mentì spudoratamente Galatea. Si arrabbiano tantissimo e indovina cosa fanno? PUFF! Spariscono e non tornano più.
    "Va bene" mormorò demoralizzato il bambino. Galatea riprese il suo racconto per consolarlo.
    Ho evocato le lumache e ho chiesto loro di starsene nascoste ad ascoltare cosa dicevano le persone. Mi hanno guardato malissimo, sai? Ridotte ad origliare qualche pettegolezzo mi hanno detto tutte offese. Come se fossimo dei cagnolini da compagnia. E' stato terribile sostenere i loro sguardi. Cattivissimi. Ma io sono stata inflessibile e non ho ceduto mica: avevo bisogno che loro sentissero più chiacchiere possibili e così hanno fatto. Le ho fatte nascondere nei posti più affollati, dove era più probabile che ascoltassero racconti e informazioni che potessero servirmi. Le principali taverne e bettole che circondavano il porto, per la precisione, là dove, appostate su qualche travetto, avrebbero potuto ascoltare tutte le voci dei diretti interessati nella vicenda, chi in mare ci lavorava.
    "E tu che hai fatto invece?" chiese il piccolo, che aveva già perso interesse per il ruolo delle evocazioni di Galatea in quella vicenda.
    Io in realtà non ho fatto quasi nulla. Ho aspettato finché non ho avuto qualche notizia più precisa su ciò che stava accadendo.
    "E perché?" fece con tono inquisitorio Hidehisa. Sua mamma avrebbe dovuto mettere a ferro e fuoco la città per scoprire cosa stava succedendo, nella sua ottica. Quella risposta lo aveva colto di sorpresa.
    Perché se mi fossi messa troppo in mostra, tutti avrebbero saputo che c'era un Ninja a Suimon per risolvere il problema delle sparizioni. E sarebbe stato molto probabile che anche i cattivi lo venissero a sapere e si preparassero di conseguenza. Invece io me ne sono stata buona buona per conto mio, nessuno poteva sapere ci fosse già un Ninja a occuparsi della questione e ho potuto cogliere di sorpresa i cattivoni quando è arrivato il momento. Galatea aveva mantenuto un profilo basso, talmente basso da essere quasi nullo. Perlopiù aveva ascoltato, o dialogato, ma senza mai interrogare, non mostrandosi mai nella posizione di quella che stava cercando e chiedendo informazioni. L'aveva fatto solo quando era certa di non avere a che fare con doppiogiochisti - come nel caso di alcuni parenti delle vittime, o di chi aveva commissionato la sua missione - o poteva controllare che l'interrogato non rivelasse la sua presenza a terzi incomodi. Era la parte più importante e più rognosa di ogni missione, doversi scontrare con chi non aveva voglia di parlare, chi ne aveva pure troppa, chi raccontava per sentito dire e chi invece sparava solo un mucchio di cazzate. Le ci erano voluti non meno di quattro giorni prima di raccogliere sufficienti testimonianze, incrociando le quali aveva potuto almeno dipingersi un quadro basilare ed essenziale sui fatti certi e sicuri di quella vicenda. I bisbigli, i sospetti da taverna che le avevano riferito le sue fide evocazioni le avevano permesso di stabilire una certa sequenza "logica" sull'identità delle persone scomparse: era cominciato tutto con qualche pesce piccolo, qualche poveraccio che si arrabattava pescando con la propria bagnarola e campava delle miserie che raccoglieva vendendo il pescato al mercato del porto, ma di volta in volta le vittime erano diventate sempre più prestigiose, culminando addirittura con qualche peschereccio ben più attrezzato di aziende che si contendevano il grosso del mercato del pesce di quelle terre nordorientali. Ma il fatto più interessante era che più di qualche malelingua, coadiuvata da fiumi di birra dozzinale e da risentimento non proprio malcelato, aveva asserito che questi presunti assalti non avevano mai miracolosamente intaccato l'attività di almeno un paio di società ben ammanicate. L'accusa non formale di qualche ubriacone aveva valenza assai relativa. Accuse e sospetti uniti a fatti reali - la stessa Galatea aveva potuto verificare da fonti ben più affidabili che alcune aziende veleggiavano intonse nel mezzo della bufera - potevano invece costituire un indizio. E quindi la griglia di informazioni raccolte aveva portato la kunoichi a farsi un'idea di quali affari loschi si stavano celando nelle fin troppo opportune nebbie di Suimon: qualche imprenditore di pochi scrupoli e alte ambizioni si era probabilmente messo in affare con qualche banda di ninja rinnegati per colpire la concorrenza. La perdita diretta di pescherecci e la conseguenza perdita economica, la reiterazione delle sparizioni che generava timore, potevano forse essere un piano nemmeno troppo arzigogolato e complesso per accentrare un mercato che era fino a quel punto equamente distribuito, puntando dritti alla menomazione della concorrenza. Se avesse dovuto scegliere un colpevole, non era nemmeno certa avrebbe puntato il dito contro una delle società non ancora colpite: un peschereccio ormai malandato e qualche dipendente scomodo di cui volersi liberare potevano essere un sacrificio necessario, e forse insperato, per recitare poi la parte della vittima qualunque che vien quindi immediato considerare poi non colpevole. Ma quello esulava dal suo compito. In un'ottica simile, la scomparsa di qualche poveraccio che lavorava in proprio e guadagnava una miseria appariva ai suoi occhi come un mero esercizio di pratica di chi doveva verificare sul campo la fattibilità di un piano d'azione. Una prova, un test, insomma, un semplice allenamento in cui la vita di un signor nessuno era sacrificabile a cuor leggero. A Hidehisa aveva ovviamente risparmiato tutta quella parte della sua missione: avrebbe piagnucolato perché noiosa e non era tanto folle da fargli sapere, a quell'età di innocenza e noncuranza, che al mondo c'è anche gente per cui la vita di qualcun altro è un semplice incidente di percorso necessario e, in fondo, dimenticabile. Così era passata direttamente alla parte più movimentata, che avrebbe potuto romanzare e adattare alle esigenze del piccolo Momochi.
    Ma poi mi sono presentata e gli ho chiesto: da quanto è comparsa? Intonò la voce come se avesse intimato all'uomo di rispondergli.
    "Da chi? Comparsa che?" domandò incuriosito e spaesato il piccolo.
    Da un pescatore che viveva da solo, fuori da Suimon. Avevo scoperto che la maggior parte delle sparizioni erano avvenute nelle acque a Sud del paese. Chi aveva visto la Nebbia l'aveva vista da quelle parti. E quel pescatore era la persona che viveva più vicino a quella zona. L'ho interrogato per bene per sapere se le voci sulla nebbia erano vere o no. Hidehisa parve riprendere le fila del discorso.
    "E che ti ha detto."
    All'inizio non ha fatto un fiato. Non si aspettava mica che una come mamma si presentasse lì a far domande e pretendere risposte. Ma mi è bastato uno sguardo per farlo parlare. Ha balbettato che..
    "Che vuol dire balbettato?" Galatea aprì una piccola parentesi per insegnare al figlio quel termine nuovo.
    E quindi mi ha balbettato che in realtà non era mica strana la nebbia in quella zona. Era normale ci fosse. C'era sempre stata fin da quando lui poteva ricordare. Però ha detto che forse era un po' più fitta del solito.
    "Quindi era come la nebbia che fa papà!"
    L'ho pensato subito anche io. Infatti ho insistito. Ogni quanto compare. Giorno o notte. E' regolare o imprevedibile. Gli ho chiesto tutto a bruciapelo. Hidehisa trattenne il fiato come se fosse stato lui a ricevere tutte quelle domande tutte insieme. E fin dove si estende? E mi ha confessato che non c'era nulla di diverso dalla nebbia naturale che si formava sempre. Era solo più fitta del solito. Non arrivava mica fino a casa sua, però copriva un bel tratto di costa oltre un promontorio che si trova a Sud di Suimon.
    "Cos'è un promontorio?"
    Un promontorio è un parte di terra che sporge nel mare. A quel punto ho sospettato di aver a che fare con dei nemici furbi. Creavano la Nebbia per far sparire i pescatori, ma in modo che tutti credevano fosse la nebbia solita di quella parte di costa. Insomma, ero ormai quasi certa di aver a che fare con dei Ninja e non con dei semplici pirati.
    "E quindi sei passata all'azione? Uffa, quando arriva la parte con tutte le cose da Ninja e le tecniche."
    Siamo arrivati, siamo arrivati. Galatea passò una mano sulla fronte del figlioletto e gi alzò tutti i capelli, arruffandoli. Hidehisa la guardò indispettito. Le capitava spesso di rimanere a fissare gli occhi del minore dei suoi figli; era l'unico i cui occhi le ricordassero Kisuke: erano dello stesso nero profondo e avvolgente. Le bastava un'occhiata per vedere il volto del marito in quello di Kaito, padre e figlio maggiore erano due gocce d'acqua. Ma Kaito aveva i suoi occhi, quelli di Galatea. Su quelli di Hidehisa, invece, restava incantata e ipnotizzata, vittima dello stesso magnetismo a cui soccombeva ogni qual volta incrociava lo sguardo con l'uomo della sua vita. Hidehisa le chiedeva spesso cosa avesse combinato per meritarsi quello sguardo così prolungato. Lei puntualmente gli ripeteva quanto gli volesse bene: il piccolo non avrebbe mai capito quanto per la madre fosse preziosa quella sensazione, quella consapevolezza. In fondo nemmeno la kunoichi riusciva a capirla del tutto. Non aveva una motivazione logica e, si diceva, non c'era nemmeno bisogno che l'avesse. La riempiva di orgoglio e di gioia e tanto le bastava.
    "Che c'è?"si preoccupò anche quella volta Hidehisa.
    Ti voglio bene gli rispose immancabile la giovane. In realtà il faccia a faccia tra Galatea e il pescatore di turno non era terminato alle questioni sulla nebbia. La kunoichi ne aveva approfittato per ottenere un ulteriore punto di vista sulle vittime di quella vicenda e su altri particolari su cui non aveva ancora un'idea chiara, ma che potevano esserle utili per capire come il nemico attuava il suo piano di azione. Che fosse omicidio o semplice rapimento.
    Quanta gente è scomparsa finora aveva chiesto all'uomo, il quale era rimasto piuttosto vago su una cifra che oscillava tra il venti e il quaranta. Il perché Galatea lo comprese subito dopo. Pescatori solitari o pescherecci più grandi? era stata infatti la sua domanda successiva. Al che il pescatore aveva risposto:
    "Hanno cominciato coi piccoli. Quelli come me che vanno da soli, o in due. Poi ci hanno preso gusto e hanno preso di mira i pesci grossi. Quei pescherecci da sei sette membri di equipaggio."
    E non si hanno più tracce di loro? Di nessuno?
    "Nessuna traccia."
    Loro, le barche, nulla.
    "Nulla di nulla"
    Cadaveri, relitti, oggetti personali, messaggi in bottiglie.
    "Nulla."
    Abbordano le navi sfruttando il favore della Nebbia. Avranno forse una barchetta di appoggio che tengono a distanza e si avvicinano a piedi. Colgono i pescatori di sorpresa sulla loro stessa nave, prendono controllo dell'imbarcazione e fanno sparire tutto nel nulla. Nessuna battaglia, quindi niente resti che possono arrivare a riva. Li imprigionano o li ammazzano, è un gioco da ragazzi in entrambi i casi. Li portano con sé e se ne disfanno lontano da qui. Nemmeno cadaveri che arrivino a riva. Un lavoro pulito aveva pensato Galatea. Era stata dell'idea di dover affrontare un gruppetto di tre, quattro nemici, in principio. Ma ormai aveva iniziato a pensare che forse la banda di assalitori seriali di pescherecci potesse essere anche più numerosa. Almeno in due che si occupano di abbordare la nave. Per coprire una zona più vasta possibile lasciano che siano altri a manipolare la Nebbia. Due prime linee, numero imprecisato di file secondarie. Possibile. Prima di allontanarsi, aveva lasciato un clone a guardia della baracca del pescatore, all'insaputa dell'uomo.
    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra
    KageBunshinnoJutsu-TecnicadeiClonidOmbra_zps3e5ab90d
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)

    Precauzione forse innecessaria, ma quella era stata la persona con cui più si era messa in mostra come kunoichi, quindi quella che, più di tutte, se avesse fatto doppiogioco, avrebbe potuto svelare la sua presenza a Suimon. Le precauzioni non erano mai troppe, a meno che non fossero troppo esose. Non mi resta che pianificare come entrare in contatto. Se non agiscono a casaccio, come credo, attaccano pescherecci solo su segnalazione diretta e vanno a colpo sicuro. E sarebbe un problema per me. Dovrei accodarmi ad ogni spedizione, di nascosto o proponendomi come guardiano. Ma mi svelerei e loro si preparebbero di conseguenza, o farebbero in modo di non presentarsi proprio. A meno che svelarsi non sia la vera soluzione: potrei attirarli volutamente per liberarsi del fastidio della mia presenza. Ma resta il fatto che sarebbero preparati. Però potrei fingermi un semplice mercenario, o forse far finta di partire a protezione solo di alcuni pescherecci. Potrebbe essere un modo per restringere il campo di nottate di pesca da dover sopportare, portarli ad attaccare ciurme che loro sanno poco protette invece di altre che verrà detto loro essere solo una brutta gatta da pelare, quando invece sarebbe solo il contrario. Al momento, quella era parsa la soluzione più ragionevole, ma non mancava di una problematica non da poco, nella sua ottica. In ogni caso significherebbe usare lavoratori onesti come esche e mettere la loro vita più a repentaglio di quanto non sia già, con il pericolo di coinvolgerli involontariamente in uno scontro tra shinobi. O significherebbe creare abbastanza cloni da sostituire tutta la ciurma. Impraticabile. Forse. O forse no, se l'equipaggio da sostituire non fosse stato troppo folto. Considerando che l'alternativa era mettersi a bordo di una bagnarola e navigare a caso nella nebbia finché non fosse incappata nella temibile minaccia marina, alternativa ridicolmente improponibile, nei giorni successivi si era presentata sotto mentite spoglie ad alcune delle imprese di pesca di Suimon nei panni del titolare di una agenzia di sicurezza che proponeva i propri servizi a chi sembrava proprio nella posizione di averne bisogno. Non avrebbe fatto da cane da guardia a nessuna di quelle imprese, ma le serviva che si spargesse la voce che determinate aziende si erano munite di un'adeguata contromisura alla minaccia pendente.
    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione x4
    HengeNoJutsu-TecnicadellaTrasformazione_zps5e07cdd0
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su. Eventuali armi possedute dal soggetto saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa tecnica. Questa è considerata la tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Utsusemi no Jutsu - Tecnica della Manipolazione della Voce x4
    UtsuseminoJutsu-TecnicadellamanipolazionedellaVoce_zps1adb701b
    Villaggio: Tutti
    Livello E
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite l'ausilio del Chakra, convogliato nelle corde vocali, sarà possibile per qualunque Ninja modificare la propria voce, facendola assomigliare ad un'altra già udita o semplicemente rendendola irriconoscibile. La Tecnica ha inoltre il vantaggio di poter essere usata come un vero e proprio ventriloquismo, facendo sembrare che la propria voce provenga da un punto qualsiasi a scelta dell'utilizzatore in un raggio di venti metri.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Se quel piano avesse avuto un minimo di funzionalità, le restava solo da scegliere quale peschereccio prendere in custodia e, nel caso, convincere l'equipaggio ad abbandonarlo e lasciarlo nelle sue mani appena prima della partenza. E in quel caso, sì, poteva solo scegliere a casaccio. O un minimo a sensazione. La "sensazione" - che in buona parte coincideva anche con un pizzico di pragmatismo - le aveva suggerito una ditta già colpita dalla calamità artificiale, che aveva in dotazione solo pescherecci modesti e facilmente governabili. Così avrebbe anche potuto smarcarsi dal rischio di usare civili come esche e sostituire la ciurma con dei cloni senza dissanguarsi. Dissanguarsi eccessivamente. Convincere i diretti interessati a farsi da parte non si era rivelato nemmeno troppo difficoltoso. Le erano bastate poche paroline veritiere quanto cattive, dette con tono noncurante tanto quanto sarcastico: nel peggiore dei casi, una fine non ben definita che spaziava tra lo schiavismo e la morte; bene che andasse loro, un futuro da falliti che non avrebbero potuto reimpiegarsi in altro modo, dopo che la loro azienda sarebbe fallita miseramente, perché in età troppo avanzata, con un fisico troppo logorato e, ad essere onesti, privi di conoscenze applicabili in altri mestieri. Conoscenze di cui non fossero in possesso anche baldi giovani ben più preferibili rispetto a loro. E così aveva chiamato a raccolta i cloni lasciati di guardia a sorvegliare i testimoni interrogati, ne aveva creati un paio al momento, aveva spodestato la ciurma relegandola sulla scialuppa d'emergenza, in modo che se ne tornasse a riva di nascosto in tutta sicurezza e aveva assunto il controllo dell'imbarcazione, diretta verso i banchi di nebbia che erano soliti frequentare le acque intorno al promontorio a sud di Suimon, là dove i pescatori sparivano, ma dove si effettuavano anche le battute di pesca più redditizie.
    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra x2
    KageBunshinnoJutsu-TecnicadeiClonidOmbra_zps3e5ab90d
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)

    Utsusemi no Jutsu - Tecnica della Manipolazione della Voce x4
    UtsuseminoJutsu-TecnicadellamanipolazionedellaVoce_zps1adb701b
    Villaggio: Tutti
    Livello E
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite l'ausilio del Chakra, convogliato nelle corde vocali, sarà possibile per qualunque Ninja modificare la propria voce, facendola assomigliare ad un'altra già udita o semplicemente rendendola irriconoscibile. La Tecnica ha inoltre il vantaggio di poter essere usata come un vero e proprio ventriloquismo, facendo sembrare che la propria voce provenga da un punto qualsiasi a scelta dell'utilizzatore in un raggio di venti metri.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Kirigakure no Jutsu - Tecnica del Velo di Nebbia x5
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    Villaggio: Kirigakure No Sato
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    E' una tecnica segreta del Villaggio della Nebbia, ed anche se di basso livello è una delle più rappresentative dell'intero paese. La tecnica genera una nebbia fittissima che si espande per un raggio di cento metri che delimita il campo visivo di coloro che sono al suo interno; i soggetti non vedranno nulla oltre i due metri; l'unico modo per vedere attraverso tale nebbia è essere in possesso del Byakugan.
    Pur trattandosi di un ninjutsu non basterà colpire la nebbia per annullare la tecnica. Infatti qualsiasi ninjutsu riuscirebbe a far disperdere la nebbia lungo il suo percorso ma subito questo spazio libero verrà nuovamente ricoperto da nuova nebbia continuamente generata dall'utilizzatore.
    A differenza di quasi tutti i ninjutsu questo non potrà espandersi/essere usato sott'acqua in quanto le particelle d'acqua sospese normalmente nelll'aria si mescolerebbero semplicemente con la massa del liquido diventando parte di essa.
    Consumo: 2 (A Turno)

    Kirigakure no Jutsu - Tecnica del Velo di Nebbia x5
    KirigakurenoJutsu-TecnicadelVelodiNebbia_zpsfdfcc0d5
    Villaggio: Kirigakure No Sato
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    E' una tecnica segreta del Villaggio della Nebbia, ed anche se di basso livello è una delle più rappresentative dell'intero paese. La tecnica genera una nebbia fittissima che si espande per un raggio di cento metri che delimita il campo visivo di coloro che sono al suo interno; i soggetti non vedranno nulla oltre i due metri; l'unico modo per vedere attraverso tale nebbia è essere in possesso del Byakugan.
    Pur trattandosi di un ninjutsu non basterà colpire la nebbia per annullare la tecnica. Infatti qualsiasi ninjutsu riuscirebbe a far disperdere la nebbia lungo il suo percorso ma subito questo spazio libero verrà nuovamente ricoperto da nuova nebbia continuamente generata dall'utilizzatore.
    A differenza di quasi tutti i ninjutsu questo non potrà espandersi/essere usato sott'acqua in quanto le particelle d'acqua sospese normalmente nelll'aria si mescolerebbero semplicemente con la massa del liquido diventando parte di essa.
    Consumo: 2 (A Turno)

    Immaginati quattro copie di mamma che fanno finta di essere pescatori. Per non farmi scoprire, ho dovuto anche fingere di parlare e dare ordini e rispondermi. Una recita in tutto e per tutto. Ho persino finto di avere voci maschili.
    "Lo sai fare?" esclamò tutto esaltato Hidehisa.
    Certo! Sono capace di fare tutte le voci che voglio. Anche la tua o quella di papà.
    "Fai la voce di papà!" Galatea impostò le mani e convogliò il chakra attorno alle corde vocali, riprendendo a parlare con la voce del compagno.
    Utsusemi no Jutsu - Tecnica della Manipolazione della Voce
    UtsuseminoJutsu-TecnicadellamanipolazionedellaVoce_zps1adb701b
    Villaggio: Tutti
    Livello E
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite l'ausilio del Chakra, convogliato nelle corde vocali, sarà possibile per qualunque Ninja modificare la propria voce, facendola assomigliare ad un'altra già udita o semplicemente rendendola irriconoscibile. La Tecnica ha inoltre il vantaggio di poter essere usata come un vero e proprio ventriloquismo, facendo sembrare che la propria voce provenga da un punto qualsiasi a scelta dell'utilizzatore in un raggio di venti metri.
    Consumo: 1 (A Turno)

    La nebbia era come un muro. Non si vedeva nulla. Hidehisa trattenne il fiato non appena sentì una voce identica a quella del padre uscire dalle labbra di sua madre. La barca aveva anche un faro per illuminare la superficie del mare la notte, ma non serviva a niente. La luce nemmeno ci arrivava alla superficie del mare, tanto era fitta la nebbia.
    "E tu come hai trovato i cattivi?"
    Perché noi shinobi di Kiri siamo un tutt'uno con la Nebbia. La nebbia ci parla, è nostra alleata.
    "Che vuol dire?" Galatea sciolse la tecnica e tornò a parlare con la sua voce.
    Un giorno lo capirai anche tu. I ninja di Kiri si sono specializzati per sapersi muovere nella nebbia. Anche se non si vede nulla, sappiamo ascoltare e percepire e muoverci di conseguenza. Per me era come se fosse una splendida giornata di sole, limpida e serena. Potevo vedere tutto.
    "Anche i cattivi?"
    Soprattutto loro. Il rumore del peschereccio, dell'acqua contro lo scafo, il vento, erano fastidiosi. E la salsedine sembrava coprire qualsiasi odore. Ma con un po' di concentrazione alla fine ho sentito anche loro.
    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso x4
    MuonSatsujin-TecnicadellOmicidioSilenzioso_zpsc7a0be73
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La tecnica consiste nell'individuare l'avversario utilizzando sensi alternativi alla vista, come l'udito o l'olfatto, e quindi muoversi silenziosamente attaccandolo, facendo leva sull'effetto sorpresa.
    Il fiuto dello Shinobi è paragonabile ad un neo Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso si segua una traccia di sangue si potrà però individuare sempre grazie al fiuto, con massima precisione l'avversario. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato, e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi in un rumore è elevata ed una carta-bomba potrebbe distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, ma solamente per pochi istanti. Nel caso vi siano presenti numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente sbagliare bersaglio visto che sono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potra essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Solo l'originale era ricorsa alla Muon Satsujin, l'unica possibilità che aveva per percepire l'eventuale avvicinamento dei malviventi. Le ci era voluta una certa dose di buona volontà e pazienza per isolare rumori insoliti dal rombo continuo del motore - che anche se condotto al minimo risuonava con la potenza di un'esplosione, costante e prolungata - e dallo sciabordio dell'acqua contro il metallo del peschereccio. Ma alla fine era riuscita a distinguere dei ronzii secchi e brevi che pian piano aveva riconosciuto come cenni e ordini e segnali vocali pronunciati al microfono di una radiolina che servivano a coordinare i movimenti della squadra. Concentrandosi su quella fonte aveva distinto degli "sciaff" secchi e celeri che poco avevano a che fare con il ritmico infrangersi delle onde sulla barca, e dei tonfi ansiosi che non c'entravano nulla con i suoni meccanici del peschereccio. L'odore del sudore si era insinuato in quello salmastro preponderante.
    Erano in due. Correvano verso la barca a gran velocità. Quando si sono avvicinati li ho sentiti che si sono detti di attaccare uno a prua e uno a poppa. Ho avvertito i cloni e ho detto loro come posizionarsi per prepararsi all'attacco. Poi ho sentito i loro passi sullo scafo della barca e a quel punto ho detto ai cloni di stare pronti per coglierli di sorpresa.
    "Ma i cattivi come ti hanno trovato?" chiese il piccolo, a cui non tornava qualche passaggio del racconto.
    Come io ho trovato loro. Sapevano muoversi nella Nebbia.
    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso x4
    MuonSatsujin-TecnicadellOmicidioSilenzioso_zpsc7a0be73
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La tecnica consiste nell'individuare l'avversario utilizzando sensi alternativi alla vista, come l'udito o l'olfatto, e quindi muoversi silenziosamente attaccandolo, facendo leva sull'effetto sorpresa.
    Il fiuto dello Shinobi è paragonabile ad un neo Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso si segua una traccia di sangue si potrà però individuare sempre grazie al fiuto, con massima precisione l'avversario. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato, e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi in un rumore è elevata ed una carta-bomba potrebbe distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, ma solamente per pochi istanti. Nel caso vi siano presenti numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente sbagliare bersaglio visto che sono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potra essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso x4
    MuonSatsujin-TecnicadellOmicidioSilenzioso_zpsc7a0be73
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La tecnica consiste nell'individuare l'avversario utilizzando sensi alternativi alla vista, come l'udito o l'olfatto, e quindi muoversi silenziosamente attaccandolo, facendo leva sull'effetto sorpresa.
    Il fiuto dello Shinobi è paragonabile ad un neo Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso si segua una traccia di sangue si potrà però individuare sempre grazie al fiuto, con massima precisione l'avversario. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato, e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi in un rumore è elevata ed una carta-bomba potrebbe distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, ma solamente per pochi istanti. Nel caso vi siano presenti numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente sbagliare bersaglio visto che sono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potra essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Consumo: 8 (A Turno)

    "E quando hai parlato coi cloni perché non ti hanno sentito?" osservò giustamente Hidehisa. Galatea lo punzecchiò toccandogli la punta del naso con l'indice.
    Ma loro mi hanno sentito. Ma hanno sentito solo un marinaio che dava istruzioni alla sua ciurma.
    "Ma tu hai detto che hai avvisato i cloni!" protestò Hidehisa. Galatea lo punzecchiò nuovamente.
    Indovina un po' come ho fatto... Il figlioletto ci pensò su qualche secondo, senza venire a capo del dilemma. Ho portato con me anche le lumache ovviamente.
    "Ma non mi hai detto che avevi portato pure le lumache!"
    Quindi io facevo finta di essere un ignaro pescatore, ma in realtà stavo coordinando il mio contrattacco grazie alle lumache. Tutto attraverso il pensiero, così loro non avrebbero mai e poi mai potuto scoprirmi. La Galatea originale era rimasta nei pressi del timone, distante dai due assalitori, così da poter muovere i fili del confronto e dare indicazioni ai suoi cloni. Due Bunshin erano stati fatti posizionare vicino al punto in cui i due assalitori sarebbero spuntati, il quarto e ultimo esemplare di Galatea aspettava a prua: il piano era sottomettere immediatamente sfruttando la superiorità numerica uno dei due, per poi affrontare l'altro, il quale aveva dovuto aggirare la barca e quindi sarebbe apparso con qualche istante di ritardo. Contro quest'ultimo, Galatea aveva pianificato di limitare del tutto le sue azioni a costo di sacrificare quell'unico suo clone che era stato dislocato in difesa della poppa del peschereccio, giusto il tempo necessario per sistemare il compare in inferiorità numerica. Un tre contro uno e mezzo da gestire con relativa tranquillità. Ma la tattica di Galatea era naufragata subito: fu colta di sorpresa dalla spietatezza con cui i due Ninja nemici avevano affrontato quello e, sicuramente, tutti gli assalti pirateschi precedenti. Erano partiti con l'intento di uccidere senza mezzi termini, senza rimorso, senza nemmeno pensarci su troppo. Prima ancora che il primo dei due Mukenin fosse a portata di tiro, un selva di shuriken aveva invaso il peschereccio e trafitto i due cloni di Galatea, riducendoli in fumo. Tutti i pescherecci che erano spariti in precedenza, probabilmente, si erano ritrovati con la ciurma decimata prima ancora di poter capire di essere sotto attacco. Alla sparizione improvvisa dei suoi Kage Bunshin, Galatea poté reagire prontamente e, tramite lumache, avvertì l'unico suo clone rimasto di ultimare la tecnica e anticipare l'avversario, prima che anche lui fosse trivellato di metallo.
    Katon: Tenrou - Arte del Fuoco: Sigillo Celeste
    KatonTenrou-ArtedelFuocoSigilloCeleste_zps089793ae
    Livello: A
    Tipo: Fuuinjutsu
    Grazie a questo particolare Jutsu Katon, che non richiede l'esecuzione di Sigilli per essere attivato, l'utilizzatore sarà in grado, dopo cinque secondi di preparazione durante i quali il palmo dello Shinobi verrà ricoperto da uno strato di Chakra Katon, di imprimere un Sigillo. Dopo aver colpito l'avversario, il proprio Chakra Katon causerà una sorta di brevissima esplosione, che scaraventerà la vittima ad una decina di metri di distanza, causando soltanto danni di lieve entità più quelli derivanti da eventuali impatti. Subito dopo sul corpo della vittima compariranno dei simboli rossi. Il Sigillo dura al massimo quattro Turni, a meno che l'utilizzatore non lo rilasci attraverso il Kai o non muoia.
    Durante i turni nei quali il sigillo è attivo, la vittima sarà in grado di usare, con grande sforzo, una sola tecnica massimo di livello A per Turno. Inoltre non si potranno compiere movimenti troppo veloci. Cercando di superare questi limiti il sigillo diventerà incandescente, arrivando a causare anche ustioni di medio-grave entità sulle parti interessate.
    Se si ha un Surplus di Chakra proveniente dall'esterno, come con l'ingerimento una pillola o l'attivazione della Sennin Moodo, si potrà usare normalmente il Chakra derivante.
    Il sigillo non fa effetto sott'acqua durante i Turni di impressione.
    Necessario possedere l'elemento Katon.

    Consumo: 15

    "E' una trappola..." aveva sentito sussurrare Galatea da uno dei due avversari, al quale erano serviti un paio di secondi per metabolizzare la sparizione assoluta di segnali vitali da parte delle sue vittime. Nessuna morte istantanea: quei nemici potevano solo essere svaniti nel nulla in quanto copie fittizie di un essere umano. Le parole erano rimbombate metalliche attraverso la radiolina di cui il gruppo nemico era dotato. Ma quel breve lasso di tempo non era stato sufficiente perché il secondo degli assalitori potesse prendere le contromisure necessarie ad un'eventuale imboscata. Il clone aveva ultimato la programmazione del Fuuinjutsu e, mentre ormai i passi del secondo Ninja rimbombavano sul metallo dello scafo, aveva prevenuto il suo attacco e si era accostato al parapetto. Tempo che lo shinobi nemico emergesse dal fondo della Nebbia e il clone si diede lo slancio dal parapetto, lo afferrò per la maglia, lo aggirò e poggiò il palmo fiammeggiante di chakra Katon al centro della sua schiena. La deflagrazione che sanciva puntualmente la trasmissione del Katon Tenrou sul corpo della vittima aveva scagliato il Ninja in aria, contro uno dei piloni di sostegno dell'argano usato per risollevare le reti dal fondale e quindi contro la cabina di pilotaggio; ma aveva anche sancito la fine dell'ultimo dei cloni di Galatea.
    Loro si sono presi tutti miei cloni, ma io ho messo subito ko uno di loro grazie a uno dei miei sigilli. Una volta che ti prendo, quel Fuuinjutsu sai cosa fa? Ti impedisce di muoverti e di usare tecniche spiegò alla buona Galatea, curandosi di non citare le grida di dolore del nemico che, aveva scoperto dopo, si era spezzato la gamba sinistra a causa dell'urto con l'argano. E omettendo le successive urla quando, incurante del dolore lancinante, aveva provato a rialzarsi e a manipolare il chakra per ricorrere ad una seconda tecnica, in aggiunta alla Muon, attivando il Tenrou. E quindi ci siamo ritrovati in una condizione di uno contro uno.
    "E avete iniziato il duello!" esclamò Hidehisa, esaltato che la storia fosse arrivata al punto.
    Senza esclusioni di colpi annuì Galatea, la quale prima di scagliarsi contro l'unico nemico integro aveva pensato bene di sfiancare definitivamente il Mukenin già compromesso.
    Kuchiyose no Jutsu - Tecnica del Richiamo
    KuchiyosenoJutsu-ArtedelRichiamo_zps8cfa0f88
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp.Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 10

    Sanguisughe Volanti
    Sanguisughevolantidelpaesedellefoglie
    Queste terribili Sanguisughe, caratteristiche del Paese delle Foglie, sono l'unica razza "aggressiva" di questo contratto. Prediligono le imboscate, soprattutto amano nascondersi sulle cime degli alberi per poi piombare dall'alto in grandi quantità sulla vittima. Grazie a questa loro innata abilità di creare imboscate sarano le uniche creature in tutto il contratto a muoversi ad una velocità alta. Anche una sola di queste lumache carnivore risulta molto pericolosa; esse infatti sono cosparse di uno speciale liquido anestetico che impedisce alla vittima di accorgersi del loro contatto, nonché del fatto che esse stiano succhiando il suo sangue. Se riescono ad entrare in contatto con qualcuno che non sia il loro evocatore, inizieranno a succhiargli il sangue. Ad ogni turno la perdita di sangue corrisponderà ad un danno di mezzo grado, moltiplicato per il numero di Sanguisughe da cui si è attaccati. Una sanguisuga ad esempio potrà causare solo un danno lievissimo il primo turno e lieve il secondo; tre insieme invece causeranno un danno medio-lieve il primo turno e grave il secondo. Per ucciderle basta anche una semplice arma da lancio o un Jutsu di livello C, o in alternativa uno di livello B per distruggerle a gruppi. È possibile evocarne più gruppi ripetendo la Kuchiyose.
    Sanguisughe Voltanti Evocabili: [Chuunin: 3; Sp.Jounin: 4; ANBU: 5]

    Io ero nella cabina di pilotaggio, vicino al timone. Il mio avversario era davanti a me, ma ci separava la struttura metallica della cabina. Avrebbe potuto lanciare un jutsu qualsiasi, con il rischio però di investire anche il suo collega. Quindi lui è salito sul tetto della cabina per scavalcarla e raggiungermi, quindi mi ha dato il tempo di estrarre il bastone del monaco dal rotolo.
    "Non gli hai lanciato contro la lava?" chiese deluso il piccolo.
    Avevo già usato tanto chakra, non potevo rischiare di sparacchiare Jutsu a destra e a manca senza avere la certezza di fare centro. Non è mica così che funzionano le cose, non si possono mica sparare Jutsu a ripetizione. E poi una colata di lava avrebbe incendiato tutto il peschereccio e, senza quello, mi sarei trovata in netto svantaggio.
    "Perché?"
    Perché molti dei Jutsu che usa mamma hanno bisogno di una superficie di appoggio. Il mio appoggio in quella situazione poteva essere solo il peschereccio. Se quello fosse affondato mi sarei ritrovata nel bel mezzo dell'oceano. E se il nemico fosse stato un utilizzatore esperto di Suiton?
    "Niente lava allora" mormorò deluso Hidehisa.
    Aspetta... Galatea e il Ninja nemico si erano incrociati appena all'esterno della cabina di pilotaggio del peschereccio. Prima di atterrare, il Mukenin aveva lanciato una selva di shuriken verso il basso, per proteggere la sua discesa. Galatea si era protetta rientrando appena oltre la soglia della porta della cabina, lasciando che gli shuriken si piantassero uno dopo l'altro nelle assi dell'imbarcazione. E mentre il Mukenin atterrava con tonfo, Galatea era riemersa con il bastone già sollevato, pronto a calarlo con forza sul corpo del nemico. Come se non bastasse il contatto visivo ormai inevitabile tra i due, il tintinnio degli anelli di metallo dell'arma aveva messo in allarme il Mukenin, che era rotolato lateralmente per evitare la bastonata, incurante di passare così sulle punte acuminate delle armi che lui stesso aveva lanciato. Galatea non gli aveva dato tregua: aveva sfruttato la forza d'urto del bastone sulla pavimentazione per risollevarlo e agitarlo nuovamente, stavolta in orizzontale, stavolta facendo centro. L'arma impattò in pieno sulla spalla dello sventurato, il quale non esitò a balzare all'indietro e allontanarsi verso il parapetto. Ma Galatea non aveva avuto alcuna intenzione di dargli modo di eseguire sigilli o di pescare ancora nel suo arsenale di armi da lancio. Con un balzo gli fu addosso, agitando ancora la sua arma mistica. Puntò ancora alla spalla appena colpita, in modo da minare del tutto l'utilizzo del braccio. Ma il nemico reagì prontamente sfoderando un tanto e parando il colpo, aiutandosi anche sorreggendo l'arma col palmo della seconda mano poggiato di piatto contro la lama. Era una wakizashi dalla punta mozza, un'arma corta contro cui, in combattimento ravvicinato, Galatea avrebbe potuto trovarsi in difficoltà. Così fece scorrere le mani lungo il bastone fino circa alla sua metà, dimezzandone la portata ma facilitandone la maneggiabilità. E subito sfruttò quella che fino a pochi secondi prima era stata l'impugnatura per tentare un colpo alla parte opposta.
    Non volevo che si allontanasse verso il mare aperto e spostasse lì lo scontro. Il mukenin parò il secondo colpo, ma di nuovo Galatea sfruttò l'estremità opposta del bastone per un terzo affondo. Il mukenin non ebbe più il tempo necessario per parare e incassò il colpo alla stessa spalla colpita in precedenza. Galatea continuò il suo racconto del duello imitando anche, dove possibile, i movimenti dei due Ninja, con il figlioletto seduto al suo fianco che seguiva la scena rapito. E gli raccontò di come il Mukenin si era divincolato dalla stretta in cui Galatea lo aveva rinchiuso contro il parapetto spostandosi di nuovo verso il centro dell'imbarcazione e aveva poi cercato di accaparrarsi l'inerzia dello scontro passando al contrattacco. Ma Galatea aveva vanificato i suoi assalti e, puntando il bastone in terra per bloccare un fendente orizzontale all'altezza del busto, aveva usato il bastone stesso come perno su cui fare forza e darsi lo slancio per colpire il nemico al fianco con un calcio, scaraventandolo di nuovo contro il parapetto.
    "Ma l'altro Ninja?" la interruppe ad un certo punto Hidehisa.
    L'altro Ninja ha provato più volte a reagire e intromettersi, ma come ci provava il mio Fuuinjutsu lo bloccava subito. In realtà l'altro Ninja, oltre che del Fuuinjutsu, era ormai vittima anche dell'azione delle quattro sanguisughe e del dissanguamento prolungato. Man mano che lo scontro proseguiva, i suoi tentativi di reazione si erano affievoliti e le sue forze erano svanite. Il respiro si era fatto sempre più debole, poi un rantolo sommesso, poi più nulla.
    "Ma non avete usato proprio nessun Jutsu?"
    Certo che li abbiamo usati. A forza di dargliele di santa ragione ci siamo ritrovati entrambi in piedi sul parapetto della barca e siccome eravamo un po' distanti lui ha avuto il tempo di eseguire una tecnica.
    "Quale?" la incalzò subito il piccolo.
    Mamma la conosceva già perché l'aveva vista usare a papà. Dalla superficie del mare si sono sollevate di colpo due trivelle.
    Suiton: Suigadan - Trivella Acquatica x2
    GVml
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica esclusivamente attuabile nei pressi di bacini d'acqua permette di modificare con il Chakra la natura dell'acqua, dandogli la forma di una specie di trivella rotante. Dopo la serie di Sigilli necessaria entro quindici metri dall'utilizzatore compariranno dei piccoli vortici circolari dal diametro di venti centimetri da cui, dopo due secondi usciranno le trivelle. Una al contatto, creerà danni medi da perforazione, due causeranno danni medio-gravi, tre o più causeranno danni gravi. Le trivelle dovranno puntare tutte lo stesso bersaglio e saranno disposte nel modo in cui vuole l'utilizzatore. Non potranno essere create a meno di tre metri dal bersaglio e potranno allungarsi fuori dall'acqua per un massimo di otto metri. La loro velocità è alta.
    [Massimo numero Trivelle: Chuunin 1, Sp Jounin 2, Anbu 3, Jounin 4]

    "Che sono?" chiese fulmineò il figlio.
    Immaginati tre vortici di acqua appuntiti. Si sono sollevati come dei tentacoli e puntavano dritti dritti contro di me. Ma io sono prontamente scesa dal parapetto e mi sono difesa. Ho creato un'enorme parete di fango che ha bloccato le trivelle come fossero moscerini.
    Doryuu Heki - Paramento Terrestre
    DoryuuHeki-ParamentoTerrestre
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questo Ninjutsu creerà un'enorme parete rocciosa in grado di bloccare la maggior parte degli attacchi esistenti. Si esegue una breve serie di sigilli e poi si vomiterà del fango che andrà a formare un enorme muro di terra davanti all'utilizzatore. Il muro sarà alto dieci metri, largo cinque e spesso uno. Il muro potrà bloccare qualunque Jutsu di livello B ed inferiore.
    Consumo: 8

    Forte del vantaggio guadagnato, il Mukenin aveva insistito manipolando nuovamente il chakra Suiton e creando nuove armi dalla superficie del mare. Delle lance appuntite che si erano sollevate in aria, come a volersi mettere in mostra, prima di calare inesorabili verso Galatea. Il Mukenin le aveva create a ripetizione, prima due, poi altre due, poi ancora due, non lasciando a Galatea il tempo di contrattaccare mentre si difendeva dalla prima coppia che subito ne arrivava una seconda. La kunoichi aveva eluso l'attacco ove possibile, ma due delle zanne avevano centrato in pieno il suo corpo, alla spalla e al fianco destro. Era riuscita a placare la pioggia di proiettili solo spostandosi man mano in direzione del paramento, mettendo di nuovo l'ammasso fangoso tra sé e l'avversario, guadagnandosi il tempo così di elaborare anche lei un'offensiva.
    Suiton: Kibamizu - Zanne Acquatiche x5
    siton_zanna_zpsqogrtuvw
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è di rapida esecuzione e necessita di una fonte d'acqua da manipolare. Al termine di una serie di sigilli, da una sorgente d'acqua ad almeno un metro dall'utilizzatore si solleveranno dei veri e propri missili d'acqua appuntiti che rimarranno attaccati alla fonte d'origine per procedere rapidamente contro il bersaglio fino ad una distanza massima di quindici metri. La particolarità di questa tecnica è che i missili, oltre ad essere ampi un metro ciascuno di diametro, una volta creati, saliranno verso l'alto per almeno tre metri e poi scenderanno in picchiata sull'avversario a velocità medio-alta, questa particolarità è l'origine del nome della tecnica. Ogni zanna provocherà un danno medio-lieve da perforazione, due causeranno danni medi mentre tre causeranno danni medio-gravi e possono essere dirette anche in direzioni differenti a patto che mirino tutte allo stesso bersaglio e che salgano verso l'alto per i tre metri richiesti.
    [Massimo Zanne: Genin 1, Chuunin 2, Sp Jounin 3, ANBU 4]
    Consumo: 4


    Youton: Sekkaigyō no Jutsu - Tecnica della Calcificazione
    YoutonSekkaigy14D0noJutsu-TecnicadellaCalcificazione_zps7c905986
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Una tecnica basilare di quest'innata. Impastando il chakra Youton nella bocca, l'utilizzatore sputerà dalla bocca una serie di proiettili che procederanno a velocità media, di calda calce ottenuta appunto dalla fusione fra Doton e Katon. Essere presi da uno di questi proiettili, spessi un metro, larghi e alti mezzo, significherebbe riportare una ferita lieve da impatto. Inoltre, se si solidificassero i proiettili la calce si trasformerebbe in un blocco solido aumentando così i danni ad un grado pari a medio-grave.
    Le chiazze di calce createsi dall'impatto avranno diametro di tre metri cadauna.
    [Massimo proiettili creabili: Chuunin 4; Sp Jounin 8; Anbu 12; Jounin 15]
    Consumo: 4

    Mentre lui continuava a bombardarmi con i suoi proiettili io sono sbucata dalla parte opposta del paramento e ho contraccambiato. Ho creato dei proiettili di calce, molti più dei proiettili d'acqua che lui riusciva a creare. Con i primi ci ho bloccato le ennesime zanne con cui voleva colpirmi, ma i restanti sei li ho sparati dritti dritti contro di lui.
    "E lo hai ucciso!" trionfò il piccolo.
    Certo che no. Quei proiettili non uccidono. E non era mia intenzione farlo. Dovevo farmi dire dove tenessero prigionieri tutti i peascatori rapiti. L'ho colpito in pieno petto, ma cosa più importante un proiettile lo ha preso alla gamba e uno al braccio.
    "E perché è così importante?"
    Importante perché quando colpisce, la calce si allarga in una chiazza grande grande e ti limita i movimenti. E se si solidifica ti blocca del tutto. Ti ho detto che l'ho preso alla mano, no? Quindi che significa?
    "Che lui non può più fare sigilli" rispose prontamente Hidehisa.
    Esatto. L'ho attaccato subito, lanciandogli contro kunai e shuriken, finché la calce non si è solidificata. A quel punto lui è stato costretto ad attaccare di nuovo con la spada, ma la calce lo rallentava di parecchio. Mi è venuto incontro con la sua wakizashi mozza...
    "E tu?"
    Le limitazioni dovute agli effetti della calce avevano dato a Galatea giusto il tempo di compiere pochi sigilli e far apparire appena davanti a sé una sua copia sputata, ma composta interamente di fango. Il Mukenin l'aveva colpita in pieno, rimanendoci invischiato.
    Alla fine stava lì, in bilico sul parapetto, immobilizzato dalla calce e dal fango. Non mi restava che dargli il colpo di grazia.
    "LA LAVA!" esultò il piccolo.
    Proprio così.
    Youton no Gurobo - Globi di Lava
    YoutonnoGurobo-GlobidiLava_zps0f5a0ed2
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Una volta impastato il chakra Youton nella propria bocca ed eseguita una serie di sigilli, sarà possibile emettere fino a tre globi di lava dalle dimensioni di ben cinque metri per cinque in direzione dell'avversario; ed ogni uno di essi causerà danni gravi da ustione se colpisce in pieno il bersaglio. I globi di lava procederanno a velocità media fino a trenta metri di distanza.
    Consumo: 8 (A Globo)

    Doro Bunshin no Jutsu - Tecnica del Clone Fangoso
    DoroBunshinnoJutsu-TecnicadelCloneFangoso_zpseab3ffa0
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    La natura di questo clone è totalmente differente dagli altri; infatti ha capacità motorie fortemente limitate e risulta essere un'alternativa alla classica tecnica della sostituzione. Questo clone può muoversi solo parzialmente e camminare, risultando totalmente inutile in fase offensiva. Viene quindi utilizzato per lasciarlo come bersaglio, per quanto possibile, mobile ed eludere l'avversario che potrà così sferrare il proprio attacco convinto d'avere un bersaglio vero di fronte. Differentemente dagli altri cloni, lo scopo è che venga colpito, poiché se il nemico lo affonda con una lama o gli sferra un pugno; si troverà con l'arma / l'arto incastrato in una sagoma che si rivelerà essere fangosa, rendendosi così bersaglio dell'utilizzatore per un turno. Non può usare alcun Jutsu e le armi raffigurate sul corpo del clone non sono ovviamente utilizzabili.
    Consumo: 2 (A Clone)

    Un globo di lava incandescente aveva illuminato la foschia, lasciandosi dietro una scia di nera fuliggine sulle assi del peschereccio e avvolgendo nelle sue spire fumanti il corpo del Mukenin. L'impatto lo aveva scaraventato in mare, dove Galatea lo raggiunse e lo immobilizzò, bloccandogli le mani e tenendolo con la testa sott'acqua fino a portarlo quasi al soffocamento. Lo tenne lì, spingendogli la testa sotto la coltre accogliente di acqua salmastra a più riprese, incurante del dolore, delle ustioni, della mancanza di fiato, interrogandolo su tutto ciò che c'era dietro quella banda di criminali.
    "Ti sei fatta dire dove stavano i pescatori?"
    Certo. E sono andata e li ho liberati tutti e li ho riportati indietro mentì spudoratamente Galatea. In realtà dal mukenin aveva trovato conferma su quasi tutte le ipotesi che aveva formulato riguardo la vicenda, dal committente proveniente proprio da Suimon al modus operandi, fino alla sorte, inesorabile, che spettava ai marinai. Nessuna vita da salvare, nessun corpo da recuperare, erano tutti morti prima anche che i loro pescherecci sparissero effettivamente. Ottenute le risposte che voleva, aveva riportato il Mukenin sulla nave e lo aveva legato usando la rete da pesca. Era quindi andata a controllare in che condizioni fosse il secondo Mukenin, quello con cui non aveva mai incrociato la spada, anche se poteva ben immaginare in che stato fosse, da quanto poteva percepire. Le sanguisughe erano state implacabili e avevano dissanguato fino alla morte lo shinobi. Galatea le colpì una a una con un kunai prima che, non contente, prendessero di mira anche il secondo shinobi. Li aveva comunque ricondotti entrambi a Kiri, villaggio che avevano tradito da tempo, uno vivo ma immobilizzato, l'altro chiuso dentro un sacco, perché fossero interrogati da chi poteva sondare ogni singolo anfratto della loro mente per poter così smantellare del tutto la banda di criminali di cui erano complici.
    "Ma quelli che hanno creato la Nebbia?"
    Quando hanno sentito che era una trappola se la sono data a gambe. In realtà quelli erano solo dei Genin, li usavano per creare la Nebbia, ma poi loro non erano in grado di muoversi al suo interno come i due che io ho battuto. Quando hanno capito che c'erano degli shinobi a dar loro la caccia se la sono fatta sotto e sono scappati.
    "Quindi tu non hai combattuto nella Nebbia" la fissò sospettoso Hidehisa, come se si sentisse tradito da quell'omissione.
    No. Non te l'avevo detto?
    "No" rispose imbronciato il piccolo, che doveva ora immaginarsi tutto da capo il racconto che gli aveva fatto la madre. "E poi avevi detto che non potevi usare la lava sulla barca e invece l'hai fatto."
    Ma l'ho fatto quando il cattivone era in piedi sulla balaustra. La lava non è caduta sulla barca, è caduta in mare.
    "Mi racconti un'altra storia?"
    Più tardi. Adesso mamma deve tornare a lavorare.

    Chakra: 160-10-8-4-4-8-8-4-1-8-8-8-8-15-10-8-4-8-2=34
    Stato fisico: danno medio da perforazione a spalla e fianco
    Stato mentale: ottimo

    Borsa: kunai (7/10), shuriken (16/20), senbon (20/20), torcia luminosa
    Gilet Kiri
    Rotolo: bastone del monaco


    Ichi
    Chakra: 115-8-8-8-8-8-8-4-4-4-4-4=47
    Stato fisico: ferita medio-lieve da impatto alla spalla; ferite lievi da taglio alla schiena; danni medio-gravi da impatto a petto, braccio e gamba; ustioni gravi a volto, collo e busto.

    Ni
    Chakra: 115-8-8-8-8= 83
    Stato fisico: deceduto

    ?
    Chakra: 70-2-2-2-2-2=60

    ?
    Chakra: 70-2-2-2-2-2=60
  7. .
    CITAZIONE (eleg @ 21/8/2017, 22:10) 
    vorrei convertire tutti e 7 i crediti ottenuti con il settimo metodo in ryo è possibile?

    sempre che la cosa non faccia sorgere troppi sospetti e domande scomode, no?

    Sorry, just saying
  8. .
    chiedo una C in singolo, se la cosa non fa sorgere troppi sospetti.
  9. .
    narrato
    parlato
    pensato
    «parlato altri»


    Non che sia piacevole la sensazione di un clone che si dà fuoco da solo vagò momentaneamente coi pensieri Galatea mentre assimilava le prime nozioni che Kisuke aveva da darle. Ma almeno si può sopportare. Già si prefigurava la sensazione fugace del bruciore e quella passeggera di vertigini e nausea data dalla Enbu. Anche se quantomeno alla nausea aveva ormai fatto il callo, avendoci convissuto per interi mesi in passato. Ma rispetto alle ustioni reali che si era provocata grazie alla lava erano quisquilie e la prospettiva non la impensieriva più di tanto.
    Osservò Kisuke eseguire la Endan senza però darle vita, come se avesse solo agitato le mani senza impastare minimamente il chakra. Dall'esterno, era come vedere lo scemo del villaggio che gesticolava senza senso: sulla tecnica in sé non si poteva apprendere nulla, non si capiva assolutamente nulla. Che pure il segreto della tecnica fosse la rapidità, le diceva ben poco: Kisuke eseguiva tutti i sigilli a velocità disumana, era la sua specialità. Lo faceva anche con una mano sola. Era come il cuoco che suggeriva al principiante che il segreto di un buon piatto fosse cucinare bene. Ovvio. Se però doveva lavorare sulle tempistiche, non era certo un concetto inedito: tutti i suoi studi si erano basati sulle tempistiche; da quelle che le permettevano di trasformare il chakra in lava anziché in calce o in gomma a quelle che le garantivano che l'applicazione di un Sigillo fosse efficace e non un fiasco totale. Doveva solo interpretare quella annosa sfida da una prospettiva nuova. Non un Jutsu che fosse completo, ma due Jutsu che si incastravano fino ad essere uno solo. Non fosse un sfida non staresti qui a metterti alla prova.
    Kisuke terminò infine la sua prima fase di spiegazioni e passò la palla alla ragazza.
    Bue topo tigre topo cane serpente ripeté sottovoce a mò di cantilena, aggiungendo alcuni istanti dopo anche l'esercizio delle mani. Sarebbe stato macchinoso solo in principio, poi una volta che le dita si fossero abituate alla serie di incastri e posizioni tutto sarebbe filato via liscio e spedito. Magari solo in fase di attuazione vera e propria del Jutsu avrebbe potuto impicciarsi, a causa della rapidità con cui Kisuke le aveva detto fosse fondamentale svolgere il tutto. Finché non fosse stata pratica del processo, cercare di eseguire tutto con celerità avrebbe reso più ingannevole anche l'azione per un ninja ormai esperto più basilare.
    Non appena fu certa di aver memorizzato i sei sigilli, senza perdersi troppo in cerimonie, l'ex kunoichi incrociò subito le dita davanti al petto al fine di replicare una se stessa identica in tutto e per tutto.
    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra
    GVXt
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più Chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)

    Aveva deciso di provare partendo dalla Kasumi Enbu. La lezione che aveva imparato studiando i Fuuinjutsu era quella di iniziare sempre dal caso più semplice e andar via via complicandolo, fino ad aver esaminato e testato tutte le possibili combinazioni. La nube incendiaria era un buon punto di partenza, su cui avrebbe lavorato poi per immagazzinare Jutsu più complessi o di natura del tutto differente.
    Il clone si allontanò giusto quanto necessario perché, se solo il Jutsu gli fosse sfuggito dalle labbra, non finisse per coinvolgere i due shinobi. Quindi si preparò mentalmente a interpretare una tecnica che conosceva a menadito come se, una volta terminata, non fosse effettivamente terminata. Ma quel punto lo lasciava un po' perplesso. Kisuke non aveva accennato a come doveva effettivamente lavorare sul chakra prima che assumesse manifestazione fisica, prima che da forza intangibile diventasse vero e proprio gas combustibile. Già sospettava che avrebbe finito per tenersi in gola il gas ormai formato fino a strozzarsi. Quel pensiero gli strappò un sorriso, una piega appena accennata sulle labbra, prima che le mani iniziassero a danzare con precisione e sveltezza davanti al petto.
    Io intanto potrei provare con la Frusta di Gomma suggerì Galatea, mentre il clone si apprestava a dar vita al suo primo tentativo. E' una tecnica del tutto innocua e inizierei a farci il callo con le diverse manipolazioni dello Youton.

    Chakra: 160-8=152/160
    Stato fisico e mentale: ottimo
  10. .
    narrato
    parlato
    pensato
    «parlato altri»


    Sempre il solito paranoico pensò Galatea, alzando solo mentalmente gli occhi al cielo, mentre salutava con la mano uno dei Ninken del suo compagno. Tutti che vengono a spiare i suoi segreti proprio qui immagino. La giovane conosceva piuttosto bene quel luogo non solo tramite Kisuke, ma anche perché ci era arrivata per studiare alcuni dei Fuuinjutsu che erano stati posti a protezione e delimitazione del tempio ormai derelitto. Con Senmon a farle da guida, aveva scoperto che erano perlopiù dicerie e leggende su Fuuinjutsu in realtà piuttosto comuni, per quanto indubbiamente potenti ed efficaci. Alcuni erano addirittura al di fuori della sua portata, almeno all'epoca. Altri li aveva imparati in breve tempo e li aveva anche replicati per proteggere in segretezza la loro casa. Paranoico sì, ma contagioso ammise a se stessa, riconoscendo di aver fatto quanto in suo potere per proteggere la loro dimora da occhi e presenze indiscrete da quando i due erano diventati genitori.
    In realtà dalle mie parti si crede che sia il tempio ad essere protetto dagli estranei e non viceversa disse Galatea, riferendo quello che si vociferava nel suo ambito di lavoro a proposito di quel luogo. Probabilmente i sigilli dovevano proteggere qualche scomodo e lurido segreto di stato sulla rovina della congrega di monaci combattenti che abitavano quell'eremo da occhi indicreti e ficcanaso. Ma quello è il tuo campo.
    «Torniamo a noi. Sei sicura di voler imparare il mio Hijutsu?»
    Sicurissima rispose lei prontamente.
    «Come mai ti è venuto in mente proprio di voler imparare questo Jutsu? Mi vuoi dire almeno a che ti serve?»
    Perché dovevo ancora riscuotere il debito della Endan e ho scelto a caso replicò in prima battuta, più per prendere qualche secondo di tempo per elaborare una risposta che fosse sensata da ascoltare. Non ne aveva una che potesse spiegare appieno quanto sentiva, non logicamente. In fondo il suo era quasi interamente un capriccio. Né aveva intenzione di ammettere a voce quanto tutti potevano facilmente immaginare: il suo orgoglio le impediva di accettare di fermarsi del tutto e restare passi, falcate, salti interi indietro rispetto alla sua metà. Continuare ad applicarsi come presunta kunoichi la illudeva un po' di non essere un'impiegata qualsiasi.
    Perché avere qualche Jutsu pronto all'occorrenza senza dover perdere tempo può sempre essere utile anche per me. Quando dobbiamo intrappolare o celare qualche Jutsu in un sigillo è comodo averlo già bello e pronto in cantiere mentre elaboriamo il Fuuinjutsu. Spesso purtroppo abbiamo formule incomplete che ci impongono un tempo limite. Si ritenne piuttosto soddisfatta di quella prima parte di replica. E poi mi è comodo se voglio fermare i tuoi figli prima che si facciano male non appena giro un attimo le spalle aggiunse. Aveva subito pensato a quell'evenienza non appena aveva visto il Jutsu. Già le era capitato di acciuffare Kaito usando la Ranji prima che quel discolo si tuffasse di corsa nel laghetto delle carpe in giardino quando lei era vigile e lo seguiva ogni passo che faceva. Poteva sempre presentarsi l'occasione in cui fare i sigilli e non dover fare i sigilli poteva fare la differenza. E poi la sai perché ma rinunciaci perché non lo ammetterò mai a voce alta concluse, pronunciando a velocità doppia quelle ultime parole e sentendo un velo di rossore che le imporporava il viso.
    Piuttosto, con che Jutsu pensi di farmi provare? Vorrei evitare l'autocombustione mentre cerco di immagazzinare qualche jutsu Youton.

    Chakra: 160/160
    Stato fisico e mentale: ottimo
  11. .
    narrato
    parlato
    pensato
    «parlato altri»


    Quella che aleggiava sul Villaggio quel giorno non era vera e propria nebbia. Rassomigliava più alla foschia mattutina che si forma nelle zone umide nelle prime ore del giorno e si dissolve con il passare delle ore. L'impressione era che sarebbe gradualmente svanita con quella delicatezza che rende il processo a malapena percepibile, ma conoscendo un minimo il Villaggio e i suoi dintorni, era assai più probabile che la foschia sarebbe caparbiamente rimasta lì dov'era, ben salda, come aggrappata ad ogni edificio e ad ogni pianta; o peggio ancora si sarebbe infittita, concentrata, tanto da non poter esser più considerata foschia, ma nebbia in tutto il suo opaco splendore. E Galatea conosceva quel Villaggio e i suoi dintorni da ventuno anni: un niente, ma abbastanza da sapere che la seconda sarebbe stata l'evenienza che si sarebbe presentata loro, lei e Kisuke, quel giorno. Camminava lungo il sentiero con quel misto di dispiacere e sollievo che provava sempre quando lasciava i suoi due figli ai nonni: un po' si sentiva anche in colpa, soprattutto se le motivazioni erano, come in quell'occasione, piuttosto egoistiche, ma non poteva e mai avrebbe negato che aveva bisogno e non rimpiangeva affatto quelle circostanze in cui pensava e si dedicava esclusivamente a se stessa. Ed ecco perché in realtà ti senti in colpa. Perché ogni tanto hai bisogno di stare senza di loro. Non era stato troppo difficoltoso separarsi dai due piccoli Momochi quel giorno; l'ora fin troppo giovane aveva aiutato di molto in tal senso. Aveva solo dovuto aspettare che si riaddormentassero in quello che era stato il suo letto a casa Shishi e respingere gli entusiasmi del piccolo Kaito di partecipare all'avventurosa giornata di allenamento ninjesco dei suoi genitori con un materno quanto risoluto e irrevocabile no. Era piccolo e troppo interessato alla vita da shinobi del padre, ma quantomeno aveva imparato da subito a rispettare, senza troppe proteste e piagnistei, l'autorità materna. Un no di Galatea era un no. Senza discussioni. Avere uno sguardo freddo ha i suoi vantaggi. Se lo ripeteva sempre, soprattutto quando vedeva altre madri disperate nel tentativo di placare e accontentare i figli. Molto più rognoso era stato respingere le lamentele di sua madre, che malcelava, o non celava affatto, la sua disapprovazione nei confronti di una Galatea che continuava a studiare e imparare tecniche e Jutsu, anche se la sua ultima missione risaliva a quasi un lustro prima e la sua prossima ad un futuro che forse esisteva in un universo parallelo. «Ancora con queste tue manie da kunoichi. A che ti serve» era la litania che si sentiva ripetere puntualmente. A mantenere la promessa che nonostante tutto non avrei smesso di sentirmi ed essere una kunoichi era la replica che immancabilmente pronunciava lei, impunita. In fin dei conti Agave aveva ragione, l'addestramento di quel giorno era inutile. Ma che lo fosse o meno a lei importava meno di zero: per Galatea equivaleva a coltivare una passione che aveva avuto da sempre e a cui aveva rinunciato solo per cause di forza maggiore. Per altri poteva essere collezionare orologi o scolpire nel legno o visitare posti esotici, per lei era studiare e apprendere i segreti del mondo Ninja come fosse stato il primo giorno. E poi equivaleva a passare del tempo con Kisuke, loro due soli. Tempo che per Galatea era troppo prezioso, visto il poco che era loro concesso e che avevano potuto godersi, avendo avuto un pargoletto tra i piedi forse prematuramente. Si sfregò la mano sull'avambraccio sinistro: l'aria era pungente, tanto più in quella zona montagnosa e disabitata in cui Kisuke la stava portando per allenarsi.
    Non vedi l'ora che ci sia Kaito al posto mio, eh?

    Chakra: 160/160
    Stato fisico e mentale: ottimo
  12. .
    CITAZIONE (Mr.Uchiha @ 24/7/2017, 13:51) 
    Come pattuito, mi impegno ad insegnare a H.Basil il mio Hijutsu "Taru Yuurei no Jutsu - Tecnica del Barile Fantasma", in cambio di 4500 Ryo ed a patto che questi non lo insegni (e non lo ceda in qualsiasi modo possibile) a sua volta a nessun giocatore.

    accetto mi impegno accendo e confermo la mia risposta definitiva :cipo25:
  13. .
    scheda

    chiedo cortesemente di tramutare i crediti rimasti in ryo (anche l'eventuale credito per gli addestramenti che ho richiesto)

    Il totale sarebbe 3021+500+500+500 (se si considera anche quel terzo credito) = 4521
  14. .
    compro un pacco di kunai, di senbon e di shuriken

    Kunai (Pacco da 10)
    2mhyo7a
    Piccoli pugnali con, al termine del manico, un anello usato principalmente per appenderlo al dito. Sono armi base che possono essere usate come armi da lancio o da corpo a corpo.
    50 Ryo

    Shuriken (Pacco da 20)
    Shuriken
    Arma a forma di stella, con tutti e quattro i lati esterni affilati, al centro presenta un buco che permette di afferrarli. Come il kunai si tratta di una arma base ma può essere usata solo come arma da lancio.
    80 Ryo

    Senbon (Pacco da 20)
    senbon
    Sono Spiedi di metallo con entrambe le punte affilate. Solitamente infliggono pochi danni e perciò sono principalmente usati per colpi ben mirati a organi vitali. Infatti in questo caso porteranno alla morte o a gravi danni, dato che sono molto più accurati dei Kunai o degli Shuriken.
    50 Ryo


    50+80+50=180
    chiedo rimborso di 1000 ryo dell'acquisto della muon comprata qui
    2201+1000=3201-180=3021

    scheda
  15. .
    chiedo credito per addestramenti :boh:
    i link nello spoiler


    tenchiu

    Fatto da Lee anche se non segnalato

    Werner


    Edited by Werner von Wallenrod - 31/7/2017, 01:13
2975 replies since 19/9/2011
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